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Adyen, l’unicorno europeo dei pagamenti: «Nessuna acquisizione, il futuro si gioca sui servizi»

È un mondo che cambia con grande rapidità quello dei pagamenti digitali. La fusione appena annunciata negli Usa tra Fis e Worldpay crea un colosso da 43 miliardi di dollari attorno all'infrastruttura su cui corrono i servizi di pagamento digitale con tutta la massa di dati connessi. E arriva un paio di mesi dopo un'altra aggregazione, di valore simile, tra Fiserv e First Data. Ma in Europa c'è un campione del fintech che prosegue sulla sua strada rifiutando qualsiasi ipotesi di consolidamento.

giugno 2019
3 min
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L'olandese Adyen è una delle poche fintech davvero internazionali in un mercato come quello dei pagamenti che rimane ancora oggi molto frammentato a livello nazionale: «Non abbiamo alcuna intenzione di comprare altre società e non creeremo un nostro sistema di pagamento», afferma senza incertezze Pieter van der Does, Ceo e fondatore della società che annovera tra i suoi clienti colossi come Spotify, eBay, Uber e Facebook. Sono 3500 grandi clienti in tutto il mondo per cui Adyen gestisce l'intero processo di pagamento sia online che instore e mobile grazie a un’unica piattaforma proprietaria che integra più di 250 sistemi di pagamento e 50 valute globali.

«Molti sostengono che i pagamenti diventeranno una commodity e che la competizione si giocherà sul consolidamento e sulla capacità di ridurre i costi - sostiene il 49enne fondatore nell’ufficio che domina i docks di Amsterdam e che condivide con il cofondatore Arnout Schuiff e altri due manager, con scrivanie uguali a quelle di qualsiasi altro degli oltre 500 dipendenti della sede centrale (in tutto il mondo arrivano a 870), che hanno un'età media di 32 anni -: sono convinto che le acquisizioni in questo settore non portino benefici, anzi la pressione sui prezzi finisce per sfociare in confusione operativa, scarsa qualità e perdita per i merchant».

«Non abbiamo mai acquisito nulla e non abbiamo intenzione di comprare altre società, e neppure di creare un nuovo sistema di pagamento - prosegue van der Does -: siamo una società di pagamenti e la nostra chiave vincente è il sistema proprietario che ci permette di soddisfare le esigenze dei merchant nel creare un'interfaccia integrata modificabile in tempi rapidissimi. La forza di Adyen è la portata internazionale, una soluzione che gestisce la multicanalità e l’alto tasso di utilizzo della piattaforma che si concretizza nella semplicità dell'esperienza che offriamo ai clienti dei nostri merchant».

Il target di Adyen è rappresentato dai grandi merchant, tipicamente internazionali, con una strategia multicanale che hanno l'esigenza di presentare «un’esperienza uniforme attorno al pagamento che è l'elemento unificante, attraverso un'infrastruttura distribuita, di cui abbiamo il controllo completo, dal software alle soluzioni. Dallo scorso autunno Adyen è presente in Italia con una filiale, contando già su una serie di brand nazionali, una dozzina di merchant concentrati nel settore moda, da Etro a Brunello Cucinelli, da Benetton a Furla, con diversificazioni che vanno da Alitalia a Eataly Net a Cortilia.

La competizione nel nuovo mercato dei pagamenti digitali non si gioca sul prezzo ma sulla funzionalità: «Il costo deve essere trasparente nella sua composizione, essere equo e rispecchiare il valore per il cliente in termini di riduzione delle frodi, ma anche delle persone dedicate al supporto clienti e al servizio pagamenti». Fin dalla nascita, nel 2006, Adyen ha infatti adottato una politica aperta e trasparente dei prezzi, con una fee per ogni transazione, che si riduce all’aumentare delle operazioni ed è più alta in caso di transazioni internazionali.

I numeri finora hanno dato ragione a van der Does: Adyen ha chiuso il 2018 con un fatturato di 349 milioni di euro – per il 60% in Europa – rispetto ai 218 dell’anno prima, con un Ebitda cresciuto dell’83% a 111,7 milioni nel secondo semestre. A conferma dell’espansione e delle prospettive il titolo è lievitato del 180% dall’Ipo dello scorso giugno con una capitalizzazione arrivata ormai a 20 miliardi di euro.