A seguire, secondo l’analisi di CBI e PwC, i servizi di Personal Financial Management (36%), gli instant payment (27%) e i servizi di identity e digital onboarding (18%).
Guardando al futuro, i servizi di digital ID e onboarding e di Check-IBAN sono i servizi a valore aggiunto su cui le banche dichiarano di voler puntare.
La survey ha inoltre evidenziato che, sebbene negli ultimi 5 anni le banche italiane abbiano investito oltre 2,5 milioni di euro per banca per adeguarsi alla PSD2, nell’ultimo biennio è cresciuto il numero di istituzioni finanziare che ha investito più di 1,2 milioni per lo sviluppo di servizi commerciali open banking (22% nel 2019 vs. 27% nel 2021). Il trend conferma la crescente volontà degli operatori a investire nell’openbanking e su servizi legati al mondo della digitalizzazione e sostenibilità.
«L’Italia sta proseguendo il proprio percorso verso l’Open Banking anche se, ad oggi, il tasso di adozione è ancora contenuto sia a livello di operatori di mercato (13 TPP attive) che di utenti finali (es. meno del 5% utilizzano servizi Open Banking) – spiega Marco Folcia, Partner di PwC Italia, EMEA Payments & Open Banking Centre of Excellence Leader. In tal senso, i principali elementi che potrebbero stimolarne la crescita sono: l’incremento dell’awareness verso gli utenti finali sulle potenzialità dell’Open Banking ed i benefici associati, il miglioramento delle interfacce dedicate alle terze parti messe a disposizione dalle banche e lo sviluppo di iniziative di collaborazione, anche con operatori esterni al mondo finanziario, per diffondere una cultura Open fra player di mercato».