Newsletter #4

marzo 2020

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Banner Social network for business, 9 startup che aiutano le aziende nell’uso dei social
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Social network for business, 9 startup che aiutano le aziende nell’uso dei social

L’Osservatorio Startup Intelligence e l’Osservatorio Internet Media del Polimi hanno preso in esame 666 startup che supportano le imprese nell’utilizzo dei social e che nel 2014 hanno ricevuto finanziamenti per oltre 2,5 miliardi di dollari. 9 di queste sono state presentate al pubblico. Ecco chi sono e cosa fanno.

Il mondo dei Social Network è sempre in evoluzione e nuovi progetti nascono ogni anno in quest’ambito. Tra queste startup non troviamo solamente nuove piattaforme di ritrovo digitale, ma anche iniziative che supportano le aziende nell’utilizzo dei social già affermati per sfruttarne al meglio le caratteristiche.

L’Osservatorio Startup Intelligence e l’Osservatorio Internet Media del Politecnico di Milano hanno condotto una ricerca in quest’ambito: sono state analizzate 666 startup, a livello sia nazionale sia internazionale, che hanno ricevuto almeno un finanziamento a partire dal 2017. Le startup, analizzate secondo alcune dimensioni (ambiti applicativi, tipologia di clienti target e innovazioni introdotte, sia a livello di modelli di business sia a livello tecnologico), hanno ricevuto dal loro anno di fondazione (dopo il 2014) finanziamenti complessivi per più di 2,5 miliardi di dollari.

Sono stati identificati due principali ambiti applicativi in cui le startup di “Social Network for Business” operano: Social Management e Social Network.

Nell’ambito Social Management si trovano startup che aiutano le aziende a sfruttare al meglio le diverse opportunità offerte dal mondo dei Social. Alcune iniziative semplicemente supportano le aziende nelle attività di gestione dei Social Network e dei contenuti da pubblicare su queste piattaforme, migliorandone la loro presenza e visibilità; altre invece sfruttano ciò che avviene sui Social per migliorare altre attività aziendali (la gestione di clienti e prospect attraverso la gestione dei dati e la loro interpretazione, le attività di recruitment, ecc.).

Roialty, presentata al Workshop dal Co-founder e CEO Maurizio Ferraris, rientra nella sotto-categoria del Contact Management, perché supporta i clienti nell’arricchire il CRM con informazioni di tipo personale: non solo dati transazionali, demografici e di contatto, ma anche tutta la sfera di interessi, passioni, brand con cui interagisce l’utente utilizzando le interazioni pubbliche che l’utente fa sui social (Twitter, Facebook e Instagram). Nella categoria del Content Management si trovano invece Myvisto e Leevia: la prima, raccontata dal CEO Claudio Ramonda, è una piattaforma web che supporta i clienti nell’articolazione di una digital strategy che abbia al centro i video, fornendo ai brand nuovi linguaggi e una comunicazione innovativa mettendoli in connessione con un ampio bacino di creator; ha inoltre l’obiettivo di dare visibilità al giovane talento emergente nel campo della produzione video e dell’entertainment, offrendo nuove possibilità di lavoro. Francesco Mancino, CEO e Co-founder della startup, ha illustrato come Leevia sia una piattaforma per creare, gestire e monitorare Loyalty Programs e Contest online, fornendo anche servizi ad agenzie di marketing e di comunicazione e grandi brand per raccogliere lead qualificati, coinvolgere la community e creare brand awareness su Instagram, Facebook e Twitter. Questo intervento è stato condotto in parte insieme a Pelliconi: da questa partnership tra azienda e startup è infatti nato il progetto DAPP. Digitalize your packaging, che permette di digitalizzare un oggetto fisico, come i tappi, attraverso la Realtà Aumentata.

Nella sotto-categoria di Advertising e Misurazione troviamo altre tre startup presenti al Workshop. Il CEO e Founder Davide Feltoni Gurini ha presentato Datalytics, startup che sviluppa e distribuisce sul mercato tecnologie innovative e real-time per permettere a brand e agenzie di attuare campagne personalizzate in tre ambiti: Customer Engagement, Social & Digital Contest e Data Visualization. Ester Liquori, Co-founder e CEO di You Are My Guide, ha parlato della piattaforma GhostWriter.AI, che effettua analisi dei comportamenti del pubblico, rilevamento interessi e intenti per predire il rendimento delle campagne di social advertising e aumentare l’efficacia del messaggio. Infine Alberto Nasciuti, CEO della startup, ha raccontato KPI6, altra piattaforma che analizza in maniera granulare Big Data provenienti da fonti web e survey per garantire il raggiungimento di possibili clienti e aumentare la fidelizzazione di quelli attuali per le aziende.

Nell’ambito Social Network rientrano startup che hanno sviluppato piattaforme che ospitano persone e/o gruppi di persone connessi tra loro, che possono avere diverse tipologie di legami o affinità; in particolare, è possibile distinguere tra i Social Network dedicati alle organizzazioni e quelli dedicati ai singoli individui.

Troviamo qui la startup GreenApes, presentata dal CEO Gregory Eve, che consente di incentivare, certificare, misurare e premiare le azioni sostenibili della propria target audience, offrendo una soluzione modulare, in grado di creare sinergia tra campagne e iniziative legate al mondo della Corporate Social Responsibility. Social Academy, raccontata dal CEO Andrea Genovese, supporta i clienti nel creare, lanciare e gestire programmi, prodotti e piattaforme di formazione online, per favorire i processi di marketing e comunicazione, onboarding, customer care e sviluppo delle persone. Infine Sabrina Taddei, CMO e Co-founder di Together Price, ha illustrato come questa startup permetta agli utenti di risparmiare tempo e denaro rendendo facile condividere le spese e trovare le persone giuste con cui farlo; gli utenti possono condividere i costi utilizzando un portafoglio digitale e utilizzare una chat di gruppo per migliorare la comunicazione.


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Tink: la piattaforma di Open Banking svedese arriva in Italia

Tink arriva in Italia con l’apertura di un headquarter a Milano. Già attiva in 14 mercati e svedese di nascita, Tink è una delle principali piattaforme di Open Banking in Europa che offre ai propri clienti (banche, fintech e startup) la possibilità di accesso e condivisione dei dati transazionali di proprietà dei principali attori dell’ecosistema bancario. Il risultato sono servizi digitali intelligenti per gli utenti finali e una customer experience realmente personalizzata.

In Italia, Tink offre ai propri clienti la possibilità di accesso ai dati di transazione dell’utente finale di dodici tra le principali banche del Paese, ossia Unicredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Gruppo Credem, Fineco Bank, ING Direct, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Banca Popolare di Sondrio, American Express, Revolut e Widiba.

Le soluzioni fornite da Tink vengono utilizzate per sviluppare servizi finanziari autonomi o per potenziare soluzioni già esistenti, questo attraverso un’unica API e una piattaforma cloud-based. Con 3.900 sviluppatori all’opera per sviluppare nuove soluzioni digitali, Tink è in grado di accedere ai dati finanziari di oltre 33 milioni di clienti finali in tutta Italia attraverso l’API PSD2 regolamentata.

Tink propone una suite di prodotti che si compone di quattro soluzioni principali, atte ad accelerare la trasformazione digitale:
Account Aggregation, che consente ai clienti di gestire i propri conti da un’unica applicazione;
Data Enrichment, che trasforma i dati grezzi in informazioni tangibili, estraendo il reale valore dai dati finanziari;
Payment Initiation, che permette di effettuare pagamenti e trasferire denaro tra conti bancari di istituti diversi;
Personal Finance Management, che offre ai clienti gli strumenti e le informazioni personalizzate di cui hanno bisogno per controllare meglio la propria vita finanziaria.


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Fintech, Visa si prende Plaid per 5,3 miliardi di dollari

Maxi-acquisizione con l’obiettivo di espandere gli orizzonti del business e di competere con servizi quali Venmo e Zelle. La app californiana, in forte crescita nel Regno Unito e in Canada, è in grado di “interagire” con 11mila banche e di raggiungere 20 milioni di correntisti.

 

5,3 miliardi di dollari: tanto ha messo sul piatto Visa per portarsi a casa la startup fintech Plaid. Specializzata nella messa a punto di soluzioni che consentono lo scambio di informazioni finanziarie, l’azienda della Silicon Valley finisce dunque nelle mani del colosso delle carte di credito che, secondo quanto si apprende, punta a dare vita ad una piattaforma in grado di competere con servizi quali Venmo e Zelle. E Visa potrà anche estendere i propri orizzonti di business al mercato del trasferimento fondi fra istituti di credito valutato in migliaia di miliardi di dollari.

Stando agli ultimi dati resi noti da Plaid nel mese di dicembre un utente bancario su quattro negli Usa ha accesso ai servizi della fintech company attraverso la app dedicata. Visa e la rivale Mastercard sono state fra i primi investitori nella start-up, insieme con Citi, American Express e Goldman Sachs, quest’ultima – stando a indiscrezioni – protagonista dell’operazione di acquisizione da parte di Visa in qualità di consulente esclusivo.

Il ceo di Visa Al Kelly, in una conference call con gli investitori, ha reso noto che Plaid ha registrato un tasso di crescita annuale composto di circa il 100% dal 2015. Kelly ha inoltre dichiarato che l’accordo aiuterà ad espandere il mercato della società e le relazioni con le aziende fintech, oltre a stimolare la crescita stessa di Plaid. “Siamo entusiasti delle nuove attività e della capacità di accelerare la crescita dei ricavi nel tempo”, ha detto il manager.

Visa ha affermato che l’accordo ha il potenziale per aggiungere fino a 100 punti base alla crescita dei ricavi netti della società entro il 2021. La base clienti di Plaid è cresciuta costantemente da quando la società è stata battezzata nel 2013. La società consente “interazioni” con oltre 11.000 banche e di raggiungere oltre 20 milioni di conti dei consumatori. Sebbene non siano mai stati forniti numeri specifici o un elenco completo delle aziende in questione, Plaid ha affermato che la sua base di clienti è raddoppiata dal 2017 al 2018 registrando una forte espansione nel Regno Unito e in Canada.


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Open banking, Nexi partner di Cbi Globe: “Più spinta al fintech”

Si punta ad arricchire l’offerta della piattaforma “Cbi Globe” di funzionalità per lo sviluppo di servizi innovativi. Aggregazione di conti, anche internazionali, e gestione finanziaria fra le opzioni previste.

Più strumenti a disposizione delle banche per lo sviluppo di servizi fintech. E’ l’obiettivo dell’ingresso della pay-tech Nexi fra i partner tecnologici di Cbi, think tank di innovazione per l’industria finanziaria nel mercato dei pagamenti promosso dall’Abi. Si punta ad “arricchire Cbi Globe – spiega una nota – di una nuova funzionalità che consentirà alle banche di sviluppare servizi fintech in risposta alle crescenti esigenze della clientela corporate e retail”.

I clienti bancari potranno sperimentare una più ampia scelta di servizi finanziari evoluti, potendo contare su istituti che grazie alla piattaforma Cbi Globe sceglieranno di giocare un ruolo attivo nello scenario dell’Open Banking originato su impulso della PSD2. “Servizi multibanca innovativi – fa sapere ancora la nota di Cbi – come ad esempio servizi di aggregazione di conti anche internazionali, gestione finanziaria avanzata, inizializzazione di pagamenti, potranno infatti essere offerti alla clientela mediante nuove applicazioni e portali web caratterizzati da un’elevata customer experience”.

I prestatori di servizi di pagamento che aderiscono alla piattaforma Cbi Globe potranno essere, per il cliente, la fintech innovativa per raggiungere i conti detenuti presso le banche e gli istituti attivi in tutta Europa, disponibili tramite interfacce telematiche spesso caratterizzate da diverse specificità tecnologiche, sfruttando un unico hub che abilita un “roaming” internazionale di Open Banking, in grado di supportare lo sviluppo di servizi innovativi.


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Poste Italiane tra i nuovi investitori di Tink

Si tratta del completamento di un round di investimenti da 90 milioni. Questa operazione, infatti, segue un round precedente da 56 milioni di euro del febbraio 2019 e rende, di fatto, l’odierno finanziamento di Tink il più importante fino ad oggi.

Il round include anche il più importante operatore postale italiano, nonché il più grande network di servizi finanziari in Italia, ossia Poste Italiane, come nuovo investitore, ed ulteriori investitori già attivi quali Heartcore Capital, ABN AMRO Ventures, BNP Paribas Fortis (la divisione di venture capital) ed Opera Tech Ventures.

Tink è una delle principali piattaforme di open banking in Europa e consente a banche, fintech e startup di creare servizi digitali intelligenti per i propri utenti. Attraverso un’unica API, Tink offre ai propri clienti la possibilità di accedere a dati finanziari aggregati, avviare pagamenti, ottenere informazioni tangibili dai propri dati e costruire strumenti personali di finance management. Tink connette oltre 2.500 banche, raggiungendo più di 250 milioni di clienti in tutta Europa. Fondata nel 2012 a Stoccolma, Tink conta oltre 270 dipendenti che operano su 14 mercati europei in 12 uffici.

Questo nuovo finanziamento supporterà la rapida espansione di Tink in Europa e sosterrà l’ulteriore sviluppo della sua piattaforma di open banking che consente a banche, fintech e startup di creare servizi finanziari intelligenti basati sui dati. Tramite un’API, Tink consente ai clienti di gestire i propri conti da un’unica app, effettuare pagamenti, trasformare i dati grezzi in informazioni tangibili e controllare meglio la propria vita finanziaria. La tecnologia e la connettività di Tink vengono utilizzate da alcune delle principali banche e fintech del mondo, tra cui PayPal, Klarna, NatWest, ABN AMRO, BNP Paribas Fortis e Nordea. La piattaforma di open banking è utilizzata anche da oltre 4.000 sviluppatori.


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Banner Open Banking, BNL sigla una partnership con la piattaforma svedese Tink
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Open Banking, BNL sigla una partnership con la piattaforma svedese Tink

Si tratta di un’estensione della partnership già siglata tra Tink e BNP Paribas in Belgio al network italiano del gruppo di credito, BNL. Che inizierà a implementare le soluzioni di Tink relative ad account aggregation, payment initiation e personal finance management.

Un bel colpo per la piattaforma svedese che, ha da poco ricevuto un finanziamento da Poste Italiane.


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A Milano il nuovo hub del fintech firmato Plug&Play

Nato in collaborazione con Nexi e Unicredit, il polo ha l’obiettivo di attrarre nuovi talenti e offrire alle eccellenze del made in Italy l’opportunità di trovare nuovi partner all’estero.

 

Attirare in Italia fintech e talenti con cui collaborare per generare business e fare innovazione. E allo stesso tempo esportare le eccellenze del Made in Italy e dare loro visibilità affinché possano trovare nuovi partner, individuare nuovi finanziamenti ed estendersi all’estero, grazie alla creazione di un vero e proprio collegamento stabile tra il nostro Paese e la Silicon Valley. Sono i due obiettivi principali che hanno portato alla nascita del nuovo polo del fintech italiano, fondato a Milano dalla startup californiana Plug and Play in collaborazione con Nexi e Unicredit.

Nata seguendo la stella polare dell’open banking, Plug and Play è in Italia da aprile 2019 e ha nella sua storia la creazione di una delle più grandi piattaforme di open innovation su scala globale, che ha accelerato 1.400 startup e 350 aziende partner nel solo 2019.

“Siamo partiti in Italia ad aprile 2019, e meno di un anno dopo stiamo già lanciando un nuovo programma in un settore strategico in collaborazione con aziende leaders nel mondo finanziario. È la dimostrazione del valore aggiunto che porta Plug and Play all’ecosistema italiano, in questo caso connettendolo non solo alla Silicon Valley, ma anche al nostro programma fintech pan-Europeo di Francoforte – spiega Andrea Zorzetto, managing partner di Plug and Play Italy – L’hub, aperto a tutto il mondo della finanza e dell’innovazione, sarà un vero e proprio ecosistema che darà vita a soluzioni tecnologiche all’avanguardia in ambito fintech: pagamenti digitali, open finance, blockchain e big data sono solo alcuni dei settori di ricerca e sviluppo del nuovo polo milanese”.


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Fabrick integra sulla propria piattaforma l’offerta di Lokky

Lokky, il primo broker assicurativo digitale dedicato a PMI e professionisti, sceglie la via dell’open banking e pubblica la propria soluzione sulla piattaforma open banking di Fabrick. Fabrick è il primo attore nato in Italia con il preciso obiettivo di favorire l’open banking, definendo nuovi modelli di business e di servizi bancari attraverso l’incontro e la collaborazione tra istituzioni finanziarie tradizionali e nuove realtà tecnologiche.

Attraverso la raccolta di dati, l’analisi del settore e grazie all’intelligenza artificiale proprietaria, Lokky propone polizze tagliate sulle specifiche esigenze del cliente, eliminando coperture superflue e relativi costi. La Società propone in particolare un’ampia tipologia di polizze in maniera totalmente digitale che vanno dall’Infortunio, a RC Prodotti, Danni al fabbricato, Catastrofi naturali, Viaggi, Malattia, RC Collaboratori, Danni al contenuto, Furto, Responsabilità amministratori, RC Professionale, RC Terzi, Tutela legale, Altri danni ai beni, fino ad Assistenza e Cyber Risk.

Lokky è la prima soluzione insurtech disponibile in ottica open banking. Grazie alla presenza sulla piattaforma di Fabrick, istituti finanziari, fintech e corporate potranno incorporarne l’offerta nella propria, con grande facilità di integrazione, soprattutto in termini di cross data enrichment (processi specifici attuati al fine di verificare, integrare e migliorare i dati e le informazioni presenti nei database aziendali e renderli fruibili strategicamente). La soluzione Lokky nasce per essere multicanale e Fabrick permette un livello di integrazione massimo, anche con i sistemi core degli istituti finanziari, dalle filiali agli applicativi di home & telephone banking.


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Qonto avrà un IBAN italiano e il Pos

Qonto, nuova banca digitale dedicata a Pmi e professionisti di emanazione francese, che ha avviato le attività in Italia lo scorso maggio, sta lavorando per rendere disponibili dai primi mesi del 2020 nuovi servizi locali.

Tra questi il primo sarà l’IBAN italiano, che permetterà ai nuovi clienti Qonto o a quelli attuali che ne faranno richiesta di collegare i propri servizi a un International Bank Account Number nazionale.

Contestualmente Qonto rilascerà il proprio dispositivo Pos per accettare i pagamenti con effettuati con carta.

Sono funzionalità richieste dai clienti e potenziali utenti di Qonto sulla base di opinioni e suggerimenti raccolti nel 2019 attraverso questionari e frequenti occasioni di confronto dirette. Qonto, infatti, richiede periodicamente commenti sul prodotto e idee di sviluppo, nell’ottica di offrire un servizio sempre in linea con le reali esigenze del mercato.

Con l’introduzione delle nuove funzionalità la banca digitale tiene fede alla missione di semplificare e ottimizzare la gestione quotidiana di finanza e contabilità delle Pmi e dei professionisti a cui si rivolge, e arricchisce l’offerta attualmente disponibile con strumenti che rispondono in modo mirato alle richieste dei clienti italiani.


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Qonto-LexDo.it, al via una partnership per semplificare la vita alle startup

Per le Pmi, la gestione finanziaria e amministrativa può rivelarsi un ostacolo di rilievo, specie in un Paese come l’Italia caratterizzato da una grande varietà di normative

Proprio con l’obiettivo di semplificare la vita alle piccole imprese, Qonto, neo-banca online, e LexDo.it, servizio legale online per aziende e professionisti, hanno deciso di integrare le proprie offerte. Le due realtà proporranno così un servizio per supportare le PMI in tutte le fasi di sviluppo, dalla nascita alla gestione finanziaria e amministrativa dell’impresa, con un pacchetto completo che include tutto il necessario per avviare una nuova attività: costituzione di una S.R.L. o di una startup innovativa in 72 ore, supporto legale completo per un anno e apertura di un conto corrente aziendale semplice e completo.  In Francia, grazie a una collaborazione di questo tipo promossa da Qonto, sono state costituite oltre 20.000 imprese e l’obiettivo per l’Italia è quello di arrivare a numeri simili.

“Siamo estremamente sensibili alle problematiche legate alla burocrazia, che portano le imprese a perdere tempo prezioso che andrebbe invece dedicato al business – spiega Mariano Spalletti, Country Manager Italia di Qonto. “Un classico esempio è la costituzione di una società, un processo lungo e macchinoso che spesso precede l’apertura di un conto aziendale. In quest’ottica abbiamo scelto LexDo.it per sviluppare una partnership strategica, in quanto condividiamo con loro gli stessi valori: semplicità, efficienza e completezza del servizio, al fine di soddisfare tutte le esigenze dei clienti.

“Il nostro obiettivo è quello di rendere l’assistenza legale di qualità accessibile a tutti in modo semplice, veloce ed economico. Semplicità e innovazione sono i valori che condividiamo con Qonto e che, grazie a questa partnership, abbiamo declinato nell’offerta integrata per i clienti che vogliono avviare una nuova impresa. – commenta Giovanni Toffoletto, co-founder e CEO di LexDo.it. – La nostra formula consente agli imprenditori di dedicarsi allo sviluppo del loro business con il supporto di un servizio legale completo per qualsiasi necessità. Gli startupper che si affidano a LexDo.it per costituire una srl o startup innovativa da oggi avranno anche la possibilità di includere la gestione finanziaria della loro impresa, aprendo gratuitamente un conto corrente aziendale al 100% online su Qonto”.


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Da ServiceNow nuove soluzioni per il mondo bancario

Nuova strategia per le soluzioni verticali. ServiceNow vuole sostenere nella trasformazione digitale le aziende di nuovi settori, tra i quali quello bancario. Porte aperte dunque alla collaborazione con partner strategici per distribuire le soluzioni e integrarle presso gli ambienti e le infrastrutture dei clienti.

In particolare, le nuove soluzioni ServiceNow per il settore bancario puntano alla semplificazione delle operazioni middle-to-back e aiuteranno le banche a muoversi alla velocità del business digitale, fornendo una customer experience senza soluzione di continuità in tutta l’azienda e indirizzando così la customer loyalty.

ServiceNow ha quindi ampliato le partnership con Deloitte e Accenture per rispondere alle sfide dei settori verticali. Deloitte diventa “Lead Launch” Partner per la soluzione ServiceNow dedicata al settore bancario e collabora con ServiceNow per implementare I nuovi workflow che trasformeranno il modo in cui operano le banche. Deloitte era già Lead Launch Partner per la soluzione ServiceNow Finance Close Automation, annunciata in occasione dell’evento Knowledge 2019.


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UBI Banca con Fabrick

UBI Banca ha scelto Fabrick per avviare un percorso di sviluppo nel segno dell’innovazione e della condivisione dei dati. Tramite la piattaforma Fabrick, UBI Banca potrà sviluppare soluzioni di account aggregation e di payment initialization.

La funzionalità di account aggregation permette di raggruppare all’interno di un’unica interfaccia tutti i movimenti dei diversi conti bancari di un cliente a cui viene fornito un home banking multi-banca.

Attraverso il servizio di payment initialization, invece, UBI Banca, in qualità di terza parte, potrà dare il via, a partire dal proprio home banking, all’inizializzazione di pagamenti da conti che il cliente ha presso istituti terzi.

A completamento della partnership, la banca ha anche scelto di entrare a far parte del Fintech District in qualità di Corporate Member per realizzare progetti di open innovation con le startup della community che a oggi sono oltre 140.


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Bppb scommette su PayDo: aumento di capitale nella startup

Si tratta della prima banca popolare ad investire nel servizio di money transfer Plick che consente di inviare denaro in tutta Europa. I clienti dell’istituto di Puglia e Basilicata potranno usufruire della app già dal mese di marzo.

La Banca Popolare di Puglia e Basilicata è la prima banca popolare ad aver aderito a Plick, il servizio ideato e sviluppato dalla startup fintech italiana PayDo che consente di inviare denaro a chiunque in Europa, in modo sicuro, tracciabile, irrevocabile e senza conoscere le coordinate bancarie del beneficiario.

Dalla prossima primavera, si legge in una nota del gruppo, i clienti della banca potranno inviare pagamenti Plick a chiunque, in modo semplice e veloce, anche attraverso la rinnovata app dell’istituto che integrerà il servizio e permetterà di utilizzarlo in totale sicurezza. Il nuovo servizio consentirà infatti di effettuare pagamenti digitali a chiunque conoscendo il solo numero di cellulare o l’indirizzo email del destinatario e potrà essere utilizzato, in modo comodo e versatile, per pagamenti business o retail anche per importi elevati.

Una partnership che passa anche dall’aumento di capitale della fintech
“Questa nuova partnership è un’ulteriore conferma della nostra attenzione all’evoluzione tecnologica”, afferma il Presidente della Banca Popolare di Puglia e Basilicata (Bppb), Leonardo Patroni Griffi. “Con Plick intendiamo innovare l’ecosistema locale dei pagamenti in modo semplice, veloce e sicuro. Bppb ha deciso di aderire all’aumento di capitale di PayDo, e stringere un sodalizio che possa valorizzare ulteriormente la collaborazione con una delle start-up fintech più innovative presenti oggi sul mercato, nella direzione tracciata dalla nuova era dell’open banking”.

Il ruolo di Plick nel nuovo ecosistema
L’adesione a Plick e la relativa partecipazione al capitale si colloca per Bppb in un più ampio percorso di innovazione, che comprende l’evoluzione della piattaforma di Mobile e Internet Banking e il lancio, previsto per fine marzo, di una nuova app che renderà concretamente attivabili le nuove funzionalità rese possibili dalla nuova Direttiva sui Servizi di Pagamento. Plick è infatti una soluzione aperta, che permette di predisporre dal proprio conto corrente una proposta di pagamento, irrevocabile e senza limiti di importo, verso chiunque in area Sepa. Tutto questo senza che il beneficiario sia cliente di una Banca partner, abbia bisogno di registrazione o di un’app dedicata.


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Fintech, ecco cosa le banche possono imparare dalle startup

Secondo una ricerca Boston Consulting Group e Politecnico di Milano, gli istituti tradizionali possono trarre cinque lezioni dall’esperienza che stanno maturando i nuovi player del settore creditizio: in pole uso innovativo dei dati e riduzione delle attività manuali.

Quali sono le lezioni che oggi il FinTech può offrire al mondo bancario? Una domanda su cui Boston Consulting Group (Bcg) ha riflettuto nel suo ultimo studio realizzato in collaborazione con il Politecnico di Milano e presentato durante l’incontro “Il futuro del credito nell’era digitale”, che si è tenuto ieri nel capoluogo lombardo. Lo studio “The future of Sme lending: What banks can learn from FinTech” traccia una direttrice lungo cui i tradizionali operatori bancari possono muoversi.

In particolare con la prospettiva di scaricare a terra le opportunità fornite dal profondo cambiamento del settore finanziario globale, caratterizzato oggi da nuovi modelli di business, soluzioni intelligenti basate su data analytics e process automation e presenza di nuovi player come le FinTech e challenger bank. Bcg si è soffermata su come questi cambiamenti possano dare nuova fisionomia a una delle attività più tradizionali del mondo bancario: il credito. Nel farlo, si è concentrata sulle imprese, guardando alle piccole e medie.

Le cinque lezioni che il mondo bancario può apprendere dal FinTech
Secondo l’analisi di Bcg, è innanzitutto tempo di diminuire la complessità. Si possono realizzare profitti con value proposition semplici, mirate a segmenti di clientela accuratamente selezionati. In secondo luogo, va ridotta la manualità al minimo: soluzioni Stp (Straight-Through Process) integrate rappresentano la nuova normalità per le FinTech e riducono drasticamente i tempi di approvazione. Bisogna mettere poi da parte lo scetticismo. Le FinTech stanno infatti dimostrando che l’uso innovativo dei dati – tradizionali e non – può accorciare il processo decisionale, migliorando al contempo l’accuratezza dei modelli di valutazione del rischio. Al tempo stesso, e questa è la quarta lezione, vanno sfruttate al massimo le nuove tecnologie, visto che oggi basta un click per ricavare insight creditizi. Infine, le infrastrutture It basate su moduli, Api e Cloud devono essere il futuro delle banche, essendo ormai il pane quotidiano delle FinTech.

“Il mondo del prestito alle imprese è impattato da tecnologie che stanno aprendo nuove opportunità ma, di pari passo, crescono le sfide per gli operatori tradizionali”, commenta in una nota Matteo Coppola, Managing Director e Senior Partner di Bcg, tra gli autori dello studio. “Il mercato, infatti, è costellato da nuovi player – pensiamo alle FinTech e alle challenger bank – che sfruttano le opportunità offerte dalla tecnologia per guadagnare un vantaggio competitivo rispetto alle banche. Banche che possono, però, sia imparare molto dai nuovi attori che fare leva sulle loro competenze specifiche attraverso partnership e acquisizioni”.

Bcg ha notato che i casi di successo si basano generalmente su una strategia digitale chiara e audace, fondata su una solida architettura dati, un’infrastruttura It più aperta (ovvero basata su Api) e una grande volontà di cambiare.


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Intesa Sanpaolo presenta l’aggregatore finanziario XME Banks

Intesa Sanpaolo mette a disposizione dei propri clienti XME Banks, l’aggregatore finanziario che permette di collegare i conti e le carte di qualsiasi banca all’interno del sito e dell’APP Mobile Intesa Sanpaolo. Non sarà più necessario passare da un’applicazione all’altra, o accedere a siti Internet di banche diverse, per visualizzare i saldi e i movimenti dei propri conti correnti o delle proprie carte di credito.

Con XME Banks i clienti Retail e Private di Intesa Sanpaolo potranno gestire tutti i propri rapporti bancari – anche quelli con altre banche – semplicemente entrando nell’APP Mobile di Intesa Sanpaolo, o nell’Home Banking del Gruppo, per controllare la disponibilità, monitorare le categorie di spesa e gestire le proprie finanze.

Ad oggi, XME Banks consente l’accesso a 20 banche e ha l’obiettivo di collegarne oltre 100 entro la fine dell’anno. Già dai prossimi mesi con XME Banks si potranno, inoltre, effettuare bonifici da una qualsiasi banca collegata e richiedere finanziamenti.


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Banca Sella lancia l’aggregatore di conti di altre banche

Banca Sella lancia un aggregatore di conti correnti e apre l’app e l’internet banking ai conti di altre banche.

Grazie al nuovo servizio di account aggregation, che sarà operativo a partire dai prossimi giorni, i clienti di Banca Sella che accedono al proprio conto corrente da app o da internet banking potranno consultare le informazioni relative a tutti i conti di cui sono titolari, anche di altre banche. A breve, inoltre, il nuovo servizio di open banking di Banca Sella avrà un ulteriore evoluzione e consentirà di fare operazioni come i bonifici da tutti i conti aggregati.

Una volta entrati nel proprio conto corrente tramite app o internet banking, per aggregare altri conti, anche di altre banche, basterà cliccare sull’apposita voce del menu. In questo modo sarà possibile avere un unico punto d’accesso alle proprie finanze, consultando il saldo complessivo o dei singoli conti, la lista dei movimenti e suddividere in categorie le entrate e le uscite in modo da organizzare al meglio la gestione del proprio denaro. L’account aggregator facilita, quindi, la gestione quotidiana delle spese e dei risparmi aiutando i clienti ad avere una piena consapevolezza e una visione di insieme delle proprie risorse finanziarie, il tutto nel rispetto degli standard di sicurezza richiesti dalla direttiva europea Psd2.


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Visa e Samsung trasformano gli smartphone in POS con Tap to Phone

Visa e Samsung hanno annunciato una partnership finalizzata a sviluppare e a mettere a disposizione delle imprese di tutto il mondo e di ogni dimensione la tecnologia Tap to Phone.

Di cosa si tratta? La tecnologia Tap to Phone, spiegano le due aziende, consente di trasformare uno smartphone in un terminale di pagamento POS.

Al giorno d’oggi, evidenziano Visa e Samsung, benché miliardi di persone si aspettino di poter pagare comodamente con le loro carte ovunque si trovino a effettuare acquisti, ci sono ancora situazioni in cui questa non è un’opzione percorribile. Può trattarsi ad esempio di una micro impresa che non dispone dell'infrastruttura per accettare carte o di un operatore sul campo in uno showroom o di altre circostanze che richiedono una soluzione più semplice.

È qui che entra in gioco la tecnologia Tap to Phone, che consente ai venditori di utilizzare gli smartphone Android, in modo facile, per accettare pagamenti senza hardware aggiuntivo. Con questa soluzione, secondo le due aziende, ci sono vantaggi anche per i clienti, che saranno in grado di effettuare pagamenti in modo veloce e facile,  con un semplice tocco della loro carta contactless, dello smartphone o dello smartwatch, sullo smartphone del venditore abilitato per Tap to Phone.

Il nuovo smartphone business Galaxy XCover Pro, lanciato di recente da Samsung, dispone della funzionalità Samsung POS, una soluzione approvata dal programma pilota Tap to Phone di Visa. Questa prima partnership ha dunque l’obiettivo di rendere disponibile la tecnologia Tap to Phone di Visa, mediante il device Samsung, in una vasta gamma di settori, tra cui il retail, il manufacturing, l’assistenza sanitaria e la logistica.

L’iniziativa è al momento in una fase di lancio di progetti pilota: ne sono 16 in tutto il mondo, informa Visa, in nove mercati chiave che presentano un'elevata penetrazione dei pagamenti contactless.

Dal punto di vista geografico, progetti pilota con i partner sono già stati lanciati da Visa in Canada, Regno Unito, Ucraina, Turchia, Costa Rica e Malesia; altri sono previsti in Polonia, Spagna, Nuova Zelanda, Australia e anche in Italia, nei prossimi mesi.


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Al via il Payment Idea Contest dell’Osservatorio Innovative Payments

Se avete idee e proposte per portare innovazione nel mondo dei pagamenti digitali questo è il momento giusto. In un 2020 che si annuncia come l’anno dei digital payment il mercato e l’ecosistema di imprese e istituzioni appare più che mai attento all’innovazione. L’occasione per farlo, rivolta a studenti e manager alla ricerca di idee innovative, è rappresentata dalla seconda edizione del Payment Idea Contest dell’Osservatorio Innovative Payments.

In Italia e nel mondo il settore dei pagamenti sta cambiando velocemente e in maniera radicale: nuovi attori, nuove tecnologie e nuovi processi si stanno infatti affacciando sul mercato e la spinta normativa – legata alla direttiva PSD2 entrata in vigore a settembre – non farà altro che accelerare ulteriormente questi cambiamenti.

Dai pagamenti con carta si è passati a quelli con smartphone e wearable – con molto potenziale ancora da esprimere –, ma già ci si prepara a un futuro fatto di pagamenti tramite oggetti smart e connessi, utilizzando i cruscotti delle automobili o attraverso l’utilizzo della voce.

Anche nell’ambito dell’accettazione le opportunità legate all’innovazione stanno crescendo e stanno diventando sempre più importanti: i registratori di cassa e i POS stanno evolvendo verso piattaforme Android che potranno potenzialmente offrire migliaia di app, nuove esperienze di acquisto e nuove opportunità di business per gli esercenti; il mondo online sarà sempre più integrato con quello fisico, anche in termini di strumenti di pagamento; infine, l’esperienza di acquisto e pagamento all’interno dei negozi sarà in molti casi rivoluzionata e in questa logica si collocano le numerose sperimentazioni di acquisto checkoutless, ossia senza passare dalla classica barriera casse.

In un contesto così alla ricerca di nuove idee disruptive, l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano lancia la seconda edizione del Payment Idea Contest, un evento nato con l’obiettivo di far lavorare in maniera congiunta esperti del settore – che lavorano nelle principali aziende del mondo pagamenti – e studenti universitari, che potranno portare il loro punto di vista da consumatori e la loro freschezza innovativa, fondamentali per uscire dagli schemi consolidati.

Il Contest, patrocinato dall’incubatore di startup del Politecnico Polihub, si terrà il 21 febbraio 2020 e vedrà competere – per il premio di “Miglior idea innovativa dell’anno in ambito pagamenti” – gruppi misti composti dai manager delle aziende Partner e Sponsor dell’Osservatorio e dagli studenti che si candideranno.


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Klarna acquisisce Moneymour

Klarna rileva la totalità delle quote di Moneymour e dà così il via all'espansione in Italia.

Moneymour è stata costituita a seguito della selezione per Magic Wand, il programma di accelerazione di Digital Magics verticale in ambito Fintech e Insurtech, nel 2018, a seguito del quale ha ricevuto anche l’investimento da parte di Reale Group. L'intero team di Moneymour entrerà nella squadra di Klarna, fornendo peraltro la conoscenza specifica maturata nel mercato italiano. Inoltre, la tecnologia sviluppata da Moneymour consentirà a Klarna di migliorare ulteriormente la propria capacità di underwriting.

Moneymour nasce il 14 febbraio 2018 per “far innamorare le persone del modo in cui intende semplificare la loro vita finanziaria”. L’obiettivo iniziale è consentire alle persone di dividere i loro acquisti online in piccole rate mensili. I pilastri sono: esperienza utente semplice, trasparenza assoluta e valutazione istantanea. Moneymour, agendo in qualità di fornitore di servizi tecnici per banche, effettua la valutazione non su un estratto conto cartaceo tradizionale, ma su uno digitale, abilitando prestiti istantanei per acquisti online.

Quella con Moneymour è solo l’ultima operazione di Klarna. Che per crescere sta adottando una strategia ben chiara: da una parte punta sulle startup fintech del settore, dall’altra stringe accordi e partnership con gli altri player. Vediamo le operazioni più interessanti degli ultimi anni.

Nel 2018 Nexi e Klarna annunciano di aver siglato una partnership che prevede l’integrazione di Klarna Paga Ora (il bonifico bancario diretto targato Klarna) in XPay (il gateway di pagamento online di Nexi). L’accordo tra i due player nasce per permettere agli esercenti di sfruttare al meglio le opportunità offerte dal commercio elettronico. L’integrazione di Klarna Paga Ora in XPay, infatti, consente al cliente finale di pagare online semplicemente utilizzando le proprie credenziali di accesso all’homebanking: senza alcuna procedura di registrazione e in tutta sicurezza, attraverso lo strumento di pagamento criptato di Klarna Paga Ora, si effettua il bonifico diretto senza mai abbandonare la pagina.

L’anno scorso a marzo Klarna ha annunciato la partnership con Gimme5, il salvadanaio digitale di AcomeA SGR. Si tratta di realtà attiva nella gestione degli investimenti, un’app gratuita per smartphone e tablet, disponibile per iOS e Android che permette di risparmiare piccole o grandi somme di denaro, a partire da 5 euro, per farle crescere nel tempo in totale libertà e senza vincoli. Con Gimme5 gli utenti possono scegliere il fondo di investimento in base al profilo di rischio/rendimento più adatto ai propri obiettivi, le somme versate vengono quindi inserite in un fondo comune di investimento: uno strumento efficiente, diversificato e gestito da professionisti con lo scopo di creare valore.


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SumUp e Mastercard insieme per lanciare SumUp Card

SumUp, la fintech britannica specializzata in pagamenti digitali annuncia, in collaborazione con Mastercard, il lancio della sua prima carta per pagamenti business. La carta permetterà a commercianti e imprenditori un accesso semplificato ai loro fondi, dando la possibilità di monitorare da vicino le finanze e aiutandoli a eseguire pagamenti in modo semplice e veloce.

Con il lancio della “SumUp Card”, SumUp vuole facilitare sia l’invio che la ricezione di pagamenti, diventando il primo strumento completo per i piccoli commercianti e le piccole attività in Italia. Questo nuovo servizio permetterà ai pagamenti accettati attraverso i lettori di carte SumUp di confluire direttamente sulla SumUp Card. La carta, inoltre, garantisce il pagamento nel giorno successivo, anche durante i fine settimana, permettendo così ai piccoli commercianti di accedere ai propri fondi quando necessario, mentre spese e bilanci possono essere monitorati facilmente e in qualsiasi momento attraverso l’applicazione di SumUp.

Secondo i dati raccolti dalla fintech inglese, sono oltre 2 milioni gli utenti che attualmente si appoggiano alla tecnologia SumUp in tutto il mondo (con oltre 5000 nuovi utenti al giorno), dai saloni di bellezza, ai tassisti, fino alle parrocchie. La carta sarà disponibile in Italia, Germania, Francia e Regno Unito, con l’obiettivo di espandere il servizio anche ad altri territori nei prossimi 12 mesi.

La carta è disponibile per tutti gli utenti SumUp senza costi anticipati o canoni mensili, anche per i pagamenti all’estero. I pagamenti online, contactless e Chip-and-PIN, inoltre, sono tutti disponibili.


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Ad Apple Pay il 5% dei pagamenti con carta di credito

Secondo uno studio operato dagli analisti di Bernstein attualmente il sistema Apple Pay gestirebbe circa il 5% dei pagamenti effettuati dagli utenti tramite carta di credito, se l’attuale tendenza alla crescita dovesse mantenersi stabile entro i prossimi 10 anni tale percentuale potrebbe raddoppiare fino a raggiungere un market share da 10 punti.

La notizia è sicuramente positiva per i vertici della Casa di Cupertino, ma secondo i ricercatori un ruolo sempre più accentuato di Apple nel settore del mobile payment potrebbe portare ad una disgregazione del settore. Non è quindi un caso che alcuni paesi come la Germania abbiano chiesto di eliminare il vincolo tra Apple Pay e iDevice. La piattaforma sfrutta infatti la tecnologia NFC (Near Field Communication) per le comunicazioni a corto raggio con la scopo di rendere possibili i pagamenti all’interno dei negozi fisici, ciò è però consentito soltanto se si utilizza un iPhone, un Apple Watch o un altro prodotto compatibile commercializzato da Tim Cook e soci, quelli di brand differenti non sono supportati.

E’ quindi possibile che nel prossimo futuro il sistema attiri le attenzioni delle autorità antitrust, se così fosse la Mela Morsicata potrebbe essere costretta a superare un nuovo ostacolo nella strada che la vede sempre più interessata ad investire nei servizi. Il management del gruppo è infatti cosciente del fatto che la sua crescita non potrà basarsi per sempre sulle vendite dei device. Come testimoniato dall’ultima trimestrale di cassa presentata agli investitori, nel periodo considerato la divisione di Cupertino che si occupa dei servizi è stata in grado di generare un fatturato pari a 12,7 miliardi di dollari grazie ad una crescita del 17% su base annua. In questo incremento hanno avuto un ruolo fondamentale proprio gli strumenti per il mobile payment della compagnia.


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viacash: prelievo e deposito anche al Penny Market

Il servizio di prelevamento contanti in supermercati convenzionati offerto da N26 e Hype, è arrivato nei Penny Market dal 17 febbraio, grazie a viacash. Questo estende i "punti di prelevamento" ai 386 supermercato del marchio, che si sommano ai Pam Panorama e ai Pam Local per un totale che supera i 580 market sul territorio italiano. 

Come per le altre partnership di N26, Cash26 è fornito grazie alla collaborazione con viacash. I prelievi sono gratuiti fino a 900 euro giornalieri, con un massimo di 200 euro a transazione. È possibile anche depositare denaro, con un tetto di 100 euro mensili a costo zero, al di sopra del quale si paga una commissione dell'1,5%. Il limite massimo giornaliero per il deposito di contante è di 999 euro, con un minimo di deposito di 50 euro.

Anche Hype offre le funzionalità di ricarica del conto in contanti ai Penny Market. I supermercati sono particolarmente presenti nelle regioni del Sud Italia, in cui anche Hype ha una forte diffusione. Le soglie di deposito variano a seconda della tipologia del conto, toccando un massimo di 1.000 euro l’anno per HYPE Start e di 6.000 euro l’anno per HYPE Plus.


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Guida Startup, la piattaforma aperta che mappa l’innovazione italiana

L’iniziativa di Nuvolab è volta ad accelerare lo sviluppo dell’ecosistema italiano delle startup grazie ad una mappatura completa e partecipativa.

Il venture accelerator e innovation advisor Nuvolab lancia il sito Guida Startup, una piattaforma di crowdsourcing aperta che raccoglie, classifica e mappa tutti i player dell’ecosistema italiano dell’innovazione. Guida Startup, infatti, fornirà supporto gratuito alle startup italiane tramite due strumenti: una mappa aperta, pubblica e georeferenziata di oltre 250 abilitatori dell’ecosistema italiano dell’innovazione (incubatori, acceleratori, fondi VC e corporate VC, piattaforme di crowdfunding, community, programmi di empowerment, media di settore etc.) e il Rainwizard, un wizard di navigazione della rainforest italiana, in grado di offrire in modo autonomo una serie di consigli alle startup e fare loro delle intro via email, personalizzate in base alla loro fase di sviluppo e bisogni.

L’iniziativa nasce da un’evidenza empirica: chi fa startup nel nostro Paese spesso è poco consapevole di cosa ha bisogno per cominciare la sua iniziativa imprenditoriale e inoltre non sa a chi rivolgersi in base alle proprie necessità. Non esiste una guida “ragionata” nello sviluppo del proprio progetto e una mappatura che aiuti chi vuole fare impresa a capire a chi rivolgersi nell’ecosistema italiano dell’innovazione.

La mappa dell’innovazione italiana è partecipativa: tutti possono inviare i propri suggerimenti per migliorarla e segnalare i player non mappati direttamente tramite il sito e il team di Nuvolab integrerà queste informazioni direttamente nella mappa. Sono tutti invitati a partecipare al suo arricchimento.


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La app per il money-transfer Currencycloud “incassa” 80 milioni di $

Raggiunge quota 80 milioni di dollari il finanziamento incassato dalla startup britannica Currencycloud da Visa, Bnp Paribas e Google Ventures, fra gli altri. Un’operazione che mette al centro della scena le app per il money transfer cross-border, business che già oggi vale 700 milioni di dollari l’anno.

Sede nel Regno Unito, la società di tecno-finanza fornisce a banche e società del fintech software per l’elaborazione di transazioni internazionali. Currencycloud è attiva in Europa e Nord America, ma è pronta all’espansione in Asia.

“Operiamo in un segmento che potremmo chiamare della finanza embedded” dice Mike Laven Ceo di Currencycloud in un’intervista a Cnbc, spiegando che i prodotti dell’azienda, non noti al grande pubblico, vengono “incorporati” nelle piattaforme di grandi banche e fintech per il trasferimento di denaro cross-border e costituiscono l’”ossatura” necessaria al funzionamento delle app. “I clienti finali non si accorgeranno mai della nostra presenza – dice Laven -. Siamo un pezzo di finanza integrata nella tecnologia delle app utilizzate. Uno dei nostri prodotti, Spark, consente di raccogliere, archiviare, convertire e pagare in 35 valute”.

Per Currencycloud, Visa è un investitore strategico. Ma la startup collabora anche con alcune banche innovative del Regno Unito – tra cui Revolut, Monzo e Starling – che hanno raccolto milioni di utenti che effettuano operazioni bancarie utilizzando solo un’app e una carta di debito. Currencycloud ha raccolto oltre 140 milioni di dollari dagli investitori e dichiara di aver processato pagamenti globali per 50 miliardi di dollari da quando è stata fondata nel 2012.


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UniCredit Start Lab 2020, tutto sulla call per startup e PMI innovative aperta fino al 20 aprile

StartLab 2020 è il programma giunto alla settima edizione per sostenere i giovani imprenditori, l’innovazione e le nuove tecnologie. Ecco come è articolato e i vantaggi per chi partecipa.

C’è tempo fino al 20 aprile 2020 per iscriversi a UniCredit Start Lab, l’iniziativa di UniCredit per sostenere i giovani imprenditori, l’innovazione e le nuove tecnologie. L’iniziativa è rivolta a startup e piccole e medie imprese innovative e il programma è articolato in una serie di azioni mirate a dar forza alle nuove realtà imprenditoriali ad alto contenuto tecnologico e innovativo.