Temenos. Composable banking per i canali digitali evoluti
Lanciare un servizio di digital banking in pochi giorni, grazie a una piattaforma cloud che, in modalità SaaS, permette alle banche di abbinare moduli preconfigurati per creare una nuova offerta sui canali digitali. È possibile grazie al composable banking, approccio che in Italia è stato portato da Temenos, azienda software con sede in Svizzera leader nelle soluzioni tecnologiche per banche e istituti finanziari.

Le piattaforme digitali di Temenos sono già utilizzate da due banche: il Gruppo Credem, che ha scelto l’azienda svizzera per rinnovare il canale mobile e valorizzare la relazione e la proposta commerciale alla clientela, e Flowe, la B Corp di Mediolanum, che poggia su cloud e in poco tempo ha sviluppato e rinnovato i suoi servizi digitali in ottica sostenibile.
Le nuove strategie digital sono al centro dell’evento di Temenos “Benvenuti nel Composable Banking: Una nuova era per le banche italiane”.
«Le banche italiane hanno previsto milioni e milioni di investimenti IT per la digital transformation, tuttavia molte poggiano su sistemi legacy, con limiti che frenano questa trasformazione – racconta Matteo Mezzalira, Business Development Manager di Temenos. Il settore banking&finance è quindi alla ricerca di nuove piattaforme software, capaci di portare innovazione rapidamente, e di nuove competenze in ambito programmazione. La tecnologia è vista come un mezzo per abbattere i costi, per aumentare l’efficienza operativa e automatizzare i processi».
La tecnologia deve però essere semplice da innestare anche su architetture legacy.
L’approccio composable offre quindi moduli di micro-servizi, che possono essere integrati in tempo reale via API, e che dialogano con il legacy bancario, oltre che con i servizi delle terze parti. In questo modo, non viene intaccato l’esistente e gli investimenti precedenti.
«Intervenire sul core banking sarebbe troppo costoso – continua Mezzalira – e richiederebbe troppo tempo. Con il composable banking, le banche possono individuare le aree da innovare e i servizi da attivare, come il back office titoli, i conti deposito oppure gli instant payment. E possono anche focalizzarsi sull’evoluzione dell’offerta per un preciso segmento, come lo small business o il corporate».
Tre i vantaggi che questo approccio offre alle banche, secondo Temenos.
«In primis, una maggiore velocità di innovazione per la banca: a disposizione c’è una sandbox che permette anche a chi non ha competenze da programmatore di sperimentare il lancio di nuovi servizi, grazie a un set di configurazione semplice e workflow già integrati – spiega Mezzalira. In pochi giorni, o settimane, è possibile lanciare sul mercato un nuovo prodotto o servizio».
Il secondo beneficio è quello della scalabilità: la piattaforma si adegua infatti ai volumi da gestire. L’architettura cloud, in modalità SaaS, è modulare e permette quindi alla banca di usare, e pagare, solo ciò di cui ha bisogno.
Infine, il Composable Banking dà slancio a nuove modalità di lavoro agile in banca, in quanto favorisce un’efficiente “collaborazione realizzativa” tra i business manager e i tech manager, fino ad arrivare, anche in Italia, allo sviluppo delle nuove figure di “BankTech Manager”.
Sono le uniche oggi in grado di ottimizzare, anche attraverso il Composable Banking, l’integrazione rapida dell’ideazione della realizzazione e del deployment, in omnicanalità, di nuovi prodotti, servizi e interi business, conoscendo i customer requirement e le ferree regole dell’Open Banking.
Il Composable Banking consente anche soluzioni per garantire finalmente alle banche la gestione immediata e integrata dei propri “magic numbers” gestionali, contabili e di vigilanza e soprattutto di poter monitorare il trade off performance-rischio e gli assorbimenti di capitale ai vari livelli: conoscenze fondamentali per supportare decisioni vincenti sul mercato.
L’esperienza Credito Emiliano
I canali digitali si trasformano da un fine, pensiamo al mobile banking come strumento per fare una transazione, a un mezzo, per abilitare una nuova omnicanalità a servizio delle mutate esigenze della clientela.
E questa è proprio la strategia adottata dal gruppo Credem, che ha adottato l’approccio componibile seguendo 3 principi: «la rapidità nella innovazione dei servizi, l’ascolto del cliente per il co-design in ottica omnicanale e soprattutto la consapevolezza di non potere affrontare tutto in house, in quanto la competizione sul digitale è altissima e necessità di una grande capacità di delivery e di time-to-market. Abbiamo quindi fatto la scelta di percorrere la nostra roadmap con un partner internazionale, per competere alla pari con le banche migliori a livello europeo – premette Fabio Caliceti, Head of Digital Channels di Credito Emiliano. Abbiamo inoltre attivato una factory interna, che agisce con una logica interfunzionale, quindi con persone IT e Business nello stesso team e scelto Temenos: in 9 mesi abbiamo rilasciato il nuovo mobile banking, nel 2021, per poi avviare un percorso di evoluzione continua».
L’evoluzione dei servizi, con il composable banking, prosegue senza sosta: la banca, in pochi mesi, ha sfruttato l’account aggregation per fornire servizi di open banking e personal financial management e ora si sta concentrando su nuove frontiere, come ad esempio quella dell’assicurazione smart ed altri servizi, anche non bancari. «In modo rapido e semplice abbiamo integrato sistemi come la prenotazione appuntamenti in filiale così da facilitare il dialogo tra cliente e gestore – precisa Caliceti. Questo è un semplice esempio di un servizio che concorre a trasformare il canale verticale, come il mobile, in un mezzo per supportare l’omnicanalità: in poco tempo abbiamo superato i 300mila appuntamenti. Aprendo a nuove possibilità per rispondere ai bisogni del cliente».
In arrivo anche un sistema per valutare la soddisfazione dei servizi offerti alla clientela, integrato tramite API.
«Per innalzare la customer experience, le banche devono rincorrere un’esperienza sempre più efficente e “smart”: è una sfida impegnativa – sottolinea Caliceti - ed è fondamentale ascoltare nel continuo la voce del cliente, con tutti i mezzi possibili. Ovviamente poi a guidare la strategia digitale deve essere anche il ROI: il ritorno sull’investimento deve comunque essere preso in considerazione per definire le priorità di evoluzione digitale: ad esempio la possibilità di attivare logiche di ingaggio commerciale è stata un’importante leva nella scelta del nostro percorso, anche da un punto di vista tecnologico. Il tutto sempre integrato nei customer journey e in risposta ai bisogni della clientela».
L’esperienza Flowe
La digitalizzazione è tra le voci che si fanno spazio anche all’interno dei percorsi di sostenibilità di molte industry. Tecnologie come il cloud computing, infatti, offrono alte prestazioni: si possono erogare e sviluppare prodotti nel giro di qualche settimana. Ma consentono anche di risparmiare sui costi energetici, grazie a un consumo ridotto rispetto ai sistemi legacy.
«La sostenibilità, però, non è solo ambientale deve percorrere quindi anche la strada del sociale e della governance – dichiara Marco Marini, Happiness & Service Innovator di Flowe. Attraverso la app di Flowe proponiamo quindi una serie di iniziative, anche di beneficenza, e misuriamo sempre l’impatto dei nostri programmi. Inoltre, mostriamo ai clienti l’impatto dei loro acquisti e proponiamo delle soluzioni per compensare la CO2 prodotta». Essere in cloud, per una banca, significa anche poter innalzare il proprio rating ESG, migliorando la prestazione sui consumi energetici. «Il cloud abbatte quasi del 90% i costi energetici del legacy, anche se su questo valore impattano anche altre variabili – conclude Mai. Grazie a minori emissio-ni, le banche hanno la possibilità di vedere crescere il loro punteggio di sostenibilità ambientale. Con una ricaduta positiva anche sulle modalità di lavoro che, con la digitalizzazione e il cloud, diventa agile e permette alle risorse di lavorare anche da remoto, gravando meno sui costi di real estate».