Intanto si assiste ad un cambio di nome per la valuta digitale proposta da Mark Zuckerberg. Libra è stata ribattezzata “Diem“. Si tratta di un ulteriore sforzo dell’associazione che ne gestisce il lancio per sottolineare l’indipendenza del progetto e ottenere l’approvazione normativa sullo strumento, che ancora latita. I piani per Libra, lanciati per la prima volta da Facebook lo scorso anno, sono stati infatti drasticamente ridimensionati ad aprile dopo che i regolatori e le banche centrali avevano sollevato preoccupazioni che potesse mettere a rischio la stabilità finanziaria, erodere il controllo sulla politica monetaria e minacciare la privacy. E adesso, il cambio di nome.
L’Associazione Diem, di cui Facebook è uno dei 27 membri, sta cercando di ottenere il via libera dall’Authority svizzera per emettere una serie di stablecoin supportate da singole valute tradizionali, nonché un token basato sulle stablecoin ancorate alla valuta.
Tuttavia, secondo il nuovo piano dell’organizzazione, altre monete supportate da valute tradizionali, saranno introdotte in un secondo momento.
L’analisi di S&P sulle valute digitali
I progetti delle banche centrali sulle valute digitali (Central Bank digital Currency – Cbdc) non rallentano e potrebbero sostituire il contante ma non le banche: così S&P Global Ratings in un suo recente report dedicato alle valute digitali della Banca Centrale e cui caratteristiche fondamentali non sono ancora chiare, così come la tempistica di qualsiasi lancio. Tuttavia S&P Global Ratings osserva che le banche centrali avranno una chiara preferenza per un modello di Cbdc in cui proprio le banche e le altre istituzioni finanziarie continuino a svolgere un ruolo forte. ”Sulla base di questo presupposto, riteniamo che le Cbdc in ultima analisi potrebbero avere un impatto moderato sui modelli di business delle banche. Tuttavia, potrebbero esacerbare la pressione sul profilo dei ricavi di alcune attività (come i pagamenti)” scrivono da S&P.