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gennaio 2021

23 articoli
49 min totali
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Banner Si chiama AideXa la nuova banca digitale di Roberto Nicastro: ecco che cosa farà
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Si chiama AideXa la nuova banca digitale di Roberto Nicastro: ecco che cosa farà

Una fintech con licenza bancaria focalizzata sullo small business italiano. Così Roberto NIcastro definisce AIdeXa, la startup che ha già raccolto 45 milioni di euro, primo investitore Generali. Gli obiettivi: breakeven in tre anni, 100mila clienti in cinque.

Si chiama AideXa la fintech fondata da Roberto Nicastro, ex direttore generale di Unicredit, che prima ancora di essere battezzata (finora era nota come Progetto Banca Idea) ha già raccolto 45milioni di euro da un parterre di investitori eccellenti. “Sarà una fintech con licenza bancaria focalizzata sullo small business italiano”, spiega il presidente non operativo attorno al quale si è raccolto un team di promotori-fondatori di gran nome.

“AideXa è stata ideata per gli imprenditori”, ricorda Sforza, CEO di AideXa. Ed è stata pensata con la convinzione che manchi in Italia un’offerta di servizi finanziari dedicata alle piccole e piccolissime imprese sotto i 10milioni di fatturato fino alle partite Iva. “Una nicchia da 7milioni di clienti potenziali”, spiega Nicastro, convinto che la specializzazione sarà la chiave di differenziazione sul mercato.

“Non faremo asset management, crediti al consumo o NPL”, dice ancora Nicastro. “Nei mercati europei più maturi lo small business banking rappresenta il 25% del mercato. Noi ci muoviamo in quell’ambito”. Ed è una scelta di posizionamento che differenzia AideXa da altri nuovi player come Illimity, la banca fondata da Corrado Passera (anche lui ex top manager di una banca tradizionale come Intesa Sanpaolo) che ha puntato molto sugli NPL, o come Moneyfarm, scaleup italiana entrata nell’orbita di Allianz. “Ci rivolgiamo al cuore del Paese, che è il più grande mercato europeo di piccole imprese”: in totale 7milioni di potenziali clienti fra liberi professionisti, piccole partite Iva, esercizi commerciali, artigiani, operatori dell’agricoltura e altro ancora.

Attualmente AideXa è un intermediario finanziario iscritto all’albo 106 del Testo Unico Bancario, grazie all’acquisizione di Fide S.p.A. Può quindi concedere finanziamenti, gestire servizi di pagamento, emettere moneta elettronica e offrire servizi di investimento. Ma non è ancora una banca da conto corrente.

“Contiamo di ottenere le necessarie autorizzazioni per operare come banca nel corso del 2021 e diventare così la prima banca fintech del Paese dedicata completamente alle piccole imprese e partite iva”, dice Federico Sforza.

Il brand scelto è un’anagramma di Idea con dentro incastonati i valori del nuovo progetto imprenditoriale. AI sta per Artificial Intelligence, X è il fattore tecnologico. La scelta del verde è per sottolineare che obiettivo della fintech è anche aiutare gli imprenditori nel loro percorso verso la sostenibilità. Al centro c’è comunque la tecnologia che ha permesso di creare una banca in pochi mesi e permetterà di offrire servizi a prezzi competitivi, come promettono Nicastro e Sforza.

AideXa comincia a sgambettare con una landing page di presentazione e l’annuncio del primo prodotto: Finanziamento X Instant, prestiti fini a 100mila euro concessi in tempo reale. L’obiettivo è andare a breakeven entro tre anni, avere 100mila clienti entro 5 anni e nello stesso arco di tempo “dare soddisfazione agli investitori”. Un piano ambizioso, vista la generale difficoltà delle neobank di fare ricavi. 


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Banner YoungCash, il wallet di criptovalute si ricarica al supermercato
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YoungCash, il wallet di criptovalute si ricarica al supermercato

Young Agency è la start-up fintech italiana che ha sviluppato Young Platform, il nuovo exchange dove è possibile comprare Bitcoin e altre tra le principali criptovalute in modo semplice e veloce.

Nel contesto delle criptovalute, gli exchange rappresentano una piattaforma su cui gli utenti possono scambiare una criptovaluta con un’altra o acquistare e vendere le loro monete con valute a corso legale.

Uno dei cardini della piattaforma è dunque la facilità d’uso. La Young Platform consente di accedere a Bitcoin, Ethereum e ad altre criptovalute in tre semplici passaggi: si sceglie la quantità desiderata, si seleziona la criptomoneta e si effettua l’acquisto.

Young Platform, mediante il proprio portafoglio crypto, permette non solo di comprare, ma anche di vendere e conservare le criptovalute.

La start-up qualche settimana fa ha inoltre ufficializzato l’arrivo online della Young Platform Pro, il nuovo exchange avanzato che consente di fare trading a livello professionale, con più di 30 criptovalute, grafici e ordini personalizzabili, e altro. Il tutto utilizzando lo stesso account e wallet Young Platform.

Più di recente, qualche giorno fa, l’azienda ha annunciato YoungCash, una nuova funzionalità frutto della partnership tra Young e Viacash che permette di caricare il proprio conto Young Platform direttamente alla cassa dei negozi Pam e Penny Market abilitati.

Questa nuova opzione fa sì che, se la propria carta non è accettata o la propria banca non supporta bonifici istantanei, ci sia una terza possibilità per fare ricariche veloci del wallet.

Per farlo basta accedere alla piattaforma del proprio smartphone, attivare la geolocalizzazione per individuare il punto vendita abilitato più vicino e, una volta alla cassa del punto vendita scelto, inserire l’importo da depositare, da cui saranno trattenute le commissioni di transazione (del 2%). Fatto questo, apparirà un codice a barre da mostrare alla cassa dove sarà possibile pagare in contanti oppure con la carta.

Dopo un massimo di 15 minuti, assicura l’azienda, il deposito sarà accreditato sul proprio portafoglio Young Platform.


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Nuova InsurTech in Italia: arriva Zelros

La startup InsurTech francese Zelros arriva in Italia. Zelros offre una piattaforma basata su Intelligenza Artificiale a supporto dell’attività di Compagnie assicurative, operatori della bancassurance e broker.

La piattaforma, integrabile nei sistemi informativi, connette un’ampia base (contratti, documentazione, e-mails, sinistri, conversazioni, previsioni basate su modelli specifici per il mercato assicurativo) permettendo ad agenti e collaboratori di formulare immediatamente previsioni e raccomandazioni agli assicurati. Questo semplifica il lavoro quotidiano di agenti e collaboratori con processi automatizzati.

Zelros è in uso presso 10 Compagnie assicurative. I risultati vedono incrementi variabili tra il 20 e il 50% nella formulazione di preventivi e tra il 5 e il 20% dei tassi di conversione. Risultati analoghi stati registrati nella gestione della relazione con i clienti con un incremento medio del 55% delle sottoscrizioni gestite in modo automatico e digitale.

Zelros è stata fondata nel 2016 da tre imprenditori con una lunga esperienza nei data analytics e nel machine learning sostenuti da tre fondi di venture capital (Hi Inov, 42CAP e Astorya.vc) che, nel novembre 2018, hanno complessivamente investito 4,5 milioni di euro.

L’avvio dell’operatività in Italia s’inquadra nella strategia di espansione internazionale della società che ha già sedi a Parigi, Monaco e Berlino. La sede di Milano è ospitata da LeVillagebyCA, l’hub dell’innovazione creato in Italia dal gruppo Crédit Agricole.


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Banner Fintech, a Milano l’hub di Bankitalia. Visco: “Assist a un’economia digitale sicura”
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Fintech, a Milano l’hub di Bankitalia. Visco: “Assist a un’economia digitale sicura”

Nel polo tecnologico soggetti pubblici e privati potranno sviluppare iniziative che puntano all’innovazione dei servizi finanziari e assicurativi. Abi: “Pronti a collaborare”

Sostenere lo sviluppo dell’innovazione e della transizione digitale del sistema finanziario italiano, dando supporto ai progetti innovativi promossi dal settore privato e assicurando che famiglie, imprese e amministrazioni pubbliche ne traggano il massimo beneficio con costi di transizione bassi. Con questo obiettivo Banca d’Italia inaugura oggi il polo tecnologico Milano Hub, un polo tecnologico.

Si tratta di uno spazio fisico e virtuale, nel quale soggetti pubblici e privati potranno collaborare allo sviluppo di iniziative che mirano a favorire la digitalizzazione del sistema finanziario italiano. È uno strumento innovativo perché stimola la sperimentazione e la realizzazione di iniziative inedite nel campo del fintech, garantendo allo stesso tempo il raggiungimento delle finalità istituzionali della Banca quali la stabilità e la competitività del sistema, la tutela dei clienti e l’affidabilità del sistema dei pagamenti. Un passo necessario in un ambiente in cui da un lato molte start up nate nel campo delle tecnologie digitali cominciano a offrire servizi finanziari e dall’altro le imprese del settore creditizio si stanno impegnando nella transazione a un ambiente digitale.

L’iniziativa era stata annunciata per la prima volta sei mesi fa dal Governatore Ignazio Visco, che in occasione delle ultime Considerazioni Finali aveva parlato della necessità di orientare gli sforzi dell’Istituto “a sostenere lo sviluppo di un’economia digitale diffusa e sicura”.

In questi mesi la Banca d’Italia ha lavorato nel definire le caratteristiche e le modalità di funzionamento di Milano Hub, per assicurarsi che questo progetto di open innovation istituzionale sia in grado di rispondere allo sviluppo dell’innovazione tecnologica nel settore finanziario.

La partecipazione all’hub sarà basata su contest aperti a tutti i soggetti che vogliono mettersi alla prova e sperimentare soluzioni che favoriscano la digitalizzazione di tutto l’ecosistema finanziario italiano. Le iniziative selezionate saranno inserite all’interno di un percorso di analisi e di sviluppo e saranno accompagnate da team dedicati ai quali parteciperanno membri della Banca d’Italia e delle altre Autorità di vigilanza, dell’università e dell’industria, secondo lo spirito di dialogo con l’esterno che caratterizza tutto il progetto. I promotori di queste iniziative avranno l’opportunità di confrontarsi con regolatori e supervisori per individuare le soluzioni che meglio bilanciano l’innovazione con il rispetto delle regole applicabili. In questo modo si riuscirà a unire le forze di industria, accademia e amministrazioni pubbliche a beneficio di tutti.

Tre i primi campi sui quali immaginare la partecipazione: l’attivazione di progetti pilota in uno scenario di moneta digitale di banca centrale, Central bank digital currency – Cbdc; l’identificazione del cliente e accesso digitale ai servizi bancari; il miglioramento dell’efficienza dei controlli antiriciclaggio.


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Cred e Responsive entrano in Nexi Open

Due FinTech specializzate nel wealth management entrano in Nexi Open, l'ecosistema di open banking targato Nexi. Si tratta dell'israeliana Cred e della canadese Responsive. 

Le due partnership vogliono garantire alle banche vantaggi importanti in termini di produttività della rete di consulenti, ampliamento della base clienti e dei portafogli gestiti, qualità dei servizi erogati grazie a prodotti digitali che offrono soluzioni di investimento personalizzate e un controllo puntuale sugli investimenti. 

Cred e Responsive offrono servizi di robo advisor e robo 4 advisor per semplificare la creazione e la gestione di portafogli di investimenti costruiti sulle esigenze dei singoli utenti finali. Il robo advisor consente di realizzare in autonomia, in via digitale tramite app, pc, tablet, il proprio mix di investimenti sulla base delle proprie disponibilità, propensione al rischio, preferenze; il robo 4 advisor supporta i consulenti finanziari della banca nella creazione del portafoglio investimenti dei clienti, conducendo le analisi e
creando/ribilanciando i portafogli sulla base della strategia di investimento definita dalla banca e declinata dal consulente per il singolo cliente.

In entrambi i casi, le piattaforme di intelligenza artificiale si avvalgono delle funzionalità di AISP, accesso ai conti correnti multi-banca del cliente che ha fornito consenso, per profilare l’investitore anche sulla base degli eventi ricavabili dalle sue transazioni (es. aumento stipendio, acquisto casa, cambio lavoro), con il fine di creare proposte di portafogli di investimento massimamente personalizzate e in linea con la situazione finanziaria del cliente.


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Luko raccoglie €50 milioni: come funziona l’insurtech che punta sull’etica

Luko sfrutta la tecnologia per rivoluzionare il settore delle assicurazioni casa, ma non solo. Sulla scia di Lemonade ha ideato un modello di giveback che destina una parte dei premi a scopi benefici

Avvicinare il mondo assicurativo a quello dell’impegno sociale: è questa l’idea vincente messa in pratica dalla startup parigina Luko, che punta a digitalizzare il mondo delle assicurazioni per la casa.

Pochi giorni fa Luko ha raccolto €50 milioni in un round di investimenti di Serie B chiuso in appena due settimane e guidato da EQT Ventures. Un risultato estremamente positivo se consideriamo che nel round di Serie A, conclusosi a novembre 2019, la startup aveva raccolto €20 milioni.

L’innovazione nel mondo delle polizze casa
Fondata a Parigi nel 2018, Luko sfrutta la tecnologia per rivoluzionare il settore delle assicurazioni pensate per proprietari o affittuari di immobili residenziali. Per sottoscrivere le polizze, in particolare, l’insurtech ha attivato partnership con colossi come Munich Re e Swiss Re.

Le polizze di Luko possono essere attivate online in pochi minuti e si adattano alle necessità individuali degli utenti tramite diverse funzioni personalizzabili: accedendo alla piattaforma digitale è infatti possibile aggiungere un beneficiario, modificare i servizi o scaricare moduli e certificazioni in ogni momento.

Grazie all’intelligenza artificiale e alla tecnologia sviluppata, la compagnia è inoltre in grado di accorciare i tempi normalmente necessari per pagare le compensazioni e rispondere alle richieste degli utenti, rendendo il processo fino a due volte più rapido.

In più, Luko offre anche un servizio di riparazioni grazie al quale, in seguito a un problema nella propria abitazione, gli utenti possono contattare immediatamente un professionista che aiuti a riparare i danni subìti.

La startup – che al momento conta più di 100 mila utenti – sta anche lavorando a una serie di sensori e altri dispositivi fisici volti a proteggere le abitazioni dei clienti dal rischio di allagamento, incendio o furto, e ha intenzione di iniziare a distribuirli a partire dal prossimo anno.

Il programma Giveback
Il concept portante di Luko è però il suo programma Giveback. Sul totale dei premi incassati ogni anno, Luko utilizza il 30% per finanziare i costi operativi della compagnia e il restante 70% per pagare le compensazioni dei clienti. Se alla fine dell’anno rimangono fondi non utilizzati, questi verranno donati a organizzazioni di beneficenza scelte direttamente dagli utenti.

Nel 2020, ad esempio, Luko ha donato €4.000 a Terre & Humanisme e Emmaüs Défi, associazioni impegnate rispettivamente nel sostegno all’agricoltura ecosostenibile e ad aiutare i meno fortunati attraverso il riciclo di oggetti usati. La compagnia ha anche deciso di donare ulteriori €4.000 all’operazione “Tutti uniti contro il virus”, per aiutare gli ospedali e i centri di ricerca nella lotta contro la pandemia di Covid-19. “

I programmi per il futuro
Nel prossimo futuro Luko punta a esportare i propri servizi al di fuori della Francia. Una prima fase di espansione a livello europeo era già prevista per il 2020, ma la pandemia di coronavirus ha costretto l’insurtech a posticipare tutto al prossimo anno.

Ora, i 50 milioni appena raccolti daranno un’ulteriore spinta ai progetti dell’azienda, che sul suo blog spiega: “Vogliamo offrire nuovi prodotti e servizi, sviluppare la nostra offerta per la cura della casa, e spostarci in un altro Paesi europeo”.
Altri elementi fondamentali per i prossimi passi della startup saranno il lancio dei sensori per la casa e l’ampliamento del team, attualmente composto da 85 persone.


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Banner 2021, la classifica dei Tech Trend per il mondo assicurativo
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2021, la classifica dei Tech Trend per il mondo assicurativo

Il nuovo anno è alle porte: per il Next Normal gli analisti di Bain & Company hanno individuato 10 tendenze tecnologiche, in cui spicca la “tailored insurance”, che rappresenta il futuro della polizza auto

In questo periodo dell’anno sono consuete le previsioni degli analisti sugli sviluppi di mercato, sull’industria, sulle tendenze tecnologiche, e l’ampia disponibilità di dati ci ha abituato ad “outlook” sempre più precisi, sebbene il coronavirus ha reso evidente che un fatto inaspettato, il cigno nero, è sempre dietro l’angolo per rivoluzionare tutto e creare scenari inediti.

Per esempio, le previsioni per ogni tipo di industry che leggevamo di questi tempi lo scorso anno non tenevano ovviamente conto della pandemia e non potevano prevedere l’accelerazione  della digitalizzazione che ci sarebbe stata, anche in un ambito come quello assicurativo, tipicamente tra i più lenti ad adattarsi.

Secondo Bain & Company, la necessità aguzza l’ingegno e oggi “le aziende si affrettano a sviluppare nuove capacità digitali nel tentativo di costruire la resilienza e gli strumenti per il mondo post-pandemico”. La società di consulenza ha individuato 10 trend tecnologici molto particolari per il prossimo anno, diversi dei quali hanno influenza sul settore assicurativo e uno in particolare è un tema insurtech, la “tailored insurance”.

La classifica di Bain & Company
Come si legge nell’infografica, le tendenze tecnologiche individuate da Bain & Company (frutto di un lavoro di analisi realizzato con 100 aziende tecnologiche e start-up) sono molto precise e anche particolari, persino insolite, in parte condizionate dalla pandemia e molto interconnesse.

L’intelligenza artificiale non è certo una novità nelle tendenze tech degli ultimi anni, ma in questa classifica si parla di “edge AI”: si tratta di intelligenza artificiale, algoritmi, sviluppati per “girare” sui dispositivi in mano all’utente, sui terminali che raccolgono i dati. Tra i vantaggi dell’edge computing c’è un minore impegno della larghezza di banda e l’aumento dell’efficienza attraverso l’elaborazione di informazioni più vicine agli utenti e ai dispositivi che le richiedono, piuttosto che l’invio di quei dati per l’elaborazione in posizioni centrali nel cloud.  Il massiccio cambiamento nel traffico di rete che ha accompagnato il lockdown, conseguenza dello smart working, delle comunicazioni digitali, della didattica a distanza, ecc., stanno accelereranno il passaggio già in atto verso il computing edge.

Non sorprende l’inclusione del 5G al secondo posto: l’avvento di questo nuovo standard di telecomunicazione era solo una questione di tempi, dettati non tanto da questioni tech quanto “politiche”, ma è evidente che l’era di questa tecnologia debba iniziare adesso. Essa diventa un fattore abilitante di molte applicazioni per le quali la pandemia ha reso chiara l’utilità, ad esempio quelle in ambito di telemedicina, un settore che interessa parecchio anche le assicurazioni.

Le tecnologie della salute saranno uno dei trend più importanti per il prossimo futuro, Bain inserisce al settimo posto in classifica “Health Data”: si prevede che il mercato dei dati sanitari raggiungerà i 70 miliardi di dollari nel 2025, quasi sei volte il valore del 2016. La rapida accelerazione nella raccolta di dati sanitari (che esploderà ancora di più grazie al 5G e all’edge AI) offre al settore un’opportunità senza precedenti di uso intelligente dei dati sanitari per migliorare drasticamente la cura dei pazienti.

Inediti, come tendenze tecnologiche, sono in questa classifica la ‘circular economy’ e il ‘zero waste‘, entrambi temi che hanno trovato slancio in una nuova sensibilità verso i temi della sostenibilità generati dalla pandemia. In questi ambiti la tecnologia può fare molto e anche le assicurazioni possono trovare nuovi modelli di business: secondo Bain, entro qualche anno le economie circolari sostituiranno le economie lineari, si passerà da relazioni transazionali basate sulla vendita di prodotti a un modello di produzione e consumo che prevede la condivisione, il leasing, il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali e dei prodotti esistenti. Questo modello di circolazione dei beni offre nuovo spazio allo sviluppo di prodotti assicurativi, alcune startup si stanno già muovendo in questa direzione.

La Tailored Insurance, il futuro della polizza auto
Il trend su cui le assicurazioni dovrebbero focalizzare la loro attenzione, soprattutto in Italia che è sempre tra i più ampi mercati di black box,  è senza dubbio quello della “tailored insurance”, un modo nuovo per dire UBI, Usage Based Insurance.

Che cosa si intende esattamente per tailored insurance è facile intuirlo: si tratta della personalizzazione estrema della polizza, una polizza “cucita adosso” al cliente, cosa oggi resa possibile dall’uso intelligente dei dati che analizzano il comportamento di guida del conducente e permettono quindi di calcolare un profilo di rischio molto preciso. Dati raccolti attraverso la telematica in modo sempre più efficiente, ma non solo, lo smartphone sta diventando il nuovo protagonista al servizio della UBI e della sicurezza dell’automobilista.

Si prevede che grazie alla telematica il mercato delle assicurazioni UBI raggiungerà i 126 miliardi di dollari entro il 2027, ma forse anche più se si considera che entro il 2021 ci saranno 3,8 miliardi di utenti di smartphone, e ciò consentirà agli assicuratori di utilizzare sensori e tecnologie di tracciamento integrati negli smartphone per raccogliere dati in tempo reale e comprendere meglio le abitudini di guida dei loro clienti. In definitiva, ciò darà agli assicuratori l’opportunità di offrire programmi assicurativi più competitivi e innovativi basati sul comportamento, promuovendo al contempo la sicurezza del conducente.

Per esempio, la startup statunitense TrueMotion , identifica i conducenti buoni e quelli rischiosi e regola i premi utilizzando i punteggi di comportamento dei conducenti. Un’altra applicazione dell’azienda utilizza i segnali dei sensori dello smartphone per rilevare gli incidenti automobilistici e fornire dati contestuali sugli incidenti. I clienti possono presentare una richiesta di risarcimento dai loro telefoni, semplificando i processi di risarcimento dell’assicuratore. Nell’applicazione di TrueMotion, gli utenti possono vedere il punteggio del loro comportamento di guida e quante volte hanno guidato mentre erano distratti, hanno premuto troppo forte i freni o si sono trovati in situazioni pericolose.


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Criptovalute: l’ultima novità sono i conti di risparmio in Stable coin

Ormai non sono più un settore emergente ma una realtà finanziaria alquanto affermata, oltre che un mezzo di pagamento largamente accettato online e in diversi negozi fisici. I Bitcoin e tante altre criptovalute, dopo una decina d’anni dal primo lancio, sono ormai parte integrante del portfolio di ogni trader che si rispetti.
Per quanto riguarda il grande pubblico, le monete virtuali sono ancora viste come un’opportunità di trading molto rischiosa e riservata solo ai veri esperti.

Se non si vuole vivere il pathos generato dalla loro estrema volatilità, con il rischio di veder sfumare il proprio investimento in poche ore, anche se in passato il loro mercato ha fatto arricchire i più coraggiosi, oggi c’è la possibilità di usarle come mezzo di risparmio. Tra le oltre duemila monete virtuali ci sono anche le stable coin, ovvero delle criptovalute agganciate al valore del dollaro americano e dell’euro, che mantengono la loro quotazione pressoché stabile. Tra le più popolari Paxos Standard, Tether e USD Coin.

I conti di risparmio
Diverse compagnie hanno cominciato a offrire dei conti di risparmio utilizzando un portfolio di cripto valute selezionate per offrire un ritorno costante a ogni investitore. Tra i servizi più apprezzati dagli utenti ci sono:

BTCPop: nata nel 2014 come piattaforma di prestito di cripto valute tra utenti, si è poi evoluta come fornitore di servizi cripto-finanziari. Tra i tanti un conto di risparmio, da aprire in pochi minuti, che carica degli interessi giornalieri.

Nebeus: piattaforma di prestiti basata a Londra che garantisce interessi mensili sulla somma depositata sul conto, con un tasso annuale dell’8,45%. Il deposito minimo richiesto è di soli 100 euro.

You HODLer: basato a Cipro, offre alcune opzioni d’investimento con vari livelli di rischio corrispondenti a diversi tassi d’interesse.

Crypto.com: ampia la gamma di servizi finanziari legati alle cripto valute di questa piattaforma. Il loto conto di risparmio è chiamato “Crypto Earn” e offre un tasso annuo fino al 12%.

BlockFi: questo fornitore di servizi statunitense di criptovalute non richiede un deposito minimo e permette di guadagnare degli interessi fin da subito, basta una veloce registrazione.

Oltre alle offerte di questi pionieri del crypto banking, anche gli storici colossi della finanza si stanno interessando al fenomeno. La banca JPMorgan Chase ha iniziato a collaborare con due principali exchange di cripto valute, come Coinbase e Gemini, offrendo loro i propri servizi bancari. Forse fiutando la possibilità offerta dai tanti negozi online e catene come Starbucks che sembrano orientata ad accettare Bitcoin e similari come forma di pagamento.


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Il conto corrente si apre su Google Pay, debutta “Plex”

Per ora disponibile solo negli Usa, la nuova funzionalità dell’app finanziaria sarà attivabile senza commissioni grazie alla partnership con alcune banche. Ecco come funziona

Secondo quanto annunciato, i conti “Plex” di Google non avranno commissioni mensili e requisiti minimi, e consentiranno agli utenti di richiedere anche una carta di debito fisica.
Le nuove funzionalità di Google Pay, inoltre, daranno modo di pagare direttamente gli amici introducendo funzioni simili a quelle di Venmo e Cash App. “Insieme ai nostri partner vogliamo rendere il ‘fare banca’ più rilevante, più divertente e più facile per la prossima generazione”, afferma Caesar Sengutpa, general manager dei pagamenti di Google.

Con queste nuove funzionalità, Google Pay per Android e iOS si rilancia in una veste completamente rinnovata: da semplice repository di carte tap-to-pay e sistema di pagamento peer-to-peer a servizio molto più ambizioso.

La nuova versione dell’app avrà tre nuove schede: “Paga”, che include i pagamenti peer-to-peer e la cronologia delle transazioni utilizzando la funzione “Tocca per pagare”; “Esplora”, che sarà un luogo in cui Google offrirà offerte e sconti; e infine “Insights”, che consentirà di collegare i conti bancari per ottenere una panoramica ricercabile delle proprie finanze.
Google Pay avrà poi la possibilità di eseguire la scansione della casella di posta Gmail e dell’account Google Foto per cercare le ricevute. Google utilizzerà la tecnologia Ocr per scansionarli automaticamente e integrarli nel monitoraggio finanziario.

Con tutte queste novità, che in parte raggruppano funzionalità già esistenti, Google Pay diventa un concorrente diretto di una vasta gamma di altre app e servizi, tra cui Apple Pay, Samsung Pay, PayPal, Venmo, Square Cash, Intuit’s Mint, Simplifi, Truebill, Shop e anche banche online come Alleato.


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A che punto è l’innovazione in Agos: i progetti dell’Innovation Lab per il 2021

La società finanziaria sta sperimentando un laboratorio di co-creazione con i clienti e ha progetti in cantiere per il 2021 su riconoscimento a distanza, voice assistant e subscription economy.

Agos come precursore dell’innovazione nel settore dei prestiti online: così Paolo Vincenzo Perlangeli, Leading Manager dell’Innovation Lab, descrive il percorso di open innovation della società finanziaria. Il laboratorio è stato inaugurato 4 anni fa, ma l’interesse verso queste tematiche era iniziato molto tempo prima, già nel 2003 con l’apertura del primo sito Internet per gestire direttamente i rapporti con i clienti. Quest’anno il lavoro si è concentrato su un’attività di co-creazione con gli utenti, per il 2021 ci sono alcuni progetti in cantiere: riconoscimento a distanza, voice assistant e subscription economy i temi sui quali si sta ragionando.

L’azienda è tuttora a caccia di soluzioni innovative, in particolare per quanto riguarda l’obbligo di riconoscimento a distanza del cliente prima dell’erogazione del credito in chiave antiriciclaggio e anti-terrorismo. “Cerchiamo modalità innovative per mantenere la compliance e migliorare i servizi e in particolare stiamo lavorando in maniera assidua per trovare soluzioni in grado di semplificare il riconoscimento a distanza dei clienti” dice Perlangeli.

“Tuttavia l’open innovation – sottolinea – non è solo legata al mondo startup ma anche all’ascolto della voce del cliente”. Per questo ormai da tre anni Agos ha lanciato una piattaforma online per la validazione dei propri prodotti tramite la raccolta di feedback direttamente dai clienti. Da luglio 2020 è stata lanciata un’evoluzione della piattaforma: il Collab 2.0, ovvero un laboratorio in cui gli utenti si rendono disponibili a partecipare alla creazione di servizi, nell’ambito di un vero e proprio processo di co-creazione. Come funziona? Le persone vengono ingaggiate ed entrano così a far parte della community Agos Collab, che ha già 20mila aderenti. Diventando tester possono dare la loro opinione e contribuire a co-creare un servizio. Per chi partecipa sono previsti premi. “Nell’innovazione – commenta Perlangeli – il grande limite è la criticità dell’adozione. Si possono avere bellissime idee, ma se poi, per vari motivi, pochi o nessuno le adottano il percorso si è rivelato inutile. L’ascolto attivo del cliente attraverso la co-creazione di servizi è per noi un’attività di open innovation a tutti gli effetti”.

“Il 2020 ha dato un boost alla digitalizzazione, bisogna ulteriormente migliorare i canali digitali per soddisfare le aspettative dei clienti” afferma Vincenzo Paolo Perlangeli. Ecco perché ci sono vari progetti in cantiere. Dopo aver sperimentato WhatsApp Business, Agos lo inserirà nei suoi canali di comunicazione. C’è poi il progetto di avviare una sperimentazione mirata sul mondo dei voice assistent. Agos vuole governare anche il trend della subscription economy. Come? Per esempio attivando subscription stagionali per oggetti che vengono usati solo periodicamente dal proprietario


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Cofidis-Opteven: garanzia di 12 mesi per chi ottiene un prestito per l’acquisto di un’auto usata

Il prestito per l’acquisto dell’auto usata può essere richiesto interamente online con firma digitale e, una volta ricevuta l’approvazione della pratica, sarà possibile trasmettere i dati dell’auto per ottenere l’assicurazione omaggio.

Un’assicurazione digitale in un comparto decisamente inusuale, quello della compravendita di auto usate tra privati.  Questo il principale risultato della partnership stipulata tra Cofidis, azienda impegnata nel settore del credito al consumo e Opteven Assurances, compagnia di assicurazioni specializzata nelle garanzie sui veicoli e nell’assistenza. L’accordo, già precedentemente stretto tra le due filiali in Francia, prevede la possibilità per i clienti Cofidis, che usufruiscono di un prestito personale per l’acquisto di un’auto usata, possano stipulare gratuitamente una garanzia di 12 mesi, Careforyou, che copra guasti e assistenza stradale 24 ore su 24. Di particolare rilevanza è che il prestito per l’acquisto dell’auto usata potrà essere richiesto interamente online con firma digitale. Successivamente, una volta ricevuta l’approvazione della pratica, sarà possibile trasmettere i dati dell’auto per ottenere l’assicurazione omaggio. L’intesa su questo ambito non è casuale: in Italia uno dei principali motivi di richiesta di prestito personale riguarda l’acquisto di un’auto (nuova o usata) e quasi la metà del mercato di compravendita automobilistica è tra privati (fonte Autoscout 24). Una fetta di consumatori che, senza dubbio, necessita di maggiori garanzie, così da ridurre i dubbi legati alla mancata affidabilità dell’auto o del venditore. In questo senso va vista la partnership tra Cofidis e Opteven. che può  incentivare la vendita delle auto tra privati, integrando il prestito con un’assicurazione che garantisca assistenza stradale e copertura guasti gratuite per 12 mesi.


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Credito digitale alle PMI: ecco Aigis Banca

La nuova banca digitale punta su un nuovo brand: il nome Aigis, dal greco antico per “egida”, porta con sé l’idea di protezione. Le prime due lettere, “AI”, evocano invece l’intelligenza artificiale. Aigis Banca si propone come una sintesi tra FinTech e banca, in cui le tecnologie di automazione e l’intelligenza artificiale possano garantire tempi di risposta rapidi agli imprenditori che vogliono richiedere finanziamenti attraverso una procedura interamente online.

Focus sul credito alle PMI (e sulla raccolta dal retail)
Aigis si concentra sul finanziamento alle PMI con garanzia pubblica (MCC e SACE) che lo Stato mette a disposizione e su soluzioni specialist quali il factoring. A famiglie e consumatori vengono offerti conti correnti e conti deposito con tassi di interesse fino al 2,1%: 10mila clienti tedeschi hanno già attivato il deposito, grazie alla partnership con la FinTech Raisin.

Partnership con modefinance
Altra partnership FinTech è quella con modefinance, le cui analisi permettono di fornire in tempi rapidi uno score di supporto all’analista di Aigis Banca, permettendo di oggettivizzare la procedura di approvazione delle nuove pratiche, con un tempo massimo di 2 settimane.

Aigis Banca nel 2020 ha già erogato 300 milioni di crediti con garanzia alle PMI italiane, mentre nel factoring il turnover è di circa 500 milioni di euro


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Request to Pay: il pagamento conversazionale è arrivato

Request to Pay: è la modalità di pagamento che consente a un beneficiario di inviare una richiesta di denaro a un pagatore per eseguire la transazione. Ad abilitarlo è SIA e Banca Sella è tra le prime banche ad aderire.

La “Request to Pay” è un’innovativa modalità di pagamento che consente ad un beneficiario di inviare una richiesta di denaro in tempo reale, attraverso diversi canali digitali, ad un pagatore il quale può successivamente approvare ed eseguire l’operazione. Si tratta di un servizio particolarmente utile, comodo e flessibile per gestire transazioni di pagamento, anche una tantum, tra imprese, organizzazioni e privati con vantaggi in termini di sicurezza, efficienza e trasparenza.

L’obiettivo di SIA è dare ulteriore spinta alla gestione dei pagamenti in cloud e favorire il consolidamento degli instant payments anche in ottica open banking.

Banca Sella è in prima linea: ha scelto infatti di aderire al servizio Request to Pay tramite la piattaforma EasyWay di SIA già utilizzata per la gestione dei bonifici istantanei.


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Banner In Italia arriva Stocard Pay, una carta virtuale per i pagamenti digitali
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In Italia arriva Stocard Pay, una carta virtuale per i pagamenti digitali

Il servizio, già disponibile nel Regno Unito dallo scorso giugno, è ora operativo anche in Italia, Francia, Germania e Paesi Bassi

Arriva un nuovo servizio di pagamento da parte di Stocard: Stocard Pay, già disponibile da giugno 2020 nel Regno Unito, è ora operativo anche in Italia, oltre che in Francia, Germania e Paesi Bassi. L’obiettivo di Stocard Pay è arricchire l’esperienza di acquisto end-to-end offerta dall’app Stocard: oltre 50 milioni di persone utilizzano già Stocard nei loro acquisti quotidiani per gestire le carte fedeltà e ricevere buoni sconto e offerte dai loro marchi preferiti direttamente nell’app, per un totale di quasi 1,7miliardi di operazioni POS all’anno.  Ora, grazie al nuovo servizio Stocard Pay, gli utenti potranno ricevere comodamente una Mastercard virtuale direttamente nell’app con cui procedere ad acquisti e pagamenti semplici, veloci e sicuri.

Secondo l’azienda la registrazione al nuovo servizio di pagamento richiede solo un minuto ed è interamente digitale, senza bisogno di trasmettere documenti cartacei. Una volta completata l’operazione, gli utenti potranno trasferire denaro sul proprio account Stocard anche tramite IBAN, oltre che con tutte le carte di credito e debito più diffuse. Grazie alla funzione di autoricarica, non è più necessario ricaricare il conto manualmente: con questa operazione l’account di Stocard si ricaricherà automaticamente una volta raggiunta la una certa soglia di credito prescelta. Grazie a tutte queste funzionalità sarà possibile effettuare pagamenti mobile nei punti vendita, ma anche transazioni online attraverso l’utilizzo della carta Stocard.

Inoltre sempre tramite app è possibile effettuare pagamenti in tutto il mondo in qualsiasi valuta, offrendo così ai propri utenti un notevole risparmio sulle commissioni di cambio.  Gli utenti Android avranno accesso alla carta virtuale direttamente dall’app di Stocard, mentre quelli iOS potranno contare sulla compatibilità con Apple Pay, che consente di inserire la carta di pagamento Stocard all’interno del proprio Apple Wallet.


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Pagamenti digitali, Enel X acquisisce la fintech company CityPoste Payment

L’operazione, subordinata al nulla osta di Banca d’Italia, consentirà di contare su 850 punti vendita che si aggiungono ai 6mila serviti da Paytipper.

Enel X annuncia l’acquisizione di CityPoste Payment (Cpp), fintech italiana che un accesso diffuso ai servizi di pagamento, sia su canale fisico sia digitale, e consente di effettuare numerose tipologie di transazioni verso i privati e le pubbliche amministrazioni. L’operazione – subordinata al nulla osta della Banca d’Italia – è frutto dell’accordo raggiunto con Mail Express Group (Meg) che prevede l’acquisizione del 100% della fintech company.

“Con l’acquisizione di Cpp - afferma Francesco Venturini, ceo di Enel X- rafforziamo la presenza sul territorio, offrendo un servizio di pagamento complementare a quello full digital di Enel X Pay. Una scelta che risponde alla logica della multicanalità, per venire incontro in modo più efficace alle esigenze dei nostri clienti, dai giovani ai più anziani”.

A seguito dell’accordo, Enel X potrà infatti contare sulla rete dei circa 850 punti vendita fisici di Cpp distribuiti su tutto il territorio nazionale che si vanno ad aggiungere ai circa 6.000 serviti da Paytipper, ampliando quindi le modalità di acquisizione di nuovi clienti e i canali di promozione dei propri prodotti e servizi, riuscendo così a gestire fino a 20 milioni di transazioni l’anno: dai bollettini ai vari pagamenti verso le pubbliche amministrazioni tramite il nodo PagoPA.

Con l’acquisizione Enel X dà seguito alla strategia di rafforzamento della propria presenza nel mondo dei servizi finanziari; una posizione già consolidata grazie a numerose operazioni strategiche condotte negli ultimi due anni quali: l’ottenimento della licenza di Istituto di Moneta Elettronica da parte della controllata Enel X Financial Services nel dicembre 2018, che grazie anche agli accordi con i partner tecnologici Tink e Sia ha reso possibile, a ottobre 2020 il lancio sul mercato di Enel X Pay, primo prodotto finanziario digitale italiano del Gruppo Enel; l’acquisizione di una partecipazione di maggioranza nell’istituto di pagamento PayTipper.


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Faire.ai cresce e guarda alla Spagna

Gestire l’intero ciclo di vita di un prestito e abilitare le banche a erogare in modo istantaneo con un’unica API: ecco gli obiettivi di faire.ai.

La startup ha appena chiuso un round di finanziamento da 1,5 milioni di euro da Banca Progetto. Faire.ai grazie alla PSD2 recupera i dati transazionali del cliente finale e li affida all’intelligenza artificiale, potenziata dal machine learning, per avere una stima del merito creditizio dei consumatori e offrire finanziamenti istantanei. Il tutto, ovviamente, in cloud.

L’erogazione avviene in tempo reale, contro una media di mercato che oscilla tra i 5 e i 10 giorni lavorativi. Il target potenziale è molto ampio, se pensiamo che i dati di Crif stimano un 40% di popolazione attiva in Italia con un prestito, di cui il 45% per un importo inferiore ai 5mila euro.


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Check Iban, il servizio che associa un Iban con Codice Fiscale e Partita Iva

Fabrick ha annunciato il lancio di Check Iban, servizio che consente di verificare istantaneamente l’effettivo abbinamento di un codice Iban a un determinato cliente partendo dal Codice Fiscale o dalla Partita IVA.

Check Iban risponde al bisogno di semplificare l’iter di verifica dei conti al fine di gestire incassi e pagamenti, velocizzando le tempistiche e abbattendo i costi.

Ad esempio, è efficace per quei servizi che richiedono una domiciliazione bancaria (come quelli di telco e utility), ma anche per tutte le realtà che hanno l’esigenza di riconoscere l’identità di un pagatore e accettano pagamenti tramite bonifici bancari.

È inoltre utile anche per quelle società che erogano credito, come le piattaforme di digital lending e le realtà di credito al consumo, soprattutto nella fase di acquisizione di nuovi clienti poiché consente una verifica in tempo reale. 

Il servizio Check Iban di Fabrick è già utilizzato da Credimi, azienda fintech leader nei finanziamenti digitali per le imprese in Europa Continentale, che ha scelto di avvalersi della soluzione nel suo processo di onboarding e KYC: nella fase di riconoscimento dell’identità del cliente, questo non deve più inviare documentazione per ricollegare l’Iban alla sua azienda con conseguente velocizzazione dell’iter. 

La nuova proposta di Fabrick è volta anche ad anticipare un nuovo trend di mercato che vede un sempre più frequente utilizzo dei pagamenti diretti da conto corrente bancario, anche per spese online e su portali di e-commerce. 


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Facebook accelera su Libra, il debutto a gennaio. Ma intanto Libra diventa Diem.

Secondo il Financial Times, la moneta digitale sarà introdotta sul mercato con il sostegno del dollaro. Si otterrebbe una stablecoin, ridimensionando le ambizioni del progetto iniziale di Mark Zuckerberg. La moneta virtuale di Facebook dovrebbe essere già pronta al lancio per gennaio.

Intanto si assiste ad un cambio di nome per la valuta digitale proposta da Mark Zuckerberg. Libra è stata ribattezzata “Diem“. Si tratta di un ulteriore sforzo dell’associazione che ne gestisce il lancio per sottolineare l’indipendenza del progetto e ottenere l’approvazione normativa sullo strumento, che ancora latita. I piani per Libra, lanciati per la prima volta da Facebook lo scorso anno, sono stati infatti drasticamente ridimensionati ad aprile dopo che i regolatori e le banche centrali avevano sollevato preoccupazioni che potesse mettere a rischio la stabilità finanziaria, erodere il controllo sulla politica monetaria e minacciare la privacy. E adesso, il cambio di nome.

L’Associazione Diem, di cui Facebook è uno dei 27 membri, sta cercando di ottenere il via libera dall’Authority svizzera per emettere una serie di stablecoin supportate da singole valute tradizionali, nonché un token basato sulle stablecoin ancorate alla valuta.

Tuttavia, secondo il nuovo piano dell’organizzazione, altre monete supportate da valute tradizionali, saranno introdotte in un secondo momento.

L’analisi di S&P sulle valute digitali
I progetti delle banche centrali sulle valute digitali (Central Bank digital Currency – Cbdc) non rallentano e potrebbero sostituire il contante ma non le banche: così S&P Global Ratings in un suo recente report dedicato alle valute digitali della Banca Centrale e cui caratteristiche fondamentali non sono ancora chiare, così come la tempistica di qualsiasi lancio. Tuttavia S&P Global Ratings osserva che le banche centrali avranno una chiara preferenza per un modello di Cbdc in cui proprio le banche e le altre istituzioni finanziarie continuino a svolgere un ruolo forte. ”Sulla base di questo presupposto, riteniamo che le Cbdc in ultima analisi potrebbero avere un impatto moderato sui modelli di business delle banche. Tuttavia, potrebbero esacerbare la pressione sul profilo dei ricavi di alcune attività (come i pagamenti)” scrivono da S&P.


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Nasce Crowdbond, portale di Debt Crowdfunding

Si chiama Crowdbond il nuovo portale di debt crowdfunding creato da Opstart. Crowdbond permette alle piccole e medie imprese di emettere obbligazioni, titoli di debito e cambiali finanziarie e raccogliere capitali da investitori professionali e da particolari categorie di investitori retail, per finanziare la propria crescita.

Crowdbond è la divisione specializzata di Crowdbase, multipiattaforma fintech di Opstart, che rende possibile investire in Bond e Minibond, fonte di finanziamento alternativa al credito bancario.

La procedura di valutazione
Le società che decideranno di raccogliere capitali su Crowdbond verranno preventivamente analizzate da Easyfintech, fintech partner di Opstart che si occupa di analisi e profilazione finanziaria di soggetti economici, e che effettuerà una approfondita valutazione del merito creditizio e della sostenibilità finanziaria delle aziende che si candidano per effettuare una raccolta di capitali nella forma di debito sul portale. Tale valutazione convertirà in una relazione finale, messa a disposizione dell’advisory board e del comitato di delibera di Opstart, che dovrà approvare la pubblicazione della campagna di raccolta per quella specifica emissione obbligazionaria.

Prima campagna: ARC Real Estate
La prima campagna sarà quella di ARC Real Estate info-provider indipendente per banche e fondi d’investimento nel mercato italiano del credito e del credito problematico. L’importo dell’emissione è pari a 1.500.000 euro e il tasso di interesse del 6% annuo lordo. Le somme raccolte con l’emissione del minibond verranno impiegate per l’acquisto di portafogli di non performing loan (NPL). Una volta compiuta la raccolta, i titoli saranno dematerializzati presso Monte Titoli e ciascun investitore avrà nel proprio portafoglio i titoli dematerializzati.

Seconda campagna: Fenice SpA (con la blockchain di Notarify)
Dopo l’emissione con ARC Real Estate sarà il turno di Fenice SPA Società Benefit, società indipendente e specializzata che investe prevalentemente in energie rinnovabili. Con l’emissione di Fenice SPA, Opstart introduce un sistema di digitalizzazione dei titoli tramite certificazioni di autenticità blockchain, in partnership con Notarify, archivio digitale in cloud che certifica ogni documento potenziandone il valore legale e consentendo una condivisione semplice e sicura grazie alla blockchain.


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Banking innovativo, i progetti Abi brillano al “Premio dei Premi”

Le soluzioni prescelte dall’associazione bancaria ottengono il riconoscimento alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella. In campo sistemi per Open banking, Circular economy, Workflow management e Dynamic discounting

Vediamo chi sono i premiati di questa edizione, selezionati tra i vincitori del Premio ABI per l’Innovazione nei Servizi Bancari 2020.

Progetto Connecta. L’Open Banking al servizio del cliente, presentato da Banca Popolare di Puglia e Basilicata, ha realizzato una App, aperta a tutti, che consente di gestire un portafoglio digitale esteso a tutti i conti correnti posseduti, contribuendo a rafforzare l’immagine di una Banca che, alla tradizionale affidabilità e attenzione alle nuove esigenze della persona, affianca un uso attento e consapevole delle nuove tecnologie

Progetto Clarity. Strumenti di workflow management a supporto dei principali processi HR, presentato da Banco BPM, ha avviato un processo di revisione complessiva dei processi HR, in cui l’innovazione tecnologica, viene usata come fattore abilitante per il cambiamento all’interno della People Strategy di Banco BPM. Le metodologie utilizzate, ispirate al “design thinking” e ad un approccio aperto al confronto con team interfunzionali, hanno anche permesso il radicarsi di una cultura dell’innovazione in ambito HR.

Progetto Circular Economy Plafond. Presentato da Intesa Sanpaolo, contribuisce, con un impatto positivo sia sulla società che sull’ambiente, allo sviluppo e alla trasformazione del contesto economico italiano supportando concretamente le imprese nella transizione verso l’economia circolare e accompagnandole nei percorsi di adozione del nuovo paradigma economico

Progetto Dynamic Discounting. Presentato da Unicredit, in collaborazione con la Fintech FinDynamic, offre al cliente corporate una gamma di soluzioni di supporto finanziario alla filiera che si estende oltre i servizi tradizionali, fra i quali il Dynamic Discounting che per le sue caratteristiche riveste particolare importanza in questo periodo.


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Banca Generali entra nella startup Conio e nel business delle criptovalute

Banca Generali guida un aumento di capitale di 14 milioni di dollari per la startup fondata da Christian Miccoli e Vincenzo di Nicola. Offrirà suoi clienti i servizi di digital wallet sviluppati da Conio per custodire e gestire bitcoin e in prospettiva altre criptovalute

Conio ha creato un digital wallet per custodire e gestire le criptovalute, anche se al momento è focalizzato sul bitcoin.Tra i wallet provider vanta una tecnologia e brevetti esclusivi volti a garantire la sicurezza di custodia e la riduzione di rischio controparte. Questi includono un sistema di custodia di valute digitali multi-firma (su 3 chiavi di sicurezza), che potrà essere esteso a qualsiasi moneta digitale in futuro. Dopo Banca Sella nel 2020 la startup ha già stretto una partnership con Nexi.

L’amministratore Delegato e Direttore generale di Banca Generali Gian Maria Mossa spiega bene il contesto in cui è maturata l’operazione: “Sappiamo che il futuro assetto dei mercati finanziari potrà sicuramente essere influenzato dalla tecnologia blockchain che continua a farsi largo, in primis tra le cripto-valute, così come in molti altri ambiti. Alcune banche centrali hanno già avviato studi e progetti per l’introduzione di monete digitali da affiancare ai sistemi tradizionali, player globali nei sistemi di pagamento stanno includendo questo nuovo mondo nei loro modelli di business e in Svizzera stiamo assistendo alla nascita delle prime banche su sistemi proprio di blockchain.

Per Christian Miccoli, co-CEO di Conio, è come prendersi una rivincita nei confronti di un sistema bancario che fino a poco tempo guardava alla blockchain prima con scetticismo, poi con paura e diffidenza.


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Blockchain e AI al servizio della compravendita di crediti

È già attiva su Markagain una vetrina virtuale in cui investitori selezionati e accreditati possono vedere i loan e gli asset messi a disposizione dal Cerved Credit Management e selezionare quelli più interessanti per il proprio business, accelerando il recupero dei crediti e garantendo a chi vende – soggetti istituzionali, banche, fondi – un ritorno adeguato
 

Aumentare l’efficienza del mercato Non Performing Exposures (NPE) e smaltire rapidamente il flusso di nuovi crediti deteriorati generato dall’impatto del Covid-19 sull’economia italiana, valutabile in circa 100-150 miliardi di nuovi NPE nei prossimi anni. E’ a questo scopo che Cerved, tramite la divisione Cerved Credit Management, ha sviluppato una nuova piattaforma digitale a supporto della compravendita dei crediti che, anche grazie all’utilizzo dell’intelligenza artificiale e della blockchain, contribuisce ad ampliarne e democratizzarne il mercato, restituendo piena trasparenza degli asset e riducendo la distanza tra chi deve vendere e chi intende acquistare.

La piattaforma è attiva su Markagain, una vetrina virtuale in cui investitori selezionati e accreditati possono vedere i crediti e gli asset disponibili che le società del Gruppo Cerved hanno in gestione nel seno delle attività di servicing, valutarne i documenti, approfondire i più interessanti per il proprio business e concludere, con il supporto di un team specialistico dedicato, l’attività di compravendita degli asset o dei crediti. Markagain è la riqualificazione di un sito già esistente per la vendita di asset industriali, immobili e beni di lusso a cui ora vengono affiancati i crediti deteriorati, che diventeranno l’asse portante della piattaforma: l’obiettivo è superare un miliardo di NPE disponibili nella piattaforma entro il primo trimestre del 2021.


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Startup Blockchain: piattaforme e applicazioni di un mercato che ha raccolto 15 miliardi

L’Osservatorio Startup Intelligence, in collaborazione con l’Osservatorio Blockchain & Distributed Ledger del Politecnico di Milano, ha censito 1.287 startup nate da aprile 2015 nel mondo in questo settore. Ecco le imprese che vale la pena conoscere.

Le startup censite e analizzate nel corso della Ricerca sono state classificate in primis per ambito applicativo di riferimento della soluzione, poi per ciascuna startup è stato identificato il processo su cui essa impattava. Le categorie di ambiti applicativi identificate sono le seguenti: Finance, General Purpose, Media, Arts & Entertainment, Logistics, Healthcare, Real Estate, Utility; e la categoria residuale Altro.

Alla prima categoria, quella Finance, appartengono quattro delle startup ospitate in occasione del Workshop di Startup Intelligence. AAVE, presentata da Emilio Frangella, Full stack Blockchain Developer della startup, è un protocollo open source che consente la creazione di money market: gli utenti possono infatti prestare o prendere in prestito criptovalute, ricevendo in cambio o pagando un interesse. Il protocollo AAVE opera interamente sfruttando la rete pubblica di Ethereum.

Il CEO Lorenzo Rigatti ha spiegato come BlockInvest sia un marketplace 2.0 pensato per istituzioni finanziarie e operatori di mercato, che permetterà di digitalizzare il processo di emissione e di compravendita di asset immobiliari e/o di portafogli di Non Performing Loans (Secured, Unsecured) grazie all’emissione di un token sulla Blockchain pubblica di Ethereum in grado di rappresentare lo strumento finanziario tokenizzato.

Maria Magenes, Community & Marketing Manager – Europe & Africa di Maker, ha raccontato come questa startup abbia creato il DAI, una stablecoin decentralizzata e ancorata al dollaro USA quindi con volatilità estremamente ridotta; essa può essere utilizzata, per esempio, dai merchant per accettare pagamenti e dai consumatori per eseguirli, senza rischiare problemi di volatilità tipici delle criptovalute più note come Bitcoin.

Infine Utrust, come spiegato dal CEO Sanja Kon, offre ai merchant online la possibilità di accettare le principali criptovalute; nata nel 2017, è oggi già attiva in oltre 180 Paesi e in quasi tutti i settori.

Nella categoria General Purpose rientrano Algorand e Trakti. La prima, presentata dal Business Solutions Director – Europe Pietro Grassano, ha costruito e sviluppato una nuova piattaforma Blockchain nata da uno spinoff del Mit e lanciata pubblicamente ad aprile 2019; Algorand si basa su un innovativo meccanismo di consenso basato su proof of stake e si pone l’obiettivo di permettere anche micro-transazioni in tempo reale e con fee basse. Trakti, come ha spiegato Luigi Telesca, Co-Founder and CEO, ha sviluppato una piattaforma collaborativa B2B blockchain-based, che consente ai membri dei team di procurement e vendita di gestire e monitorare l’evoluzione di una trattativa dall’inizio alla fine.