FlowPay, nuovi use case di pagamento senza wallet: bulk payments, split payments e payment chains
È stata la prima startup a ottenere da Banca d’Italia le licenze PISP (Payment Initiation Service Provider) e AISP (Account Information Service Provider). La prima a proporre la gestione di bulk payment, split payment e locked payment nell’open banking. La prima TPP (Third Party Provider) a diventare un nodo dell’architettura di pagoPA.

FlowPay rivolge la sua offerta verso le quarte parti, cioè le piattaforme e le corporate che offrono servizi di incasso e pagamento ai propri utenti. Per questo si definisce B2B2X (business to business to X), un “abilitatore” che propone servizi innovativi di pagamenti integrati (embedded payments) e Account Information a chi offre servizi di valore all’utente.
La creatività del team e lo studio della normativa hanno permesso a FlowPay di costruire use case che fino a questo momento non erano contemplati nel mondo open banking, come ad esempio i bulk payments: I pagamenti massivi fino ad ora sono stati appannaggio esclusivo delle banche tradizionali che utilizzano metodi di pagamento standard, ma con FlowPay si possono effettuare attraverso i sistemi open banking e diventano a portata di qualsiasi tipo di impresa.
I vantaggi dei nuovi use case di pagamento senza wallet di FlowPay
Un elemento di grande novità sul panorama dei pagamenti digitali è lo use case delle payment chains, le catene di pagamenti, che permettono di bilanciare entrate e uscite concatenandole tra loro. Impostando delle semplici regole di base, è possibile automatizzare il pagamento dei debiti aziendali, attendendo prima l’incasso di alcuni documenti definiti a monte.
“Senza bisogno di utilizzare wallet dedicati, con FlowPay è possibile riuscire a recepire un ordine complesso di pagamento e di suddividere un incasso tra i diversi beneficiari grazie allo split payment, integrando i servizi comodamente nei sistemi aziendali via API (Application Programming Interfaces) – prosegue Masi -. Il fatto di utilizzare i pagamenti account to account invece dei wallet, amplia le possibilità di applicazione di questa soluzione, ad esempio, direttamente all’interno di marketplace B2B, servizi di embedded insurance o di orchestrazione di pagamenti con carrelli multipli…”.
Un altro esempio di use case innovativo è costituito dal locked payment, la soluzione di pagamento condizionato tra due controparti. In questo caso il sistema di FlowPay agisce, da una parte, come un esecutore di servizio di incasso e, dall’altra, come esecutore di pagamento ma con il vincolo che il servizio di pagamento sia condizionato rispetto a un preciso rapporto contrattuale fra i due soggetti.
Utilizzare le soluzioni di embedded payments targate FlowPay rappresenta un vantaggio significativo per numerose tipologie di imprese, che possono beneficiare di use case che semplificano la vita del reparto amministrativo.
Efficientare i flussi di incasso e di pagamento è l’obiettivo e il beneficio primario: dall’analisi dello specifico caso d’uso è possibile ricavare numerosi spunti e farsi supportare nel processo di cambiamento. Abbracciare un livello adeguato e coerente di automazione è uno dei punti possibili e spesso consigliati, perché è una scelta che permette di dedicarsi interamente al proprio lavoro, lasciando a FlowPay la gestione dei flussi.
Definire regole di ingaggio a monte è un’altra delle fasi da percorrere per prendere in mano la gestione del cashflow, il tutto tarato sulle esigenze specifiche dell’azienda, che può dover gestire una rete di vendita, le aziende che vendono sulla propria piattaforma o, spesso, fare da tramite da diversi soggetti.
Semplificare diventa sinonimo di risparmio di tempo e risorse e inoltre il monitoraggio della situazione finanziaria è sempre possibile in tempo reale, per permettere di prendere decisioni di business oculate.