Newsletter #14

novembre 2021

22 articoli
45 min totali
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YOLO Save, un’app per risparmiare divertendosi

YOLO Save è un’app per incentivare le persone a risparmiare con una lotteria settimanale. 

YOLO Save è un’app che nasce per aiutare le persone a creare il proprio benessere finanziario educandole al risparmio (save) ma facendole divertire.

YOLO è una buzzword nel mondo delle criptovalute, un acronimo lanciato dal rapper canadese Drake che sta per You Only Live Once, che potremmo tradurre con il nostro “si vive solo una volta”. Si parla già di una Yolo Economy.

Il progetto YOLO Save è ancora in fase test e non tutti i dettagli sono quindi noti. Chi ha potuto vedere l’app racconta che ogni volta che viene depositato un importo si ricevono biglietti digitali che permettono di partecipare a un’estrazione settimanale con cui si possono vincere premi di diversa natura. Una sorta di cashback affidato alla fortuna che diventa una lotteria pensata per incentivare il risparmio: più depositi, più hai possibilità di vincere.


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Peer-to-peer lending: nasce BHLending

C’è un nuovo nome nel panorama delle startup innovative FinTech italiane: BHLending è una piattaforma di P2P lending fondata da un team di under35.

BHLending vuole mettere in contatto soggetti privati e professionisti, investitori, soggetti privati e PMI, rivolgendosi a diverse tipologie di investitore e richiedente. Sia privati sia imprese, quindi.

Gli investitori potranno essere sia privati sia professionali, i richiedenti lavoratori dipendenti, liberi professionisti, giovani imprenditori o PMI.

La piattaforma rende noto che “i prestiti avranno un tasso agevolato e i rendimenti sugli investimenti saranno molto più alti delle gestioni patrimoniali bancarie tradizionali”. L’investitore potrà proteggere il suo capitale attraverso un sistema di garanzie che include buyback, cessione del credito e cartolarizzazione.

La piattaforma IT su cui si basa BHLending è stata sviluppata negli Stati Uniti e permette la facile integrazione di soluzioni di intelligenza artificiale, app di pagamento o blockchain.


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Borsadelcredito.it diventa Opyn e guarda all'estero e al Lending as a Service

Borsadelcredito.it cambia nome e diventa Opyn. Con l’obiettivo di mettere a disposizione la propria piattaforma end-to-end a banche e aziende che vogliono entrare nel mondo del credito. Anche con uno sguardo internazionale. Insomma, da marketplace a piattaforma di lending as a service.

Borsadelcredito.it è nata nel pieno periodo del credit crunch: il 2012, una startup FinTech che a oggi ha erogato oltre 300 milioni di euro alle imprese e rivoluzionato il modo tradizionale di fare credito. Lo scorso anno Borsadelcredito.it è andata a break even e ora chiuderà l’anno con oltre 15 milioni di fatturato (x4 su fatturato dell’anno scorso).

E ora per consentire a qualsiasi azienda di erogare credito, Borsadelcredito.it diventa Opyn e mettere a servizio dei clienti tutta la tecnologia in qualità di piattaforma di lending as a service: quindi tecnologia open e fruibile da chiunque.

Il nome Opyn nasce dall’unione dei termini Open e PIN. «Questo nuovo brand, con il cambio del nome in Opyn, segna il punto di svolta di Borsadelcredito.it – afferma Ivan Pellegrin, CEO Group e co-founder dell’azienda – che evolverà da puro marketplace lending, attività che manterremo, a piattaforma di Lending as a Service».

Il nome Borsadelcredito.it non era adatto al nuovo obiettivo della FinTech, ovvero approdare su nuovi mercati esteri (non Stati Uniti ma sicuramente in tutta Europa, partendo dal nord Europa) e conquistare non solo le PMI ma anche banche e corporate, per sfruttare un potenziale mercato del credito da 7 trilioni di dollari (in 10 anni) da conquistare proprio attraverso il lending as a service in white label. Il traguardo è annunciato: 100 milioni di revenue nei prossimi 3 anni per Opyn.


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Arriva in Italia l’InsurTech +Simple, piattaforma di prodotti per intermediari (c’è anche il robo broker)

Un’altra InsurTech francese sbarca in Italia: arriva +Simple, che propone agli intermediari assicurativi una serie di prodotti anche per categorie professionali e piccole imprese.

L’offerta, interamente digitale, include polizze per RC Professionale, D&O, MedMal, Tutela Legale, Vita e Salute, Auto e Mobilità, Casa e Tempo Libero. Si rivolge agli intermediari indipendenti e agli agenti mandatari di compagnie che non hanno in portafoglio coperture specifiche per i bisogni assicurativi di determinate categorie professionali, come avvocati o dottori commercialisti, e imprenditoriali, come PMI o artigiani.

+Simple prevede il supporto di una tecnologia “robo broker” a supporto dell’operatività, dei processi di sottoscrizione e della consulenza assicurativa e prevede anche strumenti di gestione della relazione con il cliente e di sviluppo del cross selling. La versione italiana della piattaforma dovrebbe essere disponibile entro la fine del 2021.

In Francia, +Simple ha raggiunto nel 2020 10 milioni di euro di fatturato, raggiungendo 55mila assicurati con una rete distributiva di 6mila collaboratori. Nel 2021 si prevedono 20 milioni di euro di commissioni, grazie alle acquisizioni effettuate a livello europeo.


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Insurtech: perché l’Italia non ha più tempo da perdere

L’Italia deve raggiungere 1 miliardo di investimenti in Insurtech entro il 2023. Non per colmare l’enorme gap rispetto all’Europa, ma per provare a restare in corsa. È l’appello di Italian Insurtech Association.

Il ritardo nazionale sull’Insurtech è noto e richiede una strategia per la crescita delle competenze digitali nella filiera, più sperimentazioni e la creazione di poli Insurtech sul territorio.

In Italia gli investimenti InsurTech ammontano a 60 milioni di euro nel primo semestre 2021, in crescita rispetto ai 50 milioni totali per l’interno 2020. Quota 100-120 è raggiungibile per la fine del 2021, ma sarebbe comunque un risultato microscopico rispetto ai 2,8 miliardi di investimenti previsti in UK, ai 2,5 miliardi della Germania o ai 2,2 della Francia.

Sempre l’Insurtech Investment Index Report ci dice che il rapporto tra compagnie assicurative e start up sia, in Italia, allo stato embrionale. Le compagnie hanno investito in start up 60 milioni di euro nel primo semestre 2021, contro i 900 milioni della Germania, i 400 di UK e i 300 milioni della Francia.

In Italia, le compagnie preferiscono lo sviluppo interno delle soluzioni, con un investimento marginale in start up Insurtech. Nel primo semestre 2021, solo il 22% delle compagnie ha effettuato almeno un investimento, mentre il 66% ha avviato almeno un progetto interno. L’80% ha preferito una partnership con una start up o un altro player innovativo. Più della metà, il 58%, non investe in start up e non pensa di farlo nel 2021.

D’altronde, le compagnie italiane non brillano sul fronte digital. A malapena il 34% ritiene di avere gli asset tecnologici interni necessari a rispondere alle sfide del mercato, e la stessa percentuale ha una struttura interna dedicata all’innovazione. La media europea è rispettivamente del 66% e del 77%. Il 71% ritiene che ci sia un gap tecnico e digitale di competenze che limita lo sviluppo di prodotti e servizi adatti a un consumatore digitale.

Oggi il 32% dei clienti assicurativi è classificabile come “digitale”: con il normale ricambio demografico e con la crescita delle competenze tecnologiche, la percentuale salirà all’82% entro 10 anni. Prodotti e servizi assicurativi diventeranno sempre più “hi-tech”, sulla scia di auto e case connesse e internet delle cose. La fetta di prodotti digitali potrebbe crescere al 2030 al 43% del Travel, al 36% della Mobilità, al 28% per il Casa e al 24% per le polizze animali (dati indagine EFMa – IIA). Espandendosi in modo decisivo anche nel Vita.

L’inerzia delle compagnie assicurative nazionali potrebbe lasciare il crescente mercato assicurativo “digitale” italiano aperto alle scorribande sia delle compagnie straniere (che, come visto, in InsurTech ci stanno investendo ben altre cifre) sia di nuovi player, e in quest’ultima categoria i competitor insidiosi sono più gli OTT che le startup.

Quattro compagnie (Allianz, AXA, Aviva, Zurich) da sole rappresentano il 77% degli investimenti Insurtech dei player assicurativi tradizionali. Il rischio di una forte concentrazione dell’innovazione c’è.

E poi ci sono gli OTT, protagonisti dei nascenti ecosistemi costruiti intorno alla casa connessa (Alexa, “Hey Google”, “Siri” vi dicono qualcosa?) e alle automobili di nuova generazione. Se gli OTT presidiano l’ultimo miglio verso il cliente finale, lo faranno per tutto ciò che riguarda gli ecosistemi, coperture assicurative comprese.


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Il FinTech a sostegno delle PMI: erogati 2,3 miliardi di euro in 9 mesi

Il FinTech raddoppia i finanziamenti alle PMI. Nei primi 9 mesi del 2021 le piattaforme FinTech hanno erogato finanziamenti alle piccole e medie imprese italiane per oltre 2,3 miliardi: nello stesso periodo dello scorso anno il valore aveva raggiunto 1 miliardo di euro, per chiudere il 2020 con un dato complessivo di 1,6 miliardi.

Secondo l’indagine condotta da ItaliaFintech, cresce anche il numero delle aziende finanziate, che passano da 3.026 nei primi 9 mesi del 2020 a quasi 6.400 nel 2021.

Sono aziende in prevalenza collocate nel nord Italia e attive principalmente nei settori dell'industria, dei servizi e dell’edilizia.

Oltre i finanziamenti alle imprese, durante i primi nove mesi del 2021, crescono anche il factoring, con 522 milioni di euro (+16,5% rispetto allo stesso periodo del 2020), e i prestiti consumer, con 160,5 milioni di euro (+97,9% rispetto al 2020).


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Partnership tra Fabrick e Bitpanda: la piattaforma di investimento offerta in white label alle banche

Bitpanda stringe alleanza con Fabrick per offrire in white label a banche e FinTech la piattaforma di investimento. La FinTech aveva già annunciato la versione in white label della propria piattaforma tecnologica.

Banche, FinTech e piattaforme digitali potranno quindi facilmente integrare la soluzione dell’unicorno austriaco dando ai propri clienti l'accesso a un portafoglio di oltre 170 asset digitali come bitcoin, criptovalute, azioni frazionate, ETF e metalli preziosi, oltre a servizi di custodia e wallet. Bitpanda permette di investire nella massima autonomia a partire da 1 euro.

Fabrick erogherà sulla piattaforma i servizi di Bitpanda grazie a una serie di API. Tutti gli utenti dei partner che integreranno la soluzione white label continueranno a interagire con il front-end della realtà di cui sono clienti con cui hanno già familiarità, ma avranno la possibilità di accedere anche agli investimenti in asset digitali. Bitpanda in questo contesto eseguirà gli scambi e si occuperà della custodia degli asset in background.


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Banner Fintech, Mdotm chiude un round d’investimento da 6,2 milioni di euro
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Fintech, Mdotm chiude un round d’investimento da 6,2 milioni di euro

La scaleup che ha sede a Londra e Milano e che applica l’intelligenza artificiale alla gestione degli investimenti raccoglie 6,2 milioni di euro e punta a crescere anche sui mercati internazionali

Con i nuovi fondi, la società intende raddoppiare il team tra Londra e Milano e accelerare l’espansione internazionale aprendo un nuovo ufficio negli Stati Uniti.

La società è stata fondata a Londra nel 2015 da Tommaso Migliore e Federico Mazzorin con l’obiettivo di portare il metodo scientifico nel processo d’investimento. Mdotm – che nel 2018 aveva raccolto un primo round da 2 milioni di euro – oggi conta oltre 30 fisici, ingegneri, data scientist ed esperti di finanza.

Tommaso Migliore, Ceo e co-fondatore dice: “L’obiettivo strategico di Mdotm è quello di essere leader a livello mondiale. Cinque anni e mezzo fa abbiamo deciso di unire i nostri background (Tommaso è laureato in Finanza, Federico in Fisica, ndr) con l’idea di rivoluzionare il modo in cui vengono prese le decisioni di investimento. Siamo partiti dal prodotto: abbiamo sviluppato un modello, mentre stavamo ancora studiando, e lo abbiamo testato per due anni. In seguito ci siamo trasferiti a Londra e abbiamo fondato la società. La nostra idea è portare il metodo scientifico in questo ambiente aperto e pieno di elementi esogeni non controllabili. Non crediamo che l’intelligenza artificiale sia una bacchetta magica in grado di risolvere tutti i problemi, ma lo strumento più potente che abbiamo per gestire la crescente complessità e reagire prontamente ai cambiamenti dei mercati finanziari”.

Mdotm ha oltre 750 milioni di euro in asset under advisory e le sue strategie di investimento con intelligenza artificiale sono usate da banche, asset e wealth manager, fondi pensione, assicurazioni e family office.

Grazie al suo approccio innovativo nel campo dell’AI la scaleup è stata l’unica fintech selezionata per il programma di accelerazione Google for Entrepreneurs e tra i vincitori dell’Open Innovation Contest di Ntt Data. Nel 2021, Alice, sigla che sta per Adaptive learning in complex environments, la tecnologia proprietaria di Mdotm, è stata nominata da Aifin come Asset management innovation of the year.

Mdotm è il primo AI-driven advisor a firmare i principi per l’investimento responsabile promossi dalle Nazioni Unite, entrando nella rete di investitori istituzionali impegnati a includere criteri Esg nel processo di investimento.

Federico Mazzorin, chief scientist e co-founder dice: “I nostri modelli ragionano in modo molto simile a un essere umano, per questo abbiamo dato un nome alla nostra tecnologia. Alice è un acronimo che descrive quello che facciamo: Apprendimento adattivo in ambiente complesso (Adaptive learning in complex environments). E quale ambiente c’è più complesso della finanza? Bisogna partire dal presupposto che il mercato è una struttura che si evolve, e se non hai delle tecnologie in grado di cogliere questi cambiamenti diventa molto difficile costruire qualcosa di significativo. Quando si parla di innovazione, spesso si è portati a pensare che la rivoluzione tecnologica appartenga agli anni 2000, quando l’avvento di internet ha cambiato il nostro modo di vivere. In realtà è qualcosa di estremamente recente, basti pensare che più del 90% dei dati e delle informazioni che circolano nel mondo sono state prodotte negli ultimi due anni. Utilizziamo tre tipologie di dati. I primi sono i dati di mercato strutturati, utili a capire la micro e la macro struttura del mercato. Ci sono poi i dati fondamentali della società che servono per mettere il rischio e il rendimento in prospettiva. Gli ultimi sono i dati descrittivi che danno informazioni di contesto e permettono di inquadrare la società. Queste diverse tipologie hanno in comune il fatto di essere unbiased: non sono frutto di analisi, l’obiettivo è infatti trovare il segnale nascosto nel rumore”.


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Open insurance, Reale Mutua e Rgax entrano in viteSicure (polizze solo online)

Primo seed round da 500.000 euro per la startup fondata nel 2019 che consente, tramite una piattaforma open API, di perfezionare la vendita di una polizza vita completamente online in unico processo paperless.

viteSicure consente, tramite la propria piattaforma open API, di perfezionare la vendita di una polizza vita completamente online in unico processo paperless. Nata a fine 2019, la società ha continuato a migliorare i tassi di conversione e ad ottenere un Long Term Value che supera 6 volte il Costo di Acquisizione clienti.

Alla tecnologia digitale, la startup affianca il servizio di omnidigital customer service per mantenere l’aspetto umano. viteSicure è stata premiata di recente come “miglior collaborazione fra start-up e compagnia” all’ Insurtech Summit 2021 . Grazie all’ingresso dei nuovi soci acquisisce nuove competenze ed un know-how pluriennale che gli consentirà di promuovere un modello di business replicabile anche all’estero.


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Prestatech, la fintech che rivoluziona l’erogazione dei prestiti bancari

Prestatech è la fintech italo-tedesca che ha sviluppato una piattaforma che consente alle banche di erogare prestiti in modo efficace. 

Il terreno di gioco è il cosiddetto open banking che ricade nella normativa europea Psd2 che definisce la possibilità per le banche di potere accedere ai dati degli utenti anche quando si tratta di quelli transazionali. 

La possibilità di avere visione dell’insieme dei dati transazionali di un utente, quindi dei flussi finanziari che ha in tutti i suoi conti correnti indipendentemente dalla banca presso cui essi sono operativi, consente all’istituto bancario di condurre analisi molto precise che servono per migliorare i parametri di accesso al credito da parte degli utenti. Prestatech fa proprio questo: analizza i dati transazionali e grazie agli algoritmi proprietari li traduce in informazioni che risultano fondamentali per le banche nel momento in cui devono compiere le analisi necessarie per erogare il credito. Ciò si traduce in una maggiore efficacia dell’erogazione e quindi in vantaggi significativi anche per l’utente che chiede il prestito che può così averlo in tempi più brevi e a condizioni più favorevoli a seconda proprio delle informazioni derivanti dai dati sui flussi finanziari. 

Le informazioni fornite dalla piattaforma di Prestatech sono poi analizzate dalle banche, quelle di maggiori dimensioni di solito dispongono di un un sistema di rating interno che viene quindi applicato ai dati transazionali per avere quindi lo scoring creditizio relativo al cliente, le banche più piccole o comunque quelle che non dispongono di un sistema di rating interno possono fare leva sullo scoring fornito da Prestatech stessa che si basa appunto sul cashflow e non solo sulle informazioni che sono normalmente fornite dalla centrale rischi che sono quelle che, se non è utilizzata la piattaforma di Prestatech, sono utilizzate come riferimento per valutare il rischio di erogazione del credito. 

Si tratta di un cambio di paradigma nella modalità in cui le banche possono disporre delle informazioni necessarie per valutare il rischio di erogazione del credito. Se prima per erogare un prestito venivano valutate le informazioni della centrale rischi e i bilanci, nel caso di un’azienda, ora le banche che usano la piattaforma Prestatech possono disporre di informazioni transazionali in tempo reale e quindi definire un profilo di rischio molto preciso che è anche tracciabile nel tempo.

Un cambio di paradigma che si traduce, come detto, in vantaggi sia per chi eroga il credito sia per chi lo richiede perché consente di accorciare notevolmente i tempi in cui le decisioni vengono prese dando così effettivo supporto al tessuto produttivo del Paese e mettendo l banche in condizione di operare in modo più efficace. 

Prestatech che di fatto è una società di diritto tedesco con sede a Berlino dove c’è anche tutta l’attività di sviluppo ha deciso di partire dall’Italia per sviluppare il suo mercato che progressivamente si espanderà nel resto d’Europa partendo da quei Paesi dove le piccole e medie imprese rappresentano una dorsale importante del tessuto economico come Spagna, Austria, Germania. 


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Banner Unicredit lavora a una maxi piattaforma fintech
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Unicredit lavora a una maxi piattaforma fintech

Unicredit sta studiando una maxi piattaforma fintech. Lo scrive Il Sole 24 Ore, secondo cui il progetto è uno dei pilastri del nuovo piano industriale della banca, che sarà presentato a novembre. L’obiettivo è la “trasformazione della banca in una piattaforma con un’offerta integrata, in cui tutti i canali saranno interscambiabili e abilitati a offrire l’intera gamma di prodotti e servizi, senza alcuna distinzione”. L’offerta inoltre “non si limiterebbe ai soli prodotti interni ma anche a quelli forniti dai partner esterni, sia del risparmio gestito e assicurativo”.

Il progetto sarà guidato dalla manager Jingle Pang, group digital & information officer. Ricordiamo che Pang in passato è stata ai vertici di Standard Chartered Bank in Cina per oltre un decennio e artefice della trasformazione digitale di Ping An da assicuratore in una fintech di successo.

L’idea della banca è esportare su tutto il gruppo l’esperienza positiva registrata in Repubblica Ceca, dove l’istituto ha già sperimentato con successo il modello di banca integrata. Ecco perché in questi giorni Pang sta lavorando a stretto contatto con tutti i numeri uno delle singole aree geografiche, per calare il modello di piattaforma che sarà sviluppato nei prossimi mesi. A tendere, una volta raggiunta la piena circolarità dell’offerta e della semplificazione dei processi di back-office, il gruppo punta a liberare risorse che saranno dedicate alla consulenza.

Si tratterebbe di un maggiore impegno per Unicredit all’interno del settore fintech, dove è già presente grazie a una serie di partnership e partecipazioni. Nel giugno 2020 la banca milanese ha siglato una partnership con la fintech americana Taulia. La partnership ha permesso a Unicredit di completare la sua offerta di soluzioni per la gestione del capitale circolante, potenziando la sua piattaforma di supply chain finance in modo da rendere possibile il supporto di un maggior numero di fornitori, con una perfetta integrazione nei sistemi ERP aziendali. Attraverso la piattaforma Taulia, le aziende possono creare filiere di approvvigionamento resilienti, offrendo ai fornitori stabilità e trasparenza a livello di capitale circolante.

Questo schema ricalca quello di altre banche citate spesso dal ceo Orcel come modello di riferimento: la banca Singapore Dbs Bank, l’australiana Commbank, e la spagnola Bbva, banca che ha fatto dell’innovazione digitale il proprio mantra compiendo una profonda trasformazione. Da Bbva provengono del resto: Marco Bressan, guru di Data e Artificial Intelligence; Ignacio Bernal, capo Architecture&Platform; la consigliera di amministrazione Beatriz Lara Bartolomé, considerata una pioniera dell’innovazione e della trasformazione digitale nelle tlc e nelle banche. 

Ricordiamo poi che la startup fintech Findynamic, attiva nel dynamic discounting, è partecipata al 10% dalla banca dal giugno 2019.

Unicredit inoltre detiene una quota della fintech londinese Meniga, entrata a far parte di Nexi Open, l’ecosistema per l’open banking della PayTech Nexi nel settembre 2020. Infine, nel febbraio 2020 Unicredit, insieme e Nexi e Plug and Play, azienda della Silicon Valley che ha già creato la più grande piattaforma di open innovation al mondo ed è attiva anche in Italia dall’aprile 2019, ha creato Plug and Play Italy, un nuovo polo del fintech in Italia, con sede a Milano.


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Il volto della banca di domani: una challenger bank che offre servizi digitali su misura ed è socialmente rispettabile

Così emerge da un’indagine condotta da HYPE su un campione rappresentativo dei suoi 1 milione e 450 mila clienti che confermano una sempre maggiore propensione all’utilizzo di soluzioni digitali per la gestione del proprio denaro. Diversi gli spunti che emergono dall’analisi delle risposte di 6.700 utenti circa i driver che li hanno guidati nella scelta della propria banca di riferimento e circa le loro aspettative per il prossimo futuro.

La banca di domani sarà sempre più una challenger bank che, come dice il nome, mira a sfidare la vecchia guardia del mondo degli istituti di credito offrendo servizi finanziari a 360° direttamente da smartphone e che per questo,  in pochi anni, ha già conquistato oltre 60 milioni di clienti a livello globale.

Esperienza d’uso accattivante, estrema facilità di registrazione e servizi a valore aggiunto sempre più evoluti per quanto riguarda risparmio e investimenti, ma anche impegno in cause sociali di interesse generale. Sono questi gli elementi che il pubblico retail si aspetta.

I motivi per cui gli utenti scelgono una challenger bank 
Se da un lato si conferma una tendenza alla multi-bancarizzazione (oltre il 70% del campione possiede anche un conto presso un istituto tradizionale), dall’altro continua a diminuire la frequenza con cui si accede fisicamente alla filiale bancaria: quasi il 63% dei titolari di altri conti si è recato in filiale al massimo 2 volte in un anno. Oltre alla volontà di recarsi in filiale il meno possibile, gli altri motivi che hanno spinto gli utenti ad aprire un conto presso una challenger bank sono stati la convenienza economica (25,8% delle risposte) e una più semplice fruizione dei servizi (29,9%).

La possibilità di pagare in modo semplice e sicuro su internet sembra essere l’aspetto più apprezzato tra gli utenti delle banche digitali; seguono il cashback sugli acquisti online e il cashback di Stato (11,2%). Di grande impatto, per quasi un utente su tre, la possibilità di effettuare la registrazione in modo totalmente digitale, direttamente da smartphone. L’esperienza d’uso delle app rimane centrale: a ritenerla importante o molto importante sono oltre l’84% degli intervistati.

Per tutte queste ragioni, il 57,5% dei rispondenti è disposto ad affidare una somma contenuta dei propri risparmi a una realtà che non dispone di sedi fisiche. Oltre il 28% le affiderebbe una buona parte o addirittura tutti i propri investimenti. Un progresso notevole se confrontato con la survey condotta da HYPE nel 2019, quando questa percentuale si fermava poco sopra il 21%. Inoltre, il 59% del campione prevede di intensificare il ricorso a servizi digitali alla luce del continuo sviluppo di servizi finanziari da parte delle app di banking digitale.

La banca del futuro: cashback, salvadanaio e open banking. Ma anche impegno sociale. 
Il 22,3% ha scelto una realtà completamente digitale come banca per la garanzia di un’offerta completa rispetto alle loro esigenze. Mentre, il 18,6% ritiene di aver fatto una scelta premiante anche in prospettiva, poiché convinto che una banca di nuova generazione saprà seguire meglio nel tempo l’evoluzione delle sue finanze personali e la loro gestione.

Rispetto ai servizi che vorrebbero prossimamente disponibili sulle loro piattaforme digitali: al primo posto, segnalato dal 20,9% dei rispondenti, c’è il cashback immediato sugli acquisiti in negozio; al secondo (con il 16,2%) l’esigenza di visualizzare e gestire i diversi conti correnti da un’unica app, per avere sempre sotto controllo la propria situazione finanziaria a colpo d’occhio (il 67% degli intervistati con un conto presso una banca tradizionale afferma che il proprio istituto non offre servizi basati sull’analisi aggregata di conti di istituti differenti). Segue lo sviluppo di un salvadanaio digitale (14,3%) e la possibilità di fare investimenti attraverso la app (14%).

Se da una parte l’esperienza e i servizi a disposizione continueranno a essere determinanti anche in futuro per la scelta della propria banca, un altro aspetto sembra diventare sempre più importante: il 56% si trova d’accordo o molto d’accordo sul fatto che gli piacerebbe vedere la propria banca, tradizionale o digitale che sia, scendere in campo per una causa sociale come ambiente, uguaglianza di genere o cultura.


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Hype apre ai microinvestimenti e si allea con Gimme5

Hype ha annunciato dia ver scelto il salvadanaio digitale di Gimme5 per gli oltre 1 milione e 450mila clienti a cui offre i propri servizi.

Gimme5 permette agli utenti di accantonare piccole somme attraverso smartphone e investirle in un fondo comune di investimento; questo permette ad Hype di ampliare la propria offerta ed entrare nel mondo degli investimenti.

In linea con la strategia di Hype volta a fornire servizi a valore aggiunto per anticipare e rispondere alle esigenze in continua evoluzione dei suoi utenti, la nuova sezione “Investimenti” mira ad offrire una selezione di prodotti di risparmio gestito tramite l’integrazione del salvadanaio digitale Gimme5.

Attraverso la partnership tecnologica con Gimme5 e l’integrazione della sua soluzione, potranno infatti investire anche piccole somme direttamente da smartphone (a partire da 1 euro).

In 1 giorno lavorativo i clienti Hype potranno attivare un conto Gimme5. Gli investimenti saranno finalizzati in massimo due giorni lavorativi. Inoltre, non ci sono vincoli temporali, in ogni momento è possibile richiedere il rimborso totale o parziale. Entro due giorni lavorativi, sarà accreditato direttamente sul conto Hype del cliente. Gimme5 agisce inoltre da sostituto di imposta adempiendo in automatico a tutti gli obblighi fiscali per i clienti.

Gli utenti possono scegliere tra tre fondi comuni con diversi profili di rischio (Prudente, Dinamico, Aggressivo), dove hanno a disposizione diversi metodi di versamento: Periodico, impostando un versamento di una somma in automatico ogni mese; Manuale, versando ogni qualvolta lo si desidera; o tramite l’ingaggio dalla sezione “Risparmi” di Hype, investendo una parte o tutta la quota di risparmio accumulata. Nello specifico, i clienti Hype Start e Hype Plus possono scegliere tra 2 profili: Prudente e Dinamico e creare al massimo 2 box di Investimento. I clienti Hype Next e Hype Premium potranno scegliere, oltre a quelli già citati, anche il profilo Aggressivo e creare fino a 5 box di Investimento.


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Azimut Marketplace: «l’Amazon dei servizi finanziari per le PMI»

Si chiama Azimut Marketplace ed è un ecosistema FinTech dedicato alle PMI ideato da Azimut.

Azimut Marketplace by Step si pone come punto di accesso privilegiato per le piccole e medie imprese italiane per accedere a servizi finanziari creati dalle FinTech, tra le quali anche società collegate al Gruppo Azimut. Il tutto attraverso una piattaforma digitale che sfrutta le potenzialità della PSD2 e dell’open banking.

I servizi disponibili
Tra i servizi già disponibili sul Marketplace Azimut, tramite API, ci sono:
• operazioni di finanza straordinaria, come mini bond ed equity, strutturate da Azimut Direct;
• aggregazione conti italiani e stranieri, onboarding digitale, integrazione con la fatturazione elettronica e digital CFO e soluzioni di finanza agevolata di Crif;
• Instant lending di October;
• soluzioni digitali di Workinvoice per finanziare il circolante, in particolare l’anticipo fatture, senza dover uscire dal Marketplace e tramite single sign on;
• soluzione di gestione dei flussi di casa a livello internazionale offerte da Ebury;
• accettazione dei pagamenti con Satispay;
• servizi di valore aggiunto per l’impresa offerti da Amazon.

La piattaforma, cloud based, è già attiva e conta oltre 200 aziende registrate, di queste il 98% ha già attivato il servizio di aggregazione dei conti. La registrazione è gratuita e avviene tramite selfie e scansione automatica dei documenti in 5 minuti.
L’obiettivo è raggiungere 82mila clienti impresa registrati entro la fine del 2026. Il breakeven sarà già raggiunto nel 2023, secondo le previsioni.

Azimut Marketplace è una società detenuta da Azimut con una quota del 43%, destinata a crescere al 100% al raggiungimento di una serie di condizioni, insieme a Step 4 Business, Crif e Gellify come azionisti di minoranza.

«Stiamo assistendo a un universo di unicorni che prolifera sul mercato e alcuni di questi sono già da anni sul mercato per rivolgersi alla clientela retail – afferma Marco Montagnani, AD di Azimut Marketplace. Ma sulle PMI ci sono ancora forti criticità: è un paradosso perché il cliente impresa è 7 volte più interessante di un cliente privato per via del margine, dell’indice del cross selling, che è 6 volte maggiore ed è ormai palese come le aziende siano anche più interessate a sottoscrivere prodotti rispetto alla clientela privata. Il panorama FinTech sul mondo PMI vanta molti protagonisti recenti, che hanno tra i 3 e i 5 anni di vita, ma è giunto il momento della disruption digitale delle PMI: il mondo bancario sta vivendo un drastico momento di ristrutturazione e fusione, e nel frattempo il 98% delle aziende oggi fruisce di servizi digitali e si è abituata a questa relazione, l’open banking e la PSD2 quindi offrono terreno fertile per questo percorso di innovazione. Per ideare la nostra soluzione siamo partiti dall’ascolto dell’imprenditore, attraverso vari focus group, e abbiamo capito che le PMI cercano un ecosistema che vada oltre la banca, ma che sia un unico punto di riferimento per le attività finanziarie e non, così da consentire alla impresa di focalizzarsi solo sul business. Ci siamo quindi appoggiati a partner e terze parti che tramite API ci hanno permesso di ideare il modello Marketplace, attivare un processo di onboarding digitale, fornire l’aggregazione dei conti ma anche predictive analytics, machine learning e AI. Perché il dato è la chiave della piattaforma digitale. In questo modo possiamo offrire noi stessi all’azienda la soluzione più adeguata alle sue esigenze, senza che sia la PMI a cercare il singolo prodotto, grazie a un approccio customer centred. Il MVP verrà arricchito costantemente: è stato costruito in poco più di 3 mesi e siamo pronti ad arricchire i verticali di prodotto, si aggiungerà anche Opyn (ex Borsadelcredito.It), Mamacrowd e poi anche soluzioni assicurative. La velocità è la parola chiave».


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PayPal si evolve e punta ai servizi finanziari

Grandi novità per PayPal, la cui app si aggiorna con nuove funzioni, in cui la componente finanziaria ha un peso considerevole.

La nuova app include una dashboard personalizzabile, un tab “wallet” per gestire gli strumenti di pagamento, e un hub di pagamenti che include funzioni di invio e ricezione di denaro, trasferimenti internazionali, donazioni a no-profit, e una nuova funzione di messaggistica legata ai pagamenti tra amici e familiari.

PayPal Savings è fornito, al momento solo negli Stati Uniti, da Synchrony Bank e offre ai clienti un modo per accedere a un tasso di interesse competitivo ad alto rendimento e può aiutare a incoraggiare lo sviluppo di sane abitudini di risparmio. Il tasso di interesse offerto ai clienti americani è estremamente vantaggioso rispetto a tradizionali conti correnti.
Gli utenti possono anche creare obiettivi di risparmio con grafici e immagini degli obbiettivi che vogliono raggiungere, e possono monitorare i loro progressi. PayPal Savings potrà inoltre essere alimentata attraverso trasferimenti automatici, in maniera del tutto omologa ad analoghe forme di risparmio erogate da istituzioni bancarie e finanziarie. 

I clienti possono trasferire facilmente denaro tra PayPal Savings e il loro saldo PayPal da utilizzare per gli acquisti con PayPal. Gli importi degli interessi vengono forniti al cliente alla fine del periodo di fatturazione su base mensile. È previsto che PayPal Savings inizi a essere distribuito ai clienti negli Stati Uniti nei prossimi mesi. Non ci sono informazioni circa la diffusione di questo servizio nel resto del mondo.

La nuova app PayPal, sempre nei soli Stati Uniti, migliora le funzionalità esistenti, inclusa la possibilità di essere pagati fino a due giorni prima con il Direct Deposit. Con l’accesso anticipato al deposito diretto, fornito tramite uno dei partner bancari di PayPal, i clienti possono aggiungere elettronicamente tutta o una parte della busta paga e altri pagamenti al proprio conto PayPal.

Inoltre, la funzionalità avanzata di Bill Pay offre ai clienti un modo per monitorare, visualizzare e pagare le bollette di migliaia di aziende tra cui servizi pubblici, TV e Internet, assicurazioni, carte di credito, telefono e altro, direttamente all’interno dell’app. La funzione Bill Pay consentirà ai clienti di impostare promemoria per i pagamenti imminenti, programmare pagamenti automatici, cercare e aggiungere emittenti di fatturazione preferiti e pagare utilizzando qualsiasi fonte di finanziamento idonea collegata al proprio conto PayPal. 

La nuova app PayPal è un quindi portafoglio digitale alimentato dall’intelligenza artificiale e dall’apprendimento automatico, pensato per creare un’esperienza di portafoglio unica, migliorata e su misura per ogni cliente.

La nuova app PayPal introduce anche una nuova funzione di messaggistica privata che permetterà a due utenti di comunicare dopo aver effettuato un trasferimento di denaro tra amici e familiari, per confermare la ricezione, inviare una nota di ringraziamento, confermare i dettagli della transazione o altro, direttamente all’interno dell’app. La messaggistica sarà implementata sull’App a livello internazionale nelle prossime settimane.


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OnTOP: la app per gli imprenditori, realizzata in Italia

Si chiama onTOP ed è una piattaforma digitale e wallet che offre servizi finanziari tramite app per iOS e Android.

OnTop è stata pensata per imprenditori, PMI, NewCo e Pubblica Amministrazione e permette di aprire un conto digitale e di assegnare carte Mastercard fino a 2.500 dipendenti per azienda.


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Fool’s Tools: lo strumento italiano per le criptovalute “a prova di stupido”

Uno strumento per gestire il proprio portafoglio cripto, monitorando tutti i token su blockchain diverse. Si chiama Fool’s Tolls ed è una idea della digital agency veneta Fornace.

La piattaforma offre funzionalità che permettono a chi investe in cripto, e in particolare nelle cosiddette “altcoin”, di avere sotto controllo il proprio portafoglio anche su chain differenti (ad oggi Binance Smart Chain e KCC): mostra, ad esempio, il miglior valore di vendita tra i diversi exchange presenti sulla blockchain di residenza del token e permette lo swap in automatico su quello dove è più conveniente; in più, oltre a mostrare il grafico con l’andamento del prezzo di un token (posseduto o meno), consente di impostare degli alert via mail per segnalare una variazione in valore assoluto o percentuale.

La funzione tradealizer consente di visualizzare lo storico delle attività chiuse da un utente, facilitando il rispetto delle legislazioni fiscali di molti paesi, rendendo visibile l’attività anche sui portafogli di terzi di cui si conosca l’indirizzo.

Tra le funzionalità previste, segnaliamo i controlli incrociati sui diversi exchange per trovare le migliori tariffe di scambio, la possibilità di monitorare acquisti e vendite di qualsiasi portafoglio, la partecipazione diretta della community Telegram nel segnalare i token fraudolenti: tutte funzionalità a disposizione degli investitori per aiutarli a incrementare il proprio portafoglio, cercando di tutelarli dai rischi che si corrono in questo mondo.

Il progetto per arrivare alla versione completa, con una roadmap di 12 mesi, prevede un completo redesign con un processo che coinvolge la community, la possibilità di acquistare direttamente con carta di credito, strumenti di automazione per l’acquisto e la vendita tra cui la possibilità di seguire gli investimenti di altri wallet, l’integrazione con app native iOS e Android, l’indipendenza dai wallet di terze parti (Metamask, TrustWallet) per chi la desidera, la possibilità di spostare con agilità i propri asset tra le diverse blockchain.

La possibilità di votare e commentare i token vuole permettere agli utenti di capire come si sta orientando il mercato e quali investimenti evitare. L’idea è fare leva sul passaparola della community per aiutare i piccoli investitori a orientarsi in un ambito non regolato, normato o vigilato.

Fornace ha rilasciato negli scorsi mesi una propria criptovaluta, TEST, che ha raccolto intorno a sé una prima community di investitori. A oggi questa cripto, che Fornace invitava con una certa ironia a “non comprare”, ha un market cap di circa 1 milione di euro, con un ATH di 16 milioni di dollari.

Una prima beta di Fool’s Tools è stata offerta quindi alla community dei possessori di TEST token, parallelamente all’inizio di una campagna promozionale basata su una webseries su Youtube, prodotta interamente dal team Production di Fornace, che racconta l’evoluzione del progetto coinvolgendo i membri dell’agenzia in un format ironico. I video, rilasciati settimanalmente, hanno già raggiunto un totale di oltre 55.000 visualizzazioni.


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Cryptosmart: al via la piattaforma FinTech dell’exchange di criptovalute tutto italiano

Cryptosmart avvia la propria piattaforma FinTech dedicata all’offerta di servizi di compravendita di criptovalute e di portafoglio digitale.

Cryptosmart è un exchange di criptovalute tutto italiano (soci, sede della società, legislatura e conto di deposito presso banca italiana). La società oltre a consentire ai propri utenti di comprare, vendere e depositare criptovalute, sta avviando i servizi di ricezione di pagamenti in criptovalute per aziende con piattaforme e-commerce, il servizio di pagamento in criptovalute per l’acquisto di prodotti e servizi dei più importanti brand, lo staking di criptovalute e ulteriori servizi dedicati alle imprese italiane che intendono utilizzare criptovalute nella propria operatività.


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Mastercard compra ChiperTrace per amplificare la sicurezza del panorama crypto

Il colosso dei pagamenti globali ha raggiunto un accordo per l'acquisizione di CipherTrace, una società di blockchain intelligence specializzata nell'analisi forense di oltre 900 criptovalute, per fornire alle aziende una maggiore trasparenza atta a identificare e comprendere i rischi e per gestire gli obblighi normativi e di conformità facenti capo alle risorse digitali

Man mano che gli asset digitali, comprese le criptovalute e i token non fungibili (Non Fungible Token o NFT), si intrecciano maggiormente con le attività quotidiane, dal modo in cui le persone pagano e vengono pagate a come investono, la fiducia e la sicurezza costituiscono fattori abilitanti fondamentali per garantire un’ampia adozione e scalabilità. Queste nuove tecnologie richiedono nuove soluzioni e un’intelligenza più potente per garantire che l’economia crypto acquisisca la stessa fiducia e tranquillità che i consumatori sperimentano attualmente con i metodi di pagamento più tradizionali.

E’ in questa direzione che va l’investimento di Mastercard in CipherTrace, una delle principali società di cryptocurrency intelligence, che collega valute virtuali e servizi finanziari con soluzioni di protezione dalle frodi, antiriciclaggio e indagine finanziaria. L’offerta integrata si baserà sulla suite di risorse digitali di CipherTrace e sulle soluzioni di sicurezza informatica di Mastercard per fornire alle aziende una maggiore trasparenza atta a identificare e comprendere preventivamente i rischi, come a gestire gli obblighi normativi e di conformità facenti capo alle risorse digitali.

La piattaforma CipherTrace gioca un ruolo cruciale nel supportare alcune delle più grandi banche, borse e altre istituzioni finanziarie del mondo a migliorare la sicurezza e le attività di monitoraggio delle frodi per i programmi relativi alle criptovalute: il tutto, grazie ad avanzate analisi dei dati e algoritmi leader del settore, in oltre 7.000 entità diverse di criptovaluta.

L’accordo consente a Mastercard di combinare la tecnologia, l’intelligenza artificiale e le capacità informatiche di entrambe le società per differenziare la propria infrastruttura di carte e pagamenti in tempo reale, consentendo ai clienti e alle parti interessate a livello globale di proteggere i propri consumatori e rispettare le normative nel panorama crypto. CipherTrace aiuterà anche a guidare l’innovazione continua con una vasta gamma di partner, come fintech, fornitori di criptovalute, governi, ecc., consentendo all’azienda di rispettare i principi che ha stabilito per tutti i programmi relativi alla blockchain.

L’acquisizione rientra perfettamente nella strategia di Mastercard nello spazio delle risorse digitali per fornire a clienti, commercianti e aziende una scelta più ampia su come spostare il valore digitale. E’ questa la ragione dietro alla serie di investimenti portati a termine fino ad ora, tra cui le partnership con Uphold, Gemini e BitPay per creare carte crittografiche, la creazione di nuove piattaforme per testare e supportare le Central Bank Digital Currencies, i programmi per supportare l’uso più ampio della tecnologia blockchain e NFT, e la possibilità di supportare stablecoin selezionate direttamente sulla sua rete.


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Mastercard punta sulle rate: ecco i nuovi servizi “buy now pay later”

Una nuova modalità di pagamento entra a far parte della galassia Mastercard. In aggiunta ai pagamenti con carta di credito, di debito o prepagata l’operatore ha infatti deciso di puntare sulla possibilità di abilitare i propri utenti ai pagamenti a rate, sia per l’online sia per gli acquisti in-store, e senza interessi. Il servizio è in procinto di partire sui mercati di Stati Uniti, Regno Unito e Australia, consentendo a banche, società finanziarie, fintech e servizi di wallet di offrire ai propri clienti il servizio in piena flessibilità su tutta la propria rete.

Il servizio va incontro alla crescente richiesta da parte dei consumatori di servizi di pagamento sempre più flessibili e “digital-first”, in direzione del “Buy Now, Pay Later”. Le rate di Mastercard utilizzano la forza del network dell’azienda per mettere il servizio a disposizione di milioni di utenti e negozianti in tutto il mondo, senza oneri per questi ultimi.

Gli utenti potranno accedere alle offerte di piani a rate direttamente in digitale, anche con la pre-approvazione dei negozianti attraverso la loro app di mobile banking, o attraverso un rapido processo di approvazione al momento del check-out.

Tra i benefici più importanti per gli utenti finali è da citare la possibilità di scelta su quanto e quando pagare, grazie a una soluzione rapida e sicura fino al checkout. Quanto ai negozianti e alle banche, il programma a rate di Mastercard aiuta chi vende a proporre servizi di buy now pay later, trasformando questa convenienza in un vantaggio competitivo, e sono di semplice implementazione per i merchant che già fanno parte del circuito Mastercard. I servizi finanziari infine possono utilizzare il servizio per ampliare la propria base di utenti e migliorare il time to market, mentre per i wallet il vantaggio principale è di integrare facilmente il servizio nella propria offerta, sia per gli utenti finali sia per i negozianti che fanno parte del loro network.


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Il Buy Now Pay Later in farmacia: accordo Scalapay – Contacta Pharmacy

Contacta Pharmacy ha sottoscritto un accordo con Scalapay che consente di pagare i prodotti venduti dalle farmacie clienti di Contacta Pharmacy in tre rate.

Scalapay non è presente solo online ma anche in oltre 4.000 negozi fisici. E ora sbarca anche in farmacia.

Le applicazioni a marchio dei farmacisti clienti di Contacta Pharmacy potranno accedere alla dilazione del pagamento in tre rate.

«In un momento come questo - aggiunge Nicola Raugia, CIO di Contacta Pharmacy - di difficoltà e di incertezza volevamo permettere ai nostri clienti farmacisti di dare un segnale di vicinanza alla propria clientela e la soluzione proposta da Scalapay che consente di pagare subito solo 1/3 del totale a carrello ci è sembrata la scelta corretta e coerente con la nostra politica aziendale, un gesto che riteniamo significativo verso un settore, quello dell’Health care, oggi più che mai sotto i riflettori e in estrema difficoltà».


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Sonect: 4,65 milioni alla startup fintech che consente prelievi di contante anche nei negozi

Il round di investimento è stato chiuso sulla piattaforma fintech Doorway. Con Sonect qualunque negozio può diventare un punto di prelievo di cassa: per il cliente questo significa un più facile accesso al contante, per i merchant la possibilità di offrire nuovi servizi, per le banche una riduzione dei costi di gestione

Fondata nel 2017, Sonect AG è una Fintech con sede a Zurigo. Sonect offre un servizio di prelievo di contante presso retailer convenzionati, portando nel settore della gestione contanti i principi della share economy: qualunque negozio può diventare un punto di prelievo di cassa. La soluzione offerta da Sonect risponde a tre esigenze:
–consentire ai consumatori un più facile accesso al contante in qualsiasi momento e vicino a dove serve, sopperendo al trend di riduzione delle filiali e degli sportelli di prelievo automatizzato delle banche
–abilitare i merchant all’offerta di nuovi servizi, che possono attrarre anche nuovi clienti, oltre a ridurre i rischi di rapine
–consentire alle banche sia di ridurre il costo della gestione del contante, sia di garantire servizi di prossimità anche in assenza di sportelli fisici.

In Svizzera, nell’arco di tre anni, Sonect è diventato il più grande network di ATM con utenti in diverse fasce di età (15% studenti, 25% anziani e 45% adulti). Dagli inizi di maggio, inoltre, Sonect è operativa in Svizzera sulla piattaforma TWINT, a cui aderiscono pressoché tutte le banche svizzere con oltre 3.000.000 di utenti. Questo ha fatto sì che, in soli 5 mesi, Sonect abbia registrato un aumento di utenti del 600% e del 1.000% sulle transazioni. La Società sta espandendo la propria rete a livello internazionale.

 

Il servizio diventerà operativo in Italia entro la fine dell’anno. Per favorire una rapida diffusione è stato siglato un accordo di partnership con una primaria banca italiana. Il partner bancario si farà carico dell’onboarding dei merchant, della campagna promozionale presso gli stessi, nonché della promozione del servizio presso 1.200.000 clienti, che correntemente usano la app di mobile banking. Un ulteriore accordo è stato siglato con una rete commerciale che porta in dote altri 34.000 merchant in Italia presso i quali i clienti potranno effettuare prelievi.

Nei piani della società è prevista un’espansione in Europa ed in Sud America. Nel 2020, solo in Europa, ci sono stati 7,4 miliardi di operazioni di prelievo mentre in Italia sono stati circa 900 milioni: si tratta di dati molto significativi, in quanto sarebbe già sufficiente che Sonect venisse utilizzata per il 2% del controvalore totale del mercato per garantire una redditività interessante.