Newsletter #30

maggio 2025

15 articoli
36 min totali
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Banner Mopso raccoglie un milione di euro per le sue soluzioni antiriciclaggio
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Mopso raccoglie un milione di euro per le sue soluzioni antiriciclaggio

Mopso, startup attiva nel contrasto al riciclaggio di denaro e alla prevenzione dei crimini finanziari rende noto di avere chiuso un seed round da un milione di euro.

L’aumento di capitale è stato sottoscritto da Apside, la joint venture di investimento paritetica partecipata da Intesa Sanpaolo e Zest, da Fin+Tech, il programma della Rete Nazionale Acceleratori di CDP Venture Capital dedicato al fintech e all’insurtech con un investimento follow-on e un investimento ulteriore da parte di Centro Istruttorie, società appartenente a Moltiply Group. Il round ha visto inoltre la partecipazione di alcuni business angel.

Mopso nasce a Milano nel 2021 con l’obiettivo di offrire a banche e finanziarie una piattaforma software modulare per la prevenzione del riciclaggio di denaro. I prodotti di Mopso utilizzano il web semantico e l’identità digitale per semplificare i processi di compliance.
In particolare, il software Brain identifica transazioni sospette e clienti a rischio integrando milioni di informazioni da fonti interne arricchite con dataset e open source intelligence, mentre i suoi algoritmi effettuano ricerche di profili a rischio e analisi di rete di connessioni.
Amlet rende i dati di adeguata verifica portabili e riutilizzabili all’interno di un ecosistema di intermediari, dopo averli tradotti in credenziali verificabili. In tal modo le procedure di onboarding vengono semplificate e predisposte per l’uso dello European digital identity wallet.

Mopso, inoltre, è attiva nel campo della ricerca e lo scorso anno ha vinto un bando in Lussemburgo per il progetto PAMLA, che prevede l’uso di high perfomance computing per addestrare rapidamente algoritmi di machine learning innovativi.


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Obiettivi e Kpi per l’adozione della IA generativa in banca: una ricerca NTT Data

La GenAI rappresenta un'innovazione dirompente, destinata a trasformare l'intero ecosistema bancario dal core banking fino ai sistemi front-end.

NTT DATA ha presentato Intelligent Banking in the Age of AI, una ricerca sull’adozione dell’intelligenza artificiale generativa (GenAI) nel settore bancario che evidenzia come, sebbene la tecnologia stia guadagnando terreno, molte banche non abbiano ancora strategie definite per la sua implementazione. Il 50% delle istituzioni finanziarie la considera un’opportunità per migliorare produttività ed efficienza, mentre il 49% la vede come uno strumento per ridurre i costi operativi IT.

La GenAI rappresenta un’innovazione dirompente, destinata a trasformare l’intero ecosistema bancario dal core banking fino ai sistemi front-end. Secondo il report, il 58% delle organizzazioni ha già adottato questa tecnologia, in aumento rispetto al 45% del 2023. Tuttavia, l’implementazione della GenAI pone sfide significative, richiedendo un approccio strategico per garantire un ritorno sull’investimento (ROI) adeguato.

Robb Rasmussen, Head of Global Marketing & Communications di NTT DATA, sottolinea che, sebbene le banche si aspettino un incremento dell’efficienza operativa e un vantaggio competitivo, una strategia chiara, personalizzazioni mirate e una governance solida sono essenziali per ottenere risultati concreti.

Il ROI, come già accennato, è una delle principali preoccupazioni per le banche che adottano la GenAI, anche se le priorità variano a livello globale; negli Stati Uniti, ad esempio, il 59% delle banche mira alla riduzione del budget IT, mentre in Europa la produttività (46%) è considerata l’aspetto più rilevante. Anche il taglio dei costi operativi assume un peso differente nelle diverse regioni, come dimostrano i dati sottostanti:

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Le strategie di implementazione della GenAI variano tra le organizzazioni finanziarie. Il 51% delle banche punta su un modello di collaborazione tra AI e operatori umani, mentre il 47% adotta un approccio ibrido con i sistemi esistenti. Solo il 28% delle banche mira invece a una completa automazione dei processi, con percentuali più elevate nelle Americhe (32%) e in Giappone (35%).

Rasmussen sottolinea l’importanza di bilanciare innovazione e sostenibilità economica, evidenziando che molte banche non hanno ancora raggiunto una maturità tecnologica sufficiente per sfruttare appieno la GenAI. In tal senso, la collaborazione con system integrator e provider specializzati può facilitare l’adozione della tecnologia nel rispetto delle normative.

Il panorama italiano
Secondo Enzo Quarenghi, Head of Financial Services di NTT DATA Italia, il mercato italiano mostra un maggiore interesse per il vantaggio competitivo offerto dalla GenAI rispetto alla media europea (45% contro 42%). Anche la produttività (43%) e l’accelerazione dell’innovazione (35%) sono fattori chiave per le banche italiane. Inoltre, il 78% dei manager del settore ha dichiarato di incrementare la spesa IT per supportare l’adozione dell’IA generativa, con il 60% che utilizza piattaforme di terze parti per ridurre i tempi di sviluppo.


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Insurtech Investment Index 2024: Aumentano gli investimenti in AI

L’intelligenza artificiale contribuisce alla crescita degli investimenti nel settore Insurtech nel 2024 in Italia. È quanto emerge dalla nuova edizione dell’Insurtech Investment Index 2024, ideato da IIA ed elaborato dall’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano, che monitora lo stato di avanzamento degli investimenti e il grado di innovazione del settore assicurativo in Italia.

L’Osservatorio evidenzia come nel 2024 il livello di digitalizzazione del mercato italiano resti in linea con quello dell’anno precedente ma con un sorprendente balzo nel valore degli investimenti.
Nel 2024, il 38% delle compagnie analizzate ha effettuato almeno un investimento in startup Insurtech, segnando un aumento rispetto al 31% del 2023. Ancora più significativo è stato l’incremento del capitale investito, che ha raggiunto i 38 mln€, un valore dieci volte superiore rispetto ai 3,9 mln€ dell’anno precedente.
Ancora più marcato l’aumento degli investimenti in progetti innovativi interni da parte delle compagnie, che hanno totalizzato 375 mln€ nel 2024, registrando una notevole crescita rispetto ai 44,8 mln€ del 2023. Aumenta anche il numero complessivo di operazioni, che passa a 145 iniziative nel 2024, contro le 108 del 2023. Il numero di compagnie che ha avviato almeno un progetto interno rimane stabile, passando dal 82% del 2023 al 85% nel 2024.
In calo, invece, le partnership con progetti Insurtech, che sono scese da 45 nel 2023 a 38 nel 2024. Anche la percentuale di compagnie con almeno una partnership attiva è diminuita, attestandosi al 38%, rispetto al 55% dell’anno precedente.

I dati di Italian Insurtech Association prevedono per il 2025 un raddoppio degli investimenti in AI, che dovrebbero raggiungere i 90 milioni di euro, su un totale di 1,2 miliardi destinati all’innovazione nel comparto assicurativo. Nel 2026, la percentuale di AI sul totale degli investimenti in tecnologia dovrebbe toccare il 10% (140 milioni di euro su 1,5 miliardi di euro complessivi), una penetrazione ancora troppo bassa se si considera la relativa semplicità con cui questa tecnologia può essere integrata all’interno della catena del valore.


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Banner ABI Lab Forum: 8 progetti bancari vincono i Premi per l’innovazione. Tre le menzioni speciali
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ABI Lab Forum: 8 progetti bancari vincono i Premi per l’innovazione. Tre le menzioni speciali

Otto progetti bancari premiati e tre menzioni speciali per l’edizione 2025 dei “Premi per l’innovazione nei servizi bancari” del Forum ABI Lab.

A questa edizione hanno partecipato 21 banche con 62 progetti.

Le iniziative che hanno ricevuto il premio
Le iniziative sono state valutate dal Comitato Tecnico Scientifico di esperti e dalla Giuria composta da rappresentati del mondo imprenditoriale, accademico e istituzionale, che hanno identificato gli otto vincitori per le categorie previste dal Regolamento:
•    Premio Innovazione per i canali di relazione con la clientela al Progetto “Digitalizzazione Disconoscimenti” presentato da Intesa Sanpaolo;
•    Premio Innovazione per l’operatività e i processi interni al Progetto “Early Warning Monitoring” presentato da Banca Popolare di Sondrio. Si tratta di un sistema di individuazione tempestiva di segnali di allarme creditizio (Early Warning) basato sull’intelligenza artificiale, realizzato internamente. La soluzione permette ai gestori del credito (di sede o di rete) di disporre di uno strumento valutativo per indirizzare azioni tempestive, efficientando il processo a beneficio anche del debitore. La soluzione è stata ideata secondo i principi della Explainable AI (spiegabilità delle motivazioni che hanno condotto alla valutazione) e del model Fairness (capacità del modello di non discriminare categorie di clienti);
•    Premio Innovazione per l’operatività e i processi interni al Progetto “Crypto Sentinel” presentato da Credito Emiliano;
•    Premio Innovazione per lo sviluppo dell'ecosistema e del territorio al Progetto “DealSync: un ecosistema digitale per democratizzare l’accesso all’Investment Banking per le Piccole e Medie Imprese” presentato da UniCredit;
•    Premio Innovazione per la sostenibilità al Progetto “Programma Low Carbon & Sustainability per Small e Mid-caps: la nascita del BNL BNPP Green Desk” presentato da BNL BNP Paribas;
•    Premio Innovazione per la comunicazione al Progetto “Scatti e Ritratti” presentato da Banca Popolare di Puglia e Basilicata. L’incontro tra arte e comunicazione è il cuore di questa esperienza, nata con l'obiettivo di raccontare il volto umano della Banca attraverso le storie di Soci, Clienti, Fornitori e Dipendenti. L’idea è scaturita dal desiderio di narrare queste esperienze con autenticità, utilizzando scatti fotografici e ritratti a carboncino per dare volto ai protagonisti e alle loro storie. Le opere sono firmate da Michele Loglisci, dipendente della Banca. Il progetto ha coinvolto diverse filiali e continua a crescere. Scatti & Ritratti rientra tra le espressioni di PopolArte, l'iniziativa della Banca dedicata alla promozione della cultura e all'incentivazione delle forme di espressione artistica.
•    Premio Innovazione per la Cyber Security al Progetto “Cyber Security: una filiera virtuosa a supporto delle imprese” presentato da BPER Banca ma realizzato in partnership con Unipol e Start4.0, uno degli 8 centri di competenza ad alta specializzazione riconosciuti dal MIMIT. L’obiettivo è sostenere le imprese nella protezione contro i rischi di cyber sicurezza, attraverso un servizio integrato di coperture assicurative e tool che valutano la sicurezza dei sistemi informatici;
•    Premio Innovazione per la diffusione della cultura aziendale e lo sviluppo delle competenze al Progetto “Makers” presentato da Gruppo Sella;

Le menzioni speciali
Le tre menzioni speciali vanno ai progetti:
•    “AI per la PA” presentato da Cassa Depositi e Prestiti;
•    “Officine Credem: Il Posto Dove Si Respira Innovazione” presentato da Credito Emiliano;
•    “Prestito di Soccorso” presentato da Banca Mediolanum.


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Sempre più pagamenti digitali per i teenager italiani

Il 57% dei giovani tra i 12 e i 17 anni utilizza strumenti di pagamento digitali, la percentuale sale al 66% nella fascia 15-17 anni. Tuttavia, solo il 22% dei genitori sceglie una banca tradizionale per il conto intestato ai figli, preferendo soluzioni come PostePay, Revolut o Hype. La ricerca “Teenager e pagamenti in Italia” condotta da Excellence Payments ed Excellence Education

l 41% dei teenager utilizza strumenti digitali nei negozi fisici con frequenza settimanale o superiore, mentre solo il 17% li utilizza regolarmente per acquisti online. Inoltre, il 38% dei giovani accede agli strumenti di pagamento elettronici per conoscere l’importo del saldo e il 37% per gestire i propri risparmi, dimostrando un’elevata consapevolezza nella gestione del denaro.

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La ricerca “Teenager e pagamenti in Italia” condotta da Excellence Payments ed Excellence Education evidenzia una forte diffusione dei pagamenti digitali tra i giovani. Il 57% dei teenager dispone di uno strumento elettronico, con il 74% che opta per carte ricaricabili, il 15% che possiede un conto corrente con carta di pagamento e l’11% che utilizza wallet digitali.

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“L’adozione di strumenti di pagamento digitali tra i teenager è ormai un trend consolidato e in continua crescita”, afferma Andrea Gnetti, CEO di Excellence Payments. “PostePay e alcune banche digitali hanno fatto dello sviluppo di questo segmento un elemento centrale della propria strategia di espansione, lasciando indietro gli istituti tradizionali, che ora devono aumentare il proprio impegno per recuperare quote di mercato.”

L’uso dei pagamenti digitali varia in base al contesto: tuttavia, emerge una forte limitazione nella capacità di scambiare denaro tra pari in modo semplice, con solo il 13% che dispone di strumenti per trasferimenti immediati tra amici o familiari.
L’offerta teen rappresenta una sorta di passaggio generazionale al contrario, con i giovani che non solo saranno i correntisti di domani, ma portano in dote alle banche i propri genitori come nuovi clienti. Nonostante il ruolo centrale dei genitori nella scelta dello strumento di pagamento, le banche tradizionali non riescono a imporsi nel segmento. Solo il 22% dei conti intestati ai minori è gestito da istituti bancari tradizionali, mentre il 40% è gestito da Poste Italiane e il 38% è affidato a player digitali come Revolut, Hype, Satispay e PayPal.

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“I dati confermano che il segmento teen rappresenta una sorta di passaggio generazionale al contrario”, dichiara Maurizio Primanni, CEO del Gruppo Excellence. “È un’opportunità strategica per il settore dei pagamenti, un target che non solo permette di acquisire nuovi clienti, ma favorisce anche la fidelizzazione delle famiglie. Gli operatori che sapranno rispondere a questa domanda con prodotti innovativi avranno un vantaggio competitivo significativo.”


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Pagamenti digitali: nel 2024 sorpasso sul contante per valore transato

I pagamenti digitali hanno raggiunto il 43% dei consumi. Le soluzioni contactless dominano con 291 miliardi di euro transati, mentre il Buy Now Pay Later cresce del 46%. Gli esercenti si adattano con 3,5 milioni di POS, di cui 152mila Software POS. Il 53,5% degli esercenti preferisce ora le carte al contante.

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Il 2024 segna un momento storico per l’economia italiana: per la prima volta i pagamenti digitali superano il contante in termini di valore transato. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, il 43% dei consumi è stato regolato con strumenti elettronici, mentre l’uso del contante si è fermato al 41%. Questo cambiamento epocale è il risultato di un percorso pluriennale che ha visto una progressiva adozione di metodi di pagamento digitali da parte dei consumatori e una crescente apertura degli esercenti verso queste soluzioni.

L’analisi rivela inoltre che il contante, pur mantenendo una quota significativa, sta perdendo terreno soprattutto nelle transazioni di valore più elevato.
Tuttavia, è importante notare che questa transizione non è uniforme in tutti i settori: alcuni ambiti, come i piccoli acquisti quotidiani o le transazioni in aree rurali, mostrano ancora una forte preferenza per il contante.
La sfida per il futuro sarà quella di estendere i benefici dei pagamenti digitali a tutti i segmenti della società, garantendo al contempo l’inclusione finanziaria e la protezione dei dati personali.

Parallelamente, si assiste a una rapida ascesa delle soluzioni di pagamento innovative, in particolare quelle basate su smartphone e dispositivi wearable. Queste tecnologie hanno registrato un transato complessivo di 56,7 miliardi di euro, con un incremento del 53% rispetto all’anno precedente.
Un settore particolarmente dinamico è quello dei dispositivi wearable, come smartwatch, anelli e portachiavi abilitati ai pagamenti, che hanno visto il loro transato salire a 2,5 miliardi di euro, con una crescita del 57%. Questa tendenza riflette una crescente integrazione tra tecnologia indossabile e servizi finanziari, aprendo nuove frontiere nell’esperienza di pagamento del consumatore.

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Il fenomeno Buy Now Pay Later: crescita e impatto sul mercato italiano
Il Buy Now Pay Later (BNPL) si conferma come una delle tendenze più dinamiche nel panorama dei pagamenti digitali in Italia, registrando una crescita sostanziale nel corso del 2024. Secondo i dati dell’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, il valore delle transazioni BNPL ha raggiunto i 6,8 miliardi di euro, segnando un incremento del 46% rispetto all’anno precedente. Questo trend evidenzia come il BNPL stia rapidamente guadagnando terreno tra i consumatori italiani, attratti dalla possibilità di dilazionare i pagamenti senza interessi.
La ricerca sottolinea che il BNPL è particolarmente diffuso nel settore degli acquisti online, rappresentando il 77% del totale transato con questa modalità. Significativamente, il BNPL costituisce ora l’8,9% del mercato e-commerce italiano, un dato che riflette la sua crescente importanza nel panorama del commercio elettronico. L’ascesa del BNPL in Italia si inserisce in un contesto più ampio di evoluzione dei comportamenti di consumo e di digitalizzazione dei pagamenti.

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Aumenta il numero di POS
L’evoluzione del mercato dei terminali di accettazione è stata altrettanto significativa, con il numero di POS in Italia che ha raggiunto i 3,5 milioni di unità. Un aspetto particolarmente interessante di questa crescita è stato il notevole aumento delle soluzioni Software POS, che hanno visto un’espansione da circa 40mila unità nel 2023 a ben 152mila nel 2024. Questa tendenza riflette una crescente domanda di soluzioni di pagamento più flessibili e adattabili a diversi contesti commerciali.
I Software POS offrono vantaggi significativi, tra cui la flessibilità di accettare pagamenti digitali in qualsiasi contesto e un processo di onboarding semplificato. Tuttavia, i costi di queste soluzioni variano ancora notevolmente a seconda della tipologia di esercente e delle sue esigenze specifiche.

Un altro sviluppo importante è stato l’introduzione, attraverso la legge di bilancio 2025, del vincolo di collegamento tecnico tra il POS e il registratore telematico. Questa misura mira a migliorare la compliance fiscale, permettendo la memorizzazione automatica delle informazioni relative alle transazioni elettroniche.

I commercianti al dettaglio, i ristoratori e i fornitori di servizi alla persona si sono dimostrati i più propensi ad adottare i pagamenti digitali. Al contrario, il contante rimane predominante in settori come i bar, i mercati ambulanti e le tabaccherie.
Questa disparità sottolinea come la transizione verso i pagamenti digitali non sia uniforme in tutti i settori, ma sia influenzata da fattori specifici come la natura dell’attività, la clientela di riferimento e le abitudini consolidate. La ricerca ha anche messo in luce come la crescente accettazione dei pagamenti digitali non sia solo una questione di domanda da parte dei consumatori, ma rifletta anche una maggiore consapevolezza da parte degli esercenti sui benefici associati a queste tecnologie.


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Banner Carte di pagamento: perché i clienti delle banche retail non sono soddisfatti?
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Carte di pagamento: perché i clienti delle banche retail non sono soddisfatti?

Mancanza di servizi personalizzati e onboarding troppo farraginosi. Sono queste le due principali motivazioni che rendono insoddisfatti i clienti delle banche retail che sono in possesso di una carta di pagamento: uno strumento che oggi rappresenta spesso l’unico elemento fisico della banca nel portafoglio del cliente.

Secondo il World Retail Banking Report 2025 di Capgemini, infatti, nonostante il 73% dei titolari di carte di credito sia motivato, principalmente, dalla possibilità di accedere a esperienze esclusive, programmi di cashback e premi, tre quarti di loro (74%) sono indifferenti o insoddisfatti della esperienza con la carta.
Insomma, non tutti i programmi fedeltà hanno raggiunto l’obiettivo prefissato: solo il 26% dei titolari di carte si dichiara soddisfatto, mentre il 50% è indifferente e il 24% insoddisfatto. Evidenziando gravi lacune nell'attrattività delle banche retail nei confronti dei clienti nativi digitali, di età compresa tra 18 e 45 anni.

Inoltre, questi risultati indicano che la fedeltà dei clienti alla propria banca è bassa e che il 74% di coloro che utilizzano una carta di pagamento potrebbe facilmente cambiare istituto bancario, dato che le banche retail faticano a differenziarsi, nonostante dispongano di ampie fonti di dati per personalizzare l'esperienza.

E sarà per questo motivo che i team di marketing delle banche citano come principali sfide la forte concorrenza da parte delle banche di nuova generazione e di altri fornitori di carte di pagamento (83%), messaggi inefficaci e proposte di valore poco chiare (72%), una conoscenza insufficiente della clientela (66%) e un processo di richiesta delle carte troppo complesso (34%).

Proprio l’onboarding è nel mirino del report: praticamente nessuna banca reputa il proprio processo di richiesta delle carte fluido (solo il 3% dei team marketing). E questo porta alla perdita di una quota significativa di potenziali clienti: quasi la metà (47%) dei prospect che ha scelto una carta di pagamento abbandona infatti la procedura di richiesta a metà percorso, a causa di una esperienza poco soddisfacente.
Probabilmente a incidere è la mancanza di iter automatizzati grazie alla tecnologia: meno di un terzo della raccolta dai nel processo di onboarding si basa sull’intelligenza artificiale, anche generativa. Ma il 41% dei dirigenti bancari prevede di dare priorità alla digitalizzazione delle procedure di richiesta di prodotti e servizi.

A giocare un ruolo fondamentale nella fidelizzazione con il cliente retail è, infine, il contact center: solo il 24% dei clienti è soddisfatto delle interazioni con questi servizi e molti utenti nativi digitali segnalano, ad esempio, tempi di attesa lunghi, comunicazioni incoerenti e una scarsa integrazione tra canali digitali e filiali fisiche.
Di conseguenza, come conferma l’86% dei dirigenti bancari, le banche prevedono di investire ancora per il prossimo anno nelle esperienze omnicanali, passando per la modernizzazione dei contact center in precisi ambiti.
In primis, nel contatto proattivo: il 43% dei clienti si rivolge agli operatori per segnalare carte smarrite o rubate; le banche potrebbero quindi sfruttare i dati per anticipare le necessità e offrire assistenza tempestiva per migliorare l'esperienza.
In secondo luogo, nella risoluzione di problemi in tempo reale: il 48% dei clienti richiede supporto per l'attivazione della carta e le banche devono dotarsi di opzioni di self-service basate sull’AI per risolvere più rapidamente i problemi.
Infine, nell’offrire supporto basato sul sentiment: il 65% dei clienti contatta gli operatori per contestare transazioni e l'analisi del sentiment tramite AI può interpretare tono e intenzioni per offrire soluzioni empatiche e su misura.


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Banner Curve Pay arriva in Italia in versione wallet per Android
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Curve Pay arriva in Italia in versione wallet per Android

Nel mercato dei mobile wallet arriva un nuovo player. Curve Pay, in versione Android, sbarca in Europa iniziando dal mercato italiano.

La versione wallet della fortunata carta Curve funziona in modo analogo ai portafogli digitali di Google, Samsung e Apple. Consente quindi di dematerializzare le proprie carte di debito, credito o prepagate. E di pagare in negozio, accostando il telefono al POS, e online con un paio di rapidissimi gesti.

Si tratta di un mobile wallet, esattamente come Google Pay o Samsung Pay, in cui caricare le proprie carte di pagamento. Ma offre alcune funzionalità aggiuntive che lo distinguono dai concorrenti BigTech.
In primis, le commissioni ridotte per i pagamenti in valuta estera. Si può risparmiare fino al 3% quando si paga fuori dall’area Euro. Utile, per chi viaggia molto.

Un’altra funzionalità è Go Back in Time: se un pagamento con Curve Pay è stato addebitato alla carta sbagliata, ci sono fino a 120 giorni di tempo per spostare la transazione su un’altra carta che caricata nel wallet. Uno strumento per avere più flessibilità nella gestione del bilancio famigliare.

Il tutto accumulando punti Curve Rewards e con la possibilità di ottenere dei cashback aggiuntivi.

Le funzionalità sono più generose nelle versioni a pagamento, ma anche quella gratuita offre alcuni vantaggi.

Curve Pay consente inoltre di definire delle regole automatiche su quale carta usare in base alla categoria merceologica di spesa, all’importo o al luogo in cui ci si trova. C’è anche una modalità anti-imbarazzo: se il cliente ha finito il plafond sulla carta predefinita, il pagamento andrà comunque a buon fine utilizzando un’altra di quelle presenti nel wallet.


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Digital lending in crescita: nel 2024 sfiora i 19 miliardi di euro

Grazie a prodotti come il Buy Now Pay Later (BNPL) e i prestiti finalizzati, il digital lending sta registrando un boom. Dal 2019, il valore del settore è aumentato di oltre cinque volte, raggiungendo 18,8 miliardi di euro nel 2024. Secondo le stime, entro il 2029 rappresenterà il 30% del mercato del credito, con un valore che supererà i 44 miliardi di euro

Nel panorama bancario, l’evoluzione verso il digitale è inarrestabile. Oggi, il 60% della clientela bancarizzata utilizza il mobile banking, ma le previsioni per il 2029 parlano di una cifra che potrebbe arrivare all’80%, doppiando il numero di utilizzatori dell’internet banking. Un cambiamento radicale, che si riflette anche nell’organizzazione delle reti bancarie, sempre più leggere e senza filiali fisiche. Si prevede che nel 2029 ci saranno circa 16mila filiali, rispetto alle 24mila del 2019, e una crescente diffusione di gestori remoti, che saliranno da 5mila nel 2024 a 8mila nel 2029.

In questo contesto, il digital lending sta crescendo a ritmi vertiginosi. Dal 2019, il valore del settore è aumentato di oltre cinque volte, raggiungendo 18,8 miliardi di euro nel 2024. Secondo le stime, entro il 2029 il digital lending rappresenterà il 30% del mercato del credito, con un valore che supererà i 44 miliardi di euro.

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Il fenomeno del Buy Now Pay Later e dei prestiti finalizzati
I segmenti di prestiti più semplici, come il Buy Now Pay Later (BNPL) e i prestiti finalizzati, sono quelli che hanno mostrato la crescita più rapida. Dal 2019 al 2024, il BNPL ha registrato un incremento annuo dell’80%, mentre i prestiti finalizzati hanno superato il 100% annuo. Questi prodotti, caratterizzati da ticket medi contenuti e una modalità di pagamento flessibile, hanno beneficiato di un’adozione sempre più diffusa da parte dei consumatori.

L’evoluzione dei mutui: digitalizzazione a ritmi più lenti
Nonostante il forte dinamismo del digital lending, il mercato dei mutui si sta digitalizzando con ritmi più contenuti. I consumatori più anziani, infatti, preferiscono ancora i canali tradizionali. Tuttavia, anche in questo settore si stanno facendo passi avanti grazie all’introduzione di tecnologie come l’intelligenza artificiale e la valutazione remota dei rischi.

Processi bancari sempre più automatizzati
L’adozione di tecnologie come l‘intelligenza artificiale e il machine learning sta consentendo la creazione di esperienze bancarie sempre più efficienti. Grazie all’automazione dei processi di onboarding e finanziamento, il tempo necessario per l’approvazione dei prestiti è drasticamente ridotto. Ad esempio, i prestiti personali completamente digitali hanno un time-to-yes che si attesta sui 12 minuti, con una riduzione del 30% rispetto al passato.

La gestione del rischio: i tassi di default si avvicinano a quelli tradizionali
Storicamente, la clientela digitale è stata percepita come più rischiosa rispetto a quella tradizionale, ma l’introduzione di nuove soluzioni per la valutazione del credito ha portato a una riduzione dei tassi di default. Ad esempio, il tasso di default per i prestiti personali rimane il più alto (2,6% nel 2024), ma si sta avvicinando a quello del canale tradizionale, che si attesta intorno al 2,1%. Anche nel settore dei mutui, il tasso di default sta diminuendo, con una riduzione del divario tra i canali digitali e tradizionali.
Il BNPL, pur essendo un prodotto giovane, ha visto un abbassamento dei tassi di default, che sono passati dal 3% nel 2020 al 2,4% nel 2024. Ciò dimostra una gestione del credito sempre più consapevole e responsabile, sia da parte dei consumatori che degli operatori del settore.


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Banner I pagamenti alternativi sorpasseranno le carte entro il 2030
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I pagamenti alternativi sorpasseranno le carte entro il 2030

Un recente studio condotto da Scalapay in collaborazione con Casaleggio Associati rivela una trasformazione radicale nel panorama del retail.

Il report “The State of Shopping 2025” evidenzia come i consumatori siano sempre più attenti al prezzo, alla sostenibilità e all’autenticità, influenzando profondamente le dinamiche del mercato

Secondo lo studio, entro il 2030 i metodi di pagamento alternativi, tra cui BNPL e portafogli digitali, rappresenteranno l’82% delle transazioni globali nell’e-commerce, segnando il definitivo sorpasso sulle carte di credito e debito. Questo cambiamento è trainato in parte dall’inflazione, dall’accelerazione digitale e dai nuovi modelli di spesa, tanto che già nel 2024 si è osservata una preferenza marcata per i brand economici e la ricerca di sconti online.

Parallelamente, con l’aumento delle truffe online e la diffusione dell’intelligenza artificiale, la fiducia è diventata un fattore chiave nel processo d’acquisto. Infatti, il 79% dei consumatori globali indica privacy e autenticità tra le principali preoccupazioni, mentre il 60% dichiara di verificare con maggiore attenzione le informazioni online prima di completare un acquisto.

Le priorità dei consumatori sono in continua evoluzione in diversi settori. Nel fashion, si assiste all’ascesa dei “dupes” e alla crescita della rivendita di lusso, con il 54% dei consumatori [che] afferma di acquistare versioni più economiche di prodotti di fascia alta. Nel settore beauty, si notano tendenze che spaziano dalla skincare preventiva al ritorno di estetiche più audaci, con una clientela giovane in Italia. Il concetto di salute si evolve verso un approccio olistico, con una crescita del mercato degli integratori e un’attenzione crescente all’ottimizzazione del sonno.
Anche la casa diventa sempre più un luogo di benessere e multifunzionalità, con un interesse per soluzioni salvaspazio e personalizzazione. Nel turismo, si punta alla personalizzazione e alla sostenibilità, con una crescente popolarità delle destination dupes”. Infine, il settore dell’abbigliamento sportivo supera la moda tradizionale, trainato dalla Gen-Z che “dichiara di dare priorità al fitness.

Il 2025 segnerà un’ulteriore evoluzione del retail, dove personalizzazione, fiducia e innovazione digitale saranno i driver principali. I brand che sapranno adattarsi a queste nuove esigenze, investendo in esperienze, saranno destinati ad avere successo nel futuro.


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MediaWorld e Mastercard: pagamenti digitali più veloci e sicuri con Click to Pay

Grazie a Click to Pay, i consumatori potranno completare le transazioni senza dover inserire manualmente i dati delle carte, beneficiando di un sistema che sfrutta la tokenizzazione per garantire una maggiore protezione delle informazioni sensibili. Inizia un percorso che punta a rendere l’e-commerce sempre più veloce, pratico e sicuro

MediaWorld e Mastercard hanno ufficialmente avviato una collaborazione che cambierà il modo di fare acquisti online. Grazie a Click to Pay, una soluzione di check-out innovativa, i clienti MediaWorld potranno completare il pagamento dei loro acquisti in modo semplice, veloce e sicuro. Questo sistema consente di evitare l’inserimento manuale dei dati della carta, rendendo il processo di acquisto decisamente più fluido e senza interruzioni.

Secondo una recente ricerca, solo nel 2024 ben il 74% degli italiani ha abbandonato almeno una volta una sessione di acquisto online a causa di difficoltà al momento del pagamento. Un dato che evidenzia come il processo di pagamento rappresenti un momento critico per i consumatori. Grazie a Click to Pay, questa difficoltà viene superata: i dati di pagamento dei consumatori vengono memorizzati, consentendo di effettuare l’acquisto in un solo click, senza dover inserire ogni volta i dettagli della carta.
Il sistema è pensato per rispondere alle reali esigenze dei consumatori, semplificando l’intera esperienza d’acquisto. Questo rende il processo più rapido e, soprattutto, più sicuro, aumentando la fiducia degli utenti nei pagamenti online.

La sicurezza al primo posto con la tokenizzazione
La sicurezza è uno degli aspetti chiave della nuova soluzione. Click to Pay si basa sulla tecnologia della tokenizzazione, che sostituisce i dati sensibili della carta con un token univoco. In questo modo, anche se un malintenzionato dovesse entrare in possesso del token, non potrebbe accedere ai dati reali della carta. Il risultato è una protezione avanzata delle informazioni personali e una sensibile riduzione del rischio di frodi online. Per i commercianti che adottano la tokenizzazione, i vantaggi sono altrettanto significativi. La soluzione ha infatti mostrato un miglioramento medio del tasso di approvazione delle transazioni, pari al 5%, un dato che rende evidente l’efficacia del sistema non solo per i consumatori, ma anche per gli esercenti.

Incentivi per i consumatori
Per incentivare l’adozione della nuova soluzione, MediaWorld ha lanciato una promozione speciale: dal 1° al 14 aprile, i titolari di carta Mastercard che effettueranno il loro primo pagamento con Click to Pay sullo store online MediaWorld potranno ricevere un cashback fino a 50€.


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Anche Bitcoin va messo in cassaforte.

C'è chi investe in criptovalute e le conserva online, nei software wallet. Gli esperti però suggeriscono prudenza per proteggere le proprie chiavi private.

Il software wallet è come un portafoglio, l’hardware wallet come una cassaforte. Chi sarebbe a proprio agio a girare con migliaia di euro in tasca? Il tema della self custody è fondamentale.
Negli ultimi anni moltissimi investitori hanno perso tutto (si veda il caso FTX) perché li avevano tenuti nelle borse online, i cosiddetti software wallet. Vediamo dunque di capire come funzionano gli hardware wallet, cosa offrono e perché andrebbero considerati in un’ottica di maggior sicurezza.

Che cos’è un hardware wallet?
La differenza principale con il software wallet è il paradigma di sicurezza alla base.
Il segreto, in questa situazione, sono le chiavi private per accedere ai propri Bitcoin. «Nel caso di un software wallet queste chiavi sono connesse a internet. Se invece creo un dispositivo non connesso alla rete, allora aumento la sicurezza» afferma Luca Giuliani, sviluppatore di BitBox.

Per un hardware wallet serve un portatile, un dispositivo «che comunica in maniera controllata con l’host device e conserva il tuo segreto». Giuliani l’ha riassunta così: «Tutto quello che sta all’esterno dell’hardware wallet è potenzialmente malevolo. Ecco perché deve avere uno schermo. Non ci si può fidare altrimenti. Se devo firmare una transazione devo leggere i dettagli sullo schermo».

Una startup per custodire le cripto
BitBox è una società svizzera con sede a Zurigo. Il suo primo hardware wallet è stato lanciato nel 2015. Ma qual è la tecnologia alla base di dispositivi non dissimili per estetica da una chiavetta USB? «La tecnologia di un hardware wallet è semplice e minimal – ha proseguito Giuliani -. Un hardware wallet che si rispetti ha un elemento che non trovi in un cellulare che è il chip aggiuntivo, progettato per essere resistente ad attacchi fisici».
Questo perché se si creasse un hardware wallet con un semplice microprocessore, «un ladro potrebbe recuperare le chiavi private. Ci sono pure video tutorial su YouTube». Questo non è possibile con un portafoglio fisico. «È realizzato per esser protetto da attacchi fisici».

Che cosa significa la self custody per Bitcoin?
Uno degli aspetti più importanti di Bitcoin riguarda la self custody, che in parole povere significa la piena ed esclusiva responsabilità della persona rispetto alla sicurezza dei propri asset. Non ci sono banche, non ci sono numeri d’emergenza o appigli: chi non mette al sicuro le chiavi private rischia di perderle in maniera definitiva. E con esse i soldi, per intenderci.
«Lo ripetiamo sempre: Bitcoin non ha un ufficio marketing e non è una azienda. Il software wallet è il primo step di chi è curioso e chi vuole possedere criptovalute». Maturando interesse e consapevolezza il passaggio successivo punta agli hardware wallet. «Tutti i prodotti legati alla self custody hanno ancora un importante margine di miglioramento. C’è un discorso di responsabilità, ma chiunque deve essere educato per capire come custodire le chiavi private. Rimane un cambio di paradigma molto importante».


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Da Vivid, il conto deposito crypto per le PMI

Un conto deposito non vincolato in criptovalute dedicato alle PMI.

A offrirlo sul mercato è Vivid, che ha esteso questo servizio dai privati alle imprese, per consentire a piccole e medie aziende e liberi professionisti di guadagnare interessi attraverso lo staking sulle crypto.
E con la possibilità di ritirare le somme sul conto deposito in qualsiasi momento.

Il conto deposito crypto Vivid
Nel dettaglio, il conto deposito business permette di comprare criptovalute all’interno della piattaforma Vivid.
Una volta acquisiti, questi asset iniziano automaticamente a generare interessi, che vengono pagati settimanalmente.
Per partecipare, i clienti devono prima aggiungere fondi sul “conto cripto", acquistare e detenere le criptovalute supportate.
Tra le criptovalute più conosciute sul mercato dello staking, sono presenti Ethereum, Solana, Polkadot, Cosmos (ATOM) o Near Protocol.
Non ci sono vincoli temporali e gli asset investiti nel conto di deposito in crypto sono accessibili e ritirabili in qualsiasi momento.
La commissione per le transazioni di staking e unstaking è dello 0,25% per tutti i piani business Vivid.

 


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I sette servizi cripto che le banche offriranno entro il 2026

Le banche sono pronte a offrire servizi cripto. E possono partire da sette ambiti chiave: dalla compravendita, passando per la custodia e la gestione della fiscalità, fino alla consulenza e ai finanziamenti garantiti da cripto-attività.

A prevedere questo futuro per il banking al 2026 è CheckSig, che sottolinea come il settore bancario stia attraversando un'evoluzione rapida, trainata dalla crescente adozione delle criptovalute e dalle opportunità che offrono alla finanza tradizionale.
Ne è un esempio Intesa Sanpaolo la quale ha acquistato 11 Bitcoin per un controvalore di circa 1 milione di euro, segnando la prima transazione diretta in criptovaluta fisica da parte di una banca italiana.

Questa notizia, insieme al regolamento MiCA che offre un quadro normativo chiaro, facilitano l’adozione di servizi cripto da parte delle banche, garantendo un ambiente regolamentato per gli investitori.

Un’alternativa alle piattaforme crypto
Le banche potranno quindi ideare soluzioni pensate per rispondere alle esigenze fondamentali della clientela nel mondo cripto: comprendere il settore, acquistare e vendere asset digitali, custodirli in modo sicuro e garantire la conformità normativa, in particolare fiscale.
E avranno un ruolo chiave nel rendere questi servizi accessibili e regolamentati, offrendo un'alternativa affidabile rispetto alle piattaforme crypto che finora hanno approfittato di un vuoto per conquistare questo mercato nascente.

I sette servizi
•    Compravendita: possibilità di acquistare, vendere e scambiare criptovalute in un ambiente sicuro e regolamentato.
•    Servizio di custodia: conti di custodia per persone fisiche e giuridiche, garantendo sicurezza e conformità normativa.
•    Gestione della fiscalità cripto: servizi amministrativi e consulenza fiscale specialistica per assicurare la conformità fiscale.
•    Staking protocollare: supporto alla validazione di blockchain Proof of Stake e gestione delle relative ricompense.
•    Consulenza d’investimento in materia di cripto-attività: supporto per investitori, con analisi e strategie mirate.
•    Gestione di portafogli di investimento cripto: soluzioni di investimento a gestione attiva.
•    Finanziamenti garantiti da cripto-attività: erogazione di prestiti garantiti da asset digitali, seguendo modelli già consolidati di finanziamento garantito da strumenti finanziari.

Prospettive per il mercato delle criptovalute in Italia
Anche in Italia, il settore delle criptovalute è in forte espansione.
Gli ultimi dati dell'OAM, aggiornati a fine 2024, riportano la presenza di oltre 2,3 milioni di investitori italiani attivi sulle piattaforme di exchange, con un patrimonio cripto complessivo pari a 2,6 miliardi di euro.
Tuttavia, considerando l’evoluzione del mercato negli ultimi mesi e la crescente adozione degli asset digitali, si stima che il valore complessivo delle criptovalute detenute da investitori italiani possa oggi aver raggiunto i 3-4 miliardi di euro.
E se – come suggeriscono alcuni analisti – le criptovalute dovessero arrivare a rappresentare, nel lungo termine, il 2-3% della ricchezza finanziaria globale, il mercato italiano potrebbe superare i 100 miliardi di euro di patrimonio cripto. Questo implicherebbe una crescita di 30 volte rispetto ai valori attuali.


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Kraken ottiene la licenza MiFID e lancia offerta regolamentata di derivati su crypto

Kraken ha ottenuto una licenza MiFID (Markets in Financial Instruments Directive) nell'UE tramite l'acquisizione di una società di investimento cipriota, recentemente approvata dalla Cyprus Securities and Exchange Commission (CySEC).

Kraken potrà ora offrire prodotti derivati completamente conformi e regolamentati ai trader di criptovalute esperti in alcuni mercati dell'UE.

Nei prossimi mesi, Kraken lavorerà per soddisfare le condizioni per l'avvio operativo e il lancio dei prodotti nei mercati locali dell'UE.

«Mentre continuiamo a espandere i nostri servizi in tutto il mondo, la nostra attenzione sul mercato europeo rimane una priorità assoluta – afferma Shannon Kurtas, Co-GM Pro & Exchange di Kraken. Questa acquisizione riflette la nostra fiducia nell'UE e sottolinea il nostro impegno nel fornire un ambiente affidabile e regolamentato per i trader e gli investitori di criptovalute esperti».

Recentemente Kraken aveva introdotto la possibilità di usare i propri asset per inviare pagamenti a distanza, mediante il servizio Kraken Pay.