Newsletter #11

maggio 2021

26 articoli
48 min totali
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Gimme5 e Conto Lingotto in Nexi Open

Nuovi partner per Nexi Open, l’ecosistema di open banking di Nexi. New entry sono Gimme5 e Conto Lingotto, servizi di investment tool.

Gimme5 permette di gestire il denaro direttamente da smartphone, un salvadanaio digitale per accantonare piccole somme, a partire da 5 euro. Il risparmio accantonato viene poi investito in fondi comuni di investimento.

Conto Lingotto, piattaforma online di wealth management accessibile da tutti i devices, consente invece di aprire un conto finalizzato all’acquisto e alla vendita di oro, adatto a tutti i portafogli: la soluzione di Confinvest permette di acquistare oro fisico anche per piccoli importi, di attivare un piano di accumulo in oro fisico con acquisti predefiniti, di richiedere la rivendita dell’oro in proprio possesso con accredito istantaneo, ma anche di farsi inviare a domicilio i grammi d’oro sotto forma di lingotto certificato Lbma (London Bullion Market Association).


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Credito FinTech da Banca Progetto

Il nuovo programma di sostegno della filiera PMI, consente alle aziende clienti di ricevere un finanziamento da Banca Progetto garantito da MCC/SACE da utilizzare poi per supportare la propria filiera fornitori attraverso la piattaforma di FinDynamic.

Per mezzo del Dynamic Discounting, l’azienda cliente offre ai fornitori la possibilità di accedere a una piattaforma digitale attraverso cui richiedere l’incasso anticipato delle fatture prima della data di scadenza, a fronte di uno sconto che varia dinamicamente in base ai giorni di anticipo.

Grazie alla piattaforma l’azienda gestisce le richieste e dispone direttamente il pagamento nella data prestabilita. Nel corso del 2020, grazie alla supervisione e collaborazione di Change Capital, società di intermediazione e consulenza in ambito Fintech, partner commerciale sia di Banca Progetto sia di FinDynamic, è stato lanciato un primo programma pilota che ha risposto con successo alle attese dei clienti coinvolti.
 


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Banca leggera in meno di 12 mesi con BankLite

Mettere in piedi una banca digitale basata su cloud e in tempi stretti: meno di 12 mesi. Si può con una soluzione modulare end-to-end creata da GFT insieme a Thought Machine e già operativa su Amazon Web Services: BankLite.

BankLite è un sistema modulare progettato intorno a Vault, il motore di core banking cloud-native di Thought Machine che utilizza i servizi cloud di AWS, ospitati sull’infrastruttura AWS.

Questo permette alle banche di creare soluzioni end-to-end flessibili, con le funzionalità necessarie per supportare una strategia multi-entità, multi-brand e multi-paese.

La sua architettura a “blocchi” di componenti collegabili funziona come un tutt’uno, sfruttando un livello di integrazione con microservizi che utilizzano il gateway API di AWS.


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Clearpay di Afterpay in Italia

Come intuibile per un anglofono, la soluzione si basa sul modello “acquista ora, paga dopo”: i prodotti vengono ricevuti subito, mentre il pagamento avviene in quattro rate in un periodo di tempo “breve”, senza costi aggiuntivi. Oltre il 90% degli acquisti effettuati a livello globale con Clearpay sono eseguiti con carte di debito.

Al lancio in Italia, Clearpay conta su partner come GM24, Mclabels, Store Naldi e Bassini Boutique, mentre a livello globale ci sono 75mila retailer che offrono il servizio (fuori dalla UE, il brand di riferimento è Afterpay). Nella prima metà dell’anno fiscale 2021, Afterpay ha realizzato 10,1 miliardi di dollari di vendite nel mondo, a valuta costante.

Clearpay entra nel mercato sudeuropeo in seguito alla recente acquisizione dell’istituto di pagamento spagnolo Pagantis. Clearpay ha ricevuto l’approvazione regolamentare da Banca di Spagna che permette all’azienda di offrire la sua soluzione di pagamento in Spagna, Francia, Italia, Portogallo e Germania. In Italia, Clearpay sarà inoltre sottoposta a vigilanza da parte di Banca d’Italia.


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Banca Progetto finanzia Young

Banca Progetto, la banca specializzata nel finanziamento a piccole e medie imprese, ha finanziato con 800 mila euro la startup FinTech torinese Young. Il finanziamento è garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI del Ministero per lo Sviluppo Economico.

Young si vuole porre come exchange italiano per fare trading di criptovalute con un accesso democratico, ovvero con la rimozione della barriera delle commissioni.

Young, dopo aver lanciato la prima app Stepdrop e la Young Platform (piattaforma di trading base accessibile ai non professionisti con le principali quattro criptovalute), ha creato lo scorso ottobre Young Platform PRO dedicata a un trading più avanzato.

Il finanziamento erogato da Banca Progetto sarà destinato a sfruttare il successo della campagna di lancio della piattaforma Pro, con un’ importante salto qualitativo Tecnologico, in Ricerca & Sviluppo e Commerciale, in un momento particolarmente favorevole alle criptovalute.

Grazie a questo finanziamento e al supporto di Banca Progetto, Young si pone l’obiettivo di diventare il punto di riferimento del settore crypto a livello italiano e il leader di mercato entro la fine dell’anno.


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Telepass entra nell’insurtech con Telepass Assicura: polizza auto su misura

È nata Telepass Assicura, agenzia assicurativa di Telepass in partnership con Great Lakes Insurance SE del Gruppo Munich Re. Offrirà polizze commisurate all’effettivo utilizzo dei mezzi.

La nuova società consente a Telepass di offrire ai propri clienti polizze auto le cui tariffe sono misurate sull’effettivo utilizzo del mezzo. 

Una polizza su misura per i circa 700.000 clienti di Telepass Pay, l’app di Telepass diventata lo spazio dal quale è possibile attivare una molteplicità di servizi. Grazie al dispositivo Telepass già installato sulle auto, la nuova società è in grado di creare un’offerta assicurativa senza bisogno di installare black-box aggiuntive né ricorrere alla raccolta di dati tramite app o alla compilazione di formulari digitali via web. L’obiettivo è poter offrire un servizio assicurativo in modo semplice, veloce e su misura, in primo luogo per i clienti più evoluti di Telepass Pay. Il primo servizio offerto da Telepass Assicura è la garanzia RC Auto, a cui sono abbinabili altre 10 garanzie accessorie, oltre all’Assistenza Stradale su tutto il territorio europeo e al già citato Servizio Ritardi di Telepass nato dalla partnership con Generali Italia.


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InvestoPro. La Sim FinTech di Intesa Sanpaolo, MarketWall e AnalytixInsight

Arriva sul mercato italiano InvestoPro Sim e lancia subito una piattaforma di trading online: InvestoPro.com. Nata dal progetto dei soci di MarketWall, FinTech specializzata in soluzioni IT per finanza e trading insieme alla canadese AnalytixInsight, Intesa Sanpaolo e al CEO di MarketWall e della nuova realtà Marco Roscio Ricon, la nuova Sim vuole essere innovativa e conquistare investitori privati che intendono gestire in autonomia i patrimoni grazie a soluzioni digitali.

Il lancio della piattaforma di trading InvestoPro.com segue l’autorizzazione a operare per la Sim da parte di Consob. InvestoPro.com è al contempo un marketplace di contenuti finanziari di terze parti che ampliano e potenziano l’offerta dei servizi informativi a supporto delle decisioni di investimento.

La piattaforma dedica ampio spazio alla formazione, fornendo percorsi formativi e una crescente offerta di webinar che consentono di poter scegliere con consapevolezza e definire con oculatezza e in autonomia le strategie di investimento.

La funzionalità Virtual Trading permette inoltre di mettere in pratica quanto appreso e fare esperienza senza correre rischi, investendo un capitale virtuale.

InvestoPro.com è una piattaforma multi-device con un alto livello di personalizzazione: gli investitori possono infatti costruire la propria user experience su misura, combinando funzionalità e contenuti a seconda delle loro peculiari esigenze, grazie a strumenti molto semplici e intuitivi.

Già oggi, grazie al varo anticipato di una fase beta negli scorsi mesi, InvestoPro.com può contare una community di oltre 2,5 milioni di visitatori al mese in tutto il mondo attraverso i suoi canali: sito web, social network, smart tv, app mobile e progressive web app.

I clienti Intesa Sanpaolo avranno presto l’opportunità di accedere a InvestoPro.com e attivare il servizio di trading online con le loro credenziali.

Nel mondo gli investitori che gestiscono in modo indipendente i loro asset stanno crescendo con numeri da record. InvestoPro offre ai suoi utenti contenuti educativi e strumenti informativi che non hanno eguali nel settore, coniugando intelligenza artificiale e contenuti creati da funzioni di machine-learning basati sulle loro decisioni di investimento.

«La partnership con InvestoPro, neonata Sim della nostra partecipata FinTech MarketWall – aggiunge Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori di Intesa Sanpaolo –, ci consente di completare la nostra offerta digitale fornendo ai clienti, in particolare a quelli che desiderano gestire in autonomia una parte del loro patrimonio, una piattaforma di trading di nuova generazione, dotata dei migliori strumenti informativi, formativi e di compravendita».


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FlowPay la soluzione fintech per gestire il flusso di cassa

FlowPay, startup fintech italiana incubata al Polihub, lo scorso gennaio è stata la prima startup ad ottenere da Banca d’Italia le licenze per operare come AISP (Account Information Service Provider) e PISP (Payment Initiation Service Provider).

L’obiettivo è creare un nuovo circuito di pagamento B2B che da una parte minimizzi i ritardi negli incassi e dall’altra renda disponibili tutti i dati raccolti, stante l’autorizzazione delle aziende utilizzatrici, ai partners, al fine di creare nuovi prodotti e servizi ad alto valore aggiunto da offrire alle aziende: migliore accesso al credito (soprattutto autoliquidante), sistemi di credit scoring potenziati con i comportamenti di pagamento, sistemi di monitoraggio finanziario e miglioramento della gestione del working capital.


Attualmente la società opera nel mercato italiano, in quanto è l’unico stato europeo che ha la fattura elettronica obbligatoria (anche se nei prossimi anni tale obbligatorietà verrà applicata anche in altri paesi, Francia e Germania in primis).

Allo stato dell’arte FlowPay integra già i provider che espongono Open API come Fatture in Cloud e Aruba. Oltre ad essere già disponibile per gli utilizzatori di IX FE di Able Tech. In Italia ci sono adesso 1.200.000 fatture il giorno, oltre il 37% sono a pagamento differito e il 42% sono classificate come Past Due con un ritardo medio che è passato da 11.8 gg del 2019 a oltre 14 giorni nel 2020.


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Tinaba: mutui in-app

Comparatore in-app per i mutui, con contestuale erogazione del finanziamento. È questo l’obiettivo di Tinaba che ha stretto una prima partnership con Avvera per l’erogazione dei mutui. E presto si aggiungeranno altri primari istituti italiani.

Nel dettaglio, Tinaba offre in-app una consulenza gratuita e personalizzata sulla scelta del mutuo per supportare i propri utenti verso la soluzione più adatta alle loro esigenze, semplificando i processi amministrativi e potendo contare sui più alti standard di sicurezza bancaria. Il tutto con un approccio completamente digital.

Grazie al supporto di Banca Profilo, alla collaborazione con Avvera e, nel corso dei prossimi mesi, con altri istituti finanziari italiani, gli utenti di Tinaba avranno la possibilità di poter visualizzare direttamente in app i migliori mutui presenti sul mercato, potendo contare sulla garanzia del mantenimento del tasso proposto e nella certezza, oltre che nella velocità, dei tempi del processo di erogazione.

I clienti potranno usufruire della consulenza del desk mutui di Banca Profilo che li guiderà in modo imparziale nella scelta dell’offerta migliore tra quelle proposte dalle banche e dagli intermediari partner di Tinaba.


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Su Oval investi in Bitcoin

Si chiama Bitcoin Generation ed è il nuovo prodotto di investimento ETN in app di Oval. Questo strumento segue l’andamento dell’ETF di Purpose Investments sul bitcoin.
 

Si investe a partire da 10 euro, con la possibilità di impostare incrementi settimanali ricorrenti della cifra minima di 1 euro, grazie alle Regole Smart di Oval.

Nonostante l’ETF sia emesso in dollari statunitensi, con Bitcoin Generation la valuta è l’euro e non si è soggetti a rischi di cambio poiché è l’emittente, SmartETN, a gestire i costi di cambio valuta.


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In Italia arriva la neobanca Vivid Money: offre cashback in azioni su spese e investimenti

La FinTech Vivid Money arriva in Italia. La startup nata a Berlino è la classica neobanca: conto bancario e carta di debito gratuiti, gestibili via app. La marcia in più di Vivid Money è che dà ai clienti un cashback sia sullo speso con carta presso i merchant convenzionati (tra cui GDO e BigTech), sia sugli investimenti fatti tramite il servizio Vivid Invest.

Iscrivendosi a Vivid Money si ottengono subito gratuitamente un conto bancario tedesco e una carta di debito Visa in metallo. La carta, disponibile anche in modalità virtuale, non riporta al suo esterno alcun dato e può essere bloccata e sbloccata con un solo click; Vivid sta inoltre lavorando per l’integrazione con Google Pay e le altre principali piattaforme di pagamento.

L’iscrizione è gratuita con il conto Standard, ma per i primi tre mesi si hanno anche tutti i vantaggi aggiuntivi del conto Prime, attivabile in seguito per 9,90 euro al mese.

Inoltre c'è la possibilità di aggiungere anche valute diverse dall’euro (oltre 100 quelle disponibili, senza alcuna commissione per il cambio), particolarmente utile soprattutto in caso di viaggio all’estero.

Vivid Money consente inoltre di creare dei conti secondari: le “Pocket”, ognuna con un proprio IBAN. Le Pocket possono essere utili per dedicare un budget specifico a un determinato scopo, ma hanno anche il vantaggio di poter essere condivise con altri utenti, semplificando così la gestione tra più persone di spese, affitti e bollette.

In più, l’app permette di svolgere con un semplice drag-and-drop una moltitudine di operazioni, dal trasferire liquidità tra i vari conti all’inviare o richiedere denaro a un altro utente. Gli smart analytics, infine, consentono di monitorare le proprie spese quotidiane e i pagamenti ricorrenti, tracciando tutti gli abbonamenti attivi a servizi come YouTube o Netflix.

Con Vivid è possibile aderire a diversi programmi di cashback. Tra questi, “Champion”, con cui viene premiato l’utente che spende di più in un certo bar o ristorante; oppure “Super Offerte” con i più importanti brand italiani e stranieri, attivabili anche invitando con successo un amico a entrare in Vivid. Tra i partner del cashback "Super Offerte" figurano: Esselunga, COOP, Conad, Carrefour, LIDL, Amazon, IKEA, Adidas, Decathlon, Nike, PUMA, Reebok, Zara, Calzedonia, Intimissimi, Tezenis , Feltrinelli, Zalando, OBI, H&M, Leroy Merlin, Sephora, DM DROGERIE MARKT, Auchan, Uber Eats, Just Eat, Netflix, SPOTIFY, Winelivery, Tigotà, DELIVEROO, YouTube, Saturn, Playstation, XBOX, Nintendo, SHELL, Rituals, Starbucks, ALDI, iHerb, BP, C&A, Amazon Prime subscription, Prime Video, badoo, Tinder, Kindle, etc.

Ma attenzione, se pensate a un cashback in denaro vi sbagliate. Il cahsback di Vivid non è erogato in forma monetaria, ma come frazioni di titoli azionari delle maggiori aziende al mondo. Scelte le proprie aziende preferite, l’utente potrà quindi veder crescere i propri risparmi insieme alla performance dei titoli.

D'altronde, Vivid Money è conosciuta in Germania, Francia e Spagna (Paesi nei quali ha conquistato 100mila clienti in soli 8 mesi) anche per il servizio di investimento, Vivid Invest, in arrivo appunto anche in Italia, con cui è possibile acquistare - con pochi click e a partire da appena 0,01 euro - un’ampia gamma di 1.000 titoli azionari quotati sui listini americani ed europei, nella maggior parte dei casi senza pagare alcuna commissione.

In arrivo le cripto
Presto verranno inoltre attivate sull’app le Cripto Pocket, con cui si potranno acquistare anche le 10 principali criptovalute sul mercato, da Bitcoin ad Ethereum, sempre a partire da 0,01 euro. Trattandosi di un asset più rischioso, il servizio verrà personalizzato sulla base delle competenze dell’utente, verificate attraverso un test da svolgere all’apertura di una Cripto Pocket.

E se i titoli scendono? Nessun problema: la Pocket, ovvero il conto corrente con IBAN, dedicata tornerà a consistere soltanto delle somme ottenute col cashback, senza possibilità di perdere la cifra accumulata.


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Visa regola le transazioni in valuta digitale USDC tramite Ethereum con Crypto.com

Visa regola le transazioni in valuta digitale USDC, StableCoin legata al prezzo del dollaro statunitense, attraverso Ethereum. Visa sta testando questa funzionalità con Crypto.com, una delle maggiori piattaforme di criptovalute, che è un nuovo partner di Visa.

In previsione l’offerta di regolamento di transazioni in USDC ad altri partner nel corso del 2021. Visa, si legge in una nota, conferma così la strategia di essere una “rete di reti”, network of networks nell’originale, in grado di abilitare transazioni in qualunque forma, all’interno e all’esterno della propria rete di pagamento.

Nell’ultimo anno, Visa ha lavorato alla definizione di un percorso per regolare i pagamenti in valuta digitale all’interno di un’infrastruttura di Tesoreria che movimenta miliardi di dollari, ogni giorno, in oltre 200 mercati e 160 valute.

La collaborazione con Anchorage, prima banca di asset digitali approvata negli USA, Visa ha lanciato proprio il programma pilota che permette a Crypto.com di inviare valuta digitale a USDC per liquidare una parte della fatturazione giornaliera relativa al programma di carte Visa Crypto.com.

Il processo standard di Visa richiede ai partner di regolare i pagamenti in valuta tradizionale (fiat) tramite bonifico bancario, cosa che può comportare costi aggiuntivi e maggiori complessità per le imprese che operano con valute digitali. La capacità di regolare i pagamenti in valuta digitale USDC può aiutare Crypto.com e altre realtà crypto-native a disegnare modelli di business completamente nuovi senza bisogno di valute tradizionali (fiat) nei loro flussi di tesoreria e di liquidazione dei pagamenti.

Gli aggiornamenti dell’infrastruttura di tesoreria di Visa e l'integrazione con Anchorage rafforzano inoltre la capacità di Visa di supportare direttamente le nuove valute digitali delle banche centrali (CBDC) man mano che emergeranno in futuro.


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Prestiti online, oltre un terzo dei siti Ue potenzialmente irregolare

Pubblicati dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori i risultati del censimento di 118 siti di credito al consumo: nel 36% dei casi, diritti degli utenti a possibile rischio per mancanza di informazioni chiare e complete.

Le informazioni standard nel settore della pubblicità online per il credito al consumo, veicolate tramite tablet o smartphone, rispettano le norme dell’Ue in materia di protezione dei consumatori? È la domanda cui ha tentato di rispondere la revisione a livello dell’Ue di 118 siti online di credito al consumo, i cui risultati sono stati resi noti oggi dalla Commissione europea e dalle autorità nazionali per la tutela dei consumatori.

Dall’indagine è emerso che più di un terzo (36 %) dei siti web oggetto dell’indagine violava potenzialmente il diritto dei consumatori dell’Ue. Mancavano o non erano chiare informazioni fondamentali quali il costo del credito, i tassi di interesse o l’obbligo di assicurazione. Inoltre, i siti web non sempre menzionano eventuali misure straordinarie nel quadro della pandemia di Covid-19 che possono sortire un impatto sul credito al consumo (ad esempio, la possibilità di richiedere un periodo di rimborso per gli anticipi). Le autorità nazionali responsabili della tutela dei consumatori daranno seguito ai casi di potenziali irregolarità segnalati.

“Su Internet proliferano le offerte di prestiti veloci, commenta Didier Reynders, Commissario per la Giustizia. Anche se sono spesso convenienti per i consumatori, riteniamo che circa un terzo di queste offerte non contenga adeguate informazioni per i consumatori. Ma alla luce della crisi della Covid-19 il diritto all’informazione è diventato ancora più importante. Ai sensi del diritto dell’Ue, i consumatori hanno diritto a informazioni complete e chiare sui costi e sulle condizioni dei contratti”.


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Preventivo per un prestito online: quanti click servono?

AppQuality ha testato la procedura digitale di Agos, Cofidis, Compass, Fiditalia, Findomestic, Pitagora, Prestitalia, Sigla Credit e Younited Credit per verificare quanti click servono per visualizzare un preventivo di un prestito online. Risultato? In media pochi, e meno sono migliore è la customer experience

“Trasformazione digitale” è ormai diventata quasi una buzzword: tutti vogliono presentarsi digitali e al passo con i tempi, specialmente in settori accusati di essere “rimasti indietro”. Ma qual è lo stato reale delle cose?

AppQuality ha così testato la procedura digitale delle nove compagnie di credito più popolari.

I prestiti per liquidità (o personali) rappresentano il 30% del totale in Italia (il restante 70% sono prestiti finalizzati). Nel primo trimestre del 2021 l’età media di chi ha richiesto un prestito è di 42 anni.

Preventivo per un prestito online: non solo click ma anche user experience
Per enfatizzare come il numero dei click non sia l’elemento unico sul quale basare l’usabilità del sito (o app), per questa ricerca AppQuality ha preso in considerazione anche altre variabili.

Nel caso del preventivo del prestito online sono stati valutati, oltre al numero dei click:

  • soddisfazione
  • usabilità
  • design
  • capacità informativa
  • affidabilità

Come è stata svolta la ricerca
Nella settimana tra il 24 e il 31 marzo, la comunità di tester di AppQuality ha richiesto il preventivo gratuito di un prestito online su nove delle società di credito più famose in Italia, contando il numero di click necessari al raggiungimento dell’obiettivo.

I tester hanno svolto la procedura online di richiesta di un preventivo sui siti di Agos, Cofidis, Compass, Fiditalia, Findomestic, Pitagora, Prestitalia, Sigla Credit e Younited Credit. Alla fine del processo hanno risposto a un questionario di User Experience.

La ricerca è stata svolta secondo i seguenti criteri:

  • I click sono stati contati partendo dalla homepage del sito specifico (una volta che il tester ha individuato la via più veloce per arrivare al processo di richiesta prestito);
  • il conteggio è terminato con la visualizzazione del preventivo per le aziende che lo permettevano, mentre con l’invio della richiesta di preventivo per quelle che intendevano procedere con un secondo step telefonico;
  • i risultati riportati (sia dei click che le altre variabili) costituiscono la media dei risultati di più tester;
  • la compilazione dei singoli campi anagrafici è stata conteggiata come un click. Non sono stati conteggiati quelli per selezionare eventuali suggerimenti di compilazione;
  • sono stati conteggiati solo i click per la compilazione di dati obbligatori, eventuali informazioni extra non obbligatorie, non sono state conteggiate;
  • la ricerca è focalizzata sul numero di click necessari per richiedere un preventivo, non tiene in considerazione il tempo impiegato per il raggiungimento dell’obiettivo;
  • la ricerca è terminata alla visualizzazione del primo preventivo (per chi lo permetteva) o con la conclusione del processo di richiesta online; questo significa che non è stata verificata la fase di approvazione o accettazione del prestito;
  • per le società che permettono una fast quotation (quindi senza l’inserimento di documenti di verifica) il conteggio si è fermato comunque alla visualizzazione di un preventivo.

Preventivo per un prestito online: quanti click?
Innanzitutto, non tutti i siti analizzati permettono di arrivare alla visualizzazione del preventivo del prestito.

Per quelli che lo permettono, il numero di click necessari è apparentemente poco uniforme tra le aziende incluse nello studio. Lo standard sembra essere pochi click (tra i 3 e poco più di 10) e solo due eccezioni arrivano a 16 e 32.

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Per alcune aziende, prima di arrivare alla visualizzazione del preventivo online è necessario un passaggio telefonico. In questa categoria figurano: Prestitalia, Pitagora e SiglaCredit.

È vero che meno click = meno dati da inserire, ma questi ultimi potrebbero essere richiesti in una seconda fase anche da quelle finanziarie che permettono una fast quotation.

Al contrario di quanto è successo in altre challenge, dove più click significavano (o potevano essere interpretate come) una maggiore sicurezza o personalizzazione, qui il numero dei click è risultato inversamente proporzionale alla qualità dell’esperienza percepita. Un maggior numero di click, infatti, corrisponde a una minore soddisfazione dell’utente e usabilità. Allo stesso tempo, un numero alto di click non sembra essere relazionato alla percezione di affidabilità e di capacità informativa del sito. Per comprendere se effettivamente i valori sono collegati e quindi se c’è effetto di causalità, però, servirebbe uno studio apposito (un Customer Journey Test) del processo proposto da ogni singola compagnia.

Il numero dei click, quindi, è solo un primo dato numerico di analisi, ma la riflessione da fare è molto più amplia, come si può vedere dalle tante altre variabili che sono state incluse nello studio.

Se l’età media del target delle richieste di preventivi online si sta alzando, la semplicità assume un valore ancora più alto vista la minor digitalizzazione e una più probabile sfiducia nella rete. La soluzione è quindi quella di focalizzare l’attenzione sul funnel di conversione e sulla sua ottimizzazione (a prescindere dal numero di click).

Nel rendere questo processo user-centrico è fondamentale non dimenticarsi proprio dell’utente finale. Sin dalla fase di design fino al post-rilascio, portare il cliente reale o il prospect all’interno del processo è senza dubbio il metodo più efficace per migliorare l’usabilità, l’esperienza d’uso e la soddisfazione.


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“Risolvi il tuo Debito”: arriva in Italia la DebtTech che aiuta i debitori con il machine learning

Arriva in Italia, con il nome “Risolvi il tuo Debito”, la DebtTech “Resuelve tu Deuda”, prima riparatrice del credito dell’America Latina, nata per contrastare il problema del sovraindebitamento dei privati e diffondere la cultura del risparmio, per aiutare i cittadini che non riescono a saldare i propri debiti a estinguerli con le proprie risorse.

Dal 2009 la DebtTech ha aiutato più di 250mila persone in America Latina e in Europa, ottenendo riduzioni fino al 70% dei debiti gestiti. Nel 2021 prevede di assistere circa 1.200 debitori e di assumere 70 profili con competenze commerciali, tecniche e legali.

Il DebtTech è un ramo del fintech che applica l’innovazione digitale alla gestione e riparazione dei debiti privati. Risolvi il tuo Debito fornisce consulenza legale e finanziaria ai cittadini per aiutarli a liquidare i debiti generati da prestiti al consumo, carte di credito, prestiti garantiti senza mutuo e crediti commerciali richiesti a titolo personale, senza ricorrere ad altri prestiti e senza consolidare o ristrutturare il debito. Utilizza strumenti di Big Data e Machine Learning per analizzare caratteristiche, profilo di rischio e numero di debiti del debitore, e con queste informazioni elabora un piano di risparmio personalizzato e sostenibile, basato sulle possibilità finanziarie dell’utente.
Allo stesso tempo, si occupa di rinegoziare il debito con le istituzioni finanziarie, ottenendo sconti fino al 50% sulla posizione da saldare.
L’intero processo, dal momento in cui l’utente entra in contatto con Risolvi il tuo Debito fino alla liquidazione del debito, è al 100% digitale: la consulenza, le operazioni, la negoziazione e la conclusione del piano si possono svolgere in remoto.

“Aiutiamo le persone a uscire da una situazione di debito che da soli non riescono ad affrontare, offrendo loro una seconda opportunità per riconquistare la propria libertà finanziaria” spiega Cristina Cervantes, Country Manager di Risolvi il tuo Debito. “Promuoviamo una migliore educazione finanziaria e una cultura del risparmio per trasmettere ai nostri utenti l’importanza di una corretta pianificazione e disciplina finanziaria, permettergli di uscire dai debiti con i propri mezzi ed evitare che ricadano nella stessa situazione di eccessivo indebitamento. Diffondere la cultura del risparmio e del pagamento va a beneficio anche delle istituzioni finanziarie, che col nostro intervento recuperano crediti che altrimenti non avrebbero potuto riscuotere”.

“Abbiamo scelto l’Italia perché, con un portafoglio di crediti al consumo che vale oltre 117 miliardi di euro e una penetrazione pari al 33% della popolazione potenzialmente può essere il secondo mercato più importante per noi, dopo la Spagna. Ma vogliamo anche avere un impatto positivo nel paese, investendo nei suoi talenti e portando una soluzione a chi si trova in difficoltà a causa dei debiti: nel 2021 prevediamo di assumere 70 persone con competenze commerciali, legali e tecniche e di assistere 1.200 debitori”.

L’azienda è nata sui banchi dell’Università di Stanford dall’idea di due studenti messicani, Javier Velazquez e Juan Pablo Zorrilla, è stata la prima riparatrice del credito in Messico e la prima DebtTech in America Latina.
In poco più di dieci anni è diventata la più grande realtà del suo settore in America Latina e in Europa, espandendosi in Colombia, Argentina, Portogallo e Spagna, dando lavoro a più di 1.200 dipendenti e contribuendo a saldare oltre 200mila debiti, per un totale di circa 320 milioni di euro gestiti. Nel 2019 è stata riconosciuta dall’Università di Stanford come caso Fintech di successo nei mercati emergenti.
All’inizio del 2021, Resuelve tu Deuda ha ottenuto un investimento di 24 milioni di dollari da parte di Vulcan Capital, la società di investimenti di Vulcan Inc. (la compagnia fondata dal filantropo e co-fondatore di Microsoft Paul G. Allen) e da Freedom Financial Network, il più grande fornitore di servizi di riparazione del credito negli Stati Uniti, che utilizzerà per posizionarsi nel mercato italiano e per sostenere la sua crescita in Europa e in America Latina, dove punta a entrare anche in Brasile entro la fine del 2021. Complessivamente ha raccolto 50 milioni di dollari di investimenti negli ultimi dodici mesi.


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Assegni al sicuro con la blockchain in cloud, così il digitale “blinda” le transazioni

Il progetto vede in campo MoneyTec, Banca Progetto e Aws: la piattaforma AssegnoCerto consente la piena tracciabilità e può essere utilizzata anche per i circolari e i Fad.

AssegnoCerto: questo il nome dell’innovativo progetto presentato da MoneyTec, piattaforma digitale nata due anni fa con l’obiettivo di diventare un punto di riferimento nella blockchain, Banca Progetto, banca digitale specializzata in servizi per le piccole e medie imprese italiane e per la clientela privata, e Amazon Web Services (Aws), la piattaforma cloud più completa e ampiamente adottata al mondo.

AssegnoCerto è ad oggi il sistema più evoluto e sicuro di gestione degli assegni bancari, dei circolari e dei Fad, grazie all’uso della blockchain e all’infrastruttura cloud di Aws, che soddisfa i più alti livelli di sicurezza, conformità e protezione dei dati. Garantendo infatti la massima privacy delle informazioni gestite su blockchain privata di sistema bancario, il nuovo strumento permette la circolarità delle informazioni per le banche aderenti al servizio (a regime il sistema consentirà la consultazione dei dati e delle immagini digitali di tutti gli assegni emessi e da incassare) e infine assicura una maggiore cooperazione tra le banche finalizzata ad evitare rischi e frodi.


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Supply chain finance, in Italia giro d’affari da 120 miliardi. Ma il potenziale è ben più alto

In rapido aumento l’adozione di soluzioni innovative. Secondo le stime dell’Osservatorio della School of Management del Polimi è stato sfruttato appena il 24-27% su 450-490 miliardi. Reverse Factoring e Confirming al top, crollano i sistemi tradizionali.

L’emergenza dà l’assist alle soluzioni innovative per liquidità e supporto alla filiera anche per le piccole imprese. Lo rivela la ricerca dell’Osservatorio Supply Chain Finance della School of Management del Politecnico di Milano – presentata al convegno online “Crisi, liquidità e filiere: il vaccino si chiama Supply Chain Finance” – secondo cui il mercato servito da soluzioni di Supply Chain Finance nel 2020 si assesterà intorno ai 120 miliardi di euro, pari al 24%-27% del potenziale da 450-490 miliardi di euro. Un trend, rileva il report, destinato a “esplodere”.

Innovazione a supporto della crisi di liquidità
“Il Supply Chain Finance è oggi sempre più uno strumento manageriale a supporto delle filiere, una leva strategica delle imprese per una migliore gestione del rischio e un aumento della resilienza – dice Federico Caniato, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance –. Nella gestione della pandemia, è stato applicato spesso oltre il primo livello di fornitura, dimostrandosi strumento importante per supportare la crisi di liquidità, finanziando anche ordini o scorte”.

Una svolta destinata a svilupparsi ulteriormente anche in futuro. Ma attenzione, avverte Caniato: “L’introduzione di soluzioni richiede un’attenta gestione del cambiamento in azienda, per le relazioni da gestire e formalizzare con molti attori diversi. Ed è fondamentale migliorare la sinergia con il processo di gestione del rischio, perché è ancora alto il numero di imprese che utilizza il Supply Chain Finance esclusivamente per ottimizzare il capitale circolante”.

“Nel 2020 le soluzioni di Supply Chain Finance hanno giocato un ruolo importante anche per supportare le imprese esportatrici colpite dal Covid – spiega Antonella Moretto, Direttore dell’Osservatorio Supply Chain Finance -. Hanno superato i confini geografici, ma anche quelli dimensionali e di lontananza nella filiera: durante la pandemia, sono state sviluppate soluzioni Deep-Tier Financing per servire l’intera supply chain, a valle e a monte, portando sollievo finanziario a chi maggiormente ne ha bisogno. La sfida ora è aumentare il livello di consapevolezza e passare da una gestione della catena a una vera e propria gestione dell’ecosistema”.

Nel 2019, prima dell’emergenza Covid, il mercato potenziale del Supply Chain Finance in Italia era pari a 505 miliardi di euro (+2,4% sul 2018), di cui soltanto il 29% servito, per un totale di 146 miliardi di euro, a conferma di ampi margini di miglioramento. Risultavano in contrazione l’Anticipo fattura, forma di finanziamento che prevede l’anticipo da parte di un operatore finanziario di una o più fatture non ancora riscosse (-3,4%, 65 miliardi di euro) e il Factoring tradizionale, la cessione di crediti commerciali vantati da un’azienda verso la propria clientela (-1,4%, 60 miliardi di euro).

Mentre erano in crescita tutte le soluzioni innovative come l’Invoice Trading, il “marketplace” per l’anticipo fattura che consente a terzi di investire su fatture con un meccanismo di asta (+100%, 250 milioni di euro), il Dynamic Discounting, il pagamento anticipato da parte del cliente a fronte di uno sconto proporzionale ai giorni di anticipo (+100%, 200 milioni), il Confirming, il debitore autorizza il factor a pagare i propri fornitori e a gestire i debiti commerciali (+40%,700 milioni).

Più contenuta ma rilevante, la crescita della Cartolarizzazione (+5,8%, 9 miliardi di euro), del Reverse Factoring (+9,8%, 6,7 miliardi), della Carta di Credito virtuale (+5,5%, 3,2 miliardi), stabile il mercato della Cessione dei Crediti Futuri (1 miliardo). Dei 359 miliardi di euro di Crediti Commerciali non serviti da soluzioni di Supply Chain Finance, il 25% (circa 91 miliardi) erano coperti da Assicurazione del Credito, uno strumento sempre più usato dalle imprese per gestire i rischi derivanti dalle transazioni commerciali, lasciando un mercato di 268 miliardi di euro potenzialmente assicurabile o finanziabile.

L’Osservatorio stima un mercato potenziale del Supply Chain Finance tra 450 e 490 miliardi di euro, con una contrazione di 15 e 55 miliardi di euro rispetto all’anno precedente, coerente con la congiuntura economica (visto il calo complessivo dei fatturati delle imprese italiane fra il 10% e il 12%). Il valore esatto dipenderà dalle performance di incasso e pagamento delle imprese nel 2020. I dati preliminari indicano che il mercato servito da soluzioni di Supply Chain Finance nel 2020 si assesterà intorno ai 120 miliardi di euro, pari al 24%-27% del potenziale, con un’evidente crescita delle soluzioni innovative e un brusco calo di quelle tradizionali.

Nello specifico, si evidenzia un crollo dell’Anticipo Fattura, che nel 2020 perde il primato di soluzione di Supply Chain Finance più utilizzata, scendendo a quota 44 miliardi di euro con calo del 33% rispetto al 2019. Fatica anche il Factoring diretto (55 miliardi, -8% sul 2019), che risente del calo dei volumi transati nei mesi di picco della pandemia e la preferenza verso soluzioni più orientate alla filiera. Crescono le soluzioni innovative come il Reverse Factoring (7,5 miliardi di euro, +13%) e il Confirming, (800 milioni di euro, +7%), ma anche Invoice Trading (300 milioni di euro +20%) e Dynamic Discouting (100 milioni, +500%). Secondo le stime, le soluzioni innovative coprono oggi tra il 4 e il 5% del mercato potenziale del Supply Chain Finance del 2020, in espansione costante negli ultimi anni (rappresentavano meno dell’1% nel 2015).

L’ecosistema delle start-up
A fine 2020 137 startup compongono l’ecosistema mondiale del Supply Chain Finance, capaci di raccogliere finanziamenti complessivi per 2 miliardi di dollari negli ultimi 5 anni, un risultato importante per un settore considerato una nicchia del mondo fintech. La maggior parte ha sede in Europa (48), Asia (45) e Nord America (28). Metà opera solo nel proprio contesto nazionale (46%), il 24% estende la sua offerta a livello continentale e il 30% a livello globale. Le soluzioni più offerte sono Invoice Trading (29 startup) e Reverse Factoring (28), ma si notano anche numerosi servizi complementari come valutazione del rischio (17), servizi di pianificazione finanziaria e tesoreria (11), di credit collection (9) o di assicurazione del credito (2). La tecnologia digitale più utilizzata è l’Inteligenza artificiale (37%), seguita da Application Programming Interfaces (25%) e Blockchain (16%).

La vendita a credito negli ultimi anni è diventata uno strumento commerciale fondamentale anche a livello internazionale, i cui rischi possono essere mitigati da apposite soluzioni di Supply Chain Finance. Ma le imprese italiane le conoscono poco: il 54% delle imprese esportatrici italiane non le conosce, il 22% le usa soltanto nel mercato nazionale e solo il 24% le impiega nelle operazioni di export.

Le soluzioni di Supply Chain Finance più utilizzate sono quelle tradizionali, come la lettera di credito (50%), l’assicurazione del credito (48%), l’anticipo all’esportazione (44%). Solo il 14% usa spesso il Forfaiting (cessione da un esportare a un istituto finanziario di titoli di credito commerciali ricevuti da un importatore come pagamento di beni strumenti o servizi), l’8% l’Export Factoring (il factoring con l’aggiunta della gestione e copertura del rischio sui crediti da esportazione) e il 4% l’Invoice Trading.

Nonostante questo, le soluzioni di Scf hanno aiutato le imprese esportatrici a diminuire l’impatto negativo della pandemia: per il 25% hanno contribuito a stabilizzare o aumentare il fatturato estero, per il 22% hanno aiutato a riavviare le attività localmente e all’estero. Inoltre, il Supply Chain Finance ha permesso di migliorare la gestione dei processi interni e le relazioni di filiera.


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Carrefour-viafintech, il prelievo di contante si fa alla cassa del supermercato

Il servizio viacash permetterà ai consumatori di depositare e prelevare contanti dal proprio conto corrente direttamente dalla propria applicazione di mobile banking in tutti i 409 negozi a gestione diretta Carrefour Italia

Una modalità innovativa per ritirare i contanti, in un mondo in cui i bancomat e gli sportelli bancari sono sempre più rari: a questa logica risponde l’accordo siglato tra viafintech, operatore della principale infrastruttura digitale di deposito e prelievo contanti in Europa e l’attore della GDO Carrefour Italia. Grazie a questa partnership, oltre 2 milioni di italiani, ovvero i clienti delle banche attualmente integrate con viafintech e operanti in Italia (e.g., N26, Hype, bunq) potranno depositare e prelevare contanti dal proprio conto corrente direttamente dalla propria applicazione di mobile banking in tutti i 409 negozi a gestione diretta Carrefour Italia. Il funzionamento di questo servizio di deposito e prelievo, conosciuto come viacash, prevede che innanzitutto che il cliente acceda alla propria applicazione di mobile banking. Qui viene definito il tipo di operazione (prelievo o deposito) e l’ammontare della stessa. Una volta conferma la transazione, viene visualizzato un codice a barre, che dovrà essere mostrato alla cassa del supermercato per effettuare il deposito o il prelievo di contante.

Da notare che il servizio viacash può anche essere integrato in tutti i processi che necessitino di erogazione o incasso di denaro contante. Per esempio, oltre al suo utilizzo nel settore bancario, viacash può essere utilizzato per i pagamenti di rimborsi o premi assicurativi, così come per i pagamenti su piattaforme di e-commerce o società di servizi pubblici.  Secondo viafintech il servizio assicura vantaggi anche per i retail partner, che possono beneficiare di un incremento del traffico presso i propri punti vendita e di una maggiore fidelizzazione della clientela, fornendo un servizio aggiuntivo in aree completamente nuove, come ad esempio quella bancaria.  Analogamente le banche integrate con viafintech beneficiano in termini di mantenimento o aumento della prossimità territoriale verso i loro clienti con un processo totalmente digitale.


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Revolut Business punta sui QR code come strumento di pagamento

Gli esercenti convenzionati possono utilizzare la loro app Revolut Business per generare un QR code che il cliente può scansionare con la fotocamera del telefono, così da effettuare i pagamenti

I QR code come soluzione per consentire i pagamenti nel rispetto del distanziamento sociale:  questa la novità introdotta da Revolut Business, che punta a rendere ancora più semplice per le aziende l’accettazione dei pagamenti in modo immediato e di persona. Questa funzionalità touch-free consente pagamenti immediati utilizzando una connessione Internet, che permette agli esercenti di verificare che il pagamento sia andato a buon fine in presenza del cliente. Gli esercenti possono utilizzare la loro app Revolut Business per generare un QR code che il cliente può scansionare con la fotocamera del telefono, mantenendo così la distanza di sicurezza. Il cliente riceverà un messaggio che gli consentirà di scegliere tra Apple Pay, Visa o Mastercard e potrà quindi completare il pagamento dal proprio dispositivo iOS o Android. Un ulteriore vantaggio è rappresentato dal fatto che l’intera soluzione per funzionare ha bisogno soltanto dell’app Revolut Business, senza dover acquistare nessun dispositivo aggiuntivo. Per abilitare i QR code, gli esercenti Revolut Business devono aggiornare la loro app almeno alla versione 2.28 nello store iOS o Android.

La soluzione è già disponibile nei seguenti Paesi: Italia, Regno Unito, Austria, Belgio, Francia, Danimarca, Germania, Irlanda, Paesi Bassi, Polonia, Portogallo, Spagna, Svezia, Bulgaria, Croazia, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Grecia, Ungheria, Lituania, Lussemburgo, Norvegia, Slovacchia e Slovenia.


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Instant payment fino a 100mila euro: un accordo Sia-Fidor Solutions li abilita in Europa

Lanciato un nuovo servizio della fintech con sede a Monaco: grazie alla piattaforma digitale della società controllata da Cdp Equity, le istituzioni finanziarie europee avranno ora la possibilità di trasferire denaro in tempo reale fino a 100mila euro

Permettere alle istituzioni finanziarie europee e ai loro clienti di inviare e ricevere pagamenti in meno di 10 secondi, 24 ore al giorno e 365 giorni all’anno, per un importo massimo attualmente fissato a 100mila euro per singola transazione, in linea con lo schema Sepa Instant credit transfer. E’ il risultato reso possibile da oggi in Germania e in altri Paesi europei dall’intesa di collaborazione siglata fra Fidor Solutions, società controllata al 100% da Sopra banking software, e Sia, azienda europea leader nel settore dei servizi e delle infrastrutture di pagamento controllata da Cdp Equity.

Fidor Solutions conferma così la propria vocazione innovativa offrendo il servizio di instant payment, in collaborazione con Sia, che consente l’accesso diretto al sistema pan-europeo per i pagamenti in tempo reale RT1 di Eba Clearing e al servizio Target Instant payments settlement (Tips) dell’Eurosistema (la Bce e le banche centrali nazionali dell’Eurozona).

La piattaforma digitale “Sia EasyWay” utilizzata da Fidor Solutions opera come un “hub”, semplificando l’integrazione degli instant payment con i sistemi interni delle istituzioni finanziarie, riducendo quindi costi e tempi di attivazione del servizio. Ciò è reso possibile da un servizio integrato tra Fidor Solutions e Sia che copre l’intera catena di valore dei pagamenti: dall’ordine attraverso tutti i canali utilizzati dalle banche e dai payment service provider – ad esempio mobile, web e Api – alla gestione ed elaborazione delle transazioni, fino ai collegamenti di rete con innovative infrastrutture di pagamento scalabili e on demand.


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Cresce la domanda di crypto-carte di pagamento

La nuova ondata di popolarità delle cryptovalute sta spingendo la domanda di carte di pagamento collegate alle cryptovalute.

Secondo i dati diffusi in UK da Crypto Parrrot, a livello globale le ricerche su Google per le parole chiave “crypto debit card” sono cresciute del 194,1% negli ultimi 12 mesi. Un interesse che varia di Paese in Paese. Non proprio rassicurante il forte interesse per il tema in Nigeria, al top della classifica, seguita dall’Australia. Gli USA sono al quinto posto.

Interesse correlato a quello per il trading
L’interesse per le crypto-carte su Google ha iniziato a crescere dal 2018, quando alcuni provider hanno lanciato i loro servizi sul mercato, non sempre con ottimi risultati. E l’interesse per le crypto-carte è, come prevedibile, direttamente correlato all’andamento delle cryptovalute sui portali di trading.

Accettare pagamenti in bitcoin si può
La diffusione di carte di pagamento che consentono di spendere valute crypto viene ritenuta un passo importante per trasformare questi asset digitali in strumenti di pagamento utilizzabili nel mondo reale: già oggi alcuni acquirer permettono ai negozi di accettare pagamenti in bitcoin, che vengono però immediatamente convertiti in valuta fiat.

Il cliente spende crypto, il merchant incassa invece euro, dollari o altro. Un buon modo per aggirare anche eventuali dubbi normativi sullo status, anche fiscale, delle cryptovalute.


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SwatchPay! sale a bordo del circuito Nexi

SwatchPAY!,  il servizio di pagamento contactless tramite orologi Swatch, beneficerà in Italia del supporto di Nexi: grazie a un accordo di partnership che è stato appena siglato, le 150 banche partner di Nexi potranno offrire SwatchPAY! a disposizione dei propri clienti, comprese quelle presenti su circuito VISA (e non soltanto Mastercard).

SwatchPAY! consente di pagare in tutti i negozi dotati di un POS contactless, più del 75% degli esercizi commerciali in Italia, in modo semplice: è sufficiente avvicinare l’orologio al POS e inserire il PIN della carta quando richiesto. L’energia necessaria per l’operazione viene fornita dal terminale, consentendo così di effettuare il pagamento senza usare la batteria dell’orologio. Per attivare il servizio è sufficiente associare la propria carta Nexi all’orologio Swatch, operazione che può essere effettuata in qualunque Swatch Store, online su swatch.com contestualmente all’acquisto di un modello SwatchPAY! oppure, per i clienti dotati di uno smartphone Android, tramite l’app SwatchPAY!


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Facebook Pay: in arrivo gli scambi P2P negli USA. C'è anche il Pay by Link

Facebook apre ufficialmente ai pagamenti digitali? L’indiscrezione arriva direttamente dagli Stati Uniti dove alcuni utenti hanno visto aggiunta la funzione “Scan” sulla finestra di Facebook Pay. Una volta cliccata la finestra, gli utenti possono scansionare il QR code di un amico, selezionare un importo da inviare, o richiedere, e quindi effettuare il pagamento.

Sempre nella medesima schermata, gli utenti possono anche richiedere un link personalizzato che consente di pubblicare il proprio indirizzo di pagamento anche al di fuori della piattaforma di Facebook. Unico requisito, gli utenti devono avere almeno 18 anni e possedere una carta di debito Visa o Mastercard, un account PayPal o una carta prepagata supportata.

Secondo diversi commenti online, questo è un nuovo tentativo del colosso americano di approdare nel mondo fintech. Per inciso la funzione non rimanda direttamente a Novi, il cryptocurrency wallet del social network, ma è una semplice funzionalità per i mobile payments P2P.  Notizia confermata da un portavoce di Facebook al portale TechCrunch.

Lanciata nel 2019, Facebook Pay trae direttamente ispirazione dal modello fintech di WeChat, il gigante della messaggistica cinese di proprietà Tencent. In un periodo in cui ristoranti, negozi e persino le aziende di servizi, cercano un modo per accettare i pagamenti mantenendo una distanza di sicurezza dai loro clienti, i codici QR si stanno rapidamente affermando come la risposta a queste nuove esigenze. Novità in Occidente, ma pura quotidianità in Cina. Da oltre 10 anni i colossi fintech del Dragone hanno introdotto questi QR code, un’invenzione qui i big tech occidentali stanno prendendo sempre più ispirazione. Già nell’estate 2020 PayPal introdusse questa funzione affermando che sarebbe stata “l’arma vincente per consumatori e commercianti per fare transazioni in denaro in totale sicurezza”. Ed ora è arrivato il momento di Facebook.


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Stripe fa le carte. Attiva in Europa Stripe Issuing

Stripe Issuing arriva in Europa, Italia compresa. Con questa nuova business unit, Stripe consente agli utenti di creare, gestire e distribuire carte di pagamento fisiche e digitali, dando alle imprese maggiore controllo sulle proprie spese.

Le carte create con Stripe possono essere controllate tramite le API di Issuing, che permettono di impostare massimali di spesa dinamici e regole avanzate, bloccare determinate categorie commerciali e gestire autorizzazioni in tempo reale per ogni transazione.

Le imprese possono scegliere il design delle proprie carte brandizzate nella Dashboard di Stripe, che gestirà invece la produzione, l’emissione e la spedizione delle stesse. Le carte virtuali possono essere create istantaneamente, mentre quelle fisiche vengono emesse e consegnate in due giorni lavorativi.

Stripe Issuing opera già negli Stati Uniti su larga scala, e nel suo primo anno di attività ha processato pagamenti per diversi miliardi di dollari, per migliaia di imprese e milioni di utenti.

Aziende come Klarna, Ramp e Flexshopper, che dispongono di programmi di card-issuing già esistenti, hanno siglato nuovi accordi con Stripe.


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Arriva cEUR, la criptovaluta ancorata all’euro

Celo, l’ecosistema basato su blockchain open source che permette a chiunque abbia uno smartphone di fare operazioni monetarie, lancia una stablecoin, ossia una criptovaluta stabile, ancorata all’euro: cEUR, Celo Euro. La nuova stablecoin Celo Euro (cEUR) sarà disponibile sulla piattaforma nelle prossime settimane.

Dopo il lancio di Celo Dollar (cUSD) lo scorso anno, questa è la seconda importante pietra miliare nello sviluppo dell’ecosistema Celo. Anche con cEUR, così come con cUSD, gli utenti possono trasferire denaro più velocemente, in modo più economico e più facile sul proprio smartphone, inoltre le stablecoin di Celo sono supportate da più asset crittografici nella Celo Reserve, inclusi Bitcoin ed Ethereum.

Il lancio di Celo Euro consente agli utenti di smartphone di inviare, ricevere e scambiare stablecoin Celo in modo affidabile, utilizzando la blockchain Celo, e in pochi secondi. Con Celo è possibile effettuare rimesse peer-to-peer a basso costo tra numeri di smartphone, o includendo nel processo operatori di cash-in e cash-out.

Gli utenti di Celo beneficiano di un’elevata velocità di transazione con tempi di blocco di 5 secondi e commissioni di transazione molto basse, inferiori a 1 centesimo.

Avere sia le stablecoin cEUR che cUSD offre anche un supporto più ampio, non solo per gli sviluppatori interessati a costruire su Celo, ma anche per i gestori di telefonia mobile e altre organizzazioni partner che stanno cercando di introdurre metodi innovativi a vantaggio dei propri clienti usando denaro digitale e prodotti e servizi basati su blockchain.


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PayPal annuncia il via ai pagamenti con le criptovalute

PayPal ha annunciato il lancio di “Checkout with Crypto”, una nuova funzionalità che espande in modo significativo l’utilità della criptovaluta.

Disponibile in milioni di attività online globali e in continua espansione nei prossimi mesi, i clienti PayPal con partecipazioni in criptovaluta negli Stati Uniti potranno scegliere di effettuare il check-out con criptovaluta senza problemi all’interno di PayPal al momento del pagamento.

Basandosi sulla capacità di acquistare, detenere e vendere criptovaluta con PayPal, i clienti che utilizzano Checkout con Crypto possono effettuare il check-out in modo sicuro e semplice, convertendo le posizioni in criptovaluta in valuta fiat al momento del pagamento, con certezza del valore e senza costi di transazione aggiuntivi. Checkout con Crypto apparirà automaticamente nel portafoglio PayPal al momento del pagamento per i clienti con un saldo di criptovaluta sufficiente per coprire un acquisto idoneo.

I clienti potranno selezionare la loro criptovaluta preferita: Bitcoin, Litecoin, Ethereum o Bitcoin Cash, a seconda di ciò che detengono con PayPal e dei saldi disponibili in ciascuna criptovaluta. È possibile utilizzare un solo tipo di valuta per ogni acquisto. Una volta che il cliente conferma l’acquisto, la criptovaluta viene convertita in valuta fiat da PayPal per conto del cliente e la transazione è completata. Il cliente riceverà un record sia della vendita di criptovaluta, sia dell’articolo acquistato.

PayPal non addebita alcuna commissione di transazione per il checkout con criptovaluta.