Newsletter #5

maggio 2020

22 articoli
51 min totali
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Dal fintech cinque lezioni alle banche

A elaborarle lo studio ‘The future of SME lending: What banks can learn from FinTech’, realizzato da Boston Consulting Group in collaborazione con il Politecnico di Milano. 

‘The future of SME lending: What banks can learn from FinTech’: questo il titolo dell’ultimo studio realizzato da Boston Consulting Group (BCG) in collaborazione con il Politecnico di Milano. Lo studio, che si è interrogato sulle lezioni che il fintech può offrire oggi al mondo bancario, è stato presentato nel corso di un evento dedicato, ‘Il futuro del credito nell’era digitale’, cui hanno partecipato Corrado Passera, Ceo di illimity; Ignazio Rocco di Torrepadula, fondatore e Ceo di Credimi; Christian Nothacker, Ceo di PrestaCap; Valentino Pediroda, Ceo e founder di modeFinance; Raj Muppala, Ceo di AInfinity, e Marco Giorgino, Full professor del Politecnico di Milano.

Al centro le opportunità create dalla trasformazione del settore finanziario, che oggi sta assistendo all’affermazione di nuovi modelli di business, di soluzioni intelligenti basate su process automation e data analytics, e di nuovi attori come fintech e challenger bank. Il risultato dello studio è sintetizzabile in cinque lezioni per una delle attività più tradizionali per il mondo bancario, il credito, soprattutto nei confronti di Piccole e medie imprese.

Lezione 1: Ridurre la complessità. Value proposition semplici e mirate a segmenti di clientela selezionati possono generare, infatti, interessanti profitti.

Lezione 2: Manualità al minimo. Grazie alle soluzioni STP (Straight-Through Process) integrate il FinTech è riuscita a tagliare in modo significativo i tempi di approvazione.

Lezione 3: Basta con lo scetticismo. Attraverso un uso innovativo dei dati le fintech sono riuscite ad accorciare il processo decisionale, migliorando l’accuratezza dei modelli di valutazione del rischio.

Lezione 4: Sfruttare al massimo le nuove tecnologie. Con un solo click si possono ricavare insight creditizi.

Lezione 5: Le FinTech utilizzano infrastrutture It basate su moduli, API e Cloud.

“Il mondo del prestito alle imprese è impattato da tecnologie che stanno aprendo nuove opportunità ma, di pari passo, crescono le sfide per gli operatori tradizionali. Il mercato, infatti, è costellato da nuovi player che sfruttano le opportunità offerte dalla tecnologia per guadagnare un vantaggio competitivo rispetto alle banche. Banche che possono, però, sia imparare molto dai nuovi attori che fare leva sulle loro competenze specifiche attraverso partnership e acquisizioni” afferma Matteo Coppola, Managing Director e Senior Partner di BCG, uno degli autori dello studio.

Ovviamente impossibile per le banche tradizionali adottare un modello operativo come quello delle fintech, dal momento che utilizzano una IT legacy per servire un numero maggiore di clienti, con volumi più consistenti e più prodotti. Un freno cui va ad aggiungersi spesso anche la mancanza di talenti digitali che potrebbero, invece, accelerare il percorso di digitalizzazione degli istituti di credito, come sottolineato da autori dello studio come Matteo Coppola, Gennaro Casale, James Mackintosh, Jörg Erlebach, Lucas Du Croo De Jongh e Filippo Fioravanti. Uno scenario che può comunque cambiare, come dimostrano i digital journey di successo realizzati da alcune banche che sono riuscite a fare leva sullo sviluppo interno di iniziative digitali o partnership con fintech selezionate.

Tutti casi di successo accomunati da una strategia digitale chiara, basata su una solida architettura dati, un’infrastruttura IT aperta (basata su API) e una forte volontà di cambiare.


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In Italia si apre l’era dell’insurtech: auto e infortuni i settori in pole

Più ricca l’offerta di assicurazioni che affiancano coperture tradizionali a dispositivi digitali. Si diffonde l’uso di smart contract per attivare le polizze. E nel comparto viaggi la gestione dei sinistri si fa via WhatsApp. I risultati di un report Ivass.

In Italia si apre l’era dell’insurtech. A dimostrarlo l’ultimo report dell’Ivass quasi completamente dedicato all’analisi della trasformazione digitale in atto sul versante dell’offerta ma anche del ruolo chiave che giocano i provider di soluzione tecnologiche. Su questo ultimo aspetto l’Istituto per la Vigilanza sulle assicurazioni rileva come, per modernizzare l’offerta e trasformarla in chiave digitale, sono sempre di più le compagnie che stringono accordi con provider esterni, fornitori di tecnologia e di piattaforme. Tuttavia non mancano casi di chi offre direttamente servizi tecnologici diversi da quelli assicurativi e che scendono in prima linea, investendo per creare loro stesse incubatori di startup dedicati al settore insurance.

Mobilità
Partendo dal comparto mobilità, è sempre più ampia l’offerta di coperture tradizionali affiancate a dispositivi digitali e servizi aggiuntivi risolutori di problemi contingenti che i clienti si trovano a fronteggiare. In alcuni casi sono le norme a stimolare lo sviluppo di offerte assicurative digitali: è il caso della nuova legge in materia di abbandono di minori a bordo che ha visto il proliferare di seggiolini che sfruttano la tecnologia Bluetooth offerti in abbinamento all’rc auto obbligatoria.

Infortuni
Continua nel settore infortuni la diffusione di polizze di breve periodo e di costo contenuto, che si attivano con un click (smart contracts).  “A volte le polizze smart si adattano, ad ombrello, ai nuovi stili di vita arrivando a comprendere, oltre agli infortuni, anche le coperture assicurative per tutti i rischi che ruotano intorno alla sharing economy, alla mobilità sostenibile, alla vita digitale”, spiega Ivass.

Protezione Casa
Anche nelle polizze per la protezione della casa le soluzioni tecnologiche per la prevenzione dei rischi continuano a svilupparsi. Qui i prodotti offerti si configurano come prodotti acquistabili in forma modulare per favorire una maggiore personalizzazione e rispondenza alle necessità specifiche dei clienti.

Protezione dal cyber-rischio
A causa del diffuso utilizzo dei sistemi informatici, si amplia anche il portafoglio di offerta di protezione e tutela assicurativa sul fronte cyber, soprattutto a favore delle piccole e medie imprese maggiormente esposte, ma anche le offerte dedicate alle famiglie. Anche in questo settore la copertura di tale rischio viene garantita dalle imprese di assicurazioni principalmente nell’ambito di prodotti modulari per la casa e la famiglia.

Viaggi
Novità anche nei viaggi dove cresce l’impatto delle coperture di instant insurance acquistabili online.  “La digitalizzazione del settore travel non riguarda però solo la fase di vendita – si legge nel report – anche nell’ambito delle polizze viaggi, come già avviene da tempo per l’rc auto, è iniziata la sperimentazione per la gestione dei sinistri in modalità interamente digitale con interfacce che comprendono anche il canale WhatsApp”.


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Assicurazioni 4.0, nasce l’Italian Insurtech Association

L’organizzazione mira ad accelerare la trasformazione digitale del settore e diffondere la cultura dell’on demand. 

Accelerare la trasformazione digitale nel settore assicurativo per raccogliere l’interesse crescente degli utenti per servizi assicurativi on demand. Con questo intento è stata costituita l’Italian Insurtech Association (IIA), l’associazione che riunisce alcuni dei principali operatori e imprenditori dell’Insurtech italiano.

Seppure gli italiani siano sempre più utilizzatori di servizi digitali – con 12,7 milioni (un terzo della popolazione tra 18 e 74 anni) che hanno utilizzato nel 2019 almeno un servizio fintech e buona parte dell’utenza bancaria opera prevalentemente on line – la diffusione delle assicurazioni digitali è ancora ridotta, nonostante il gradimento degli utenti per l’Insurtech sia elevato, come testimoniano i dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano per cui 9 utenti su 10 mostrano predisposizione per le assicurazioni on demand.

L’Associazione si prefigge di sviluppare e divulgare la cultura della tecnologia Insurtech, con l’obiettivo di divenire punto di riferimento per le istituzioni nel rappresentare le istanze degli associati. In questo senso, l’Italian Insurtech Association conta di poter presto veder aderire tutti gli operatori e broker assicurativi, dai più piccoli alle grandi compagnie, per muoversi come soggetto di primaria rappresentanza verso gli enti di categoria e governativi.

IIA debutta con 45 soci iniziali rappresentativi di tutte le verticali dell’industria insurtech: ai dieci fondatori si sono aggiunti 35 soci tra compagnie assicurative e altri operatori del mercato.


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Finovate Europe 2020: B2B e Customer Experience conquistano il mondo finanziario italiano

Come ogni anno, a febbraio si è tenuta Finovate Europe, la conferenza che dal 2007 riunisce centinaia di attori del mondo finanziario, incumbent e startup, per discutere e confrontarsi sulle innovazioni e i trend Fintech & Insurtech in Europa. Un mercato, quello europeo, se non florido come quelli asiatici, certamente in crescita.

Tra le occasioni di confronto più attese, ogni anno si tengono le demo session, in cui alcune startup selezionate presentano il proprio modello di business e use case interessanti. Anche l’Italia quest’anno è stata rappresentata: delle 52 startup che hanno tenuto una demo session, 3 erano italiane. Si tratta di Altilia, Lokky e OpenTech.

Per capire il sentiment della manifestazione ci siamo confrontati con alcune figure chiave del mondo Fintech italiano.

Anche secondo Giuseppe D’antonio, Responsabile Internet & Mobile Banking di Ubi Banca la partecipazione a Finovate Europe è di grande interesse per un attore consolidato: “Un’ottima vetrina da cui osservare in modo smart, veloce e sintetico le diverse proposte offerte dalle fintech”. “Le più interessanti? Glia, Chatvisor e ITSCREDIT”.

Glia e Chatvisor propongono piattaforme per efficientare la comunicazione tra istituti finanziari e clienti. Glia, tra i vincitori del premio Best of Show, prevede ad esempio un AI Coach durante le telefonate, che suggerisce in real time all’agente la migliore azione o risposta. Chatvisor mette invece l’accento sul Co-Browsing, tramite cui il cliente può condividere lo schermo con il supporto clienti della banca e ottenere supporto in caso di problemi. ITSCREDIT, startup portoghese, offre agli istituti finanziari una piattaforma Omnicanale per gestire il processo di credito e sta sviluppando un’app per permettere la gestione self-service da parte del consumatore.

Le soluzioni B2B per migliorare la Customer Experience degli istituti finanziari sono quindi quelle che hanno colpito di più. Opinione condivisa da Marco Marocco, Head of Channels di Intesa Sanpaolo, secondo cui “anche l’edizione 2020 si è rivelata ricca di informazioni e spunti sui principali trend innovativi in ambito Fintech. Tra le soluzioni più interessanti sicuramente c’è quella di Crayon Data di customer engagement”. Crayon Data è una startup che propone agli istituti finanziari delle API per garantire comunicazioni personalizzate con ognuno dei clienti, sfruttando tutti i canali a disposizione. “Ne vedo in particolare la possibilità di integrazione con le funzionalità di aggregazione open banking” continua Marocco “per creare ingaggi sempre più personalizzanti e rilevanti con i clienti”.

Andrea Lecce, Executive Director Sales & Marketing Privati e Aziende Retail di Intesa Sanpaolo. “Finovate 2020 ha caratterizzato una svolta significativa negli orientamenti delle Fintech: le soluzioni presentate nelle passate edizioni erano caratterizzate dal mondo dei payment e dalla creazione di customer experience correlate al financial planning. Niente di tutto questo: Reg Tech e soluzioni B2B sono state quelle più significative, a segnalare che forse questi sono i modelli di azione imminente del mercato, connesso con il rafforzamento delle richieste regolamentari.” Si tratta di trend importanti che trovano conferma sulla stampa specializzata, insieme a un deciso passo avanti della collaborazione tra incumbent e nuovi attori: “L’impressione è che la stagione degli unicorni, capaci di conquistare il mercato da soli, stia cambiando e che le Fintech siano alla ricerca di supporto e integrazione con le banche”.


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Credemtel sceglie la piattaforma di dynamic discount di FinDynamic

Le imprese clienti potranno così generare valore massimizzando il rendimento della propria liquidità e programmando la gestione del capitale circolante

Al fine di potenziare ulteriormente la propria offerta di soluzioni digitali per ottimizzare il capitale circolante delle imprese clienti, Credemtel ha avviato una collaborazione con FinDynamic, fintech Italiana che ha sviluppato una piattaforma digitale di “dynamic discount” (o sconto dinamico).

Nel dettaglio, Credemtel offrirà ai clienti la soluzione di sconto dinamico di Findynamic, una piattaforma collaborativa che mette in relazione clienti e fornitori basata sul pagamento anticipato delle fatture in cambio di uno sconto variabile. Lo sconto viene applicato direttamente sull’importo totale della fattura ed il suo valore varia dinamicamente in relazione al numero di giorni dalla data di scadenza della fattura originale. Lo sconto dinamico consente alle aziende di offrire ai loro fornitori uno strumento di accesso al credito efficiente, immediato e sicuro. I clienti generano valore massimizzando il rendimento della propria liquidità ed i fornitori hanno la possibilità di accorciare i tempi di pagamento e programmare la gestione del capitale circolante.

Lo sconto dinamico si inserisce nel contesto economico italiano in cui i giorni medi di pagamento sono pari a 90, come strumento efficace per ridurre i tempi di pagamento e distribuire in modo efficiente la liquidità lungo la filiera produttiva. L’ammontare complessivo dei crediti commerciali è di 465 miliardi di euro in Italia. Di questo volume complessivo, oltre 327 miliardi di euro non sono raggiunti da soluzioni tradizionali e si traducono, per questo, in un target potenzialmente interessato allo sconto dinamico. Tale strumento, inoltre, è particolarmente efficace nel contesto attuale, in cui le grandi aziende faticano a trovare soluzioni adeguate per investire liquidità, mentre le PMI loro fornitrici soffrono la contrazione del credito.

Lo sconto dinamico fornisce una nuova modalità operativa di ottimizzazione del capitale circolante e sarà collegata direttamente ai servizi di gestione documentale offerti da Credemtel andando a completare la suite di soluzioni dedicate alla Supply Chain Finance.


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Hype apre un wallet Bitcoin in cui custodire la criptovalute

Hype presenta il servizio di compravendita Bitcoin come wallet integrato nel conto del cliente che offre la totale custodia della valuta tramite un sistema a tre chiavi

Hype Bitcoin è un servizio di compravendita di Bitcoin offerto come wallet integrato nel conto del cliente, che offre la totale custodia, e quindi reale proprietà, della criptovaluta grazie a un sistema di sicurezza a tre chiavi. Il servizio è stato realizzato grazie all’integrazione della tecnologia di Conio, startup innovativa operante in ambito fintech che ha realizzato il primo portafoglio Bitcoin italiano accessibile e gestibile tramite una mobile app. Condividendo con Conio la volontà di avvicinare quante più persone al mondo Bitcoin in modo semplice ed intuitivo, Hype ha lanciato il nuovo servizio in versione beta su un numero selezionato di clienti, il roll out per tutta la base clienti è invece previsto entro fine marzo 2020.

Come spiega Antonio Valitutti, General Manager di Hype, “Hype Bitcoin è una proposta che si sposa perfettamente sia con la curiosità di chi vuole avvicinarsi e sperimentare l’accesso al mondo della più diffusa e nota criptovaluta, sia con le esigenze di un pubblico più professionale”.

Soddisfatto il prerequisito, e quindi il possedimento di un conto su HYPE, chiunque può comprare appena decide di farlo: non serve caricare altri documenti né attendere come capita solitamente sulle piattaforme che offrono criptovalute. Da quel momento sarà possibile acquistare, trasferire o vendere Bitcoin seguendo le indicazioni, monitorare il valore della valuta in tempo reale e l’andamento nelle ultime 24 ore così come negli ultimi mesi o anni. Anche le commissioni sono smart, non soggette alla variabilità del costo dei miner, e si attestano al 2%, tra le più basse del mercato sulle transazioni di acquisto e vendita. In caso di vendita, il bonifico del controvalore dei Bitcoin venduti sarà subito disponibile nel conto Hype.

Il sistema a tre chiavi della tecnologia integrata consente al cliente di Hype Bitcoin, a differenza di quanto accade sui tradizionali exchange, di detenere la custodia e quindi la proprietà della valuta, garantendo la sicurezza contro attacchi hacker, furti d’identità o smarrimento. Il cliente ha il controllo della propria chiave privata e né Conio né Hype possono movimentare in autonomia per suo conto il Bitcoin. 

La prima chiave è ad uso esclusivo del cliente, viene generata e criptata sul dispositivo d’accesso, di modo che nessun altro possa utilizzarla; la seconda viene conservata da Conio e creata per ogni singolo account per completare le transazioni ad esso associate; la terza chiave consente all’utente di recuperare l’accesso al suo portafoglio in caso di perdita delle credenziali ed è custodita da Hype in un archivio protetto e non connesso alla rete.


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Banco BPM lancia Incasso Subito

Banco BPM e Gruppo TeamSystem hanno avviato una collaborazione per supportare Pmi e microimprese nella gestione della liquidità con servizi digitali, servizi bancari e gestionali integrati.

Primo frutto della collaborazione è stato il lancio del servizio Incassa Subito: si tratta di una piattaforma fintech di ultima generazione del Gruppo TeamSystem focalizzata sulla cessione dei crediti commerciali.

Tramite il servizio Pmi e microimprese possono incassare in anticipo e in modo digitale fino al 90% dell’importo delle loro fatture attive, senza costi di attivazione né canoni mensili.

Grazie all’accordo tra il gruppo TeamSystem e Banco BPM la piattaforma ha messo a disposizione una linea da 100 milioni di euro e avrà il potenziale per acquistare in corso d’anno fino a 400 milioni di euro di fatture per il tessuto imprenditoriale italiano.

L’accordo di collaborazione, inoltre, prevede l’ingresso di Banco BPM nel capitale di TeamSystem Financial Value Chain. Inoltre, verrà costituito un gruppo di lavoro che avrà l’obiettivo di disegnare soluzioni integrate e innovative per la gestione della Digital Supply Chain che saranno sviluppate nel corso dei prossimi mesi.


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Open innovation: così Agos coinvolge i clienti nella creazione dei prodotti

Tre anni fa Agos ha lanciato una piattaforma online per la validazione dei propri prodotti tramite la raccolta di feedback direttamente dai clienti per la fase di validazione nel processo di Co-Creazione di nuovi prodotti e servizi. Ad oggi si contano 30 attività di beta testing e oltre 20.000 interazioni con gli utenti. Il progetto dell’Innovation Lab è stato realizzato con la (ex) startup Noonic.

Nel 2016 l’Innovation Lab di Agos ha cominciato a progettare Agos Collab, una piattaforma di beta testing che ha visto la luce ad aprile 2017. “Agos Collab è nata dalla volontà di offrire alle Business Unit la possibilità di testare un prodotto o servizio prima dell’ingresso nel mercato, interrogando clienti interni o esterni”, spiega Olga Basilio, Innovation Specialist di Agos, che aggiunge: “Oggi la piattaforma conta più di 21.000 registrati, tra clienti di Agos e altri utenti”. La piattaforma è focalizzata sul mercato nazionale, è esclusiva di Agos e prevede la possibilità di essere integrata con soluzioni di terze parti (es. CRM).

Il primo step di co-creazione sulla piattaforma prevede, da parte dell’Innovation Lab, l’identificazione di un problema o di una idea che si vuole sottoporre alla community di Agos Collab; viene poi selezionata un cluster della community in base a criteri quali età, sesso, istruzione, stato civile, abilità tecnologica e recapito; infine, a questa selezione, viene inviato l’invito a partecipare tramite survey o interviste di user experience. “Ad oggi abbiamo lanciato 30 attività di beta testing sulla piattaforma, ricevendo oltre 20.000 interazioni con gli utenti”, spiega Basilio, che sottolinea: “Le attività dei nostri utenti possono essere monitorate in real-time, sia su ogni singola risposta sia sulla survey complessiva, in modo da permetterci di reagire in modo puntuale”. Ai partecipanti al processo di co-creazione viene riservata una ricompensa, che può consistere in punti utili a ottenere un premio, oppure in un omaggio diretto, ad esempio biglietti del cinema.

Il progetto, realizzato con Noonic (nel 2017 era ancora una startup, oggi è una realtà più che consolidata), è nato come MVP (Minumum Viable Product) dell’Innovation Lab di Agos. I membri del Lab hanno poi condotto un’intensa campagna di comunicazione e sensibilizzazione interna per coinvolgere il Top Management e le BU, per spiegare la disponibilità e le potenzialità della piattaforma su diversi ambiti. “A questa azione culturale interna, tutt’ora attiva, stiamo affiancando anche un grande sforzo per mantenere vivo il nostro ecosistema esterno, attraverso la collaborazione per esempio con Le Village by Crédit Agricole e con la nostra rete accordi sul territorio”, racconta la manager. Quello delle partnership è un tema strategico per l’Innovation Lab, che nei prossimi mesi ha come obiettivo far evolvere la piattaforma per svolgere hackathon digitali interni ed esterni in collaborazione con diversi partner.


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Fideiussione via blockchain, da luglio i primi test

In fase di progettazione la soluzione prevista dal piano Cetif-Sia-Reply. Pronti a partire oltre 30 operatori

Blockchain in rampa di lancio per le fideiussioni bancarie. Sono più di 30 le realtà che partecipano al progetto nazionale “Fideiussioni Digitali” promosso da CeTif, Sia e Reply, in collaborazione con Banca d’Italia e Ivass, per digitalizzare il processo di gestione delle fideiussioni grazie alla tecnologia blockchain. Provengono dal comparto assicurativo, bancario e finanziario, della PA e delle imprese, nonché associazioni e istituzioni tra cui la Guardia di Finanza.

La sperimentazione ha preso ufficialmente il via ed è al momento nella fase di progettazione della soluzione da un punto di vista funzionale, legale e tecnologico. Tra luglio e ottobre 2020, al termine della fase di sviluppo, sono previsti i test della piattaforma blockchain attraverso il caricamento e la gestione di fideiussioni reali e legalmente valide.

A pieno regime, la piattaforma offrirà a garanti e beneficiari maggiore efficienza, trasparenza e certezza informativa lungo tutto il processo di gestione delle fideiussioni, con l’obiettivo primario di ridurre le potenziali frodi.

Il progetto “Fideiussioni Digitali” viene sviluppato all’interno di una “Sandbox”, ovvero un ambiente di sperimentazione su dati reali sotto la supervisione di un Comitato Scientifico composto da Banca d’Italia, Ivass, Guardia di Finanza, CeTif, Sia, Reply e da altri aderenti all’iniziativa.

Tra le banche e le assicurazioni aderenti si registrano: Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Cattolica Assicurazioni, Iccrea Banca, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Reale Group.


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N26: IBAN italiano per i conti

IBAN italiano per tutti i conti N26 aperti in Italia. La banca mobile ha così ascoltato le richieste di moltissimi clienti, che volevano un IBAN “nazionale”. Ora è quindi possibile utilizzare senza problemi N26 come conto per l’accredito di stipendio o pensione, collegare l’addebito delle utenze domestiche e degli abbonamenti; oltre a continuare a prelevare gratuitamente presso gli ATM in Italia e godere di una promozione sulla imposta di bollo che, in caso di saldo medio superiore ai 5mila euro, è pagata da N26 fino al 30 settembre 2020.

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Intesa Sanpaolo integra servizi di chat sicura nel Mobile Banking

Cisco ha realizzato per Intesa Sanpaolo un servizio di collaborazione tra dipendenti e clienti funzionante tramite la APP dell’istituto bancario e la piattaforma di collaborazione Cloud Cisco Webex Teams.

Il servizio consente di comunicare in modo molto semplice attraverso una chat sicura, garantendo anche l’integrazione con i sistemi di ICT esistenti già adottati da Intesa e in futuro con l’Artificial Intelligence.

Grazie a queste nuove funzionalità, i clienti potranno ricevere assistenza dalla Filiale online o contattare il loro gestore dedicato, con una modalità conversazionale e intuitiva, in un ambiente di chat in cui poter scambiare anche dati e documenti, rispettando tutte le esigenze di privacy e sicurezza dei dati personali.

L’App Intesa Sanpaolo, integrata con i servizi Webex, sarà gradualmente resa disponibile a tutti i clienti entro il 2020.

La collaborazione tra Intesa Sanpaolo e Cisco si estenderà inoltre con l’apertura del nuovo Cisco Cyber-Security Innovation Center di Milano, che si pone l’obiettivo di creare una rete di persone e luoghi in cui poter sostenere startup, sviluppatori e l’intero ecosistema dell’innovazione in Italia, collaborando sugli aspetti di cyber-security del Paese.


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Banche insidiate da neobanks e Gafa: in Italia rischio perdite per 12 miliardi

I dati dello studio Banking 2030 di Exton Consulting: per i prossimi dieci anni prevista una concorrenza sempre più serrata, da parte anche dei giganti dell’online

Nel 2018 i clienti di banche online e neobanks ha oltrepassato in italia la soglia dei 4,2 milioni di utenti, con i numeri dei “canali digitali” che continuano a crescere progressivamente e con nuovi servizi che si affacciano in modo sempre più “aggressivo” sul mercato. E’ uno dei dati che emergono dallo studio “Banking 2030”, realizzato da Exton consulting, che ipotizza i sei scenari di trasformazione a cui sarà sottoposto il settore nei prossimi 10 anni. 

“Occorre anche considerare le offensive del Gafa (Google, Amazon, Facebook, Apple) – spiega Salvo Vitale, managing director di Exton – come il lancio del conto corrente Google, atteso nei prossimi mesi”. Una new entry che va ad aggiungersi ai prestiti per professionisti messi in campo da Amazon, ai pagamenti mobile con ApplePay e alla crypto moneta Libra di Facebook: tutte soluzioni e servizi che vanno in qualche modo a insidiare le attività delle banche tradizionali. 

“Lo scenario – sottolinea Gabor David Friedenthal, partner di Exton – potrebbe rimanere resiliente e quindi non troppo dannoso per le banche tradizionali ancora per quattro o cinque anni, grazie alla minore dinamicità della clientela più anziana (over 64 anni) che genera la maggior parte del Margine di intermediazione e tende a essere fedele alla banca con cui ha la relazione più duratura. Però, nei successivi cinque anni, le spinte all’uscita potrebbero diventare impossibili da contrastare. A seconda degli scenari, prevediamo nel prossimo decennio – dice Friedenthal – una migrazione di clientela che può coinvolgere fino a 8 milioni di persone. Con una perdita del margine di intermediazione per le banche tradizionali che può arrivare fino a 12 miliardi di euro, rendendo la pressione sulla redditività insostenibile”. 

Per contenere questo trend sarà necessario per le banche tradizionali trasformarsi velocemente: “C’è una finestra di opportunità – aggiunge Friedenthal – che durerà solo per i prossimi 3-4 anni. Occorre mettere in atto trasformazioni aziendali verso modelli neobanks-like, prevedendo partnership con società Fintech e modelli ibridi di collaborazione”. 

Più in generale lo studio prevede tra il 2023 e il 2025, un’accelerazione del crollo del numero di clienti che utilizzeranno una banca tradizionale come principale, per una perdita per le entrate bancarie nette di 3,6 miliardi di euro. quanto alla clientela, la ricerca prevede una migrazione di quella più giovane, che scenderà dal 20% attuale a circa il 15%, e una crescita di quella con più di 64 anni (dal 34% al 45%). 

“Abbiamo analizzato la situazione e le prospettive – conclude Friedenthal – delle maggiori banche retail italiane (Unicredit, Intesa, Banco Bpm, Mps, Ubi, Bel, Bper, Ca, Bancoposta) e delle loro concorrenti neobanks. Per quanto riguarda le banche tradizionali salta all’occhio che negli ultimi cinque anni il Margine di intermediazione è sceso di oltre il 6% e che, nonostante azioni robuste di riduzione dei costi (-9%), il rapporto cost-income medio delle maggiori banche del sistema è stabilmente intorno al 65%. Per cui, attualmente la redditività dipende essenzialmente da un significativo calo delle sofferenze e del costo del rischio registrato rispetto agli anni della crisi 2007- 2013”.


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500 milioni di dollari per Revolut

Round di serie D per Revolut, neobank fondata a Londra, che raggiunge così una valutazione di 5,5 miliardi di dollari posizionandosi tra le fintech più valutate al mondo e in terza posizione nella classifica europea stilata da Invyo.

Revolut, piattaforma finanziaria globale con oltre 10 milioni di utenti nel mondo, ha raccolto ulteriori 500 milioni di dollari nel round di Serie D, guidato dal fondo americano TCV, con la partecipazione di altri investitori esistenti. Il totale degli investimenti raccolti da Revolut è di 836 milioni di dollari. 

Il nuovo investimento è stato garantito in seguito agli alti livelli di domanda e utilizzo da parte degli utenti e dalla solida performance finanziaria dello scorso anno. Nel 2019 Revolut ha visto crescere il numero degli utenti del 169% e il numero degli utenti attivi su base giornaliera del 380%, mentre i ricavi 2018 sono aumentati del 354%.

Gli investimenti saranno focalizzati sulla customer experience e utilizzati per rafforzare l’offerta retail e business di Revolut nei mercati esistenti, con un focus particolare sullo sviluppo del prodotto che supporterà l’accelerazione dell’utilizzo giornaliero degli account. I piani futuri includono i servizi di credito per utenti retail e business, l’estensione di conti deposito con tassi di interesse molto vantaggiosi al di fuori del Regno Unito, il rafforzamento ulteriore dell’assistenza clienti e il lancio delle operazioni bancarie in Europa.

Con questo ultimo investimento la valutazione del business sale a 5,5 miliardi di Dollari, rendendo Revolut una delle aziende fintech con la più alta valutazione al mondo. Non solo. Entra nella top 10 delle fintech più valutate in Europa.

I prossimi obiettivi della challenger bank
Revolut si concentrerà anche sull’ulteriore sviluppo degli account Premium e Metal, che hanno già dimostrato di essere un’efficace fonte di ricavi per il business, con una crescita del 154% registrata lo scorso anno. Gli account Premium e Metal di Revolut includono una serie di benefit come cambio valuta illimitato, accessi alle lounge aeroportuali, stock trading senza commissioni e assicurazione di viaggio.

La neobank continuerà a investire nell’espansione dell’organico in diverse location. L’azienda impiega attualmente oltre 2000 persone e lo scorso anno ha nominato una serie di dirigenti per rafforzare la governance. Martin Gilbert, ex Co-Chief Executive di Standard Life Aberdeen, è stato nominato Chairman del Board, mentre Caroline Britton, precedentemente Audit Partner di Deloitte, e Bruce Wallace, ex Chief Operations Officer di Silicon Valley Bank, sono stati entrambi nominati Non-Executive Directors.

“La nostra missione è costruire una piattaforma finanziaria globale – un’unica app attraverso la quale i nostri utenti possano gestire tutti gli aspetti finanziari quotidiani, e questo investimento dimostra la fiducia che gli investitori hanno nel nostro modello di business” afferma Nik Storonsky, Founder & CEO di Revolut. “Per il futuro il nostro focus sarà il lancio delle operazioni bancarie in Europa, l’incremento del numero di utenti che utilizzano Revolut quotidianamente come account e l’impegno per la profittabilità. TCV ha una lunga storia di investimenti nel supportare founder che hanno cambiato l’industria di riferimento su scala globale e siamo molto orgogliosi di poter collaborare con loro mentre ci prepariamo alla prossima fase del nostro percorso”.


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“Libra minaccia la stabilità finanziaria”: per il G20 è l’ora delle regole

Chiesto un parere sulle “stablecoin” al Financial Stability Board. In cantiere una normativa su scala internazionale per affrontare i problemi di risk management e cybersicurezza delle monete “digitali” come quella di Facebook

Sulle criptovalute c’è un vuoto normativo da colmare. Per il questo il Financial stability board (FSB), su richiesta del G20, ha proposto 10 raccomandazioni per un approccio comune alla regolamentazione per evitare che monete digitali come Libra di Facebook minaccino la stabilità finanziaria. L’idea è di arrivare a un quadro normativo di scala internazionale perché le criptomonete come Libra sono trans-frontaliere.

L’FSB, organismo internazionale che monitora il sistema finanziario mondiale, fa particolare riferimento alle stablecoin, che sono ancorate a una valuta tradizionale o a un paniere di asset e sono usate sia come forma di pagamento che di investimento. Libra, secondo le più recenti indicazioni di Facebook, sarà proprio una stablecoin.

L’FSB ha avviato una consultazione pubblica aperta fino al 15 luglio e pubblicherà il suo parere finale a ottobre.

Gli operatori delle stablecoin, sostiene l’FSB, devono gestire in modo efficace i rischi, essere resilienti sul piano operativo, avere sistemi di protezione dai cyber-attacchi e per evitare il riciclaggio di denaro e il finanziamento di attività criminali e terroristiche. Di conseguenza, le stablecoin dovrebbero essere vincolate alle stesse regole imposte alle attività con lo stesso livello di rischio, indipendentemente dalla tecnologia usata.

Le attuali normative finanziarie, come quelle per i pagamenti, si applicano in parte o in tutto alle stablecoin e rispondono almeno ad alcuni dei rischi che generano. Tuttavia il raggio di applicazione di queste regole non è omogeneo e ci sono diversità tra i vari paesi. Ciò crea dei gap che impediscono un’efficace supervisione per una stablecoin che è globale. Le raccomandazioni dell’FSB propongono dunque una cooperazione internazionale per evitare che alcuni paesi subiscano impatti negativi e altri, invece, possano usufruire con più vantaggi di una stablecoin.

“Le autorità competenti dovrebbero, laddove necessario, chiarire i poteri regolatori e affrontare le potenziali mancanze nei loro quadri normativi nazionali per rispondere in modo adeguato ai rischi creati dalle stablecoin globali”, dichiara l’FSB.

Le raccomandazioni dell’FSB chiedono “regulation, supervisione e vigilanza che siano proporziati ai rischi” e sottolineano la necessità di cooperazione e coordinamento internazionale “flessibile, efficiente, inclusivo e multi-settorale” e di “accordi di condivisione delle informazioni cross-border che tengano conto dell’evoluzione delle stablecoin globali e dei rischi che possono porre nel corso del tempo”. Le raccomandazioni applicano il principio del “same business – same risks – same rules”, stessa attività, stessi rischi, stesse regole, non importa quale tecnologia venga usata.

Le raccomandazioni dell’FSB rispondono a una richiesta del G20 di esaminare i problemi regolatori sollevati dalle stablecoin globali e di fornire un parere sulle appropriate risposte multilaterali, tenendo in considerazione anche il punto di vista dei mercati emergenti e delle economie in via di sviluppo.

Adesso la strada è tutta in salita per Libra. Il progetto Libra di Facebook, lanciato a giugno 2019, ha suscitato fin dall’inizio le preoccupazioni dei regolatori. A ottobre scorso David Marcus, capo del Libra project, ha affermato che Facebook e la Libra Association, il consorzio che sta sviluppando la valuta virtuale, stavano valutando di ancorare la valuta virtuale alle valute reali, creando una serie di stablecoin a seconda delle diverse monete nazionali: una per il dollaro, una per l’euro, una per la sterlina, e così via. Ciò eviterebbe fluttuazioni importanti.

L’alto livello di rischio del progetto ha causato diverse defezioni eccellenti nella Libra Association (come Paypal, eBay, Visa, Mastercard, Booking, Stripe). E i tanti altolà dei governi e dei regolatori sia in Europa che negli Stati Uniti hanno costretto a posticipare la data di lancio. Attualmente l’obiettivo di Facebook è partire a giugno 2020, ma le difficoltà regolatorie potrebbero provocare ulteriori rinvii. Lo stesso ceo Mark Zuckerberg ha ammesso, in audizione davanti al Congresso Usa, che il progetto è “rischioso”.

Già l’Autorità bancaria europea (Eba), come oggi l’FSB, aveva messo in guardia sui vuoti normativi che rendono difficile gestire la governance delle monete come Libra e lo sfruttamento per il riciclaggio e altre attività illecite. E la Francia ha chiesto all’Ue di creare regole condivise per le monete virtuali, affermando che Libra potrebbe causare rischi per i consumatori, la stabilità finanziaria e persino “la sovranità degli stati europei”.

L’Unione europea è arrivata a ipotizzare lo studio di una criptovaluta digitale, con il contante elettronico utilizzabile senza conti correnti o intermediari finanziari. Sarebbe più sicura perché supervisionata dalle autorità finanziarie centrali europee; sulle monete digitali “private” restano i timori relativi ai rischi per la stabilità del sistema.


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Il lockdown mette il turbo all’e-payment: in pole le “botteghe”

Report SumUp: in crecita del 250% il numero di negozi del Food & Grocery che si sono dotati di lettori per le carte di pagamento.

La necessità di garantire la distanza interpersonale, sia per i punti vendita di beni di prima necessità rimasti aperti, che per le consegne a domicilio, ha stimolato i piccoli commercianti a cercare soluzioni concrete per non smettere di lavorare e continuare ad offrire i servizi alla collettività, senza, però, rischiare di diventare veicoli di contagio.

Il comparto più attivo – anche perché servizio essenziale che ha operato anche in lockdown – che ha modificato fin da subito e in maniera più incisiva le modalità di pagamento è quello del Food & Grocery: commercianti di quartiere e negozi di prossimità (alimentari, panetterie, macellerie) non soltanto hanno reinventato i propri servizi promuovendo il delivery e forme di e-commerce, ma hanno colto nel momento del bisogno i vantaggi sanitari e di comodità offerti dal cashless.
Lo dimostrano i dati di SumUp, specializzata proprio in lettori di carte portatili e soluzioni di pagamento per commercianti, artigiani, pmi: non solo nell’ultimo anno si è registrato un +250% di commercianti italiani attivi nel settore Food & Grocery che si sono dotati di lettori di carte SumUp, ma questa tendenza è impennata durante la crisi Covid e ha portato a un ulteriore consolidamento del trend: nelle ultime settimane, infatti, in Italia un terzo delle richieste di lettori di carte SumUp proviene proprio dal settore Food & Grocery.

Emerge un incremento record dei pagamenti cashless (chip, contactless e via dispositivo mobile): tra periodo pre e post Covid-19 le transazioni cashless sono più che triplicate toccando incrementi del + 350%. La spinta maggiore è data dalle transazioni NFC (senza contatto fisico), che risultano utili sia nei pagamenti in negozio, che durante le consegne a domicilio o bordo strada.

In vista delle prossime riaperture della “fase 2”, forti segnali di digitalizzazione provengono da molteplici settori dell’economia nazionale: in crescita l’utilizzo e gli ordini di lettori portatili da parte di medici e negozi non alimentari che crescono stabilmente a doppia cifra.
 


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Mastercard, ancora più forte l’alleanza con bunq

In base al nuovo accordo Mastercard si impegnerà a promuovere la Green Card di bunq in 30 Paesi europei attraverso il proprio network internazionale

Si consolida l’alleanza tra bunq e Mastercard, che in base al nuovo accordo si impegnerà a promuovere la Green Card di bunq in 30 Paesi europei attraverso il proprio network internazionale. Il nome della Card di bunq rimanda all’obiettivo dichiarato di rendere il pianeta un luogo più sostenibile. Per questo bunq garantisce la piantumazione di un albero ogni 100 euro spesi usando la sua carta. Non solo. Anche la carta è realizzata nel rispetto dell’ambiente, dai materiali per realizzarla fino alla sua produzione. Dal suo lancio, avvenuto lo scorso novembre, sono già stati piantati oltre 100.000 alberi, con una riduzione di CO2 pari a 30,8 milioni di kg.

L’iniziativa rientra nella Priceless Planet Coalition promossa da Mastercard, una piattaforma che punta a investire per la salvaguardia dell’ambiente unendo gli sforzi di sostenibilità delle aziende partner. L’obiettivo per quanto riguarda il rimboschimento è arrivare a piantare 100 milioni di alberi in cinque anni.

In Europa Mastercard è oggi partner di oltre 60 banche digitali e fintech, un numero che è raddoppiato negli ultimi due anni. Il consolidamento della partnership con bunq è un’ulteriore prova della volontà di Mastercard di lavorare con le realtà fintech sin dai loro primi passi sul mercato.


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GrowishPay annuncia GrowishCharity per donare tramite e-commerce

“E’ un momento di difficoltà globale e visto che il settore dell’e-commerce sta aiutando moltissimi italiani a ricevere prodotti e servizi, noi di GrowishPay abbiamo pensato di mettere a punto una soluzione basata sulla nostra esperienza di gestione di wallet di moneta elettronica e di pagamenti per consentire all’e-commerce di donare in tempo reale in base alle vendite effettuate. 

Il fintech può dare un aiuto concreto in questa crisi e ha il dovere di farlo”, spiega Claudio Cubito, CEO e co-fondatore di GrowishPay annunciando la nascita di GrowishCharity che consente agli e-commerce italiani di donare una quota delle proprie vendite a enti o onlus in questo momento di emergenza. Con un semplice collegamento al modulo e-commerce di Google Analytics del merchant, GrowishCharity intercetta gli ordini ricevuti e fa una donazione di una percentuale o di un importo fisso, secondo i parametri stabiliti dall’e-commerce, su un wallet dedicato alla donazione. La soluzione GrowishCharity è chiavi-in-mano ed è basata su wallet di moneta elettronica, gestisce e traccia le donazioni, fornisce un widget in tempo reale per visualizzarle (importo totale donato, numero dei donatori, eventuale obiettivo ecc.) e trasferisce le donazioni raccolte all’ente che l’e-commerce sceglie.

GrowishPay, per portare il suo contributo in questo momento di difficoltà di tutto il Paese, ha scelto di rendere gratuiti tutti i costi di implementazione della soluzione e quelli per la gestione del wallet. Il tutto si basa sulla tecnologia e la sicurezza di GrowishPay, che ha gestito oltre 35 milioni di euro di transazioni da oltre 110mila utenti, tramite i conti di moneta elettronica messi a disposizione tramite open banking da MangoPay, fintech leader in Europa del gruppo Credit Mutuel Arkéa. In ottemperanza con la normativa, il denaro delle donazioni è completamente al sicuro, non quindi su un conto intestato a GrowishPay, ma su un innovativo portafoglio elettronico di proprietà del merchant, con patrimonio distinto per ogni cliente.

GrowishPay fornire soluzioni in whitelabel a diverse aziende tra cui Mediaworld, Lastminute.com, Volagratis, Uvet Travel Network, LoveTheSign, Lastminutetour, Evolution Travel, Fantacalcio-online.com, Personal Travel Specialists, Musement, Nexi SmartPos.

Fino a oggi GrowishPay ha ricevuto in totale investimenti per oltre due milioni di euro tra cui oltre 700mila euro nel 2019 tramite equity crowdfunding, da importanti investitori quali Digital Magics, Fabrick (Gruppo Banca Sella), Club Degli Investitori, R301 Capital, Boost Heroes.


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Immobiliare “all digital”, via alle compravendite da remoto

Virtual tour e procedimenti burocratici da remoto per l’applicazione lanciata dalla startup Casavo. Anticipato il lancio, previsto fra qualche mese, per consentire al mercato di reggere all’impatto dell’emergenza Coronavirus.

Si trasforma il mercato immobiliare in tempi di Coronavirus. La startup Casavo lancia la app per l’instant buying che consente la compravendita di case senza necessità di visite fisiche da parte del potenziale acquirente.

Disponibile gratuitamente da oggi sugli store Apple e Google, l’app al momento sarà utilizzabile dai privati che desiderano vendere il proprio immobile a Casavo, ma già a inizio aprile verrà rilasciata una versione con ulteriori funzioni che potrà essere utilizzata anche dalle agenzie immobiliari partner, aumentando così il supporto in periodo di emergenza Covid-19 che impedisce le visite degli immobili.

Chi è invece alla ricerca di una casa da acquistare può visitare il sito di Casavo e navigare, sempre da remoto, gli immobili in vendita tramite virtual tour.

“Dopo aver effettuato la valutazione del proprio immobile sul sito di Casavo – spiega il Chief Product Officier, Fausto Maglia si verrà contattati da Casavo per fissare un appuntamento per la visita da remoto”. Nella seconda fase il venditore potrà accedere all’app inserendo il numero di cellulare fornito sul sito in fase di valutazione e confermare l’appuntamento. Nella fase successiva, attraverso il proprio smartphone il venditore utilizzerà la telecamera frontale per mostrare la propria casa a un esperto di Casavo. Una volta terminata la visita virtuale, verrà effettuata un’analisi delle caratteristiche dell’immobile per poi ottenere un riscontro in merito all’acquisto dell’immobile da parte di Casavo nel giro di qualche giorno.

“Stiamo lavorando allo sviluppo di questa app da diverso tempo e il lancio era previsto per i prossimi mesi – dice Giorgio Tinacci, Ceo di Casavo. In considerazione dell’attuale situazione di emergenza, abbiamo accelerato la fase di sviluppo per lanciare ora sul mercato una versione beta dell’app. Il nostro servizio è pensato per risolvere i disagi e le criticità del servizio di compravendita tradizionale: questo è un altro passo in avanti verso la semplificazione, che nel momento storico attuale acquisisce ulteriore importanza”.


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Crif acquisisce Strands, nasce il provider “globale” dell’open banking

L’operazione consentirà lo sviluppo di un ecosistema di soluzioni innovative per banche e istituzioni finanziarie. Intelligenza artificiale al centro della strategia

Investe sull’open banking Crif, azienda globale nata in Italia, che annuncia l’accordo per l’acquisizione dell’intero pacchetto azionario dell’americana Strands, società fintech specializzata in soluzioni avanzate di digital banking. Il closing è atteso nelle prossime settimane.

Strands è uno dei principali fornitori globali di soluzioni di Business e Personal Financial Management abilitate da Intelligenza artificiale, con uffici in Spagna, Asia e Sud America.

Specializzata in tecnologie di Big Data, Artificial Intelligence e Machine Learning, dal 2004 Strands crea applicazioni software per la gestione digitale delle finanze altamente personalizzati (Bfm, Pfm fra gli altri), destinate a istituzioni finanziarie top tier in tutto il mondo, che consentono alle persone e alle imprese di gestire in modo più efficiente il proprio denaro. Nello specifico, Strands ha realizzato a oggi oltre 700 implementazioni su scala globale.

L’operazione consentirà di creare un provider a livello globale in grado di fornire soluzioni digitali complete e servizi di accesso e aggregazione dei conti correnti (access to account), soluzioni di personal e business finance manager abilitate dall’Intelligenza Artificiale, con nuove sinergie in termini di competenze, soluzioni e offerte. Inoltre, consentirà l’ulteriore sviluppo di un ecosistema di soluzioni di open banking innovative ed end-to-end per banche e istituzioni finanziarie, aiutandole ad evolvere la loro offerta e a potenziare il business attraverso i canali digitali, con una costante attenzione alla sostenibilità e alle esigenze dei clienti finali.

“Oltre 700 istituti finanziari e oltre 100 milioni di consumatori bancari si affidano a Strands come player fondamentale dell’ecosistema finanziario, e insieme a Crif potremo supportare la rapida evoluzione dei servizi bancari digitali – dice Erik Brieva, Ceo di Strands -. La missione di Strands è consentire alle banche di anticipare le esigenze dei propri clienti per suggerire in modo proattivo la ‘next best action’. Siamo entusiasti di questa opportunità che ci consente di continuare a mantenere il nostro impegno nei confronti dei clienti che serviamo”.


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Fabrick e Bandyer lanciano un canale digitale per mantenere i rapporti con il cliente

Si chiama Virtual Branch e permette a banche e corporate di continuare ad essere operativi nella relazione con il cliente, nonostante le restrizioni dovute al coronavirus. Così si mantiene un’assistenza di qualità. E, con la fine dell’emergenza, il prodotto nato dalla partnership con Bandyer può essere brandizzato.

Per fronteggiare le sfide poste al settore bancario dalla pandemia di coronavirus, Fabrick e Bandyer lanciano Virtual Branch: un canale digitale di contatto diretto tramite il quale istituzioni finanziarie e realtà corporate possono dialogare con la propria clientela, mantenere e rafforzare le relazioni e garantire una gestione ottimale e tempestiva dell’operatività.

Che cos’è Virtual Branch
L’ingresso sul mercato di questa soluzione di open banking è frutto della sinergia sviluppatasi all’interno dell’ecosistema Fabrick, di cui Bandyer fa parte.  Virtual Branch rappresenta un’evoluzione dei canali di gestione della clientela perché, grazie ad una attivazione rapida senza integrazione, consente di offrire assistenza con la stessa velocità di un canale chat bot ma con il valore dell’intervento umano. Gli operatori, interagendo in tempo reale, possono infatti dialogare tramite l’interfaccia web scambiando, condividendo e collaborando su file e documenti. La soluzione si presta in particolar modo per tutte le istituzioni finanziarie che operano sul territorio attraverso reti di filiali ed agenzie. In questo momento offre il vantaggio di mantenere alta la qualità dell’assistenza, elemento fondamentale per preservare il business e, al contempo, tutelare la salute di clienti finali e dipendenti. Con la fine dell’emergenza i servizi di Virtual Branch potranno essere facilmente e velocemente integrati all’interno di siti web, applicazioni mobile e sistemi di CRM di imprese e realtà finanziarie.

Accessibile con un link da tutti i browser, l’interfaccia può essere totalmente brandizzata, e include una serie di funzionalità come condivisione dello schermo, invio di file, lavagna collaborativa, chat, acquisizione e collaborazione su documenti, acquisizione e collaborazione su flusso video. La soluzione è già oggi disponibile con un set up rapido che garantisce l’attivazione del servizio in sole 24 ore.

Che cosa fa Fabrick
Fabrick è una realtà nata in Italia con l’obiettivo di favorire l’open banking. La sua missione è infatti sostenere l’incontro e la collaborazione tra i nuovi attori fintech, le grandi corporate e gli attori tradizionali del mondo finanziario, facendo leva sui nuovi paradigmi dettati dall’innovazione tecnologica e generando concreti vantaggi per tutti. Lanciata dal Gruppo Sella nel 2018, la società mette a disposizione di operatori bancari, aziende e di realtà che le supportano nella trasformazione digitale un ecosistema di competenze, tecnologie e servizi. Fornisce una piattaforma tecnologica ma anche opportunità di incontro e contaminazione.


Che cosa fa Bandyer
Bandyer, scaleup che fa parte dell’ecosistema Fabrick, nasce partendo da una domanda: perché limitarsi ad usare soluzioni esterne alle proprie piattaforme aziendali, quando la propria videocomunicazione e collaborazione potrebbe essere integrata e brandizzata, per offrire una esperienza 100% digitale e priva d’interruzioni ai propri utenti finali? Bandyer permette di integrare in tutta la filiera tecnologica anche la componente di comunicazione per supportare sia il canale mobile che web. In questo modo vengono abbattute le barriere tecnologiche di utenti che non hanno dimestichezza con app e device e che quindi in modo semplice riescono a interagire con le aziende da cui si acquistano i beni o servizi. Oggi è una realtà con più di 15 persone e che può contare su una crescita importante grazie all’impegno del proprio team.


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Open banking 2020, cresce l’attenzione delle banche ma sul fintech siamo indietro

Il 2020 è l’anno della creazione del valore per l’open banking, secondo un’indagine della piattaforma svedese Tink. In particolare tra gli istituti di credito italiani cresce l’approccio positivo, anche se ancora vengono colte meno che in Europa le opportunità del fintech.

A registrare il sentiment delle banche europee è un sondaggio di Tink, una delle principali piattaforme di open banking del Vecchio Continente, che consente a banche, fintech e startup di creare servizi digitali intelligenti per i propri utenti, su cui ha inizio di quest’anno ha investito anche Poste Italiane.

Fondata a Stoccolma nel 2012, Tink con oltre 270 dipendenti, opera su 14 mercati e collega connette oltre 2.500 banche, raggiungendo più di 250 milioni di clienti in tutta Europa. Ha quindi il polso del mercato, che ha voluto verificare con un’indagine realizzata in collaborazione con YouGov, i cui risultati si trovano nel report “2020: l’anno della creazione di valore” (scaricabile qui ).

Siamo ancora in piena transizione. L’open banking è diventato un obbligo dopo l’entrata in vigore nel settembre 2019 della direttiva europea sui pagamenti digitali PSD2 (Payment Services Directive 2). Dopo è arrivata una proroga di 18 mesi richiesta dal settore bancario per adeguarsi alla direttiva.

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Già nel report dell’anno scorso, l’Italia si era posizionata come uno dei paesi europei aperti all’open banking, con una media di risposte positive del 57% da parte delle banche italiane, in confronto alla media europea del 55%. Il dato è salito nel corso dell’anno del 3%, arrivando ad un 60% totale, tuttora in linea con la media europea (61%), e l’Italia si distingue anche per la bassa percentuale di risposte prettamente negative al cambiamento, solo un 3,3% contro il 7,9% medio europeo.

Open Banking come opportunità
Un altro dato interessante emerge riguardo alla capacità degli istituti finanziati di riconoscere le opportunità dell’open banking e mettere in pratica strategia chiare per realizzarle.

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Un buon risultato per l’Italia: quasi due terzi degli intervistati (63,3%) indica l’open banking come un’opportunità per la propria azienda; a fronte di una media europea del 58,6%.

E’ lo stesso numero di intervistati (il 63,3%) a dichiarare di avere in atto una chiara strategia di open banking. Motivo per cui, quasi il 27% degli istituti sta ancora pianificando i prossimi step strategici.

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Un buon risultato per l’Italia: quasi due terzi degli intervistati (63,3%) indica l’open banking come un’opportunità per la propria azienda; a fronte di una media europea del 58,6%.

E’ lo stesso numero di intervistati (il 63,3%) a dichiarare di avere in atto una chiara strategia di open banking. Motivo per cui, quasi il 27% degli istituti sta ancora pianificando i prossimi step strategici.


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Pronta la blockchain bancaria, Abi battezza “Spunta Banca Dlt”

Operativa l’applicazione per il mondo finanziario in Italia. I primi 32 istituti già attivi sul sistema. Infrastruttura tecnologica firmata Sia.

Pronta a partire la blockchain per la rendicontazione dei conti reciproci delle banche. Il progetto Spunta Banca Dlt, promosso dall’Abi e coordinato da Abi Lab e basato su infrastruttura tecnologica di Sia, ha completato con successo i test tecnici – oltre 7 milioni di movimenti su dati reali – ed è in produzione per la prima sezione di banche che partecipano all’iniziativa. Oggi 32 banche operano su una blockchain ed hanno spostato l’intero processo da una modalità tradizionale di scambi di telefonate e messaggi a una tecnologia basata su registri distribuiti. È quindi operativa l’applicazione di una catena di blocchi per il mondo bancario in Italia.


Processo operativo da marzo
Dopo le simulazioni e 1680 verifiche di funzionamento, tra la fine di gennaio e l’inizio di febbraio in termini di performance è emerso che sono stati raggiunti tutti i tempi obiettivo. Dall’inizio di marzo il processo è operativo. L’interrogazione dei dati e l’esecuzione delle operazioni più semplici viene eseguita in meno di un secondo, anche nei casi più complessi, mentre la generazione di report avviene in mezzo minuto. Durante il test sono stati generati 103 conti reciproci, registri bilaterali, alimentati con 7 milioni di movimenti in termini di dati reali. Il tasso di riscontro automatico registrato è stato pari al 94,5%.

Da maggio nuova ondata di banche
Sono intanto al lavoro le 23 banche che opereranno nella seconda finestra di migrazione. Questo raggruppamento passerà in produzione a maggio 2020. È già in programma la terza finestra per ottobre.

“Spunta Banca DLT” si basa sulla SiaChain, l’infrastruttura tecnologica privata creata da SIA che permette a istituzioni finanziarie, corporate e PA di sviluppare e implementare, in modalità sicura e protetta, applicazioni innovative basate sulla blockchain. Il progetto è stato reso possibile, oltre che da Sia, anche grazie ai partner tecnici Ntt DATA ed R3 con la piattaforma Corda Enterprise. “Abbiamo creato l’infrastruttura blockchain per l’intero settore bancario italiano – dice Daniele Savaré  direttore Innovation & Business Solutions di Sia -. Spunta Banca DLT potrebbe, quindi, fare da apripista ad una serie di ulteriori progetti sistemici del settore bancario e finanziario in Italia e in Europa”.

La spunta interbancaria
La nuova applicazione verifica la corrispondenza delle attività che interessano due banche diverse, spiega Abi. La procedura di spunta interbancaria Italia è legata a un’operatività tradizionalmente a carico del back office, diretta a riconciliare i flussi delle operazioni che generano scritture contabili sui conti reciproci Italia e a gestire i sospesi. Sino ad ora la spunta è stata basata su registri bilaterali, con un basso livello di standardizzazione e modalità operative non avanzate.

“L’applicazione di un processo basato sulla blockchain – spiega Abi – permette di riscontrare automaticamente transazioni non corrispondenti sulla base di un algoritmo condiviso, rende possibile la standardizzazione del processo e del canale di comunicazione unico e consente di avere una completa visione sulle transazioni tra le parti interessate. I principi della nuova Spunta di conseguenza prevedono la piena visibilità dei movimenti propri e della controparte; la rapidità nella gestione dei flussi con riconciliazione su base giornaliera invece che mensile; la condivisione delle regole di spunta dei movimenti in modo simmetrico tra le banche controparti; la gestione integrata delle comunicazioni e dei processi in caso di sbilancio”.

Le banche pilota
Lavorano e governano il progetto 18 banche/gruppi bancari, che rappresentano il 78% del mondo bancario in termini di numero di dipendenti. Hanno fino ad ora partecipato attivamente alle scelte, all’implementazione e alla sperimentazione della nuova tecnologia distribuita Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Sondrio, Banca Sella, Banco di Desio e della Brianza, Banco BPM, BNL – Gruppo BNP Paribas, BPER Banca, CheBanca!, Crédit Agricole Italia, Credito Emiliano, Credito Valtellinese, DEPObank, ICCREA Banca, Intesa Sanpaolo, UBI Banca, UniCredit.