Newsletter #6

luglio 2020

23 articoli
56 min totali
Banner Fintech & Insurtech
Banner Corporate entrepreneurship, come Santander lancia la sua fintech: il caso PagoFX
3 min

Corporate entrepreneurship, come Santander lancia la sua fintech: il caso PagoFX

La banca spagnola Santander lancia PagoFX, piattaforma fintech proprietaria per il trasferimento internazionale di denaro. Il servizio è già attivo nel mercato UK e sarà esteso al resto d’Europa nel corso dell’anno. L’idea arriva dal figlio della presidente Ana Botin

La banca spagnola Santander lancia PagoFX, il suo servizio fintech che si propone di rivaleggiare con le giovani startup del settore. Da giovedì il servizio è aperto per il mercato UK, sarà esteso al resto d’Europa nel corso dell’anno. Un esempio di corporate entrepreneurship, che ha saputo catturare il market gap per clienti interessati a servizi fintech più agili ed economici ma fedeli alle garanzie offerte da una grande banca tradizionale.

Si parla molto di open innovation e corporate entrepreneurship come risorse importanti per le aziende, per trovare strumenti innovativi e adattarsi velocemente alle nuove dinamiche di mercato che si stanno delineando negli ultimi anni, trasformazione bruscamente accelerata dalla crisi. Tra diversi esempi di come le aziende abbiano saputo rispondere alla competitiva corsa all’innovazione, c’è il caso di Santander, grande banca spagnola che ha annunciato il lancio di una propria fintech, PagoFX, che si preannuncia come rivale della consolidata scaleup TansferWise.

Il progetto PagoFX è una delle risposte di Santander all’ascesa di nuovi attori digitali, con la creazione di una piattaforma di trasferimento internazionale di flussi monetari per individui e piccole medie imprese, in Europa e non solo. E’ capitanato da Cedric Menager, che ha precedentemente lavorato con Paypal, e Ed Metzger.

PagoFX si propone di competere con le nuove fintech, che stanno sperimentando una esplosiva crescita grazie alla loro offerta di transazioni più veloci ed economiche rispetto allo standard delle banche tradizionali. Il suo lancio prevede l’offerta di due mesi di servizio gratuito, per venire incontro ai clienti affetti dalla pandemia coronavirus.


“E’ strano lanciare il servizio in queste circostanze” ha dichiarato Cedric Menager, CEO di PagoFX, “ma la nostra missione è ancora più importante oggi, se si pensa ai lavoratori espatriati che devono mandare soldi alle proprie famiglie e devono essere sicuri che le transazioni arriveranno velocemente”.

Oltre alla sua base in Madrid, sede di Santander, PagoFX conta un team a Londra, che ha lavorato al progetto supportato da consulenti esterni quali Deloitte.
Questo giovedì ha aperto le porte ai clienti nel Regno Unito, ed è in programma un’espansione in tutta Europa nel corso dell’anno. Per transazioni fino a £3,000 per utente, offre tassi di cambio di mercato ed esoneri dalle commissioni, fino a metà giugno. Da allora, ogni transazione avrà una commissione tra il 0.7% e lo 0.8%.

PagoFX l’idea da cui è nato il progetto
La soluzione fintech è nata da un efficace esempio di corporate entrepreneurship, partito da un’idea del presidente esecutivo della banca, Ana Botín. Botín ha rivelato che l’idea del progetto le è venuta notando che il figlio utilizzava un servizio concorrente per trasferire denaro in Spagna. PagoFX è strutturato con prezzi simili alla popolare opzione “fast and easy” di TransferWise, anche superiori a soluzioni più economiche ma meno rapide della stessa piattaforma.

Victoria Yasinetskaya, capo del Marketing di PagoFX, spiega che l’azienda ha notato un’opportunità di mercato nella mancanza di servizi adatti a clienti -specialmente più anziani- che, pur sensibili al prezzo, si sentono più sicuri ad utilizzare un servizio garantito da una banca tradizionale. Puntando principalmente a questo preciso target, il servizio è stato sviluppato per offrire un’alternativa alle startup fintech sorte e velocemente cresciute dal 2011, quali TransferWise, Azimo o WorldRemit.


Banner Fintech & Insurtech
Banner Accelerazione fintech, Mastercard lancia il programma per startup
2 min

Accelerazione fintech, Mastercard lancia il programma per startup

“Fintech Express” offre soluzioni su misura per spingere il lancio di prodotti innovativi. “Le nostre partnership strategiche al servizio del time to market”

Accelerazione sul fintech. E’ l’obiettivo del nuovo programma Fintech Express lanciato sul mercato europeo da Mastercard che punta a favorire l’ingresso sul mercato e l’espansione delle startup specializzate in pagamenti digitali innovativi.

Il progetto offre soluzioni su misura in grado di far evolvere lo sviluppo di nuove soluzioni e il lancio di prodotti fintech accelerando il time to market. Inoltre l’ecosistema startup può far leva sui vantaggi derivanti da partnership strategiche, “così come dall’expertise – spiega ancora la nota – dalla tecnologia e dal network globale di Mastercard”. In questo modo le startup potranno “concentrarsi sul processo di innovazione, risorsa strategica alla guida dell’economia digitale”.

“Nel corso degli ultimi anni, le startup europee hanno guidato il passaggio all’economia digitale – dice Mark Barnett, presidente di Mastercard Europa -. L’innovazione tecnologica ha infatti pervaso la nostra quotidianità, spaziando dai pagamenti mobile all’accesso ai finanziamenti, passando per la proliferazione dei siti di e-commerce. Ed è proprio in questa trasformazione tecnologica che il mondo Fintech ricopre un ruolo fondamentale nell’infrastruttura dei pagamenti digitali. In questo contesto, Mastercard è il partner d’eccezione di numerose fintech europee e, tramite questo nuovo programma, conferma ancora una volta il proprio impegno per rispondere alle esigenze di rapida crescita delle startup”.


Banner Fintech & Insurtech
Banner Fintech: Mangrovia e Seven Investments acquistano una quota di Mind Over Money
1 min

Fintech: Mangrovia e Seven Investments acquistano una quota di Mind Over Money

L'obiettivo è ampliare le funzionalità della piattaforma di pianificazione finanziaria sviluppata da Mind Over Money mediante l'implementazione delle soluzioni Blockchain, Machine learning e Artificial intelligence dedicate al settore del Fintech di Mangrovia Blockchain Solutions

E’ partita dall’imprenditore Angelomario Moratti, l’idea di acquisire tramite le sue società Mangrovia Blockchain Solutions e Seven Investments, accanto ad altri investitori di minoranza, una quota di controllo del capitale di Mind Over Money, centro per le applicazioni di nuova generazione nel campo della finanza, del credito e delle assicurazioni.

Il Robo Advisory di Mind Over Money è una piattaforma di pianificazione finanziaria che mette a disposizione strumenti finanziari, creditizi ed assicurativi, ma anche modelli di calcolo delle aleatorietà che prevedono gli scenari futuri di risparmio e potenziali danni. L’integrazione intende potenziarne le funzionalità mediante l’implementazione delle soluzioni Blockchain, Machine learning e Artificial intelligence dedicate al settore del Fintech di Mangrovia Blockchain Solutions.

Come spiega Daniele Morisco, Direttore Generale di Mangrovia Blockchain Solution questa acquisizione “consente di creare un centro di eccellenza nel fintech che potrà proporsi nella innovazione dei sistemi di digitalizzazione della consulenza in architetture di blockchain e nelle applicazioni dei sistemi di Intelligenza artificiale, settore nel quale abbiamo già avviato collaborazione strategiche ed in cui Mangrovia Blockchain Solutions opera quale consulente e system integrator”.


Banner Fintech & Insurtech
Banner Banca d’Italia aprirà a Milano una struttura dedicata al fintech
2 min

Banca d’Italia aprirà a Milano una struttura dedicata al fintech

Nelle sue Considerazioni finali il Governatore Ignazio Visco ha annunciato che Banca d’Italia sta per costituire a MIlano una struttura che avrà compiti di impulso e coordinamento in materia di fintech, ma anche di sorveglianza sulla filiera dei pagamenti. “Sono numerosi i comparti che possono beneficiare dell’innovazione”.

Banca d’Italia apre al fintech, a cui dedicherà una struttura di prossima apertura a Milano. Lo ha annunciato il Governatore Ignazio Visco nel corso delle sue Considerazioni finali sul 2019.

Ignazio Visco, giustamente, si è soffermato sugli angoli dell’industria che controlla, quella dei servizi finanziari: “anche nel settore dell’intermediazione finanziaria la crisi sanitaria e le misure di contenimento hanno reso ancora più tangibili i vantaggi delle soluzioni digitali”. Finalmente, verrebbe da dire. “Non potrà che derivarne un’accelerazione degli investimenti in nuove tecnologie, che con il conseguimento delle opportune economie di scala possono essere effettuati a costi più contenuti e con maggiori benefici”.

Banca d’Italia e fintech, presto a Milano una struttura dedicata
Banca d’Italia ha deciso di non essere più soltanto il luogo dove si custodiscono le regole e se ne controlla (più o meno…) l’applicazione, cfinendo inevitabilmente per frenare l’innovazione nella finanza, ma di diventare parte attiva nel suo sviluppo. “Stiamo per costituire una struttura dedicata a compiti di impulso e coordinamento in materia di fintech, nonché di sorveglianza sulla filiera degli strumenti e dei servizi di pagamento al dettaglio”. E questa struttura avrà sede nella capitale italiana del fintech. “Intendiamo valorizzare la principale piazza finanziaria del Paese, quella di Milano, quale centro di innovazione digitale di respiro europeo. In questa città verrà costituito un luogo dedicato alla sperimentazione, alla selezione dei contributi di esperti e società indipendenti, italiani e internazionali, alla collaborazione con le istituzioni e le università, al dialogo con gli operatori di mercato”. Un bel programma di open innovation istituzionale che sarà molto interessante seguire nei prossimi mesi.


Banner Fintech & Insurtech
Banner Arriva Oval Pro: nuova piattaforma di Oval Money
1 min

Arriva Oval Pro: nuova piattaforma di Oval Money

Oval Money presenta Oval Pro, la piattaforma web - indipendente dall’app Oval - dedicata agli investimenti finanziari. Gli investitori troveranno prodotti esclusivi e strutturati, con rendimenti elevati.

Oval Pro propone investimenti a partire da 5mila euro, inoltre ogni prodotto viene spiegato nei minimi dettagli e gli investitori hanno a disposizione un servizio su misura grazie alla possibilità di dialogare con un team dedicato agli investimenti.

Infine, nonostante Oval Pro si concentri su investimenti a medio termine, tutti i prodotti sono dotati di un prezzo giornaliero ed è fornita la massima flessibilità in tema di disinvestimento. Gli Ovalers, gli utenti che utilizzano già l’app Oval, dovranno effettuare una nuova registrazione se vorranno usufruire dei servizi di Oval Pro.


Banner Fintech & Insurtech
Banner Le assicurazioni di Net Insurance rafforzano l’Open Banking di Nexi
2 min

Le assicurazioni di Net Insurance rafforzano l’Open Banking di Nexi

Per i clienti finali ci sarà la possibilità di attivare una copertura assicurativa ogni volta che viene effettuato un acquisto con sistemi di pagamento digitale

Nexi allarga il suo ecosistema per l’Open Banking: la paytech ha siglato un accordo con Net Insurance, che diventerà così il partner assicurativo in Nexi Open, l’ecosistema di servizi in ambito open banking lanciato da Nexi a metà aprile. Più nel dettaglio, grazie all’accordo, Nexi metterà i servizi innovativi di Net Insurance a disposizione delle proprie banche partner che potranno così offrire ai propri clienti delle coperture assicurative mirate, attivabili in real time e in modo completamente digitale. Il risultato finale, per i clienti delle banche aderenti al circuito, è senz’altro piuttosto concreto: ogni volta che sarà effettuato un acquisto con strumenti di pagamento digitale, ci sarà la possibilità di attivare istantaneamente una copertura assicurativa temporanea, calibrata sulle proprie esigenze e relativa al prodotto o servizio acquistato (attività sportive, viaggi, mobilità, bagagli ecc). Net Insurance mette a disposizione anche polizze individuali per la clientela operante nel commercio, nei servizi, nel turismo. Dal punto di vista delle banche si tratta di una possibilità di monetizzare il tema dell’open banking: attraverso la partnership, c’è la possibilità o allargare il proprio tradizionale perimetro di offerta, garantendo ai propri clienti servizi nuovi e differenziati come quello assicurativo. Da un punto di vista tecnologico l’integrazione di Net Insurance nei circuiti Nexi sarà curata da Yolo Group.

“Nexi Open è la nostra piattaforma in ambito Open Banking nata per portare alle banche soluzioni utili per migliorare la soddisfazione dei loro clienti e per sviluppare nuove fonti di redditività – commenta Daniele Gabbai, Head of Strategic Partnerships & Alliances di Nexi – L’accordo con Net Insurance è un tassello fondamentale nel progetto di costruzione di un ecosistema di partnership che mettiamo a disposizione delle banche, confermando così il nostro ruolo di PayTech loro alleata”.

“L’accordo con Nexi è una tappa fondamentale per il posizionamento digitale della Compagnia – ha affermato Andrea Battista, Amministratore Delegato di Net Insurance – L’intesa segna l’ingresso ufficiale di Net Insurance nell’ecosistema dell’Open Banking, uno dei driver strategici dei processi innovativi nei settori bancario, finanziario e assicurativo. Una modalità per ampliare la cooperazione coi nostri partner da un lato, dall’altro l’opportunità concreta per estendere il nostro raggio d’azione”.


Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Banca Mediolanum svela Flowe
3 min

Banca Mediolanum svela Flowe

Arriva la neobank con il purpose. Flowe è un conto di pagamento di Banca Mediolanum con carta e app: per distinguersi dai concorrenti punta su un concetto olistico di sostenibilità e crescita.

C’è una dimensione valoriale, in Flowe. Una società distinta dal Gruppo Mediolanum, che la controlla al 100%, realizzata con un lavoro di poco più di un anno in cui l’innovazione del banking a livello mondiale è stata scansionata per selezionare gli spunti e le esperienze migliori. Si ritrovano, quindi, molte funzionalità già viste in altre challenger o neo bank. Ma c’è quella marcia in più, data dalla dimensione del benessere in senso lato. E infatti, Flowe è certificata B-Corp. Ma partiamo con qualche definizione concreta.

Flowe è un conto di pagamento con IBAN italiano, collegato a una carta di debito Mastercard (in legno riciclato, senza plastica): permette di inviare e ricevere bonifici, compreso l’accredito dello stipendio anche nella P.A.

Quali servizi bancari presenti? Conto di pagamento con IBAN italiano, accredito stipendio anche nella PA, con carta di debito Mastercard. L’attivazione del conto è interamente digitale con lettura del documento da smartphone: l’intelligenza artificiale si occupa del riconoscimento facciale, verificando che il viso del cliente corrisponda alla foto del documento.

Ci sono poi alcune funzioni già viste in altre neobanche, come la condivisione delle spese tra utenti Flowe con pochi click, pensata per coinquilini, acquisti di gruppo (come la colletta per un regalo) o viaggi di gruppo. O l’arrotondamento delle spese, per l’accantonamento dei resti e il risparmio automatico.

A distinguere Flowe sono le feature aggiuntive, legate al benessere: c’è un contapassi, ad esempio, per valutare la mia attività fisica giornaliera. E, grazie alla partnership con la svedese Doconomy, permette di stimare l’impatto in termini di CO2 emessa di ogni acquisto fatto con la carta (il calcolo viene fatto in base alla categoria merceologica). Una seconda partnership, con ZeroCO2, permette di compensare l’impatto sostenendo progetti di riforestazione. Queste funzionalità sono presenti nella versione Friend, a pagamento.

Interessante l’applicazione di un modello di gaming, ispirato ai videogiochi: la gamification è uno strumento eccellente per coinvolgere il cliente sui canali digitali. Ecco quindi che i comportamenti finanziari, e non, sono collegati a meccanismi di ricompensa, che consentono di ottenere punti esperienza, badge o gemme. Proprio come in un videogame, le gemme (da agosto 2020) potranno essere convertite in premi, servizi o esperienze dei partner di Flowe. Anche il passaparola, il consigliare Flowe ai propri amici, permette di ottenere gemme: 100 per ogni conoscente che si iscrive grazie a noi. E, nel tempo, è logico pensare che la rete di partner si amplierà.

«Siamo considerati una banca innovativa – commenta Massimo Doris, Amministratore Delegato di Banca Mediolanum – ma da giovani e giovanissimi siamo comunque considerati vecchi, come dimostra il successo di molte neobanche in Europa e in Italia. Con Flowe puntiamo al breakeven in 3 anni: ci focalizzeremo sull’Italia per poi internazionalizzare, probabilmente partendo dalla Spagna, in cui siamo già presenti. Flowe si rivolge a clienti giovani, con poca capacità di risparmio: se, crescendo, avranno necessità di consulenza, potranno accedere ai pieni servizi bancari di Banca Mediolanum e dei suoi family banker».

«Flowe è la prima tappa di un percorso – aggiunge Oscar di Montigny, Presidente di Flowe SpA. Oggi le aziende sono purpose-driven, guidate da un obiettivo, al punto che si parla di brand activism, quando un’azienda prende posizione su temi importanti. Flowe non è discriminante dal punto di vista anagrafico, anche se probabilmente le generazioni Z e Y sono più abituate all’uso della tecnologia. Flowe è un modo di pensare, un concetto di crescita ed educazione in senso olistico: benessere fisico, mentale, finanziario, alimentare, di sicurezza sul lavoro…».


Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Account aggregation. UniCredit parte dall’Italia
2 min

Account aggregation. UniCredit parte dall’Italia

L’Italia è il primo Paese d’approdo per l’account aggregation di UniCredit. Prossimi step, Austria e Germania, per questo autunno, e poi a seguire gli altri Paesi dove UniCredit è attiva.

Grazie all’account aggregation i clienti privati della Banca hanno a disposizione un’unica vista sui loro conti, anche appartenenti ad altre banche, sia tramite internet banking sia su mobile banking. Nei prossimi mesi, sempre in Italia, sarà disponibile la funzione per disporre pagamenti a valere anche sui conti che i clienti hanno presso altre banche, come fatto da Banca Sella e Intesa Sanpaolo con XME. Questa ulteriore funzionalità sarà invece attiva entro l’anno in Germania e Austria e successivamente negli altri Paesi.

Sempre basandosi sulla piattaforma tecnologica proprietaria di UniCredit per lo sviluppo in ambito open banking, sono in arrivo anche nuove funzionalità per i clienti impresa, disponibile nei prossimi mesi in Italia e Germania: in prima linea la funzionalità di account aggregation ma anche avviare pagamenti, gestire le posizioni di liquidità con sguardo globale, usufruendo di un unico front end con dati in tempo reale.

UniCredit infine ha collaborato con varie FinTech per sviluppare soluzioni per i clienti e migliorare alcune funzionalità. Ha per esempio sviluppato con Meniga le soluzioni di Personal Financial Management e Account Aggregator; con Taulia un accordo di collaborazione per la digitalizzazione dei sistemi di gestione delle supply chain; con FinDynamic una soluzione di dynamic discounting per l’ottimizzazione del capitale circolante delle imprese e delle loro catene di fornitura.


Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Innovazione in banca, i premi Abi. Per l’open innovation vince Unicredit
2 min

Innovazione in banca, i premi Abi. Per l’open innovation vince Unicredit

Scelti, tra i 65 progetti presentati da 23 istituti di credito, i vincitori delle sette categorie della decima edizione del concorso Abi per “l’innovazione nei servizi bancari”. Per l’innovazione aperta premiata Unicredit che ha realizzato con la startup FinDynamic una soluzione digitale di dinamic discounting.

Dieci anni di innovazione in banca. Abi, l’associazione degli istituti di credito, ha assegnato i suoi premi ai vincitori della decima edizione del concorso  per “l’innovazione nei servizi bancari” a cui hanno partecipato 65 progetti di 23 banche legati ai nuovi canali di interazione, alla trasformazione digitale, al nuovo ecosistema finanziario, alla sostenibilità e alla comunicazione.

Questi i premiati emersi dalla selezione effettuata dal Comitato Tecnico Scientifico di esperti e dalla Giuria di rappresentati del mondo imprenditoriale, istituzionale e accademico, per le sette categorie:

  • Premio innovazione sui canali: Banca Popolare di Puglia e Basilicata con il progetto “C O N N E C T A. L’Open Banking al servizio del cliente”
  • Premio innovazione per il cliente retail: illimity con il progetto “Il Personal Financial Manager di illimity: l’innovazione al servizio del risparmio e dell’education finanziaria di famiglie e giovani”
  • Premio innovazione per i clienti corporate: Crédit Agricole Italia con il progetto “Foraggio-SAT: l’assicurazione via satellite che coltiva i tuoi interessi”
  • Premio innovazione delle operations: Banco BPM con il progetto “Clarity – Strumenti di workflow management a supporto dei principali processi HR. La leva tecnologia usata come fattore abilitante per un diverso modo di operare all’interno della Azienda”
  • Premio innovazione aperta: UniCredit con il progetto “Dynamic Discounting: la nuova soluzione digitale di supporto alla filiera offerta in collaborazione con la startup fintech FinDynamic, di cui ha rilevato una quota.
  • Premio Innovazione nella sustainable finance: Intesa Sanpaolo con il progetto “Intesa Sanpaolo Circular Economy Plafond”
  • Premio innovazione nella comunicazione: UBI Banca con il progetto “Beyond the light. Your passion on the pitch.”

Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Credito Cooperativo Romagnolo: «Con il chatbot Sophia siamo più vicini ai nostri clienti»
3 min

Credito Cooperativo Romagnolo: «Con il chatbot Sophia siamo più vicini ai nostri clienti»

L’utilizzo di un virtual assistant può fornire un vantaggio competitivo alle banche, aiutandole a creare un dialogo a distanza con i clienti. Ma il chatbot deve essere in grado di rispecchiare identità e tono di voce dell’istituto e di attivare un sistema di lead generation. Cesare Bizzocchi, Responsabile marketing di CCR, ci racconta il progetto Sophia, sviluppato con l’azienda bolognese Injenia

Si chiama Sophia e dallo scorso marzo affianca i dipendenti di Credito Cooperativo Romagnolo (CCR). Durante il primo mese di lockdown ha sostenuto oltre 1000 conversazioni a distanza. Non è una lavoratrice qualunque, ma la virtual assistant in forma di chatbot nata dalla collaborazione tra l’istituto di credito del Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea e l’azienda bolognese Injenia, uno dei principali partner di Google in Italia. «Il progetto è partito nel pieno dell’emergenza Covid-19. Nonostante la data fosse stata programmata da mesi, il fatto di aver lanciato il servizio in questo particolare momento storico di distanziamento sociale ci ha dato un vantaggio competitivo, aiutandoci a mantenere un dialogo a distanza con i nostri clienti. Sophia non è un chatbot qualsiasi, perché utilizza parole e tono di voce della nostra banca», racconta Cesare Bizzocchi, Responsabile marketing di CCR.

Sophia è una creazione collettiva, che nasce da workshop e focus group, che hanno coinvolto i dipendenti di Credito Cooperativo Romagnolo, basati sulla linguistica e sulla semiotica. Momenti di incontro per costruire un’identità del chatbot e sviluppare un design della conversazione che fossero coerenti con l’immagine e il tono di voce utilizzato dalla banca. «Questo processo di confronto con Injenia non è finito e non finirà mai», afferma Bizzocchi, che aggiunge: «Sophia è come una bambina che ha già un’intelligenza di base, che viene poi sviluppata con l’educazione. La crescita è continua perché a cambiare è il mondo che ci circonda».

Grazie all’utilizzo di tecnologie conversazionali all’avanguardia come Dialog Flow di Google Cloud, Sophia è in grado di comunicare sia analizzando i messaggi testuali che gli audio. Come assistente virtuale ha tre obiettivi fondamentali: snellire i processi di supporto alla clientela, migliorare l’accesso alle informazioni semplificando la navigazione del sito web aziendale e implementare un nuovo sistema di lead generation. Le richieste di contatto raccolte da Sophia vengono prese in gestione dai dipendenti che accedono alla piattaforma Interacta, sviluppata da Injenia per gestire i processi con dinamiche social: si utilizzano hashtag, mentioning, commenti, like e allegati, per velocizzare la comunicazione anche tra diverse filiali e aumentare il livello di engagement.

Come aprire un conto corrente? Come accedere a finanziamenti o chiedere consulenza su investimenti e mutui? Sono alcune delle domande più frequenti a cui Sophia risponde ogni giorno. «Usiamo la tecnologia per semplificare la ricerca delle informazioni di base da parte dei clienti e permettere ai nostri professionisti di dedicare più spazio ai rapporti umani. Quelle relazioni che per una banca del territorio sono ancora più importanti», spiega Bizzocchi, che aggiunge: «Presto il chatbot sarà anche in grado di pescare le risposte direttamente dal nostro sistema informativo interno, segnalando scadenze o aggiornamenti normativi».


Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Illimity, passo in avanti verso l’aggregazione di conti
2 min

Illimity, passo in avanti verso l’aggregazione di conti

La banca on line ha annunciato di aver attivato il suo servizio Payment Initiation Service (PIS), che permette di effettuare pagamenti da conti di altre banche aggregati nella sua piattaforma 

Importante svolta nel segno della PSD2 per Illimity: la banca digitale ha annunciato di aver attivato il suo servizio Payment Initiation Service (PIS) che permette di effettuare pagamenti da conti di altre banche aggregati nella sua piattaforma. Questa funzionalità è disponibile per i clienti che hanno attivato e attiveranno il servizio di aggregazione conti di illimitybank.com, illimity connect, permettendo così di visionare anche l’andamento complessivo delle finanze.

Inoltre, i clienti della banca potranno effettuare un bonifico standard dalla piattaforma di illimity operando su uno dei loro conti aggregati e, dal mese di giugno, potranno eseguire anche bonifici istantanei, ricorrenti e internazionali. L’operatività del servizio PIS verrà
progressivamente ampliata rendendo possibile per esempio alimentare i progetti di spesa o i conti deposito di illimitybank.com attraverso i propri conti correnti aggregati.

La nuova soluzione è frutto della collaborazione di Illimity con Fabrick e va ad arricchire l’offerta di account aggregation della banca on line, così come previsto dalla direttiva PSD2. Come ha messo in luce Carlo Panella, Head of Direct Banking and Chief Digital Operations Officer del Gruppo illimity: “illimitybank.com arricchisce la propria offerta nel segno della continua innovazione. La banca diretta, in piena ottica open banking, consente ai propri clienti di effettuare pagamenti anche sui conti di altre banche dal proprio conto illimity. Si tratta di una vera e propria evoluzione nel sistema dei pagamenti e noi di illimity siamo orgogliosi di esserne promotori. Continueremo a lavorare in questa direzione per ampliare i servizi e offrire ai nostri clienti soluzioni nuove e utili”


Banner Servizi Finanziari e Retail Banking
Banner Assicurazioni nel guado, le big tech conquistano sempre più clienti
4 min

Assicurazioni nel guado, le big tech conquistano sempre più clienti

Secondo le stime del World Insurance Report 2020, a firma Capgemini-Efma, senza un approccio omni-channel gli operatori tradizionali rischiano di rimanere esclusi dalla partita. E i consumatori guardano con crescente interesse alle offerte iper-personalizze “pay-per-use”. Si fa strada il modello “inventive insurer”

I clienti delle assicurazioni adottano sempre più una “mentalità da millennial” e si affidano a canali alternativi, rivolgendosi ad operatori non tradizionali come i Big Tech e i produttori dei beni. Per questo le assicurazioni tradizionali devono difendersi sempre più da questa nuova concorrenza. E’ quanto evidenzia il rapporto “World Insurance Report 2020”, realizzato da Capgemini in collaborazione con Efma.

Secondo il rapporto oggi il 36% degli intervistati si rivolge ai Big Tech per avere offerte innovative e personalizzate con una migliore customer experience. Era il 17% fino al 2016.

L’adozione digitale non è però questione di età. Il report di Capgemini mostra che il numero di clienti appartenenti alla Generazione X o a quelle precedenti che effettuano quotidianamente transazioni attraverso i canali online e i dispositivi mobili, come ad esempio fare acquisti o pagare bollette, è raddoppiato, passando dal 30% nel 2018 al 64% nel 2020. Il lockdown messo in atto per rispondere alla pandemia farà crescere ulteriormente questo dato.

Per questo, secondo la ricerca, l’interesse per i servizi assicurativi proposti dalle Big Tech sta accelerando rapidamente: mentre nel World Insurance Report 2016 solo un sesto circa degli intervistati ha dichiarato che avrebbe preso in considerazione l’acquisto di un prodotto assicurativo da un Big Tech, il numero è più che raddoppiato nel 2020.

I potenziali clienti ricercano la convenienza e le aziende non tradizionali, come le Big Tech o i produttori di beni, offrono un’esperienza migliore, spingendo un numero sempre maggiore di consumatori ad affidarsi a loro Per rimanere competitivi, dice il rapporto, gli assicuratori tradizionali devono migliorare la relazione con la clientela, offrendo un engagement molto più personalizzato e basato sull’esperienza: “Gli assicuratori devono offrire i prodotti giusti, al momento giusto e attraverso i canali giusti”.

Inoltre, visto che le preferenze dei clienti evolvono sempre più rapidamente, secondo la ricerca è necessaria la loro valutazione continua attraverso la gestione dei dati in tempo reale, in modo che la customer experience si evolva di pari passo con le esigenze e i desideri dei consumatori.

Secondo il rapporto Capgemini oltre il 50% degli intervistati desidera un’assicurazione basata sull’utilizzo effettivo, anche grazie all’iper-personalizzazione, e con un buon rapporto qualità-prezzo. Tuttavia, gli assicuratori tradizionali non hanno a disposizione gli strumenti e le tecnologie adatte per prevedere le necessità dei clienti e suggerire i prodotti appropriati. Infatti, solo il 35% delle compagnie assicurative fornisce agli agenti strumenti digitali che aiutano a determinare gli eventi che possono manifestarsi nella vita del cliente, come il matrimonio, un figlio o l’acquisto della casa e, in realtà, secondo la ricerca solo un quarto di essi dice che il tracciamento dei dati esterni sia un elemento utile.

Mentre i consumatori si rivolgono a siti web che mettono a confronto le varie compagnie assicurative e a quelli delle compagnie stesse per raccogliere informazioni sui prodotti assicurativi, meno del 30% degli assicuratori ritiene che i propri siti siano utili per condividere informazioni sulle polizze e solo il 37% afferma che mettere a paragone i vari player serva ad educare i clienti. In mancanza di un approccio omni-channel, gli assicuratori tradizionali rischiano di rimanere esclusi, in quanto il 75% dei clienti afferma di essere disposto a cambiare compagnia assicurativa qualora un servizio continuo non fosse disponibile su tutti i canali.

La conclusione della ricerca di Capgemini è che gli assicuratori devono evolversi rapidamente, passando da prodotti che abbracciano le esigenze di tutti i clienti alla fornitura di esperienze in linea con le preferenze specifiche e individuali di ciascun assicurato. Infatti, se da un lato le Big Tech raccolgono dati in tempo reale attraverso assistenti vocali, dispositivi indossabili, apparecchi IoT e chatbot interattivi, solo il 38% degli assicuratori acquisisce dati da dispositivi IoT in tempo reale e il 33% da sistemi di supporto basati sull’elaborazione del linguaggio naturale (ad esempio i chatbot). Il report afferma infine che in questo nuovo panorama, solo gli “Inventive Insurer” riusciranno a sopravvivere, in qualità di “operatori tradizionali che comprendono le esigenze e le preferenze dei clienti e che sfruttano i dati disponibili all’interno dell’ecosistema per offrire prodotti personalizzati e time-sensitive”.


Banner Sistemi di Pagamento
Banner Whatsapp Pay: parte dal Brasile, ma dopo una settimana si ferma tutto
4 min

Whatsapp Pay: parte dal Brasile, ma dopo una settimana si ferma tutto

Era partita dal Brasile la corsa ai pagamenti di Whatsapp. Dopo una settimana, si ferma tutto: servono chiarimenti su risk management, compliance, riservatezza dei dati e concorrenza.

La notizia aveva attirato molta attenzione. Gli utenti WA residenti in Brasile possono effettuare pagamenti digitali sulla app, inviando denaro ad altri (pagamenti P2P) o effettuando acquisti presso esercizi commerciali fisici o virtuali sempre dalla app. Al momento con le carte di credito o debito, Visa e Mastercard, di tre banche (Banco do Brasil, la neobank Nubank e il sistema di credito cooperativo Sicredi: il mix è interessante).

Dopo una settimana lo stop: vedremo in futuro se e come i dubbi sulla compliance saranno risolti. Intanto, in questo articolo vi riportiamo l'osservazione iniziale su che cosa l'annuncio di WAPay comporta per le banche e per altri player.

Perché cambierà le cose
1. Sinergie con Facebook
I pagamenti avvengono attraverso la piattaforma Facebook Pay: WA Pay in futuro potrà quindi essere usato “all’interno della famiglia di applicazioni Facebook”. Meno di un mese fa il social network ha lanciato i propri Facebook Shops ed è evidente la sinergia per creare un’esperienza di acquisto fluida all’interno del medesimo ecosistema.

2. Al merchant serve (soprattutto ora)
Il mercato c’è. In Brasile la stessa Whatsapp stima 10 milioni di micro e piccole imprese. Il Brasile sta subendo molto la pressione del Covid-19, nonostante le posizioni governative: se date una curiosata agli ultimi comunicati stampa di Sicredi (se non masticate il portoghese, c’è Google Traduttore) per trovare notizie sul boom del digitale, simili alle “nostre” di marzo. La digitalizzazione forzata del Coronavirus sta portando piccoli e medi esercenti a cercare soluzioni rapide ed economiche per presentare i propri prodotti ai clienti, da remoto, e accettare pagamenti digitali. WA Pay lo fa.

3. Il modello super-app è valido
Milioni di persone usano già Whatsapp. Il modello delle super-app “à la chinoise”, che integrano la messaggistica con molte altre funzionalità, può essere percorso mediante collaborazioni con player (le banche e i circuiti, in questo caso) che si fanno carico della compliance. Il cliente conosce già Whatsapp e, in qualche misura, si fida del servizio: per la sicurezza gli verrà richiesto di impostare un PIN, addirittura di sei cifre, ma potrà anche usare l’impronta digitale. E la userà, per comodità. Non solo: l'utente troverà anche molto comodo potere pagare con una app che ha già installato (lo spazio a disposizione sugli smartphone è limitato) e questo è un punto a sfavore delle app specializzate in pagamenti.

Perché non cambia così tanto le cose
1. Conviene rispetto al modello POS, ma non può sostituirlo subito
Un mio primo dubbio riguarda, ovviamente, i costi. I soldi sono sempre il punto da cui partire per capire se una cosa funziona. I trasferimenti di denaro tra persone saranno gratuiti per gli utenti. Le aziende pagheranno invece una commissione per l’elaborazione dei pagamenti ricevuti dai propri clienti. Whatsapp aggiunge, a proposito, “in linea con quanto accade per le transazioni con carte di credito”. Le transazioni gratis non esistono: qualcuno dovrà sostenere i costi. Coprendoli, magari, con le commissioni applicate all’esercente: le fees al merchant non piacciono mai, ma una soluzione software ha il vantaggio di non presentare i costi fissi legati al POS. Il merchant accetterà di pagare per un altro servizio? In tempo di Coronavirus, sicuramente sì. Dopo? Dipende da quanto il servizio prenderà realmente piede.

2. Non attacca le banche, attacca Amazon e simili
Secondo aspetto: la BigTech è arrivata sul mercato dei pagamenti a braccetto con operatori tradizionali. Whatsapp Pay mi sembra più un attacco ad Amazon, grazie alla sinergia con Facebook Shops, che alle banche. Il pagamento si appoggia alle infrastrutture esistenti: i circuiti incassano commissioni, le banche emettono carte ai loro clienti, di cui detengono il denaro. Il cliente che viene “conquistato” da WA Pay è il merchant, che non era ancora parte di un ecosistema digitale: ma il denaro incassato andrà comunque a finire su un conto bancario tradizionale.

3. Usa valute flat
Terzo aspetto: si continua a usare valuta flat. OK, era ovvio fosse così visto il putiferio scatenato da Libra, un bel sasso buttato nello stagno per vedere l’effetto che fa e poi aggiustare il tiro. E Facebook ha più volte ribadito che il progetto Libra, ammesso che prenda mai il via, sarà sempre distinto e indipendente dalle attività business di Facebook. Ma l’assenza un po’ delude. I due progetti di casa Facebook in ambito pagamenti prendono strade completamente separate: magari si incontreranno in futuro, magari no.

4. Richiede accordi con le banche
Questo è un limite solo in parte. Come tutti gli X Pay di BigTech e OTT, anche Whatsapp Pay funziona grazie ad accordi con circuiti e singole banche. Il modello è ormai sdoganato da Apple, Samsung e Google Pay: ma l'esperienza insegna che non tutte le banche aderiscono in tempi rapidi.


Banner Sistemi di Pagamento
Banner Fabrick diventa istituto di pagamento: ecco che cosa potrà fare ora
3 min

Fabrick diventa istituto di pagamento: ecco che cosa potrà fare ora

C’è un nuovo player nel mercato dei pagamenti digitali. E si chiama Fabrick, la piattaforma promossa nel 2018 dal Gruppo Sella su iniziativa del manager che la guida, il CEO Paolo Zaccardi. È arrivata infatti l’autorizzazione da Banca d’Italia ad operare come Istituto di Pagamento.

Nata sull’onda della PSD2 e dell’open banking, adesso Fabrick potrà presidiare altri punti della catena del valore, ampliando la gamma dei servizi offerti e accelerando l’ingresso sul mercato dei nuovi servizi sviluppati per i clienti e i partner acquisiti in due anni di lavoro e per quelli che arriveranno. Obiettivo: l’invisible banking. 

“Fabrick nasce per aver visto da subito nella PSD2 l’opportunità per innovare il mondo finanziario, proponendo un approccio attivo alla normativa”, osserva Zaccardi. “Il 2020 si conferma l’anno di trasformazione in offerte concrete del nuovo paradigma open banking, costruito su piattaforme aperte e collaborative. Si affermeranno sul mercato quelle realtà che, indipendentemente dalle loro dimensioni, saranno in grado di offrire ai clienti servizi personalizzati e digitali, guidati da un’innovazione che risponde a bisogni concreti, dei privati così come delle aziende, specialmente le piccole e medie spesso sprovviste di figure e risorse per farsi carico delle tante incombenze legate alle attività finanziarie e amministrative. Bisogni che, mai come in questo momento, evolvono anche per effetto di fattori esogeni e imprevedibili come quelli generati dal profondo shock inferto dalla pandemia che, non solo impatta sui comportamenti, ma anche sulle attività economiche e sulla necessità di fare ricorso a servizi finanziari innovativi e convenienti. È qui, nella risoluzione di un problema reale, che nasce l’opportunità di un profondo cambio di paradigma”. 

A maggio 2019 Fabrick annunciava 1 milione di transazioni API al mese, a maggio 2020 supera il 1 milione di transazioni al giorno: una crescita di 30 volte in un anno che conferma l’aumento dell’uso dei servizi finanziari di nuova generazione. Ad oggi Fabrick ha integrato in piattaforma il 97% degli istituti bancari e 198 sono le controparti che usano le oltre 500 API pubblicate. Molti i casi d’uso già in produzione come ad esempio Account Aggregation, Data Enrichment (PFM), Smart Banking, Payment & Collection Engine e il Payment Initiation Sevice (PIS). 

Che cosa potrò fare ora farà Fabrick
Sulla base dell’autorizzazione di Istituto di Pagamento, Fabrick può operare come Prestatore del Servizio di informazione sui conti (AISP) e di Prestatore del Servizio di disposizione di ordini di Pagamento (PISP), entrambi ruoli introdotti dalla normativa PSD2. Ciò, unito alla profonda competenza tecnologica e alla conoscenza dei processi bancari di Fabrick, consentirà ai suoi clienti di portare sul mercato nuovi servizi con estrema rapidità e flessibilità grazie ad un approccio in modalità “as a service” che saranno costruiti “chiavi in mano”. Un ulteriore evidente vantaggio sia per gli Istituti bancari già in possesso di una propria autorizzazione che possono essere così estremamente più rapidi nell’offerta al mercato, sia per i soggetti non bancari (quali assicurazioni, grandi corporate e fintech) che potranno implementare servizi basati sull’accesso ai conti col supporto di un unico partner. 

Sono  tre i casi d’uso che l’autorizzazione permetterà a Fabrick di sviluppare:
“AISP AS A SERVICE” che abilita soggetti con core business diversi da quello bancario (definiti da Banca d’Italia “quarta parte” o “pseudo TPP”) ad implementare servizi basati sull’accesso ai dati dei conti;
“PISP PER E-COMMERCE”, in cui il cliente è un gateway di e-commerce che potrà affiancare ai classici pagamenti con carta anche il pagamento direttamente dal conto;
“PAGAMENTI E RICONCILIAZIONE tra diversi conti correnti che le imprese usano per la gestione della cassa. Per esempio, in presenza di linee di credito, la TPP può richiedere il pagamento di una rata presso un conto che abbia un saldo sufficiente, evitando casi di potenziale insoluto. 


Banner Sistemi di Pagamento
Banner QuintoPuoi è totalmente digitale
1 min

QuintoPuoi è totalmente digitale

Più digitale per QuintoPuoi, l’offerta di cessione del quinto di Banca Sistema. I clienti della banca possono attivare il finanziamento QuintoPuoi in modalità completamente digitale: senza incontrare quindi fisicamente il team commerciale e sottoscrivendo tutta la documentazione per via telematica, da casa.

D’altronde Banca Sistema aveva già creato una app dedicata al prodotto, che ora si arricchisce di un portale di onboarding per ottenere preventivi e sottoscrivere i consensi della privacy, avviare la fase di istruttoria del finanziamento e funzionalità di video-riconoscimento ai fini del rilascio della firma elettronica qualificata utile nell’emissione dei documenti e nella sottoscrizione del contratto.

Per accedere al servizio bastano quindi uno smartphone o un pc dotato di webcam e microfono. Infine, tutta la documentazione viene archiviata in forma digitale sulla piattaforma.


Banner Sistemi di Pagamento
Banner Mobile payment, Samsung lancia il guanto di sfida ad Apple
2 min

Mobile payment, Samsung lancia il guanto di sfida ad Apple

Debutterà in estate negli Usa la carta di debito che si appoggia sul sistema proprietario dell’azienda sudcoreana. Ma anche Google è pronta a scendere in campo

Anche Samsung scende in campo nel mondo dei pagamenti via smartphone e lancia la sfida alla Apple Card. L’azienda sudcoreana rivela nuovi particolari del sistema di gestione delle transazioni digitali. La carta – Samsung Money – sarà a disposizione dei possessori di smartphone Galaxy in Usa nel corso dell’estate.

Già annunciato qualche settimana fa, il sistema offrirà un account di gestione del cash e una carta di debito del circuito Mastercard (chiamata “Samsung Money by SoFi”) che si appoggia al Samsung Pay.

A differenza della Apple Card, quella di Samsung non è una carta di credito ma di debito. “L’account è sicuro, senza costi e premia gli utenti per il risparmio, guadagnando un interesse maggiore rispetto alla media nazionale dei conti transazionali”, si legge in una nota dell’azienda.

Come la Apple Card, la carta di Samsung non ha sovrimpressi il numero, la data di scadenza e il Cvv, informazioni accessibili attraverso la app.

Ma nella partita potrebbe presto entrare anche Google. Secondo le indiscrezioni trapelate il mese scorso, infatti, il colosso californiano starebbe sviluppando una sua carta di debito, sia ‘fisica’ che virtuale. Si appoggerebbe al sistema di pagamento ‘mobile’ Google Pay, e sarebbe utilizzabile per pagare sia nei negozi, sia online e via smartphone.


Banner Sistemi di Pagamento
Banner Cashless society, PagoBancomat sbarca su Samsung Pay
2 min

Cashless society, PagoBancomat sbarca su Samsung Pay

Le prime carte abilitate sono di Intesa Sanpaolo, Ubi e Cassa Centrale Banca. Smartphone sempre più centrali nella digital transformation

Debuttano su Samsung Pay le carte del circuito PagoBancomat che conta 1,45 miliardi di pagamenti per un valore di circa 84 miliardi di euro. Intesa Sanpaolo, Ubi e Cassa Centrale Banca le prime carte abilitate.

Introdotto in Italia da marzo 2018, il sistema di pagamento elettronico di Samsung prevede modalità contactless attraverso Nfc per tutta la gamma di smartphone Samsung delle ultime generazioni, che consente di pagare dal proprio device e fare acquisti nei negozi che accettano le carte di credito, di debito o prepagate.

“Grazie all’abilitazione delle carte del Circuito PagoBancomat, Samsung contribuisce ancora di più ai processi di trasformazione in atto nell’ambito dei pagamenti elettronici in Italia – dice Carlo Carollo, Vp della divisione Telefonia di Samsung Electronics Italia –. E, oggi, segniamo un ulteriore passo in avanti verso la cosiddetta cashless society, che anche in Italia sta diventando sempre di più una realtà capace di apportare diverse tipologie di benefici concreti al sistema paese nel suo complesso. E con l’ampliamento costante dei servizi legati a Samsung Pay, la nostra azienda aggiunge un altro elemento chiave in direzione della trasformazione degli smartphone in strumenti pienamente mobile, in grado di migliorare concretamente la vita degli utenti e di contribuire ad accelerare la trasformazione digitale in Italia”.


Banner Sistemi di Pagamento
Banner Sanità digitale, arriva il Pos “su misura” di farmacie
2 min

Sanità digitale, arriva il Pos “su misura” di farmacie

A lanciare il servizio è Credifarma: canone scontato e commissioni azzerate per gli acquisti sotto i 10 euro, per stimolare i pagamenti digitali anche nella fase post emergenza

Un Pos a canone scontato e commissioni azzerate per i pagamenti inferiori a 10 euro fino al 31 dicembre 2020, con una linea di credito dedicata il cui utilizzo sarà completamente libero, indipendentemente dalle transazioni canalizzate. Sono le caratteristiche di FarmaPos, la prima offerta fintech completa per le farmacie italiane messa a punto da Credifarma, caratterizzata dall’attenzione alla customer experience e dall’attenzione all’offerta tecnologica, insieme a un finanziamento a procedura semplificata per sostenere lo sviluppo dei servizi digitali nelle Farmacie italiane. 

Lo smartPos messo a disposizione delle farmacie è realizzato da Nexi, nel quadro di un’offerta che mira a sostenere lo sviluppo dei pagamenti digitali in un momento in cui la farmacia è una fondamentale infrastruttura sanitaria di riferimento sul territorio, in prima linea nella gestione dell’emergenza Covid-19. 

Con FarmaPOS, si legge in una nota di Credifarma, i pagamenti digitali saranno possibili in un’unica soluzione integrata, semplice e veloce: i farmacisti in possesso di SmartPos Nexi potranno accettare pagamenti a distanza attraverso il servizio Pay By Link di Nexi, e questo consentirà di fare operazioni in modo semplice e sicuro anche quando il Titolare della Carta non è presente e senza alcun costo fisso o canone mensile aggiuntivo. 

“Grazie all’accordo in esclusiva con Nexi, Credifarma rafforza da oggi la propria gamma di soluzioni a disposizione dei farmacisti italiani per effettuare i pagamenti – spiega Marco Alessandrini, amministratore delegato di Credifarma – Nell’ambito dei servizi digitali, vogliamo offrire ai nostri clienti funzionalità innovative in grado di soddisfare bisogni crescenti ed esigenze sempre più sofisticate, garantendo allo stesso tempo sicurezza e sostenendo l’evoluzione della sanità digitale. Stiamo assistendo a un veloce cambiamento che coinvolge non solo le modalità di pagamento ma tutta la proposizione dell’offerta del mondo della farmacia italiana. Con questa nuova iniziativa Credifarma si conferma il punto di riferimento per il supporto finanziario, lo sviluppo e l’utilizzo degli strumenti digitali al servizio del settore delle Farmacie italiane”.


Banner Start Up & Innovazione
Banner Travel: 39,2 milioni di euro a “Fly Now Pay Later”, startup per pagare i voli a rate
2 min

Travel: 39,2 milioni di euro a “Fly Now Pay Later”, startup per pagare i voli a rate

Con il coronavirus, il costo dei voli aumenterà e più persone dovranno ricorrere a prestiti per acquistare i biglietti. Ecco perché Fly Now Pay Later, fintech per il travel che consente di pagare i voli a rate, ha appena ottenuto un importante finanziamento. Che userà per una nuova app e l’espansione da Londra in Europa

Nonostante il coronavirus, anche nel mondo del travel (tra i più colpiti dalla pandemia) arriva un importante finanziamento per una startup che, con la sua soluzione innovativa fintech, punta proprio ad aiutare quel mondo a risollevarsi: Fly Now Pay Later, un provider di pagamenti per il settore dei viaggi con sede a Londra, ha raccolto 35 milioni di sterline in un round di serie A guidato da Revenio Capital, con la partecipazione di Shawbrook Bank e BCI Finance, due debt providers istituzionali in finanza specializzata. Al cuore dell’attività della startup: consentire agli utenti di pagare i voli aerei a rate.

Fondata da Jasper Dykes nel 2015, la startup punta a rendere più flessibile il pagamento dei viaggi. Invece di acquistare biglietti costosi in anticipo, gli utenti possono ripartire il costo su 1-12 mesi, partendo da un minimo di 0% come tasso percentuale annuale. Dopo una rapida verifica del credito, la piattaforma suggerisce opzioni di pagamento, offrendo prestiti che vanno da 100 a 3.000 dollari.

Dal lato dei provider di viaggi, viene data loro la possibilità di iscriversi per essere presenti sulla piattaforma, attirando così nuovi segmenti di pubblico. Attualmente Fly Now Pay Later impiega 70 dipendenti nel Regno Unito. Nel corso di questi anni la società ha costruito una forte attività B2B, ma amplierà il lato B2C lanciando presto una app per i pagamenti al consumo.


Banner Start Up & Innovazione
Banner Prestito Super, la startup che analizza quanto credito possiamo avere con la banca
3 min

Prestito Super, la startup che analizza quanto credito possiamo avere con la banca

Nata nel 2018, Prestito Super permette di conoscere rapidamente il proprio merito creditizio e scegliere quindi il prodotto finanziario più idoneo. Ha in corso una campagna di equity crowdfunding su BacktoWork. “Puntiamo sulla tecnologia e la fideliIzzazione del cliente”, spiega il cofounder Marco Librobuono

Fare le scelte giuste in ambito finanziario è spesso una sfida. L’ampliamento costante dell’offerta e la modifica delle condizioni di accesso al credito possono infatti confondere potenziali clienti interessati a richiedere un prestito, che si ritrovano immersi in un universo di termini tecnici e formule matematiche. 

Prestito Super — startup milanese nata nel 2018 — aiuta i clienti a capire meglio le dinamiche del sistema bancario, permettendo loro di conoscere rapidamente il proprio merito creditizio e scegliere quindi il prodotto finanziario più idoneo.

Per crescere, Prestito Super scommette sull’equity crowdfunding: la campagna avviata sulla piattaforma BacktoWork ha già raccolto più di 100 mila euro, che verranno sfruttati per migliorare la tecnologia e ottenere analisi sempre più precise. 

Prestito Super si rivolge alle famiglie e ai privati interessati a richiedere un prestito, permettendo loro di ricevere rapidamente una valutazione preventiva del proprio merito creditizio. “Prestito Super ci dice come verremmo visti da una banca, ancora prima di entrarci” spiega Librobuono. Una volta registrato sul sito di Prestito Super, all’utente sarà chiesto di compilare un questionario. In seguito, un algoritmo programmato appositamente svolge un’analisi quanto più completa del cliente, sfruttando i dati disponibili su banche dati pubbliche: dalle buste paga al valore di eventuali immobili di proprietà, ma anche l’attività sui social media, la presenza in politica o l’apparizione frequente sui giornali. “Il software svolge l’80% del lavoro, ma prima di arrivare alla soluzione definitiva i nostri operatori svolgono un controllo manuale, più approfondito — spiega Librobuono —. Il nostro compito, come mediatori, è identificare il prodotto finanziario più idoneo per ogni cliente”.

Prestito Super opera tramite una serie di uffici fisici — il primo dei quali aperto nel settembre 2019 — ma anche virtuali. “I nostri point virtuali sono uffici a tutti gli effetti, dove i clienti possono parlare con noi e ottenere il loro finanziamento” afferma il co-founder della startup. Il sistema di incontri telematici era attivo anche prima dell’emergenza coronavirus, ma la pandemia ha sicuramente accelerato la transizione verso il digitale. “Con il Covid-19, le banche si sono aperte dal punto di vista tecnologico e si sono organizzate per ricevere i clienti anche distanza. Abbiamo quindi integrato questa operatività con i nostri point virtuali” dice Librobuono. 

La campagna di equity crowdfunding lanciata sulla piattaforma BacktoWork ha già raccolto più di 100 mila euro. “Con i ricavi puntiamo a realizzare un merito creditizio sempre più vicino alla realtà, integrando diverse banche dati e puntando sulla tecnologia, magari sviluppando un’app per mobile. Fondamentale, poi, è fidelizzare il cliente” spiega Librobuono a Economy Up. A lungo termine, la compagnia punta a strutturarsi in maniera solida in Italia, aprendo sempre più punti vendita. L’obiettivo? “Avvicinarci alla quotazione in Borsa”. 


Banner Start Up & Innovazione
Banner Innovative Payments: 7 startup che rivoluzionano il mondo dei pagamenti digitali
5 min

Innovative Payments: 7 startup che rivoluzionano il mondo dei pagamenti digitali

Mobile Wallet e Blockchain sono alcuni degli ambiti di lavoro delle realtà impegnate a innovare il modo di gestire e inviare pagamenti. L’Osservatorio Startup Intelligence, con l’Osservatorio Innovative Payments del Politecnico di Milano, ne ha censite 476. Ecco 7 italiane

Dopo oltre 10 anni dalle prime sperimentazioni, i pagamenti da smartphone (Mobile Payment) stanno gradualmente entrando nella nostra quotidianità. Secondo i dati di eMarketer, sono 950 milioni le persone che nel 2019 hanno effettuato un pagamento in negozio usando il proprio smartphone (il 36% di coloro che possiedono smartphone). Oltre allo smartphone, inoltre, si affacciano sul mercato altri device in grado di garantire esperienze di pagamento sempre più semplici e immediate: qualsiasi oggetto connesso e intelligente già oggi può, infatti, potenzialmente abilitare un pagamento; vi sono, infine, modalità di pagamento che non utilizzano un device di attivazione (Device-free Payment), ma che si basano sulla biometria o che, addirittura, implicano l’addebito in automatico senza che sia richiesta nessuna operazione dell’utente (Invisible Payment).

L’Osservatorio Startup Intelligence, in collaborazione con l’Osservatorio Innovative Payments  del Politecnico di Milano, ha censito 476 startup attive a livello nazionale e internazionale in ambito Innovative Payments, nate a partire da gennaio 2015 e che hanno ricevuto finanziamenti negli ultimi 2 anni. L’analisi delle startup rispecchia il perimetro di analisi dell’Osservatorio Innovative Payments in cui la componente di Mobile Payment rimane centrale, ma sono ora presenti categorie legate agli Innovative Payments da Smart Objects, Voice Assistant, ecc. Delle 476 startup analizzate, 352 hanno dichiarato i finanziamenti ricevuti, per un totale di circa 5,97 miliardi di dollari e con un finanziamento medio pari a 17 milioni di dollari.

I risultati della Ricerca sono stati presentati da Valeria Portale e Ivano Asaro, Direttori dell’Osservatorio Innovative Payments, e da Matteo Risi e Giulia Spinelli, Ricercatori dello stesso Osservatorio, lo scorso 4 giugno all’interno del Workshop di Startup Intelligence dedicato a questa tematica. L’incontro ha ospitato il pitch di 7 startup di fronte alla platea della community degli Innovation Manager italiani; tra le aziende erano presenti anche A2A, ACI, Agos, Altroconsumo, Amadori, BNP Paribas Leasing Solutions, Bper, BPM, Credem Banca, E.ON, Edison, Enel, Enercom, Eni, Esselunga, Gruppo TEA, Leonardo, Q8, SisalPay, TIM, Unicoop Firenze, Vivigas.

newsletter6-21.jpg

Le startup censite e analizzate nel corso della Ricerca sono state classificate per ambito applicativo e per cliente target. Gli ambiti applicativi considerati sono: Accettazione pagamenti, Mobile Wallet, Blockchain, Open API, Soluzioni tecnologiche, Invio pagamenti e la categoria residuale Altro. In base ai clienti target, le startup sono state invece suddivise in: B2b (startup che offrono soluzioni rivolte ad imprese), B2c (startup che si rivolgono ai consumatori finali), B2B2C (startup che offrono prodotti e servizi a clienti consumer, passando attraverso un intermediario business), B2b e B2c (startup che si rivolgono sia ad imprese sia a consumatori finali).

Nella categoria Accettazione pagamenti rientrano due startup ospitate al Workshop: Soisy e Splitty Pay. La prima, presentata dal CEO e Founder Pietro Cesati, ha sviluppato una piattaforma di prestito tra privati, per poi spostarsi sul finanziamento degli acquisti in eCommerce partner, sempre finanziati da investitori privati secondo il modello classico del P2P. Matteo Anthony Destantini, CFO e Co-Founder di Splitty Pay, ha raccontato come questa startup fornisca soluzioni per dividere l’importo di prenotazioni o acquisti condivisi su più carte di credito o di debito; l’obiettivo è facilitare la gestione dei pagamenti condivisi e di ridurre il tasso di abbandono del carrello.

Tra le startup attive nella categoria Mobile Wallet troviamo Matipay, presentata al Workshop dal CEO Matteo Pertosa, startup che ha realizzato una soluzione di pagamento innovativa pensata per i distributori automatici con l’obiettivo di fornire un wallet di pagamento digitale che possa essere ricaricato facilmente anche tramite i contanti. Giuseppe Di Marco, CEO e Co-Founder di Soldo, ha raccontato alla platea dell’obiettivo di quella che è ormai una scaleup nel mondo del fintech: Soldo fornisce una soluzione per gestire le spese aziendali in modo efficiente, attraverso funzioni come controllo della spesa e del budget e gestione digitale delle ricevute e della contabilità.

Chainside rientra nella categoria Blockchain in quanto, come racconta il suo Co-Founder e CFO Edoardo Marcozzi, offre una piattaforma che rende l’integrazione con Bitcoin rapida e scalabile sia su e-commerce che in punti di vendita fisici, con l’obiettivo di semplificare Bitcoin per i commercianti, rendendo la sua adozione e il suo utilizzo semplice come in altri sistemi di pagamento digitale.

Nella categoria Open API troviamo invece Oval Money: il COO e Co-founder Claudio Bedino ha spiegato come la sua startup fornisca servizi di wealth management, combinati a modalità di pagamento innovative con un focus su risparmio e investimento.

PayDo è classificata nella categoria Invio Pagamenti in quanto, come spiega il CEO e Founder Donato Vadruccio, questa startup ha sviluppato Plick, un metodo innovativo per pagare chiunque in tutta Europa, senza limiti, semplicemente conoscendo numero di telefono o indirizzo email del beneficiario, una modalità utile in ambito sia B2b che B2c.

Le startup presentate sono rappresentative di un fenomeno che anche in Italia sta prendendo sempre più piede. Basti pensare che gli Innovative Payments in Italia nel 2019 valgono oltre 3,1 miliardi di euro (+109% rispetto al 2018). Di questi, oltre il 97% è rappresentato dal Mobile Payment (1,83 miliardi di euro di pagamenti in negozio e 1,24 di pagamenti fuori dal negozio), il restante dai Wearable Payment (70 milioni di euro). Il rapporto rimane comunque marginale se si considerano in generale i pagamenti con carta, che nel 2019 in Italia salgono a 270 miliardi di euro, con una crescita del +11% rispetto ai 243 miliardi di euro del 2018.


Banner Start Up & Innovazione
Banner Digital banking, nuovo round da 8,5 milioni per Meniga: c’è anche Unicredit
3 min

Digital banking, nuovo round da 8,5 milioni per Meniga: c’è anche Unicredit

La piattaforma islandese, nata nel 2009, ha chiuso un nuovo round di finanziamento da 8,5 milioni di euro guidato da Groupe BPCE a cui hanno partecipato UniCredit, Grupo Crédito Agrícol, Velocity Capital, Industrifonden e Frumtak Ventures. Così Meniga rafforza la partnership con i suoi clienti strategici.

Il finanziamento sarà utilizzato da Meniga per investire in attività di ricerca e sviluppo e rafforzare il team di vendita e assistenza al fine di soddisfare la crescente domanda della sua clientela.

“Siamo lieti di accogliere Groupe BPCE e Crédito Agrícola tra i nostri investitori strategici” afferma Georg Ludviksson, CEO e co-founder di Meniga, “Rafforzare la partnership con i nostri clienti è un elemento chiave della nostra strategia per affermarci come partner di digital innovation preferenziali.”

Groupe BPCE, che ha guidato l’investimento, ha dato inizio alla sua collaborazione con Meniga nel 2018.
“La nostra partnership con Meniga è stata estremamente positiva fino ad oggi.” afferma Yves Tyrode, Chief Digital and Data Officer, e membro del CdA di Groupe BPCE, “Insieme, abbiamo gettato le basi per la continua innovazione digitale in Groupe BPCE, per offrire un miglior servizio ai nostri clienti in un mercato bancario molto dinamico. Non vediamo l’ora di continuare a trasformare la nostra customer experience digitale e contribuire a costruire il futuro del digital banking insieme a Meniga.”

Olivier Khayat, Co-CEO Commercial Banking Western Europe di UniCredit, già partner strategico di Meniga, aggiunge: “Vogliamo creare relazioni a lungo termine con le migliori fintech sul mercato al fine di continuare a sviluppare prodotti e servizi innovativi con vantaggi tangibili per i nostri clienti. La partnership con Meniga ci ha permesso di offrire un’esperienza di digital banking semplice, su misura e user-friendly e continueremo a lavorare insieme per soddisfare, con soluzioni innovative, le esigenze della nostra clientela.”

Meniga, software company islandese nata nel 2009, ha sviluppato una piattaforma di digital banking che aiuta le banche e le fintech a utilizzare i dati finanziari personali per innovare nelle loro offerte online e mobile. I suoi vari prodotti includono un software che colma il divario tra l’infrastruttura tecnologica tradizionale di una banca e una moderna API, rendendo più facile costruire esperienze di digital banking consumer-friendly.

La suite di prodotti Meniga comprende tecnologie di aggregazione dei dati, soluzioni di gestione delle finanze personali e aziendali, premi cash-back e insight sulle transazioni. La tecnologia della società è stata progettata anche per supportare e beneficiare dell’open banking, e aiutato da questo, i suoi prodotti e servizi sono già utilizzati da più di 90 milioni di clienti bancari in 30 paesi.

Questo ha portato all’apertura di nuove sedi a Barcellona e Singapore nel 2019, in aggiunta a quella di Londra, dove l’azienda ha sede principale, e Reykjavi, dove si trova gran parte del suo R&D, insieme agli uffici a Stoccolma, Helsinki e Varsavia.

Con il nuovo round di finanziamento, Meniga punta a rafforzare la partnership con i suoi clienti strategici, investire in attività di ricerca e sviluppo e rafforzare il suo team di vendita e assistenza.


Banner Start Up & Innovazione
Banner Fideiussioni digitali grazie alla blockchain: al via i test
2 min

Fideiussioni digitali grazie alla blockchain: al via i test

Al progetto messo a punto da Cetif, università Cattolica, Sia e Reply aderiscono più di 30 realtà italiane del comparto assicurativo, bancario e finanziario, della PA e delle imprese. Da luglio le prime sperimentazioni

Digitalizzare il processo di gestione delle fideiussioni grazie alla tecnologia blockchain. E’ l’obiettivo del progetto nazionale “Fideiussioni digitali” promosso da Cetif, Sia e Reply in collaborazione con Banca d’Italia e Ivass, a cui hanno già aderito più di trenta realtà del comparto assicurativo, bancario e finanziario, della Pubblica Amministrazione e delle imprese, nonché associazioni e istituzioni, tra cui la Guardia di Finanza. 

Tra i player che hanno aderito all’iniziativa ci sono Acquedotto Pugliese, Ance Lombardia, Anci Digitale, Anci Lombardia, Aon, Asmel, Assolombarda, Banca Mediolanum, Banca Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Puglia e Basilicata, Banca Popolare di Sondrio, Banco Bpm, Cattolica Assicurazioni, Cedacri, Comune di Bari, Comune di Milano, Confindustria Digitale, Consip, Hera, Iccrea Banca, InfoCamere, Innolva, Intesa Sanpaolo, Poste Italiane, Reale Group, Regione Lombardia – Aria, Regione Siciliana, Roma Capitale, Terna, Vivigas energia. 

La sperimentazione, si legge in una nota, è appena partita ed è attualmente nella fase di progettazione della soluzione da un punto di vista funzionale, legale e tecnologico, al termine della qale, tra luglio e ottobre 2020, inizieranno i test della piattaforma blockchain attraverso il caricamento e la gestione di fideiussioni reali e legalmente valide. 

A pieno regime, spiegano i promotori dell’iniziativa, la piattaforma offrirà a garanti e beneficiari maggiore efficienza, trasparenza e certezza informativa lungo tutto il processo di gestione delle fideiussioni, con l’obiettivo primario di ridurre le potenziali frodi. 

Il progetto “Fideiussioni Digitali” viene sviluppato all’interno di un ambiente di sperimentazione su dati reali (sandbox) sotto la supervisione di un comitato scientifico composto da Banca d’Italia, Ivass, Guardia di Finanza, CeTif, Sia, Reply e altri aderenti all’iniziativa.