Newsletter #3

gennaio 2020

21 articoli
35 min totali
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Banco Santander emette il primo bond in blockchain

Banco Santander ha emesso il primo bond in “blockchain dall’inizio alla fine”. La banca ha sfruttato questa tecnologia sia per il lancio dell’obbligazione sia per la sua custodia: il bond continuerà a esistere solo nella blockchain, un primo passo verso un mercato secondario potenziale per i valori tokenizzati (la conversione dei diritti di un bene in un token digitale registrato in blockchain) del futuro.

È stato lo stesso Banco Santander a emettere l’obbligazione da 20 milioni di dollari, mentre una delle unità del Gruppo l’ha acquistata a prezzo di mercato, con una cedola trimestrale dell’1,98 per cento. Il Santander Securities Services ha agito in qualità di agente di tokenizzazione e custode delle chiavi crittografiche. Il Banco Santander si è avvalso della blockchain pubblica di Ethereum, una delle più avanzate tecnologie blockchain open source. Questo ha consentito alla banca di tokenizzare il bond in sicurezza e di registrarlo in modalità autorizzata nella blockchain. Anche il contante utilizzato per completare l’investimento (consegna dietro pagamento in blockchain) e la cedola trimestrale sono stati tokenizzati (vale a dire che sono stati rappresentati digitalmente nella blockchain). Grazie all’automazione del bond, emesso con scadenza a un anno, il numero degli intermediari abituale in questi processi è stato ridotto, consentendo una transazione più veloce, più efficiente e più semplice. L’obiettivo del Santander CIB è quello di collaborare con i clienti più innovativi per passare dalla fase di progetto allo sviluppo del prodotto.


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Altolà dei ministri Ue a Libra: “Rischi troppo alti”

La dichiarazione congiunta dei responsabili delle Finanze degli Stati membri bandisce dall’Unione le stablecoin, come Libra di Facebook. “Nessuna moneta di questo tipo dovrà essere disponibile fino a che non saranno adeguatamente identificate e affrontate le criticità”

Le valute digitali private come Libra di Facebook non dovrebbero essere consentite nell’Unione europea fino a quando i rischi che potrebbero comportare non saranno chiaramente affrontati. È questa la posizione assunta dai ministri delle finanze Ue in merito alla moneta virtuale di Mark Zuckerberg. Confermata dunque la linea dura su Libra, che ha attirato le critiche dei regolatori globali rispetto suo possibile impatto sul sistema finanziario sin da quando è stata annunciata, lo scorso giugno. “Nessun accordo globale sulle Stablecoin dovrebbe iniziare a funzionare nell’Unione europea fino a quando le sfide e i rischi legali, regolamentari e di supervisione non saranno stati adeguatamente identificati e affrontati”, hanno affermato i ministri in una dichiarazione congiunta citata da Reuters.

Sotto la continua pressione delle autorità di regolamentazione, un quarto dei sostenitori originali di Libra, inclusi i colossi dei pagamenti Paypal, Mastercard e Visa, ha abbandonato il progetto a ottobre. Un’emorragia che ha lasciato soli Facebook e gli altri 20 membri dell’Associazione Libra, con sede a Ginevra, a gestire un progetto che dovrebbe essere lanciato entro giugno 2020. I ministri hanno inoltre elogiato il lavoro che la BCE sta svolgendo rispetto alla creazione di una valuta digitale pubblica, che potrebbe rappresentare un’alternativa alle iniziative private. In un documento presentato ai ministri delle finanze, la Bce ha affermato che una valuta digitale pubblica potrebbe essere necessaria se i pagamenti in Europa rimanessero troppo costosi.


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Open banking. Tink approda in Italia

Un orchestratore nell’open banking. La svedese Tink, piattaforma che consente a banche e startup di creare servizi digitali, fa il suo ingresso in Italia.

Già attiva in 14 mercati, Tink ha aperto un headquarter a Milano. I dati sono naturalmente al centro dell’ecosistema open banking promosso dall’azienda: le informazioni, condivise tra i diversi attori, permettono infatti di creare servizi dedicati agli utenti finali offrendo una customer experience personalizzata. Per realizzare tutto ciò è sufficiente una sola API (PSD2 compliant, naturalmente), posta su piattaforma cloud-based.

Dietro la tecnologia, però, c’è un team di quasi 4mila sviluppatori dedicati alle soluzioni digitali e un bacino di dati appartenenti a oltre 33 milioni di clienti finali in tutta Italia. La piattaforma infatti offre ai clienti l’accesso ai dati di transazione finale di dodici tra le principali banche del Paese: UniCredit, Intesa Sanpaolo, Banca Popolare di Milano, Gruppo Credem, Fineco Bank, ING, Monte dei Paschi di Siena, BPER, Banca Popolare di Sondrio, American Express, Revolut e Widiba.

Nel dettaglio, Tink propone 4 soluzioni principali: Account Aggregation, che consente ai clienti di gestire i propri conti da un’unica app; Data Enrichment, che trasforma i dati grezzi in informazioni tangibili, estraendo valore dai dati finanziari; Payment Initiation, che permette di effettuare pagamenti e trasferire denaro tra conti bancari di istituti diversi; Personal Finance Management, che offre ai clienti gli strumenti e le informazioni personalizzate di cui hanno bisogno per controllare meglio la propria vita finanziaria.


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Smart mobility e smart car: 11 startup italiane che innovano veicoli e mobilità

Dal controllo dell’auto ai nuovi servizi per la mobility, le giovani imprese innovative si sono presentate alla community di Innovation Manager del Politecnico di Milano.

Sono sempre più numerose le startup che offrono soluzioni innovative in ambito Smart Car & Mobility: un mercato caratterizzato da continue evoluzioni tecnologiche e nuovi modelli di business, in grado di stimolare un crescente interesse da parte di potenziali investitori, dai produttori di auto, passando per le compagnie assicurative fino alle telco.

Il 22 ottobre, il Workshop di Startup Intelligence dedicato alla Smart Mobility & Smart Car ha ospitato il pitch di 11 startup di fronte alla platea della community degli Innovation Manager italiani. Dall’analisi emerge un sostanziale testa a testa tra le aree applicative Smart Car e Smart Mobility, con una leggera prevalenza di startup operanti in ambito Smart Car.

In ambito Smart Car si trovano startup come AIR – Connecting Things, Auting e TUC Technology.
Air, presentata al Workshop dal CEO Igor Valandro, si definisce come un “digital ecosystem orchestrator” e offre un prodotto che permette agli utenti di controllare la posizione della propria autovettura, gestire le proprie trasferte lavorative, verificare il livello di carburante, controllare che non vi siano guasti e anomalie. Ludovico De Giudici, Product & Business Developer di Auting, ha spiegato come la startup sia una piattaforma di car sharing tra privati in Italia che collega da un lato i possessori di un’automobile che vogliono abbattere i costi di gestione e dall’altro chi cerca una soluzione di mobilità sicura, comoda e conveniente. TUC Technology, nelle parole del Co-Founder, Administrator & Inventor Ludovico Campana, permette agli utenti di controllare l’intera esperienza a bordo grazie a TUC, piattaforma di connessione e personalizzazione, che è stata definita uno “Smartphone per la mobilità”.


In questo ambito rientra anche la startup tedesca V2X Network, presentata dal CEO Ahsan Shamim, che incentiva i proprietari di automobili a condividere i dati raccolti tramite la propria auto connessa attraverso una piattaforma, offrendo l’accesso ad essa anche a sviluppatori e OEMs.

 

Non mancano casi interessanti anche in ambito Smart Mobility. In particolare, il Workshop ha ospitato il pitch di startup che rientrano nella funzionalità Sharing, come BicinCittà, Dott e GaiaGo. La prima, presentata dal founder Marcello Segato, cerca di soddisfare le richieste di utenti e municipalità per la condivisione di bici e scooter elettrici, fondendo il modello di business “free floating” con il tradizionale dock. Dott, raccontata dal Marketing Manager Italia Annalaura D’Angelo, permette agli utenti di una community di condividere l’utilizzo di monopattini elettrici all’interno della propria città, senza dover fare ritorno a una stazione di deposito. Mattia Zara, Marketing Director di GaiaGo, ha raccontato come la sua startup abbia lanciato una piattaforma di mobilità multi-elettrica (scooter, ebike e automobili) per comunità residenziali, che mira a fornire mobilità gratuita attraverso un marketplace dove le ore di mobilità degli utenti sono sovvenzionate da advertiser.

 

Nell’area della mobilità elettrica rientrano le due startup Sharge-Me e E-GAP. La prima, presentata da Marin Krosi, Co-Founder & Chief Executive Officer, mira a creare una nuova modalità di condivisione e ricarica delle batterie delle auto elettriche connettendo gli utenti tramite un’app e consentendo loro una gestione intelligente della carica residua in funzione delle proprie necessità. E-GAP, come ha raccontato Francesco De Meo, Head of Marketing, è uno dei primi operatori mobili di ricarica per veicoli elettrici a proporre una ricarica in mobilità e on demand, quindi ovunque si trovi il veicolo senza la necessità che sia presente anche il proprietario.

 

Tra le startup presentate figura anche Park Smart, unica attiva nell’area della gestione parcheggi, presentata da Pierluigi Buttiglieri, Co-Founder and Chief Operations Officer. La startup ha sviluppato un sistema basato su IoT e telecamere per riconoscere lo stato dei parcheggi (liberi o occupati) e trasmettere questa informazione agli utenti che si trovano nel traffico alla ricerca di un posto libero.

 

Ivan Stammelluti, Business Administrator della startup, ha presentato Sense Square, che sviluppa prodotti e servizi nell’ambito del monitoraggio della qualità dell’aria outdoor. In particolare, la startup ha avviato una sperimentazione a Milano in collaborazione con DHL che vede oltre cinquanta veicoli dell’operatore della logistica coinvolti in attività di monitoraggio sulla concentrazione di inquinanti grazie ai sensori di Sense Square a bordo.


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La corsa dell’Insurtech, finanziamenti in crescita a doppia cifra

Secondo le rilevazioni a firma Everis-Ntt Data, nel biennio 2016-2018 sono stati raccolti fondi per 11,2 miliardi di dollari, più del doppio di quelli ottenuti tra il 2010 e il 2015.

Fanno da driver le tecnologie cloud (e app mobili), Intelligenza artificiale, big data, blockchain sviluppate da startup. Sono le startup basate sull’AI che registrano la crescita più elevata: +665% tra i due periodi.
Secondo il sondaggio saranno le grandi web company ad avere un ruolo chiave nel mercato assicurativo nei prossimi anni. Si prevede che Google e Amazon avranno il maggiore impatto rispettivamente sulla tecnologia e sulla distribuzione.

 

Le grandi compagnie assicurative confermano che la frammentazione della catena del valore dovuta all’Insurtech è un punto chiave nella loro agenda strategica. Ciò permetterà l’evoluzione necessaria verso un modello di open innovation per mantenere rilevanza sul mercato”. Le applicazioni mobile avranno un ruolo cruciale: il loro impatto aumenterà nei prossimi anni perché orientate verso la personalizzazione e le piattaforme di aggregazione e confronto. Tuttavia, la prospettiva non è solo positiva perché 9 società di assicurazioni su 10 considerano l’Insurtech come un rischio per la loro attività attuale. Le startup, per conto loro, apprezzano la possibilità di avvicinarsi agli operatori tradizionali: accesso ai database dei clienti e risoluzione delle sfide normative, fattori chiave per scalare il loro business.

 

I colossi tecnologici – Amazon, Alibaba, Apple, Baidu, Facebook, Google – stanno cercando di innovare nel settore assicurativo collaborando con startup disruptive per iniziare ad entrare ad esempio nelle assicurazioni sanitarie o delle Pmi. Il loro obiettivo è innovare progettazione e commercializzazione di prodotti assicurativi adattati alle nuove abitudini di vita (casa connessa, auto a guida autonoma) collegandoli attraverso le loro piattaforme e trasformando così il modello di distribuzione assicurativa.


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Oval: Eurizon nuovo partner (e socio di minoranza)

Anche Eurizon, asset manager del Gruppo Intesa Sanpaolo, ha avviato una collaborazione con la startup Oval Pay, con un investimento diretto di minoranza nel capitale della società.

L'approccio di Oval permette di risparmiare con diversi livelli di automazione, dall'arrotondamento automatico delle spese effettuate con carte e conti correnti (i "resti" vengono così accumulati e investiti) all'accantonamento di somme predefinite su base settimanale o mensile. Avvicinando così all'investimento indipendentemente dall'avere a disposizione un capitale minimo. Eurizon accede così a un canale di distribuzione destinato a una fascia di cliente complementare rispetto alle reti tradizionali. Di fatto aprendo la strada a nuove iniziative digitali per la gestione della clientela.


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FinTech e PMI: Penta in Italia

Transazioni e una partnership per l’anticipo fatture. Penta sbarca in Italia e punta alle PMI con un’offerta che supera già il confine dei pagamenti grazie all’alleanza con Credimi.

Penta, nata in Germania nel 2017, è una delle FinTech che ambiscono a intercettare il bisogno di servizi bancari a misura di PMI, ritenuti in modo abbastanza unanime insoddisfatti dalle banche tradizionali. Lo scenario è noto: realtà piccole, operazioni limitate e di routine, esigenze molto specifiche che richiedono una costosa attività consulenziale “live” a fronte di margini in prospettiva piuttosto ridotti.
Margini che diventano interessanti con un modello di servizio digitale, molto automatizzato ma al contempo capace di personalizzazione grazie proprio alla tecnologia e alla capacità di fare leva, ad esempio, sui dati. Penta nasce dalla fusione con Beesy di Finleap e ha tra i suoi fondatori Matteo Concas, ex country manager Italia di N26. Oggi conta su oltre 10mila imprese clienti all’estero e vuole conquistarne 5mila in Italia nel prossimo semestre.

Il modello di servizio, oltre a un processo di onboarding particolarmente snello (e al sostegno di un partner bancario altrettanto innovativo, solarisBank) si concentra soprattutto in ambito pagamenti e transizioni, punto di ingresso di molte FinTech nel perimetro del banking. L’offerta, negli ultimi 18 mesi, si è allargata su prodotti come le carte di debito per team di lavoro, la contabilità integrata, la gestione di spese e rendicontazioni.

L’incapacità di uscire dal perimetro dei pagamenti, ormai classificabili come “commodities” se non collegati a servizi a valore aggiunto, è probabilmente uno dei maggiori limiti allo sviluppo delle neobank. Per questo è molto importante la partnership, già dal giorno 0, con Credimi, tra i principali “digital lender” dello scenario italiano. I clienti Credimi potranno attivare gratuitamente la versione Premium del conto Penta, mentre i clienti Penta avranno fino a 1.500 euro di benefici per aprire una linea di factoring digitale o accedere a Credimi Futuro, il finanziamento a medio-lungo termine di Credimi.


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Cerved lancia Money&Go, fintech a misura di Pmi

Basata su tecnologie advanced analytics, machine learning e motori di ricerca semantica la piattaforma permette alle imprese di ottenere liquidità in 48 ore

Cerved Group lancia Cerved Money&Go, una piattaforma fintech di cessione del credito commerciale totalmente digitale realizzata facendo leva su tecnologie innovative e un vasto ecosistema di dati. Con Cerved Money&Go le imprese e i finanziatori potranno contare su un “data lake” unico, composto da dati ufficiali, come bilanci, visure, protesti, dati immobiliari, elenco dei soci. Da una parte ci sono i dati forniti da Cerved Payline, un database di esperienze di pagamenti commerciali. Dall’altra, dati “open”, come gare e finanziamenti pubblici e molti altri ancora ottenuti analizzando le pagine web, i siti aziendali, i social network.

 

Per l’elaborazione di tutte queste informazioni e per il supporto ai processi di gestione del rischio, la piattaforma adotta una serie di tecnologie advanced analytics di ultima generazione, a partire da algoritmi di machine learning e motori di ricerca semantica, mettendo a frutto le competenze del Gruppo in materia di valutazione e controllo di tutto il ciclo di vita del credito.
I crediti ceduti dalle imprese sono acquistati da una società veicolo finanziata tramite un programma di cartolarizzazione realizzato ai sensi della Legge 130/99 da Banca Imi – Intesa Sanpaolo e Banca Finint


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Al via Vittoria Hub, un nuovo incubatore per le startup insurtech

Vittoria Assicurazioni apre Vittoria hub, incubatore insurtech (tecnologia applicata al mondo assicurativo) e lancia una “Call for Ideas” per aprirsi ai contributi esterni avviando collaborazioni con soggetti terzi come le startup.

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Nasce Uber Money, il colosso del ride hailing spinge sui servizi finanziari

Si potrà aprire un conto corrente a costo zero con carta di debito e carta di credito. In arrivo anche un digital wallet per gestire e spendere gli incassi. I servizi fintech saranno estesi prima ai driver, poi ai fattorini Uber Eats e agli utenti finali

Uber vuole “fare la banca”: il colosso americano del ride hailing ha annunciato la nascita della nuova divisione Uber Money che espande i servizi finanziari Uber già esistenti e li potenzia con un nuovo digital wallet e carte di debito e di credito che poggiano su un servizio bancario senza commissioni fornito dai partner Visa, Green Dot e Barclays. La strategia dell’azienda dei taxi privati punta a dare più servizi ai suoi oltre 4 milioni di autisti e fattorini in tutto il mondo: anche chi non ha un conto corrente bancario potrà aprire, senza costi, un conto Uber e avere una carta di debito con cui gestire i guadagni. Uber lancerà anche un digital wallet che integrerà Apple Pay e Google Pay e si rivolge ad autisti, fattorini e anche agli utenti finali dei servizi targati Uber.

 

Grazie alle funzionalità rinnovate della app Uber Money, gli autisti e i fattorini di Uber che aprono un conto con Uber potranno accedere a un sistema “in tempo reale” per incassare subito e controllare quello che guadagnano; adesso gli autisti devono attendere una settimana prima di avere a disposizione il proprio incasso. L’app include anche una carta di debito: per chi la usa Uber offre un rimborso sulle spese di carburante tra il 3% e il 6%. Chi lavora per Uber, in pratica, può avere un conto corrente bancario senza alcuna spesa e la facilità di incassare il pagamento per le corse o le consegne anche senza avere un conto presso una banca tradizionale. In arrivo c’è anche una carta di credito Uber in collaborazione con Barclays. Chi la utilizza riceve un cashback del 5% sulle cifre spese su Uber, Uber Eats, Jump (il marchio delle bici e dei monopattini elettrici condivisi) e Copter (il servizio con cui si prenotano voli da Manhattan all’aeroporto Jfk).

 

Uber ha già testato il suo bancomat negli Stati Uniti e alcuni altri mercati e ora lo porterà su scala globale, in tutti i paesi in cui opera. La funzionalità di punta è quella degli instant payment: negli Usa oltre il 70% dei pagamenti ai driver già avviene con questa modalità. Ma su scala globale il 40% dei viaggi Uber viene ancora pagato in contanti. Per l’azienda americana del ride hailing offrire un servizio di più ai collaboratori e agli utenti finali vuol dire spingere sul business e cercare di migliorare le prestazioni finanziarie e reagire alla pressione di un mercato dove la concorrenza si intensifica.

 

In quest’ottica l’offerta di servizi finanziari serve ad Uber a trattenere autisti e fattorini, evitando che passino ai servizi rivali che si stanno diffondendo in tutto il mondo, e gratificare con programmi ad hoc gli utenti delle sue corse in auto e bici e delle sue consegne a domicilio.


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Iliad pronta a sbarcare nel settore bancario

In Francia la compagnia ha ottenuto, secondo i media, l’autorizzazione ad implementare servizi di conto corrente e strumenti di pagamento.

Free, a cui fa capo Iliad, aveva depositato negli scorsi anni il marchio Freebank con cui dovrebbero – stando ai rumors – essere erogati i servizi. “Se un giorno dovessimo entrare nei servizi bancari dovremmo essere fedeli ai nostri valori: semplicità, innovazione e prezzi interessanti”, spiegava nel 2017 Thomas Reynaud, direttore generale di Iliad. Inoltre, Iliad ha ottenuto un codice Swift, utilizzato nei pagamenti internazionali per identificare la Banca del beneficiario secondo lo standard Isp 9362. In Francia alla fine del 2017, Orange è stata la prima telco ad entrare nel mercato bancario con Orange Bank, il suo servizio online nato dall’acquisizione di Groupama Banque.


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Digital banking: Google con Citigroup si prepara al progetto “Cache”

É una delle conseguenze dell’effetto Open banking: Big Tech sempre più impegnate nello sviluppo di servizi di digital banking e mondo bancario sempre più attento e attivo nello sviluppare forme di collaborazione e di sviluppo, proprio con le digital company.

Si colloca in questo scenario il progetto che porta il nome in codice “Cache” e che vede la collaborazione tra Google e Citigroup unitamente a con un piccolo istituto di credito collegato alla Stanford University. Il tutto allo scopo di creare un servizio congiunto per la creazione e gestione di un servizio di digital banking e di conto corrente innovativo. Un progetto che dovrebbe concretizzarsi sul mercato il prossimo anno.

Il servizio dovrebbe permettere l’accesso al conto corrente tramite Google Play facilitando la gestione e la usabilità del digital wallet. Non è solo un tema di innovazione digitale del mondo banking, ma, come anche nel caso dell’annuncio del lancio di Facebook Pay, di indirizzare servizi completamente innovativi su un nuovo target di clienti che guardano ai servizi bancari in modo completamente nuovo e che certamente esprimono sia una domanda per ottenere nuovi servizi in digitale, come ad esempio il payment, sia di disporre di questi servizi in modo integrato all’interno delle applicazioni e degli strumenti che utilizzano quotidianamente.


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Qonto e BorsadelCredito.it al servizio delle Pmi italiane

Qonto e BorsadelCredito.it hanno annunciato la firma di un accordo, volto a rispondere in maniera integrata alle esigenze delle Pmi, in termini di accesso al credito e necessità di un sistema di banking dedicato e digitale.

In virtù di questa intesa, nasce un servizio integrato per le aziende italiane che rivolgendosi a una delle due realtà possono avere un ingresso preferenziale alle soluzioni dell’altra, a costi agevolati.
La collaborazione risponde a un’esigenza reale del mercato: sono sempre di più le imprese e i professionisti che cercano una soluzione alternativa alla banca tradizionale per le proprie specifiche necessità in termini di attività finanziarie quotidiane e di accesso al credito. Inoltre, trovando nei servizi digitali più flessibilità, possibilità di personalizzazione e rapidità: Qonto e BorsadelCredito.it si propongono come abilitatori per le Pmi.

 

L’accordo è particolarmente significativo nel contesto italiano, in cui l’utilizzo delle piattaforme digitali in ambito bancario e finanziario cresce a ritmi vertiginosi. Secondo la ricerca European Digital Banking 2019 di Mastercard, già il 30% degli italiani si affida a istituti che operano solo via web. Inoltre, l’Italia svetta tra i paesi europei nei quali i consumatori usano più frequentemente le soluzioni digitali bancarie, con il 59% che le usa almeno una volta ogni due settimane.
Infine, secondo i quasi due terzi degli italiani (62%), sarà proprio la domanda di soluzioni finanziarie da mobile a crescere esponenzialmente nei prossimi anni in quanto semplificano e rendono più conveniente la payment experience. Gli italiani si mostrano fiduciosi e positivi verso queste nuove tecnologie per una gestione a 360° della propria routine finanziaria.


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Smart Payment: pagare con la scansione della mano

Amazon starebbe testando nei supermercati Whole Foods di New York una tecnologia biometrica per effettuare pagamenti con il solo sfioramento del palmo della mano grazie a computer vision e geometria di profondità.

Fra un anno si potrà pagare la spesa con il solo sfioramento del palmo della mano grazie a Orville,  la tecnologia biometrica che sta sperimentando Amazon a New York nella sua catena di supermercati  Whole Foods . Orville è una nuova modalità di pagamento biometrico che è in grado di scannerizzare il palmo della mano e processare la transazione in meno di 300 millisecondi. Agli acquirenti sarà sufficiente spostare lievemente il palmo per pagare la spesa: risparmieranno così i 3 o 4 secondi necessari alla strisciata della carta e le file potranno essere ridotte.

La sperimentazione, secondo il New York Post, sta già avvenendo a New York nell’ambito di Whole Foods, la catena fisica di alimentari di proprietà acquisita nel 2017 da Amazon per 14 miliardi di dollari. Al momento sarebbero i dipendenti degli uffici di Amazon a sperimentare la tecnologia di pagamento palmare utilizzando alcune vending machine per pagare bibite, patatine o carica-batterie. I sensori hi-tech di Orville sono diversi dagli scanner di impronte digitali sugli iPhone, in quanto non richiedono che gli utenti appoggino le mani sulla superficie da scannerizzare. La nuova tecnologia biometrica di Amazon utilizza infatti la computer vision e la geometria di profondità per processare e identificare la forma e la dimensione di ciascuna mano. Il sistema consentirà ai consumatori che hanno Amazon Prime di scannerizzare la mano nel negozio e “collegarla” alle proprie carte di debito o di credito. Dopo la fase di test, la nuova tecnologia dovrebbe apparire ufficialmente negli store di Whole Foods all’inizio del 2020.


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Anche TheFork fa il suo "pay"

Nell'affollato mondo del "pay" arriva anche TheFork. TheFork Pay si può usare per ora solo in un ristorante di Milano ed è semplicemente una schermata in cui inserire i dati della propria carta di credito. Ma è un ottimo esempio di innovazione nei sistemi di pagamento.

Per usare TheFork Pay (che viene accettato al ristorante Identità Golose di Milano, un locale con una curiosa formula di chef a rotazione) bisogna innanzitutto prenotare un pasto su TheFork. La novità arriva al momento di pagare: il cliente accede all'app di TheFork, preme il bottone "paga con TheFork Pay" e inserisce l'importo indicato sullo scontrino, seguito dai dettagli del metodo di pagamento preferito. Niente di speciale, verrebbe da pensare: molte attività sono ancora svolte dal cliente, che deve addirittura digitare l'importo e i dati della carta. Eppure, è un primo esempio di soluzione integrata sull'esperienza "uscire a mangiare", dalla prenotazione al checkout. 

 

È facile immaginare a un'evoluzione in cui il cliente può salvare uno o più metodi di pagamento, magari collegando un wallet o uno strumento account-to-account. E usare TheFork Pay per pagare nei ristoranti convenzionati. Magari ottenendo in cambio uno o più dei vantaggi amati dagli utenti abituali di TheFork, cioè sconti e punti fedeltà Yums (i punti possono essere utilizzati per pagare una parte del conto nei ristoranti che decidono di accettarli). Ed è molto facile pensare a una "request to pay" in arrivo direttamente dal ristoratore, che il cliente potrà approvare rapidamente dallo schermo dello smartphone. 


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Intesa Sanpaolo entra in MatiPay: si punta ai pagamenti con vending machine

L’operazione, da 7 milioni di euro, portata avanti attraverso Neva Finventures. Per la startup fondata da Matteo Pertosa le risorse consentiranno di spingere l’internazionalizzazione in Europa, Giappone e Usa

Intesa Sanpaolo entra nel capitale di MatiPay, startup Fintech fondata da Matteo Pertosa e nata divisione Iot di Sitael (Gruppo Angel). L’operazione, frutto di un investimento di 7 milioni di euro, è stata realizzata attraverso Neva Finventures, il corporate venture capital che fa capo all’Innovation Center di Intesa Sanpaolo. E permetterà alla Banca di dotarsi di un innovativo sistema di pagamento che consente acquisti cash utilizzando le vending machine. Da parte sua MatiPay – grazie alla nuova iniezione di risorse – potrà accelerare il proprio processo di internazionalizzazione in Europa, Giappone e Usa, dove la presenza di vending machine è molto diffusa – la società stima circa 16 milioni di dispositivi.


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Facebook debutta nei pagamenti digitali: via a “Pay”

Il servizio è disponibile da questa settimana negli Stati Uniti e poi si diffonderà in altri Paesi: potrà essere utilizzato per fare acquisti, effettuare donazioni o trasferire denaro. Ecco come funziona

Facebook ha annunciato il lancio di “Pay”, un sistema che permetterà agli utenti di pagare attraverso il social network; nel giro di qualche mese, la piattaforma si allargherà a Instagram e WhatsApp e Messenger. Facebook Pay debutterà questa settimana negli Stati Uniti, per poi diffondersi in altri Paesi. Per utilizzare Facebook Pay sarà necessario aggiungere il metodo di pagamento dalle impostazioni dell’applicazione oppure sceglierlo quando si effettua un pagamento.

 

“Le persone già utilizzano i pagamenti nelle nostre app per acquistare, fare donazioni per delle cause e inviarsi denaro l’un l’altro – spiega il social in una nota – Facebook Pay renderà queste transazioni più semplici continuando ad assicurare che le informazioni di pagamento restino sicure e protette”. Con il nuovo servizio sarà possibile, tra le altre cose, salvare il proprio metodo di pagamento preferito senza doverlo reinserire ogni volta e consultare lo storico delle proprie operazioni. Per gli utenti statunitensi, sarà inoltre disponibile un servizio di assistenza in tempo reale via chat, che l’azienda punta a estendere in futuro anche in altri Paesi.

 

Facebook sbarca nei servizi finanziari dopo il lancio di Google Pay che, come Apple Pay, consente di pagare dal proprio smartphone. In corsa ci sono anche anche Amazon, che vorrebbe consentire ai propri clienti di creare un conto corrente sulla piattaforma, e Uber che ad ottobre ha annunciato Money, un portafoglio elettronico con bancomat e carte di credito.


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Pagamenti invisibili. CaixaBank e Nestle lanciano Face to Pay

Ti riconosco, puoi pagare. In Spagna, grazie all’accordo tra CaixaBank, Nestle Market e Payment Innovation Hub si acquista con il riconoscimento facciale. Niente carta, telefono o contanti.

La soluzione è al momento in sperimentazione negli store Nestle in Esplugues de Llobregat (Barcellona) e, a seconda dell’esito, permetterà di capire se effettivamente, tra i vari metodi di pagamento, il checkout con il riconoscimento facciale ha una user experience vincente, soprattutto in quei periodi critici di lunghe code: come il periodo natalizio, ora alle porte. Proprio per velocizzare questa esperienza, sono state installate della “casse veloci”, dove il pagamento avviene grazie a un tablet dotato di camera e connessione internet.

 

Ma guardiamo le caratteristiche tecniche: il sistema di pagamento è aperto a tutti i consumatori in quanto è abilitato dalla app Face to Pay Nestle Market (disponibile per Android e iOS) alla quale si collega una carta di pagamento oltre che l’immagine del proprio viso; i pagamenti tramite riconoscimento facciale promettono velocità e anche la sicurezza dovrebbe essere maggiore rispetto ai pagamenti con carte.

 

Al momento del pagamento il consumatore quindi si fa un selfie con la fotocamera del tablet: il sistema compara l’immagine scattata con i pattern registrati nel database al momento della registrazione sulla app. Se tutto combacia, il sistema procede con il pagamento. Niente PIN, niente carte.


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Huabei: la Fintech “sostenibile” di Alipay per lo shopping del lusso

Arriva sul mercato Europeo la nuova virtual credit card della Fintech cinese Alipay, Huabei.  Nasce del 2015, come la nuova soluzione di pagamento rateale di Alipay.

Huabei ad oggi conta oltre 100 milioni utenti attivi in Cina, ed è utilizzato principalmente dalle generazioni post ‘80-’90. In Cina, aziende di svariati settori, accettano già Huabei come sistema di pagamento, e alcuni brand internazionali, (come Apple, Airbnb, Michael Kors) hanno anche lanciato delle campagne. Perchè? I consumatori cinesi cercano un’esperienza di shopping a 360° anche quando viaggiano all’estero. Dunque per i brand intercettare il giusto canale è il primo passo per comunicare con i consumatori cinesi.  Il punto di forza di Huabei è di permettere ai consumatori cinesi di acquistare dei beni e servizi con pagamento a rate periodiche, anche all’estero. Alipay è riuscito a creare un meccanismo tale da permettere ai consumatori cinesi di ricevere crediti, in base al numero delle transazioni effettuate con la piattaforma stessa, e poi di usare questi crediti per poter effettuare pagamenti a rate periodiche e a “0” tassi di interesse. In tutto ciò il garante del consumatore cinese resta sempre Alipay.

 

Facciamo un esempio: un turista cinese arriva a Milano, e decide di fare shopping nel quadrilatero della moda; desidera comprare un bene di un importo superiore a 1.000, 2.000. 3.000 euro ma non dispone subito di tale liquidità. Entrando nei negozi che avranno aderito ad una campagna Huabei, potrà selezionare il prodotto e, semplicemente, al check-out pagare con Huabei. All’attivazione di tale meccanismo, Alipay pagherà subito il merchant e il cliente finale cinese renderà i soldi ad Alipay con pagamenti divisi in 3/6/9/12 rate. Quali sono i benefici per il merchant? Ricevere subito il denaro, avere la possibilità di aumentare il proprio scontrino medio, e ampliare il proprio CRM clienti.


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Così Mastercard "accelera" il FinTech

Si chiama Accelerate l'iniziativa globale di Mastercard per velocizzare la crescita delle FinTech. Accelerate offre un unico punto di accesso ai programmi specializzati delle FinTech, portando alle realtà emergenti supporto e assistenza dall'ingresso sul mercato fino all'auspicabile espansione a livello globale.

Una FinTech potrà così collaborare con Mastercard nel giro di poche settimane: integrandone le tecnologie proprietarie e sfruttandone i servizi di sicurezza informatica, conquistando nuovi clienti, mercati e segmenti. Un occhio di riguardo sarà anche dato al tema dell'inclusione finanziaria, su cui molte FinTech si confrontano quotidianamente. Accelerate integra alcuni servizi già esistenti: Mastercard FinTech Express, accesso a un set personalizzato di regole, risorse e servizi digitali; Mastercard Engage, che collega le FinTech a migliaia di partner tecnologici Mastercard, semplificando e velocizzando la collaborazione con nuovi partner; Mastercard Start Path, un programma di 6 mesi, offrendo opportunità di ridimensionamento e protezione degli investimenti strategici; Mastercard Developers, una vasta gamma di API per ogni esigenza offrendo agli ingegneri la possibilità di accedere ai servizi di pagamento, sicurezza e analisi di Mastercard tramite una procedura supportata da SDK e un codice di esempio.


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Intesa Sanpaolo Assicura educa alla Protezione con la realtà virtuale

Intesa Sanpaolo Assicura ha creato Area X: uno spazio in cui vivere esperienze in realtà virtuale per migliorare la propria cultura in tema di Protezione.

E’ sicuramente un’esperienza divertente e sorprendente, indossare i visori e immergersi in tre differenti esperienze (della durata approssimativa di 5 minuti l’una, ma i tempi dipendono anche dalle proprie scelte, se no che educazione sarebbe?) ambientate in uno scenario fantascientifico, su pianeti, abitazioni e mezzi di trasporto extraterrestri ma che fanno inevitabilmente pensare ai nostri. Anche dal punto di vista dei rischi.

Indossato il visore, nella realtà virtuale ci si trova a fare scelte, proprio come in quella reale, e a subirne le conseguenze. Prima di ogni esperienza, si possono scegliere alcune “protezioni” (ovviamente in salsa sci-fi: c’è quindi la “tutela legale intergalattica”, la “protezione furto alieni” o, ancora, la “copertura eventi catastrofici galattici”) che entreranno in gioco per rimediare a eventuali scelte sbagliate. Alla fine di ogni simulazione, riceveremo un punteggio positivo per ogni scelta corretta e delle detrazioni per le conseguenze dei nostri errori, che saranno azzerate se abbiamo una polizza ad hoc.

Il tutto con un meccanismo videogiocabile e molto godibile. Ogni utente ha il proprio braccialetto NFC “Area X” con cui iscriversi alle diverse prove e tenere conto del punteggio: alla fine dell’esperienza si possono lasciare i propri dati e ricevere un’email a tema con il proprio punteggio e due fotografie di sé con indosso il casco della realtà virtuale.

Area X si trova a Torino, in Via Francesco d’Assisi 12, ed è aperta al pubblico, anche ai non clienti di Intesa Sanpaolo: per accedere bisogna registrarsi sul sito web www.area-x.com. Si stima un'affluenza di una decina di persone all'ora, calcolando i 5 minuti circa necessari per ogni esperienza (ma gli ambienti di simulazione sono 3 e possono quindi ospitare contemporaneamente 3 persone).