Newsletter #21

febbraio 2023

13 articoli
25 min totali
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Unicredit investe 10milioni su Casavo per essere più digitale nei servizi immobiliari

L’operazione si inserisce nel contesto dell’aumento di capitale di 400milioni annunciato dalla scaleup, ma non è solo finanziaria. Prevede una partnership fra Unicredit e Casavo per lo sviluppo di nuovi servizi digitali per i clienti della banca che vogliono vendere o comprare casa

Unicredit accelera sulla digitalizzazione dei suoi servizi immobiliari, investendo 19 milioni di euro su Casavo, campione italiano del proptech. L’operazione, che rientra nel contesto dell’aumento di capitale di serie D della scaleup da 400 milioni tra equity e debito annunciato in luglio, non è solo finanziaria: è prevista una partnership per offrire ai clienti della banca soluzioni per semplificare l’esperienza di chi vende e compra casa.

Il mondo delle banche, quindi, si avvicina al proptech. Il principale partner di Casavo sarà UniCredit Subito Casa, società di intermediazione immobiliare del Gruppo attiva dal 2014. La collaborazione tra le due aziende interessa tutto il segmento dei finanziamenti relativi a una compravendita immobiliare. Con i suoi prodotti, UniCredit entrerà a far parte delle banche partner di Casavo Mutui. Inoltre, arricchirà ulteriormente l’offerta dei servizi complementari all’acquisto di un immobile offerti da Casavo, per esempio con soluzioni di personal financing per servizi ancillari all’acquisto.

Nel caso dell’offerta rivolta ai venditori, i clienti di UniCredit Subito Casa potranno ricevere una proposta d’acquisto per il proprio immobile da parte di Casavo in modo istantaneo e completamente digitale grazie al servizio di Instant Buying. Nell’intermediazione immobiliare, verranno attivate sinergie di servizio per una proposta di valore ai clienti venditori di immobili che potranno usufruire sia della capillarità del network Consulenti Immobiliari di UniCredit Subito Casa sia dell’expertise di Casavo.

Grazie a questa partnership, nei mesi a venire UniCredit metterà a disposizione dei propri. clienti nuovi servizi sviluppati insieme a Casavo e realizzati attraverso un’esperienza digitale integrata e trasparente, oltre ad avere la possibilità di raggiungere i clienti dell’azienda con la propria offerta.
 


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Casavo Mutui: Banca Sella e Intesa Sanpaolo diventano partner

Tempo di bilanci per Casavo Mutui, la società di mediazione creditizia di Casavo dedicata a chi vuole aprire un mutuo per acquistare casa. In soli quattro mesi dall’inizio delle operazioni, sono stati oltre 1.000 i clienti che si sono rivolti a Casavo Mutui per richiedere un finanziamento sull’acquisto di una casa.

Un risultato più che positivo come dichiarato dall’azienda. E ora Casavo Mutui continua il suo percorso di crescita anche grazie a due nuovi partner: Banca Sella e Intesa Sanpaolo.

La quasi totalità dei clienti Casavo, il 95%, ha scelto un mutuo di acquisto prima casa, trattandosi di giovani individui o coppie, spinti anche dagli incentivi statali per gli under 36 attuali e per i quali sono allo studio ulteriori interventi tecnici legislativi da parte del governo per aumentare ulteriormente il supporto.
 


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Nasce Intelligent Financial Planner: l’analisi finanziaria abbraccia l’AI

Il nuovo strumento aiuta ad assistere il treasury manager nell’identificare le più efficaci strategie di gestione dei flussi di cassa. Ecco come

Piteco lancia Intelligent Financial Planner. Lo strumento nasce dall’integrazione fra l’analisi finanziaria e l’intelligenza artificiale (AI). Ecco a cosa serve.

La soluzione proprietaria coniuga la puntualità dell’analisi finanziaria dei flussi di tesoreria di Piteco con la robustezza degli algoritmi di AI. 

L’obiettivo di Intelligent Financial Planner è assistere il treasury manager nell’identificare le più efficaci strategie di gestione dei flussi di cassa. I decisori aziendali guadagnano infatti una migliore visione sulle potenziali strategie di deficit o surplus di cassa e sul loro impatto, al fine di raggiungere i target aziendali. Lo strumento permette alle aziende di agire velocemente, adottando manovre volte a ridurre costi impliciti ed espliciti delle strategie finanziarie.

La software house italiana, controllata da Dedagroup, ha unito la precisione nella generazione di cash flow aziendali con algoritmi ad hoc di AI. La nuova funzionalità consente ai decisori di operare in un contesto economico volatile, caratterizzato da incertezza geopolitica e continui ma improvvisi arrivi di fattori esogeni che impattano sull’andamento di mercato. E generano surplus o deficit di cassa da gestire.
 


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Metaverse 4 Finance”: 7 startup finaliste nel programma del Gruppo Sella

Selezionati 7 i progetti che accederanno alla fase finale di “Metaverse 4 Finance”, il programma di accelerazione Web3 promosso dal Gruppo Sella e realizzato dal proprio Venture Incubator dpixel in collaborazione con il Global Partner VISA. 

I progetti delle startup finaliste riguardano, nello specifico, soluzioni finanziarie basate su architettura di finanza decentralizzata, soluzioni “crypto as a service” per il B2B, metaversi decentralizzati e soluzioni di open banking ibride Web2 e Web3.

I 7 progetti accedono ora a un percorso di accompagnamento per perfezionare i modelli di business, cui seguirà la fase di validazione tecnica e lo sviluppo dei prodotti e delle soluzioni. Le 5 migliori startup riceveranno un premio di 100mila euro ciascuna, prima di passare al “matchmaking” che prevede la possibilità di integrare le innovazioni sviluppate all’interno dei processi di aziende operanti nel settore o di testarle direttamente sul mercato.

Questo l’elenco dei 7 progetti finalisti:
•    Crypto Mate, Buenos Aires (Argentina) e Vilnius (Lettonia)
Una piattaforma crypto “as a service” che aiuta le Pmi a esplorare e costruire servizi crypto tramite semplici API Plug & Play, superando le complessità tecnologiche, normative e operative.
•    Dexy, Miami (USA)
Una neobanca ibrida perché unisce i vantaggi del mondo crypto e web3 con quelli della banca tradizionale, portando all’adozione di massa il meglio dei due mondi.
•    Intraverse, Torino (Italia)
Un metaverso aperto fondato su blockchain e focalizzato sull’interoperabilità degli NFT integrati come avatar in-game
•    Seed Venture, Londra (UK)
Decentralizza le attività di raccolta fondi per startup e PMI e, allo stesso tempo abilita allo scambio di token rappresentativi di strumenti finanziari emessi sul mercato secondario
•    Stablecomp, San Marino
Il primo protocollo DeFi totalmente focalizzato sui rendimenti delle stablecoin. La DApp fornisce l’accesso a diverse strategie per i rendimenti delle stablecoin su più catene per offrire a ciascun utente il prodotto ideale.
•    Vertigo Exchange, Roma (Italia)
Piattaforma di investimento professionale che aiuta ad automatizzare e ottimizzare gli investimenti in criptovaluta grazie a strumenti quali bot, strategie di investimento e indici crittografici.
•    Vestinda, Bucarest (Romania)
Società che costruisce tecnologia per il trading e gli investimenti in Web3 e oltre. Offre soluzioni zero code per automatizzare, far crescere e proteggere i portafogli sia per i trader retail che per le piattaforme.
 


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Digital banking, continua la crescita: +6% gli utenti online, +17% le transazioni

I dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech del Politecnico di Milano: nel primo semestre 2022 cresce l’uso dei canali bancari digitali. Ed è boom dei nuovi clienti acquisiti online: +54%

Il boom registrato durante i due anni della pandemia non si è esaurito con la fine dell’emergenza: continua infatti a crescere l’uso dei canali bancari digitali da parte degli italiani. A confermarlo sono i dati dell’Osservatorio Fintech & Insurtech della School of Management del Politecnico di Milano, secondo cui, nel primo semestre del 2022, mediamente le banche italiane hanno registrato una crescita del 6% di clienti che usano i canali digitali. Intanto cresce del 17% anche il numero delle transazioni digitali (come bonifici, pagamenti di bollette, compravendita di azioni, etc. online) con punte del +41%.

La crescita, seppur in forma più contenuta rispetto a quanto era avvenuto negli ultimi due anni, dunque prosegue. Secondo l’indagine, nel primo semestre di quest’anno il 63% dei clienti attivi ha utilizzato canali digitali, ossia home banking o mobile banking, il 55% se consideriamo solo il mobile. Inoltre, il 77% dei clienti del sistema bancario italiano ha accesso al servizio di aggregazione conti nella piattaforma del proprio istituto.

La funzione “che piace”: aggregazione di più conti nella stessa app
Aumenta anche la possibilità di aggregare diversi conti correnti, anche di istituti finanziari diversi, nell’app della propria banca. Il 77% dei clienti italiani ha accesso a questa funzione che viene proposta dal 53% delle banche. Per gli istituti di credito questa funzione permette di attirare clienti. Le banche che la offrono, infatti, hanno registrato un aumento del 71% dei clienti che hanno sottoscritto online un nuovo conto corrente nei primi sei mesi dell’anno. Chi invece non la offre ha assistito ad un calo del 2% nello stesso periodo dell’anno.

Servizi verso la completa adozione
“La crescita impetuosa nell’utilizzo dei servizi bancari digitali che abbiamo conosciuto nei primi due anni della pandemia sembra essersi un po’ rallentata nei primi sei mesi del 2022, sintomo di avvicinamento ad una fase di completa adozione – dichiara Filippo Renga, direttore dell’Osservatorio Fintech & Insurtech -. È sempre più apprezzata invece la sottoscrizione online di un conto. In media gli istituti che hanno attivo il servizio hanno infatti registrato un aumento dei clienti del 54% tramite il canale digitale”.
 


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Fintech: i sette trend per il 2023 secondo Qonto

Si spazia dall'open banking al green banking, passando per il Buy Now, Pay Later (BNPL) e i programmi cashback. Ecco le sfide nel fintech.

Al fine di comprendere meglio lo scenario attuale e futuro, Qonto ha messo sotto la lente le sette principali tendenze fintech da non perdere di vista.

L’open banking non ha ancora sprigionato il proprio potenziale e nel corso del 2023 si attendono ulteriori sviluppi, oltre a update della direttiva, e di conseguenza vantaggi per il settore fintech con la futura PSD3 e novità nell’open finance.

Nel 2023 la fatturazione elettronica si sta espandendo al B2B. L’e-invoicing rimarrà centrale non solo in Italia, ma sul panorama europeo (per esempio in Francia), dove ci si aspettano importanti novità.
Da una ricerca di Qonto emerge che il 79% delle PMI è pronto a offrire una corsia privilegiata a un servizio di banking che comprenda anche l’emissione delle fatture elettroniche.

Si prevede che la base di utenti Soft POS, ovvero applicazioni capaci di trasformare smartphone e tablet in terminali di accettazione di pagamenti con carta, crescerà del 475% a livello globale entro il 2027.

Juniper Research prevede che l’adozione di un modello Banking-as-a-service produrrà una crescita delle entrate nel settore del 240% entro il 2027. Nei prossimi mesi sarà possibile diversificare i canali digitali per permettere una fruizione più veloce dei servizi, anche al di fuori dei classici canali bancari.

Gli obiettivi di sostenibilità impattano le scelte strategiche delle aziende. L’innovazione finanziaria ricoprirà un ruolo sempre più attivo e propositivo nella gestione di percorsi ESG. Il mercato green banking registra una continua crescita, tanto che si stima che il 25% degli utenti passerebbe a istituti bancari con priorità ESG più alte.

Le offerte di cashback B2B, i programmi di ricompensa fissa, stanno accelerando anche nel 2023. Nuovi servizi e opportunità di cashback sono ancora in fase di test per numerosi player.

Il BNPL (Buy Now Pay Later) rimarrà una tendenza significativa anche quest’anno. Pesa l’incertezza sul futuro di questo modello di business a causa dell’aumento dei tassi di interesse: commissioni più elevate per i commercianti, in rialzo il rischio di mancato pagamento eccetera.

Il settore fintech è in rapida e imprevedibile evoluzione. La pandemia ha accelerato la trasformazione, arricchendo di sviluppi e innovazioni il triennio 2020-2022. Nel 2023 le novità tecnologiche daranno nuovi input al mondo finanziario, permettendo alle realtà del mercato di potenziare le proposte commerciali, rinnovando le esperienze dei clienti, incrementando i ricavi.
 


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Reviva, specializzata nelle aste immobiliari, dà il via a un round da 2,5 milioni di euro

La scaleup milanese specializzata nelle aste immobiliari che gestisce con una innovativa piattaforma tecnologica punta a 10 milioni di fatturato entro i prossimi tre anni

Reviva, azienda con sede a Milano leader nella vivacizzazione delle aste immobiliari che aiuta le Banche e gli NPL investor a migliorare le performance di recupero dei loro crediti e i privati ad acquistare immobili all’asta più velocemente e con l’aiuto di esperti del settore, apre una nuova campagna di raccolta di capitale che punta a raggiungere 2,5 milioni di euro, di cui ha già raccolto 500 mila euro in un’azione congiunta tra gli attuali soci che hanno reinvestito e Invitalia. Con +41% nell’incremento delle aggiudicazioni, +21% per quanto riguarda l’aumento del prezzo di vendita e -18% sulla diminuzione tempi di aggiudicazione degli immobili in asta, Reviva si propone di continuare a portare profonda innovazione nel settore.

Il capitale raccolto servirà a sostenere la crescita e sviluppare l’ecosistema Reviva, che al momento comprende: Immobiliallasta.it, la piattaforma che promuove immobili all’asta fornendo consulenza end-to-end agli acquirenti con zero commissioni; Vivapro, la community di consulenti specializzati nelle aste immobiliari: l’accesso avviene tramite subscription, che dà diritto ad una formazione professionale e assistenza al fine di promuovere e vendere gli immobili in asta su tutto il territorio nazionale, ottenendo delle provvigioni costanti. Reeco, la piattaforma che permette di analizzare gli immobili in asta ad alto potenziale per sviluppare investimenti diretti raccogliendo fondi attraverso il club deal o crowdsourcing.

Al momento Reviva ha nel proprio portfolio oltre 10mila immobili all’asta affidati, con un controvalore di oltre un miliardo di euro di offerta minima aggregata, 24 clienti attivi (tra NPL investor, banche e servicer), che rappresentano circa il 50% del mercato, 3 edizioni del report “Scenario Aste” e il più grande e completo database di immobili in asta.
 


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Pagamenti digitali, 5 startup da tutto il mondo che hanno raccolto centinaia di milioni

Pagamenti digitali, 5 startup da tutto il mondo che hanno raccolto centinaia di milioni

Startup, scaleup e unicorni fintech da tutto il mondo stanno attirando interesse e capitali per le loro soluzioni relative ai pagamenti digitali. Eccone 5 che hanno ricevuto consistenti finanziamenti negli ultimi 12 mesi.

1. Flip (https://flip.id/)
Flip è una piattaforma di pagamenti indonesiana che consente agli utenti di inviare denaro in modo sicuro senza commissioni di transazione. Raccolti $103M Serie B.
Hanno partecipato al round un certo numero di operatori di grande esperienza. Questo nuovo finanziamento, che segue il primo round di serie B nel dicembre 2021, porta la raccolta totale di Flip a oltre $ 100 milioni. “Siamo focalizzati sull’aiutare milioni di indonesiani, sia individui che aziende, a eseguire varie transazioni di denaro a basso costo attraverso la nostra piattaforma” dice il CEO Rafi Putra Arriyan. “Crediamo nel vasto potenziale del pagamento peer-to-peer (P2P) perché è consuetudine in Indonesia inviare denaro tramite trasferimento per scopi personali, familiari o domestici”.

2. Payhawk (https://payhawk.com/)
Payhawk è un sistema finanziario che combina carte di credito, pagamenti, spese e contanti in un’unica esperienza integrata. Raccolta di $ 100 milioni di serie B (come seconda tranche, dopo aver ricevuto $ 115 milioni il 23 novembre 2021).
La startup europea Payhawk ha aggiunto 100 milioni al suo round di serie B di un anno fa, diventando un unicorno fintech. Quando si apre un conto Payhawk, si ottiene un IBAN dedicato e si può caricare denaro dal proprio conto bancario esistente. I clienti Payhawk ricevono 3 cash back sui pagamenti con carta con un limite al prezzo dell’abbonamento Payhawk.

3. Kushki (https://www.kushki.com/)
Kushki, società costituita in Ecuador, offre ai clienti una piattaforma di pagamento integrata e soluzioni omnicanale per e-commerce, m-commerce e negozi fisici. Raccolta di $ 100 milioni di estensione di serie B (dopo aver ricevuto $ 86 milioni nel giugno 2021). Kushki mira a rendere più facile, economico e sicuro per le aziende in tutta l’America Latina inviare e ricevere / elaborare pagamenti digitali. In particolare, consente alle aziende LatAm di accettare pagamenti a livello globale e ricevere denaro nella loro valuta locale. L’obiettivo finale è aiutare queste aziende, come le banche digitali, a crescere più velocemente online e guidare l’adozione dei pagamenti digitali da parte dei consumatori. Allo stesso tempo, Kushki afferma che la sua infrastruttura può aiutare ad aumentare i tassi di accettazione e ridurre le frodi.

4. Capchase (http://www.capchase.com/)
Capchase è una società fintech che fornisce soluzioni finanziarie alle startup consentendo l’accesso ai fondi man mano che crescono. Raccolta di 80 milioni di dollari Serie B.
Società ispano-americana che fornisce capitali basati sui ricavi, ha annunciato di recente il suo ingresso nel mercato tedesco. Questo porta il numero totale di paesi serviti dalla startup a 10, tra cui Paesi Bassi, Belgio, Danimarca, Svezia e Finlandia. Con l’attività di VC che rallenta su tutta la linea e le startup che guardano sempre più al di fuori delle tradizionali vie di finanziamento, i fornitori di RBF come Capchase si sono fatti avanti per colmare il vuoto. Durante l’estate Capchase si è assicurata 400 milioni di dollari in termini di finanziamento del debito.

5. Kevin (https://www.kevin.eu/)
Kevin è una società fintech lituana che fornisce un’infrastruttura di pagamento account-to-account per sostituire le transazioni con carta.Raccolti $ 61.8M Serie A
Fondata nel 2018, kevin. ha un obiettivo chiaro: offrire soluzioni di pagamento innovative che eliminino l’intermediario. L’azienda fintech fornisce un’infrastruttura di pagamento sicura e intuitiva per gli sviluppatori, accessibile tramite un’API. L’approccio innovativo offre alle aziende la possibilità di accettare pagamenti direttamente dalle banche, tagliando fuori le reti di carte e rendendo il processo di pagamento più economico, veloce, fluido e conveniente.
 


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Sella Personal Credit. Al via il pilota sulla carta biometrica

Autorizzare un pagamento appoggiando semplicemente il dito sulla carta di credito, in sicurezza e velocemente. Sella Personal Credit ha avviato la sperimentazione della sua nuova carta biometrica su circuito Visa.

Banca Sella si è sempre posta l’obiettivo di cercare un sistema innovativo nell’ambito dei pagamenti elettronici, che hanno registrato una forte crescita e diffusione negli ultimi anni. E’ stata individuata nella biometria l’elemento innovativo vincente per migliorare e semplificare l’esperienza degli utenti. La carta è dotata infatti di un sensore presente sulla parte frontale. Al titolare, insieme alla carta, viene fornito un dispositivo per poter registrare la propria impronta digitale e, fatta questa operazione, al momento del pagamento dovrà solo appoggiare il proprio dito per autorizzare la transazione in modo semplice, veloce e sicuro.

La biometria è una forma di autenticazione sempre più adottata. Si tratta di un sistema apprezzato perché facile da utilizzare, senza doversi ricordare password e PIN. Sulle carte di credito, inoltre, consente di effettuare pagamenti con il solo contatto della carta. Per le operazioni contactless, è sufficiente avvicinare la carta e tenere il dito sul sensore per poter pagare. È proprio con questo metodo che Banca Sella pensa di poter superare la tecnologia dei PIN di autenticazione e agevolare l’esperienza degli utenti.

La carta viene offerta, in fase di lancio, a un target selezionato di clienti di Sella Personal Credit. E’ stata decisa questa formula proprio perché, trattandosi di una sperimentazione, si vuole proporre questo strumento di pagamento a un gruppo ristretto di persone: ricevuta la proposta in formato digitale, possono finalizzare la sottoscrizione della carta anche da casa. Sella seguirà con attenzione il progetto per raccogliere le impressioni e il livello di soddisfazione dei singoli clienti, per poter così definire le strategie d’azione future. Banca Sella è convinta che le carte disponibili in questa fase pilota andranno esaurite in fretta. Successivamente si verificherà il tasso d’utilizzo e i feedback ricevuti dalla clientela.
 


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Cofidis lancia PagoCREDIT: un fido per pagare a rate nei negozi

Cofidis presenta PagoCREDIT, la linea di credito revolving privativa che ha l’obiettivo di fidelizzare sempre di più i clienti dei retailer convenzionati, creando un canale preferenziale per i propri acquisti presso i loro punti vendita.

Come specificato in una nota, grazie alla concessione di un fido, utilizzabile in una o più soluzioni e ricaricabile ogni qualvolta vengano rimborsate le rate, PagoCREDIT consente ai clienti dei Partner di rateizzare gli acquisti solo nel negozio convenzionato presso il quale la linea di credito viene sottoscritta, tutte le volte che lo desiderano, nei limiti del proprio credito.

Il servizio - prosegue la nota - comporta un importante aumento della fidelizzazione del consumatore nei confronti del negozio in cui la linea di credito è stata attivata ed è anche espressione di una customer experience facile, veloce e assolutamente unica, come tutti i servizi di credito al consumo firmati Cofidis.

I clienti dei Partner convenzionati forniscono i propri dati solo la prima volta che richiedono l’apertura di PagoCREDIT, mentre gli utilizzi successivi al primo si concludono in 3 semplici step.

Un processo full digital, accessibile con Bancomat, Postamat o carta di debito, effettuabile ovunque nel negozio grazie allo SmartPOS Android con Wi-fi fornito direttamente da Cofidis.
 


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India, via ai test per la rupia digitale gestita dalla Banca centrale

La Reserve Bank of India parte con la sperimentazione della prima moneta elettronica del Paese, che
inizialmente verrà utilizzata soltanto nel mercato secondario e delle transazioni all’ingrosso. Oltre all’istituto centrale e alla State Bank of India, partecipano al progetto nove banche d’affari
 

La Digital rupee, la rupia digitale, è realtà: la Reserve Bank of India (Rbi), la Banca centrale indiana, lancia oggi in via sperimentale la prima moneta digitale del Paese. Con questo passaggio, l’India si unisce al gruppo di Paesi, tra cui la Cina, che posseggono una moneta digitale gestita dalla banca di Stato.

Il piano della Rbi prevede l‘emissione di due versioni della rupia digitale: generica o al dettaglio (Cbdc-R) e all’ingrosso (Cbdc-W). Il Cbdc al dettaglio può essere utilizzato da tutti, inclusi il settore privato, i consumatori non finanziari e le imprese. Il Cbdc all’ingrosso è progettato per l’accesso limitato a istituzioni finanziarie selezionate. Mentre la Cbdc al dettaglio è una versione elettronica del contante destinata principalmente alle transazioni retail, la Cbdc all’ingrosso è progettata per il regolamento di bonifici interbancari e relative transazioni all’ingrosso.

Al via con le transazioni all’ingrosso
Sulla base di questo piano, la rupia digitale verrà utilizzata in un primo momento solo nel segmento del mercato secondario e delle transazioni all’ingrosso, e ha come partecipanti al progetto, oltre all’istituto centrale e alla State Bank of India (Sbi), altre nove banche d’affari (Bank of Baroda, Union Bank of India, Hdfc Bank, Icici Bank, Kotak Mahindra Bank, Yes Bank, Idfc First Bank e Hsbc).
“Dall’esperienza di questa prima fase – annuncia la Reserve Bank of India – passeremo a gestire ulteriori transazioni e pagamenti transfrontalieri”. La previsione è che l’uso della e-rupia renda più efficiente il mercato interbancario e che il Regolamento da parte della Banca centrale riduca il costo delle transazioni. L’India prevede di estendere la moneta digitale di Stato ai consumatori privati entro un mese.

Uno strumento per rafforzare l’economia digitale indiana
La Rbi ritiene che il sistema della rupia digitale “rafforzerà l’economia digitale indiana, migliorerà l’inclusione finanziaria e renderà più efficienti i sistemi monetari e di pagamento“: “La moneta digitale – scrive – ha lo scopo di integrare, piuttosto che sostituire, le attuali forme di denaro ed è previsto di fornire un ulteriore mezzo di pagamento agli utenti, non per sostituire i sistemi di pagamento esistenti”.
 


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BNPL, gli italiani lo usano così

La formula “compra ora, paga dopo” agli italiani piace molto. Lo dicono i numeri: negli ultimi anni l’utilizzo del Buy Now Pay Later (BNPL) è cresciuto nell’e-commerce con tassi di sviluppo della domanda sensibilmente maggiori rispetto al consumo finalizzato e nel 2021 ha registrato un incremento medio annuo del 134%. Ma chi lo utilizza? Quanto conoscono questo strumento? E per quali acquisti è preferito? A rispondere a queste e altre domande è una Ricerca CRIF - SDA Bocconi - Assofin su “Gli strumenti di pagamento credit based: il Buy Now Pay Later” presentata in occasione del CRIF Finance Meeting.

Dai dati rilevati da BVA Doxa nel 2022 su un campione rappresentativo della popolazione italiana, emerge che il 79% degli utilizzatori considera il BNPL come una forma di pagamento dilazionata e non come un finanziamento, e viene scelto dal 71% degli utenti prevalentemente perché è un servizio comodo e gratuito.
Inoltre, il 31,8% degli utenti BNPL lo utilizza per fare acquisti di importo non elevato (inferiore ai 300 euro) e che, comunque, nel 69,2% dei casi è utilizzato per importi fino ad un massimo di 1.000 euro.

"La formula ‘compra ora e paga dopo’ - commenta Simone Capecchi, Executive Director di CRIF - pur essendo un fenomeno tendenzialmente a basso rischio, fa registrare una rischiosità maggiore dei finalizzati small ticket. I player finanziari necessitano di soluzioni efficaci e real time per adeguare i propri processi di valutazione alle linee guida che gli organismi regolatori stanno delineando e per garantire lo sviluppo della relazione con i clienti, offrendo loro la miglior esperienza”.

Nel complesso utilizzatori e potenziali nuovi utenti presentano un buon livello di alfabetizzazione finanziaria e non vedono il BNPL come una minaccia al proprio equilibrio finanziario. Infatti, il 24,9% degli attuali utenti e il 44,7% dei conoscitori interessati ha dichiarato di non trovare i servizi finanziari complicati.

Inoltre, il 44,3% degli utilizzatori non percepisce l’utilizzo del BNPL come una possibile minaccia al proprio equilibrio economico-patrimoniale e non ritiene che possa portare a perdere di vista le proprie capacità di spesa complessiva, dimostrando consapevolezza nella gestione del budget familiare.

Da un punto di vista di incidenza del BNPL sul reddito, la maggioranza degli utenti del BNPL (il 63,2% del totale) dichiara che l’ammontare totale delle rate che dovranno restituire a fronte dell’utilizzo del BNPL è inferiore al 5% del reddito mensile. Il 16,9% del totale si colloca invece tra il 5% e il 10% del reddito mensile, il 9,0% è tra il 10% e il 20% del reddito mensile mentre solamente il 4,0% degli utilizzatori dichiara che l’ammontare totale delle rate che dovranno restituire a fronte dell’utilizzo del BNPL è superiore al 20% del reddito mensile. Il restante 7,0% dichiara di non saperlo.

Un altro dato interessante sottolineato dalla ricerca riguarda la frequenza con cui gli utenti ricorrono a questa forma di pagamento. Il 46,8% degli utenti dichiara di aver utilizzato il BNPL dalle due alle quattro volte. Il 28,9% una sola volta, il 10,4% dalle cinque alle sei volte e il 13,9% più di sei volte. Per quanto riguarda il pagamento delle rate il 63% degli utilizzatori ha provveduto o sta provvedendo secondo le scadenze previste; il rimanente 37% dichiara di aver già terminato i pagamenti.
 


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Mastercard e PostePay al lavoro su Request to Pay: il 75% degli esercenti vuole più digitalizzazione

Mastercard e PostePay stanno cooperando al debutto in Italia di Request to Pay (RTP). Una nuova opportunità per spingere la cashless society. La soluzione permette alle aziende di migliorare la gestione degli incassi, l'efficienza dei flussi in entrata e la gestione dei pagamenti

Soggetti creditori e titolari di aziende ed esercizi commerciali ritengono che la RTP semplifichi la gestione degli incassi, migliorando l’efficienza dei flussi in entrata e la gestione dei pagamenti. Ecco come.

Request to Pay è la soluzione che permette di richiedere il pagamento di un bene o di un servizio. Tutto in modalità digitale e in tempo reale. La soluzione permette infatti alle aziende di spedire una richiesta digitale di pagamento in real-time. Lo scopo è offrire ai consumatori controllo e versatilità nella gestione delle spese. Chi acquista, riceve la richiesta sul proprio dispositivo mobile o web. Quindi decide se accettarla ed effettuare il pagamento.

Differenti ambiti di business e diverse occasioni d’utilizzo, in base alle esigenze dei consumatori, applicano Request to Pay. La soluzione spazia dai pagamenti online a quelli ricorrenti (di fatture o bollette), dal pagamento di tributi allo scambio di fondi fra individui.

Gli acquirenti ottengono un unico punto di accesso per visualizzare ed eseguire i propri pagamenti con versatilità e in pochi click, tramite l’App PostePay. Mastercard spiega che Request to Pay permette anche di consultare direttamente, in formato digitale, lo storico unificato delle spese. L’obiettivo è mantenere le spese sotto controllo.

La collaborazione punta a realizzare una soluzione innovativa. La partnership vuole rendere più semplice ed efficiente la digitalizzazione delle richieste di pagamento. L’obiettivo è semplificarne la gestione.